"Persecuzione religiosa" contro la sètta dopo l'attentato nella metropolitana di Tokyo



La sètta di Tokyo trova un improbabile sostenitore.

Washington Post, Maggio 1995. 

Di T.R. Reid. 

Grazie a Rick Ross per questi articoli, estratti dalla sua pagina critica

TOKYO - Mentre nuove prove sembrano coinvolgere la reticente Aum Shinrikyo nell'episodio di terrorismo, omicidio e sequestro, i leader della sètta hanno trovato un improbabile supporter: un funzionario dell'American Bar Association. 

Barry Fisher, un avvocato di Los Angeles che ha dichiarato di essere a capo della sottocommissione per la libertà religiosa dell'associazione, ha viaggiato fino a Tokyo con altri tre Americani [tra cui J. Gordon Melton] - Aum ha pagato i biglietti - per denunciare che la polizia giapponese stava mettendo a rischio la libertà religiosa del gruppo. 

Lo scorso lunedì gli americani hanno detto di aver trascorso tre giorni in Giappone insieme agli ufficiali dell'organizzazione e altre persone, ma non gli è stato permesso di visitare i laboratori chimici della sètta o il suo quartier generale. 

Gli americani hanno indetto alcune conferenze stampa suggerendo che la sètta fosse innocente delle accuse di attività criminali e vittima di un'eccessiva pressione da parte della polizia. 

Il gruppo è emerso come il principale imputato nell'attentato con il gas nella metropolitana di Tokyo risalente al 20 Marzo, che ha causato la morte di 12 persone. La polizia ha annunciato inoltre di stare appurando se la sètta è coinvolta in un attentato con gas velenoso risalente al 1994 nel quale perirono sette persone, e della sparatoria ai danni del comandante della polizia nazionale che stava sopravvedendo all'indagine. 

Lunedì scorso uno degli Americani, James Lewis, di fronte a una folla ostile ed apertamente incredula di reporter giapponesi presso un ufficio di Aum, ha dichiarato che la sètta non avrebbe potuto produrre il raro gas nocivo, sarin, impiegato in entrambi gli attentati. Ha aggiunto di aver determinato il fatto esaminando le foto e i documenti messigli a disposizioni da Aum. 

Secondo i rapporti della stampa locale, il signor Fisher della sottocommissione della Bar Association ha rivolto un appello alla polizia giapponese, chiedendo di resistere alla tentazione di "soffocare una religione e rinnegare la libertà". La paura del terrorismo, ha spiegato Lewis, "sta venendo usata in Giappone da alcuni come scusa per aumentare il potere delle forze dell'ordine."

Ha dichiarato inoltre che è "oltraggioso" che la polizia abbia portato via alcuni bambini dal dormitorio di Aum dove questi erano alloggiati separatamente dai loro genitori. Ha detto [però] di non conoscere i dettagli relativi al modo in cui i bambini venivano trattati nella sètta. 

I figli dei membri di Aum hanno risposto che gli venivano concessi due pasti al giorno e quattro ore di sonno per notte. Non andavano a scuola, non gli era consentito frequentare amici o parenti che non erano membri della sètta o giocare all'esterno, perché il loro leader aveva annunciato che i suoi nemici stavano attaccando il gruppo con gas velenosi. 

Gli Americani hanno affermato di essere accorsi su invito della sètta dopo aver espresso preoccupazione alla branca di New York di Aum circa la libertà di religione in Giappone. Hanno aggiunto che le spese relative al viaggio, il conto dell'albergo e i "costi di base" erano stati pagati dalla sètta. 

Nelle otto settimane dall'attentato di Tokyo, la polizia ha sequestrato dalle strutture della sètta migliaia di documenti e letteralmente tonnellate di prove materiali. Ha arrestato circa 150 membri, alcuni per imputazioni minori. Tuttavia non ha ancora arrestato o incriminato una sola persona per i fatti della metropolitana. 

Questo appare riflettere gli standard locali della procedura poliziesca, che consistono nell'avanzare imputazioni penali soltanto dopo aver raccolto abbastanza prove che rendano certi i sospetti. 
 
  

Attivisti statunitensi in visita a Tokyo. Sono preoccupati per il trattamento riservato alla sètta sospettata dell'attentato alla metropolitana 

Los Angeles Times, 6 Maggio, 1995 

Di Teresa Watanabe 
  

TOKYO - Quattro attivisti della California stanno investigando accuse di persecuzione religiosa ai danni della sètta Aum Suprema Verità, il gruppo sospettato di aver compiuto in Marzo un attentato con gas nervino ai danni delle persone che si trovavano nella metropolitana. 

