Dal sito degli Avventisti Che scopo ha l'esistenza? è la domanda per eccellenza, quella
che ogni generazione si pone, cercando una risposta soddisfacente. Fino a
cinquant'anni fa, queste domande non si potevano eludere come spesso, invece,
avviene oggi, e le riposte andavano ricercate nella sfera religiosa e nella vita
collettiva quotidiana. La religione era il perno intorno al quale ruotavano
tutte le attività umane. Questa centralità della religione caratterizzava
l'occidente cristiano. Anche la Chiesa Avventista nasce dalla ricerca di una
risposta a queste domande esistenziali. Essa è sorta dalla riflessione, in
alcuni punti del tutto originale, di un gruppo di credenti provenienti da varie
denominazioni protestanti. Essi riscoprirono nella Bibbia le risposte di Dio
agli interrogativi impliciti nella domanda iniziale: Chi è l'uomo? Da dove
viene? Qual è il suo destino?
Il mito americano è stato plasmato da una generazione di
uomini fortemente radicati nelle idee protestanti: erano calvinisti e puritani,
repubblicani e umanisti. L'appellativo «Nuovo Mondo» ne è la testimonianza più
evidente. Essi erano convinti di operare per la fondazione un mondo nuovo
secondo la volontà di Dio.
Con le generazioni successive, la tensione spirituale dei primi coloni del Nuovo Mondo si affievolì. Anzi, per fattori diversi, il fervore religioso e l'ottimismo si raffreddarono: l'arrivo di nuovi immigrati, la diffusione delle idee deiste ispirate dalla Rivoluzione francese e soprattutto le crisi politiche di una nazione in crescita (guerre di indipendenza e conseguenti difficoltà economiche). Per circa tre secoli in America si alternarono periodi di freddezza religiosa e grandi ritorni collettivi alla fede, definiti «Great Awakenings»: grandi risvegli. In particolare questi fenomeni collettivi caratterizzarono il XVIII e il XIX secolo con due grandi movimenti che vennero chiamati il «Primo Grande Risveglio» intorno al 1740 e il «Secondo Grande Risveglio» nel 1800. Diverse Chiese «evangelical» (evangeliche) vennero alla luce come conseguenza di questi risvegli.
In questi movimenti largamente popolari, tramite lo studio della Bibbia gli americani riscoprivano il significato della loro missione e della storia condito da un notevole senso patriottico. La convinzione che la nazione americana fosse stata eletta da Dio per una missione mondiale era incrollabile. Dalla fine del 1700 fino a tutta la prima metà del 1800 per ben due generazioni il «Secondo Grande Risveglio» protestante percorse la nazione unendo negli sforzi per cristianizzare l'America credenti protestanti di varie estrazioni: battisti, congregazionalisti, metodisti, presbiteriani e quaccheri. Nei vari Stati fiorirono le leggi in favore della temperanza dei costumi, in particolare per quanto riguardava il rispetto del giorno di riposo e il divieto del consumo di alcol. Le riunioni su tematiche e riflessioni religiose raccoglievano migliaia di persone, anche per diversi, giorni in grandi accampamenti sotto le tende chiamati «Camp-meetings».
Il termine millenarismo definisce la fede di coloro che aspettano il secondo avvento del Signore in terra, studiando nelle profezie della Bibbia le epoche e i tempi di questa venuta. Le profezie relative al ritorno di Gesù sono sempre state al centro dell'attenzione dei credenti, e più o meno in ogni secolo dell'era cristiana il millenarismo ha avuto i suoi rappresentanti. Tuttavia, nel secolo a cavallo fra il 1700 e il 1800, un numero consistente di studiosi della Bibbia, nell'occidente cristiano, rivolse la propria attenzione alle profezie relative alla fine del mondo. Anche all'interno del Secondo Grande Risveglio americano si sviluppò una forte componente millenarista.
Un agricoltore del Massachussetts, William Miller, turbato
dalla violenza e dalla drammaticità della guerra contro gli inglesi
(1812-1814), nella quale aveva combattuto con i gradi di capitano, non si
ritenne soddisfatto delle convinzioni deiste fin lì sostenute e decise di
cercare nella Bibbia le risposte alle domande sul senso della vita umana. Si
prefisse quindi di trascorrere due anni a studiare la Sacra Scrittura e ad
approfondirne il messaggio.
A partire da quel momento si trovò al centro di un importante
movimento di risveglio, nella scia del «Second Great Awakening». L'annuncio
dell'imminenza del ritorno del Cristo era in sintonia con la sensibilità
spirituale dell'epoca e induceva gli ascoltatori a prepararsi in vista di
quell'evento. Miller fu invitato a predicare nelle chiese della maggior parte
delle denominazioni religiose.
Ma il 22 ottobre 1844 non successe nulla. La delusione dei
milleriti fu cocente. Con una dichiarazione pubblica Miller e i responsabili del
movimento ammisero il loro errore. William Miller non perse la fede e continuò
a nutrire la speranza dell'avvento senza fissare però altre date. Morì cieco,
il 20 dicembre 1849. Molti degli aderenti al movimento dell'avvento ritornarono
alle chiese di origine. Gli altri formarono vari gruppi: alcuni, persuasi che
Miller avesse commesso un errore nel computo profetico, continuarono a fissare
delle date per il possibile avvento. Altri, invece, giunsero alla convinzione
che Miller si fosse sbagliato nell'interpretare la natura dell'evento che si era
verificato nel 1844: il santuario da purificare non era la terra ma il santuario
celeste nel quale secondo la lettera agli Ebrei (capp. 8,9) Gesù si trovava fin
dalla sua ascensione.
Il gruppo di milleriti che si saldò intorno alla sintesi di
questi quattro elementi diede vita alla Chiesa Avventista del 7° Giorno. La
speranza dell'avvento era rimasta in tutti molto forte e nel 1848 riunì intorno
a un tavolo gli esponenti di queste correnti di pensiero. Erano: Joseph Bates,
fautore di una riforma nel campo della salute e del rispetto del quarto
comandamento nel quale era prescritto di osservare il settimo giorno; Hiram
Edson, sostenitore dell'idea che il santuario purificato alla fine dei 2.300
anni della profezia di Daniele non fosse la terra;James White ed Ellen G. Harmon
persuasi che l'esperienza millerita fosse stata guidata da Dio il quale
continuava a indicare il cammino da seguire attraverso il dono profetico
riconosciuto in Ellen; e diversi altri credenti.
Trascorsero ancora alcuni anni prima che questo gruppo
maturasse la decisione di darsi un nome e adottasse una struttura organizzativa.
Nel 1860 essi scelsero il nome di Chiesa Avventista del 7° giorno e nel 1863
posero le basi di una struttura ecclesiastica rappresentativa sul modello
presbiteriano. Nacque così una delle chiese più attive del mondo evangelico
sul piano dell'evangelizzazione e dell'impegno sociale.
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