Il vero pericolo saudita  
La Casa dei Saud
 



Da qualche anno, un'ala dei neoconservatori americani diffonde la bizzarra idea secondo cui l'Arabia saudita e la sua presunta "religione wahhabita" stiano cercando di conquistare il mondo.

Chi volesse approfondire in maniera seria l'assurdità di una simile teoria - reminiscente dei Protocolli dei Savi di Sion - può trovare in libreria un eccellente testo su quel paese complesso e plurale che è l'Arabia saudita: Pascal Ménoret, Sull'orlo del vulcano. Il caso dell'Arabia saudita, Milano, Feltrinelli 2004.

Nel frattempo potete leggere queste brevi considerazioni di buon senso. Ringraziamo l'amico Roushan per la traduzione.




La casa dei Saud e i Saudi-Salafiti
24 luglio 2004
di Zamin Zakaria, Inghilterra

Il documentario di Michael Moore, "Fahrenheit 9/11", ha messo in evidenza il livello senza precedenti degli investimenti sauditi negli USA, la più grande potenza economica del mondo. La cifra raggiunge migliaia di miliardi di dollari, ed è calcolata intorno al 6-7% del prodotto americano. La maggior parte del denaro investito proviene dalle eccedenze di "petrodollari" acquisite dalla vendita di petrolio. L'Arabia Saudita ha le riserve di greggio più grandi al mondo e si classifica al primo posto tra gli esportatori di questa risorsa, che fornisce il 90% del valore delle esportazioni e circa il 40% del prodotto interno lordo di quel paese.

La parola "petrodollaro" nacque dopo il 1945, quando gli USA imposero il dollaro come la valuta di riserva globale per gli scambi sul petrolio. Nel 1971, Richard Nixon tolse la convertibilità del dollaro in oro e il petrolio veniva comprato con dollari "di carta" stampati a piacimento dal governo americano. Si potrebbe sostenere che gli USA si procurino il petrolio gratis visto che stampano semplicemente il denaro per comprarlo. Il petrodollaro così acquisito ha un certo livello di potere d'acquisto, e questo è il suo vero valore, visto che il denaro di carta in sè non ne ha.

Se il dollaro si indebolisce, il potere d'acquisto del petrodollaro diminuisce, causando gravi perdite e ciò significa "petrolio in cambio di niente e dollari gratis" ! Dato che il reddito viene acquisito in dollari, ci sarà quasi certamente una richiesta crescente di beni e servizi prodotti negli USA, a spese dell'economia regionale e nazionale. Perciò negli ultimi cinquant'anni prodotti di consumo importati dall'occidente sono stati scambiati con il prezioso oro nero e non c'è stato alcuno sforzo reale da parte dell'Arabia Saudita per trasferire la tecnologia e sviluppare la sua industria.

A nessuno verrebbe in mente il nome di una azienda importante o di un prodotto molto noto che siano sauditi. Perfino nell'industria petrolifera, che è attiva da sessant'anni nel paese, i sauditi non sono ancora in grado di mantenere neanche la produzione primaria del petrolio senza l'aiuto delle compagnie occidentali. Faisal Turki l'ha ammesso recentemente dichiarando che l'Arabia Saudita ha bisogno che i tecnici occidentali rimangano nel paese per mantenere in funzione l'industria del petrolio, in seguito ai recenti attacchi a personale occidentale verificatisi in Arabia Saudita.

Se ci fosse mai stata un'intenzione sincera di raggiungere l'indipendenza nella gestione dell'industria petrolifera, ci sarebbe stato uno sforzo per trasferire professionalità alla popolazione locale per sostituire i lavoratori stranieri nel corso degli anni. In realtà, l'Arabia Saudita sarebbe dovuta diventare esperta nel campo trasformandosi in un punto di attrazione per altri che volessero acquisire le capacità necessarie a gestire l'industria del petrolio. Questo avrebbe generato ricchezza e fatto espandere la sua economia, invece di lasciare che il denaro fluisse all'estero in continuazione. Il Giappone è un'altro esempio; è diventato una delle maggiori potenze economiche del mondo e si basa sull'importazione di petrolio come delle materie prime per le sue enormi industrie e produce di tutto dai famosi autoveicoli agli elettrodomestici. Invece le economie dell'Arabia Saudita e altri membri dell'OPEC, pur essendo dotate di così tanto petrolio, messe assieme rimangono piccoline in confronto a quella giapponese.