In un'intervista rilasciata sabato, l'avvocato di Los Angeles Barry Fisher ha dichiarato di aver deciso insieme agli altri di intervenire dopo aver appreso che le autorità avevano condotto arresti di massa dei membri della Suprema Verità, che i bambini della sètta erano stati separati dalle famiglie e gli ufficiali incaricati avanzavano imputazioni di controllo mentale ai danni del gruppo. 

Queste operazioni, e altre misure adottate dal governo contro la Suprema Verità, inducono a pensare a una persecuzione verso il gruppo, ha dichiarato, e a questo va aggiunto che, anche qualora alcuni membri fossero coinvolti in attività illegali, ciò non giustifica il tentativo di usare tutti come capro espiatorio o annullare l'intera religione. 

"Il modo in cui un paese reagisce alla persecuzione religiosa è indice della [vitalità delle] libertà di base, e il Giappone non ha alle spalle una lunga storia di libertà fondamentali", ha affermato Fisher, presidente del sottocomitato per la libertà di religione dell'American Bar Association. 

Questi è arrivato in Giappone mercoledì scorso per investigare se la Suprema Verità, la quale aderisce a credenze buddiste e yogi e ha branche in Russia, Stati Uniti, Germania e nello Sri Lanka, sia una religione legittima. 

È stato accompagnato da due cittadini di Santa Barbara - J. Gordon Melton, direttore dell'Institute for the Study of American Religions, e James R. Lewis, a capo dell'Association of World Academics for Religious Education - e Thomas Banigan dell'Anver Bioscience Design Inc. in Sierra Madre. 

Melton ha dichiarato di aver contattato l'ufficio di New York della Suprema Verità dopo che le ultime notizie avevano sollevato domande su una possibile persecuzione. 

La Suprema Verità è stata daccordo nel pagare al gruppo il biglietto per l'aereo più le spese - ma non altri onorari - e ha reso disponibili i suoi ufficiali per le interviste, compreso il portavoce Fumihiro Joyu. 

Il gruppo pianifica di indire questa domenica una conferenza stampa a Tokyo per discutere le sue conclusioni. 

A seguito del misterioso attentato con il gas che il 20 Marzo ha ucciso 12 persone e intossicato più di 5000 pendolari della metropolitana, la polizia ha dato avvio a un'intensa opera investigativa nei confronti della Suprema Verità, la quale è guidata dal guru cieco e barbuto Shoko Asahara. 

Compiute ampie perquisizioni, la polizia ha sequestrato più di 1000 taniche di composti chimici tossici e petrolio, ripulito le strutture del laboratorio del gruppo ed esaminato plichi di documenti - impadronendosi di prove che sostengono dimostrano che il gruppo ha prodotto il sarin, un gas nervino nazista che pare sia stato usato nell'attentato, secondo la stampa giapponese. 

Oltre 150 persone sono state arrestate con varie accuse, come infrazioni o il possesso di tessere scadute della previdenza sociale. Le autorità hanno sottratto alle famiglie numerosi bambini della sètta, sostenendo che il loro benessere era in pericolo. 

Gli ufficiali giapponesi hanno annunciato che cercheranno di privare la Suprema Verità del suo status di entità religiosa, il quale ha concesso loro una speciale protezione e benefici fiscali. 

Fisher ha dichiarato che gli scandali hanno macchiato i gruppi religiosi di tutto il mondo, "ma questo non ha portato a un governo che invoca la fine di una religione, e questo è precisamente ciò che sta accandendo qui. Sembra che nessuno si stia mobilitando per proteggere persone innocenti." 

Sottolineando il clima teso, i due californiani, arrivati mercoledì all'Aereoporto Internazionale di Narita, hanno dichiarato di essere stati interrogati dalle autorità per l'immigrazione per più di un'ora. Sebbene gli ufficiali fossero gentili, i californiani sostengono di aver trovato la cosa snervante, aggiungendo che da quel momento sono stati seguiti da ignoti. 

Arrivati all'hotel, hanno raccontato, i funzionari gli hanno comunicato che non era consentito ammettere visitatori nella loro stanza, e hanno posto tre uomini alla porta; almeno altri tre sconosciuti, con probabilità della polizia di sicurezza, sostavano all'ingresso dell'hotel. Non era chiaro se queste guardie stessero proteggendo oppure spiando il gruppo. I funzionari dell'Hotel non hanno voluto rilasciare commenti sulla sicurezza. 




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