Le saponette dell'Impero
II parte
 

di Miguel Martinez




Questo è il secondo di una serie di otto articoli su Amway, i cristianisti o "teocon" e l'Impero americano.

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Il più grande sistema piramidale del mondo

Amway è il più grande sistema piramidale del mondo, e vanta tre milioni di venditori sparsi per il mondo, nonché un'intera isola privata nei Caraibi, la Peter Island.


amway peter island

Peter Island, l'isola di Amway

Su cosa siano i sistemi di vendita multivel e/o piramidale, rimando all'apposito paragrafo nella pagina dei link di questo sito.

Aggiungo che, nell'era dell'eufemismo, è considerato politically correct parlare di "vendita diretta al consumatore" più che di "vendita piramidale": appartiene infatti ad Amway Monica Miloni, la vicepresidente dell'AVEDISCO, Associazione Vendite Dirette Servizio Consumatori, Questa definizione omette però l'elemento decisivo: le provvigioni date a chi sta a monte, e che fanno stare in piedi tutta la piramide.

Ecco una breve descrizione, tratta dal libro di Roberto Giovannini e Davide Orecchio, La Piramide d'oro, Realtà e miti del multilevel marketing, edizioni Avverbi:

Amway afferma di aver fatturato nel 1999 circa 5 miliardi di dollari e distribuisce più di 450 prodotti con il proprio marchio. All'inizio della sua attività vendeva solo un detergente multiuso per la casa, l'ormai mitico "l.o.c.". Oggi confeziona e commercializza, mediante vendita diretta multilivello, numerosi prodotti di largo consumo. Oltre ai detergenti tratta anche cosmetici, casalinghi e integratori alimentari, oltre a distribuire prodotti di altre marche (orologi, elettrodomestici, gioielli, e così via).

La vendita dei prodotti Amway non appare, secondo molte analisi, un grandissimo affare per chi vi s'impegna. Intanto, c'è un vero e proprio abisso nei guadagni tra la base e il vertice dell'organizzazione. Per un ristretto numero di "re dei venditori", che arrivano a guadagnare miliardi al top della struttura, ci sono migliaia e migliaia di incaricati che neanche coprono le spese. Secondo dati del 1996, in media i distributori Amway guadagnavano 88 dollari al mese, non considerando le spese per acquisti dei prodotti. Per i distributori americani di maggiore successo, la vera fonte di profitto non è tanto la vendita dei prodotti, quanto la formazione, intesa come motivazione dei venditori, come costruzione di una vera e propria fede nell'azienda e in se stessi, nella propria capacità di vendere. Tra riunioni formative, meeting e assemblee, acquisto di materiali (manuali, videocassette e così via), se ne vanno non pochi soldi.

Nella migliore delle ipotesi, il circuito di Amway non è più interessante di quello della Coop o della Standa. Infatti, la home page dell'organizzazione non ci presenta nemmeno un catalogo dei suoi prodotti.

Eppure Amway è riuscita a diventare una potenza mondiale. Infatti, alla mancanza di particolari attrattive concrete, Amway supplisce con l'ideologia del sogno. Un'ideologia che è implicita nel nome stesso, Amway, la "via americana" - nelle riunioni di Amway negli Stati Uniti è normale giurare fedeltà alla bandiera.

Come hanno proclamato due dei massimi venditori/dirigenti di Amway, Bill e Peggy Bright, durante i festeggiamenti della Giornata della libera impresa a Boulder nel Colorado, nel 1990:

"...Per puro caso, siamo nati nel solo paese sulla faccia della terra a essere diventata una nazione unica, tra tutte le nazioni del mondo, perché siamo stata l'unica nazione ad affermare di essere una nazione sotto Dio, punto e basta. Questa è la cosa più unica che sia successo all'America."
Bill e Peggy Britt, "ambasciatori della Corona" di Amway, si sono vantati più volte che i divorzi in Amway semplicemente non esistevano: un ingrediente fondamentale dell'impossibile utopia americana della famiglia felice, eternamente giovane e soprattutto senza debiti. Così la foto dei prosperi coniugi diventa di per sé una pubblicità:



Come diventa pubblicità la foto di Peggy (si fa chiamare ovviamente per nome, anzi per nomignolo familiare) che si dedica al giardinaggio: sogno ecologico in un continente devastato, simbolo di uguaglianza tra piccoli borghesi in un mondo in cui milioni di persone hanno una casetta di legno con un giardino, oppure semplicemente la prova che chi si dedica totalmente al Sistema riesce alla fine a campare sulle spalle degli altri e a dedicarsi appunto al giardinaggio. Un piccolo particolare svela l'inganno: chi lavorerebbe in mezzo al fango con gli immacolati pantaloni bianchi e il bel maglione che porta Peggy?



Ma proprio i coniugi Britt sono stati i protagonisti di un clamoroso caso di divorzio nel novembre 2003, in seguito all'incontro tra Bill e una venditrice di proprietà immobiliari di nome Phyllis Frankel - un fotografo ha immortalato un'uscita della coppia clandestina:



Forse l'episodio può aiutare qualche lettore italiano a capire meglio il motivo per cui un presidente degli Stati Uniti, come Bill Clinton (anche qui il nomignolo), viene osannato quando distrugge una fabbrica di farmaci e viene condannato quando si scopre che ha una storia con una stagista.

La via americana, the American Way, si può riassumere in un unico concetto: ogni uomo può realizzare il proprio sogno e se fallisce è solo colpa sua. Per riuscire a essere un individuo libero, cioè economicamente ricco, devi condividere totalmente l'etica del sistema e obbedire sempre a chi è più ricco di te. Spiega l'altro famoso venditore/ideologo di Amway, Dexter Yager, miliardario ex-camionista, "il sistema ha fatto di me ciò che sono oggi".

Come diceva Orwell, schiavitù uguale libertà. L'ex-venditore di Amway, Eric Scheibeler, ha scritto un importante libro, Merchants of Deception, che potete leggere in formato pdf su Internet, ovviamente in inglese. L'autore vive sotto continua minaccia da parte dei ben pagati avvocati di Amway, e quindi consiglio di scaricare il libro prima che riescano a chiudere il sito.

Scheibeler spiega il sillogismo che intrappola gli adepti, giuridicamente tutti proprietari di una franchising indipendente: l'impresa è tua, e quindi non c'è nessuno contro cui ribellarti. Curiosamente si tratta della stessa logica con cui l'Unione Sovietica vietava gli scioperi contro la presunta proprietà operaia delle fabbriche. Solo che nel caso americano, non è un sistema esterno a imporre la sudditanza, ma lo stesso entusiasmo del partecipante.



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