Perciò la domanda conseguente è: cosa succede all'eccedenza di petro-dollari ? Vengono reimmessi dagli stati membri dell'OPEC come Arabia Saudita, Kuwait ed altri, nell'economia americana, mantenuti come buoni del Tesoro americano e nella forma di altri titoli a breve termine in banche americane ed europee.





Solo la didascalia ci rivela che questa foto proviene da una base militare americana in Arabia Saudita e non in qualunque altra parte del mondo dove ci siano missili e fast food



Oltre ai petro-dollari del governo saudita, anche uomini d'affari privati hanno investito all'estero nei mercati americano ed europeo.Questi investimenti in aggiunta al petrolio a buon mercato fornito dai sauditi e dal Kuwait sono stati un elemento fondamentale che ha permesso all'America di lanciare l'aggressione all'Iraq con gran facilità.

L'incapacità dei sauditi di utilizzare le loro riserve di petrolio ha consentito agli USA di incrementare la loro politica guerrafondaia nella regione. Tutti i governi che si sono succeduti hanno fornito un sempre maggiore appoggio ad Israele in termini economici e politici, mentre disconoscevano il diritto dei Palestinesi di resistere. Per decine di anni, gli USA hanno sempre tradito le promesse fatte agli arabi a proposito della questione palestinese. Ecco perchè le sanzioni sul petrolio imposte dal re Faisal nei primi anni settanta hanno davvero sorpreso il governo americano, che avevano pensato si trattasse di vuote minacce quando le sanzioni non erano ancora state attuate. Come rappresaglia, gli Stati Uniti minacciarono di invadere il paese e prendere il controllo dei pozzi petroliferi. Questo piano attualmente viene ventilato dai neoconservatori. Così, un giorno potremmo assistere alla trasformazione di re Fahd nel "dittatore" Fahd e dei sauditi in oppressi che necessitano la loro liberazione !

Allora il mondo islamico si chiede perchè i sauditi stiano investendo così tanto denaro in una nazione aggressiva come gli USA, che assume sempre più un'identità anti-islamica, anche da prima dell'11 settembre ? L'Arabia Saudita è la patria dell'Islam e il paese dove nacque il profeta Maometto e vi si trovano le due moschee sacre, dove milioni di persone giungono per compiere il pellegrinaggio annuale (Hajj). La sua politica dovrebbe seguire gli interessi dei suoi cittadini e del mondo islamico in generale. Si potrebbe immaginare che il Vaticano investisse tutti i suoi risparmi nel mondo islamico ? Chi può dimenticare che il generoso principe saudita voleva donare dieci milioni di dollari ai "poveri" americani dopo l'11 settembre mentre così tanti musulmani non possono accedere nemmeno all'essenziale ? Il sindaco Rudy Giuliani ha fatto bene a restituire l'assegno, dimostrando tra l'altro che non tutti si possono comprare come fossero prostitute.

Questo prova il fatto che non importa quanto ricca di risorse naturali sia una nazione, se la sua classe dirigente non ha una visione genuina e la forza di volontà per diventare indipendente e forte, rimarrà in uno stato di declino. l'Arabia Saudita non è in grado di esercitare alcuna influenza politica, economica o militare sul piano mondiale nè su quello regionale. L'influenza diplomatica e politica deve essere sostenuta da una forte capacità militare e un'economia forte. Se uno stato relativamente povero come il Pakistan privo di ampie risorse petrolifere è stato in grado di produrre armi nucleari allora i sauditi avrebbero senza dubbio potuto avere grandi quantità di questo tipo di armi. Se il governo saudita avesse una prospettiva genuina, i soldi non sarebbero stati scialacquati, ma investiti saggiamente. Sarebbe stata formata una forza lavoro molto qualificata; la ricerca scientifica avrebbe portato alla creazione di nuova tecnologie e capacità produttive. Questo è davvero imprescindibile, perchè viviamo in un era di economia fondata sulla conoscenza. E' la "conoscenza" che trasforma il silicio estratto dalla sabbia grezza nel microchip, l'unità di base della grande industria di computer.

