Granducato di Toscana
I moti del 1848 convincono il granduca a sospendere una riforma della scuola che dal 1846 era in preparazione e ad abbandonare la questione della scuola popolare pubblica. La scuola, prima gestita da privati e dai Comuni, viene completamente affidata al clero sotto la supervisione dei vescovi (l'articolo 1 della legge del 1852 affermava: "Nelle scuole del Granducato il fine supremo dell'istruzione deve essere l'educazione morale fondata sopra il dogma della religione").
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