Oltre a dissipare la ricchezza, l'Arabia Saudita ha uno spaventoso record di abusi nei confronti di musulmani, nella fattispecie quelli poveri provenienti da paesi quali Pakistan, Bangladesh, India, Egitto, Sudan e Yemen. Essi sono spesso maltrattati dai loro datori di lavoro e sottopagati. I bianchi europei e gli americani invece sono pagati regolarmente e hanno stipendi molto più alti a parità di lavoro svolto. Questo è il frutto di un profondo complesso d'inferiorità e opinioni razziste. Un'indagine sul maltrattamento dei lavoratori stranieri in Arabia Saudita è stata pubblicata recentemente nei mezzi di informazione più diffusi.

Per mettere a tacere i critici i Saud hanno fondato e finanziato il movimento Salafita, sostengono di essere i seguaci di Muhammad Abdul Al-Wahhab e di Ibn Taymyaah, meglio noti come i Saudi-Salafiti, da non confondere con i Jihadi-Salafiti guidati da Osama Bin Laden. I Saudi-Salafiti vengono ampiamente sovvenzionati, e producono una gran quantità di libretti patinati, istituti, scuole e schiere di "studiosi" che dispensano continuamente editti religiosi ("fatwa"). Soffermiamoci brevemente su alcune discussioni e questioni affrontate da questi movimenti.

Uno dei loro argomenti di base è la loro insistenza perchè si accetti la loro interpretazione a riguardo di certe questioni metafisiche che non hanno nulla a che fare con la nostra vita terrena. Sono fanatici allo stesso modo sulle norme di vestizione e ritualità private, perfino su temi che devono essere lasciati alla discrezionalità dell'individuo. Per questa gente non si può discutere di altre questioni, se prima questi requisiti non sono soddisfatti. Anche se migliaia di musulmani in Iraq, Afghanistan e Palestina muoiono, le moschee sono profanate, le donne violentate, non ci si sforza neanche di esprimere una "fatwa" o un opinione sull'argomento, con lo stesso fervore con cui si discute ad esempio "dov'è Allah". I Saudi-Salafiti sono ben noti per essere degli appassionati delle "fatwa", malgrado ciò quando gli Americani recentemente hanno sferrato l'attacco all'Iraq io non ho trovato alcuna fatwa riguardante la jihad o modi di resistere all'aggressione americana.

Quindi, sembrerebbe che versare il sangue di musulmani non sia tra gli argomenti che stanno loro più a cuore. Magari è considerata una tradizione profetica minore (Sunnah)! Producono moltissimi libretti patinati su innumerevoli questioni banali ma finora non è data la pubblicazione di un solo libro sull'argomento della Palestina occupata e come potrebbe essere liberata, specialmente considerando che la terza moschea sacra si trova lì. Analogamente, essi tacciono costantemente sui massacri condotti dagli americani in Iraq e Afghanistan, e sulla presenza di basi militari nella regione che sono state usate ripetutamente per lanciare l'aggressione contro musulmani innocenti.

Al contrario, quegli individui e gruppi che hanno cercato di sollevare tali questioni sono stati derisi con una campagna di demonizzazione violenta, accusandoli di deviare dall'Islam ortodosso e mettendo in dubbio la loro buona fede.

Come se non bastasse, i movimenti creati dai Saud talvolta hanno incolpato le vittime invece dell'aggressore. Durante la guerra in Bosnia, la mancanza di sostegno per prevenire il massacro di musulmani veniva spesso giustificato sostenendo che quelli non fossero buoni musulmani perchè si erano allontanati dagli insegnamenti dell'Islam. Perciò il massacro se lo erano andato a cercare i Bosniaci; sostanzialmente era colpa loro. E però noi abbiamo sempre pensato che solo gente come James Ruben o Richard Perle potessero costruire argomenti infami come questi !

Questo atteggiamento ha molto opportunamente facilitato il silenzio mantenuto dall'Arabia Saudita e simili. Anche se la tesi Saudi-Salafita sui musulmani bosniaci fosse stata veritiera, non c'è alcun testo o legislazione islamica che permetta quindi di assolvere i governi musulmani dalla responsabilità di proteggerli da infedeli bellicosi quali i serbi. Se ben ricordiamo, il Profeta dell'Islam inviò un esercito in guerra per vendicare la perdita dell'onore di una sola donna, e non ci fu mai alcuna dibattito se si trattasse di una buona o cattiva musulmana. Questa mentalità facilita anche i Saudi-Salafiti nel costruire implicitamente argomenti simili contro i palestinesi, e di conseguenza i loro grassi cittadini possono continuare a fare spese da Marks & Spencer senza sentirsi in colpa neanche un pò.

Un'altro argomento ossessivo è il politeismo (Shirk), l'ateismo (kufr) e la purezza del monoteismo (Tawhid) ma sono assolutamente tranquilli mentre l'esercito americano stanziato sul suolo dell'Arabia Saudita (Hizaj e Najd) bombarda gli iracheni, ed ora minaccia i musulmani in Siria e in Iran. Dopo Abu-Ghraib, come può uno studioso di Islam onesto e indipendente restare in silenzio davanti alla continua collaborazione con gli USA ? Gli USA sono gli stessi che legittimano continuamente l'aggressione israeliana ! Solo gli svergognati e traditori possono continuare ad andare a letto con quelli che hanno violentato e torturato i nostri bambini, le nostre madri e sorelle in Iraq, Palestina ed Afghanistan in un modo che è ignoto persino tra gli animali.

Secondo la logica distorta dei Saudi-Salafiti, essi sostengono che ci sia un beneficio nell'ospitare i militari USA, dato che sarebbero riusciti a convertirne un buon numero durante la prima guerra del golfo. Ovviamente, ciò non ha convinto questi soldati americani appena "convertiti" a non bombardare ed ammazzare i musulmani nel vicino Iraq, ed in Palestina servendosi di altri ! E' forse una Jihad in retromarcia se i musulmani sono le vittime designate ? Più concretamente, non c'è logica nell'accogliere più truppe USA nonostante le attività in cui sono coinvolte purchè qualcuno si converta. Mi chiedo se si darebbe così tanta importanza a convertiti all'Islam se provenissero dalle misere baraccopoli dell'India o del Sudamerica ?

Propagandare questo tipo di argomenti non è così difficile se si pensa che la stragrande maggioranza dei seguaci dei Saudi-Salafiti hanno l'encefalogramma piatto. D'altra parte, sono stati programmati per aggredire gli altri musulmani sollevando questioni irrilevanti, in modo da allontanare l'attenzione da chi li paga e da argomenti cruciali quali l'uccisione sfrenata di musulmani. Quando parlano i Saudi-Salafiti, bisogna solo ascoltare. Se li si sfida con i propri ragionamenti, si viene immediatamente ridotti al rango di innovatori devianti che mancano di conoscenza delle scritture. Con genii quali i Saudi-Salafiti, lasciamo perdere il resto della Palestina, perfino la Moschea di Gerusalemme è già stata venduta. Come il petrolio, l'hanno venduto agli israeliani al prezzo più super-scontato : assolutamente gratis ! Medina e la Mecca saranno le prossime.

Tutto ciò che conta è mantenere i loro palazzi, le limousine, i centri commerciali e le "infermiere" filippine. Di conseguenza, questa è la situazione scandalosa; i musulmani devono liberare la Mecca, Medina e poi Gerusalemme (Al Quds), in questo ordine.

Copyright © Yamin Zakaria 2004. All rights are reserved. Published with permission by Jihad Unspun.


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