Maschera e volto di Leo Strauss
 

di Matteo D'Amico ed Emmanuel Ratier
pubblicato qui agosto 2005



Si consiglia anche la lettura dell'articolo Le saponette dell'Impero




Nota introduttiva di Miguel Martinez:

Per inquadrare l'importanza di Leo Strauss, dobbiamo guardare un momento al movimento che lui ha, indirettamente, ispirato: quello dei neoconservatori statunitensi.

I neoconservatori, che sono i più diretti responsabili dello stato di cose in cui versa il mondo oggi, sono un importante oggetto di studio.

Si corrono però due rischi. Il primo consiste nell'esagerarne la particolarità: a sinistra come a destra, si tende a farne dei "golpisti" che si sarebbero impossessati di un'America "fondamentalmente sana".

Il secondo consiste, al contrario, nel non coglierne l'importanza: un errore tipico di quella parte dell'estrema sinistra che vede solo meccanici processi economici.

Leo Strauss

Leo Strauss, vignetta tratta dal divertentissimo sito Leo Strauss Stiftung

In realtà, sono quattrocento anni (se consideriamo anche le origini prerivoluzionarie) che la "frontiera" degli Stati Uniti si espande senza posa, sotto forma di capitalismo armato.

Questa espansione che è ormai arrivato ai confini del pianeta (e cerca di protendersi nello spazio cosmico) si accompagna da sempre a una giustificazione diffusa, che fonde messianismo biblico, autoesaltazione come popolo eletto e - da ottant'anni - l'industria cinematografica: il complesso che chiamiamo religione americana o americanismo.

Ma il funzionamento del meccanismo di dominio è assicurato da milioni di persone che lavorano nell'esercito, nella ricerca, nella diplomazia, nelle innumerevoli formazioni dei servizi segreti: i tecnici del dominio. I quali non vanno però sottovalutati, almeno ai livelli alti: il loro mestiere consiste proprio nell'avere in mano, concretamente, le chiavi del mondo.

I neoconservatori appartengono alla terza categoria. Ma a differenza dei loro pragmatici colleghi, possiedono una visione coerente del mondo.

Questa visione racconta di un mondo in totale, feroce e insensato conflitto. I più deboli sono destinati a soccombere o a venire manipolati; ma i più forti, guardando cinicamente in faccia la dura realtà, sanno diventare dominatori. Questa idea contrasta profondamente con l'ipocrisia democratica che caratterizza da sempre la società americana, ed è di chiara derivazione europea: proviene infatti - come vedremo in questi articoli - da un esule di formazione tedesca, Leo Strauss. La necessità di manipolare i deboli genera una forma di segretezza e una doppia morale che possiamo chiamare esoterismo (i lettori che hanno una visione spirituale onestamente esoterica mi auguro che capiranno in che senso si usa questo termine).

Da questa visione superomistica della realtà, deriva il culto della doppia forza: quella del flusso illimitato dei capitali e quella della violenza illimitata delle armi, due antiche idolatrie invece tipicamente americane.

Il dominio quindi si esercita necessariamente con l'esasperazione dei conflitti: e quindi la creazione dello scontro di civiltà, con l'invenzione del nemico.

Allo stesso tempo, il neoconservatore - come dice il primo articolo che riportiamo qui

è un uomo che crede solo nel potere più cieco e nel suo uso più nichilista, ma che sa - ecco la sua dottrina segreta - che nel mondo occidentale niente come la religione, e come un suo uso attentamente dosato sul piano retorico, è capace di garantire il possesso di questo stesso potere.
L'uso dei valori religiosi è direttamente proporzionale all'esaltazione del capitalismo. Come Costantino, si chiede alla religione che benedica l'impero, i suoi capitali e le sue armi; e in cambio, si consegna alla religione i "poveri" - ormai privi di ogni diritto - e la sorveglianza sulle debolezze personali.

Loro ci insegnano che l'ingiustizia, l'omicidio di massa, la violazione di ogni forma di diritto, la devastazione del natura sono un bene; proprio per questo, la colpa del male nel mondo risiede unicamente nei peccati individuali, che vanno dalla pigrizia che rende poveri, alle trasgressioni sessuali che minano la "salute della società".

Ed ecco il ruolo dei "valori giudeocristiani", che in Italia assume la forma dei discorsi degli "atei devoti" come Giuliano Ferrara, Oriana Fallaci e Marcello Pera, dell'esaltazione di un crocifisso che non rappresenta più la resurrezione, ma si riduce a un "simbolo della civiltà occidentale".

In genere, i critici laici vedono in questi discorsi solo un inesistente "ritorno al Medioevo". Molti cattolici invece esultano per l'inattesa simpatia di ambienti fino a ieri ostili.

Mentre queste cose sono state analizzate lucidamente in Inghilterra, Francia e negli stessi Stati Uniti, in Italia gli unici, finora, ad aver capito quello che sta succedendo è una minoranza di cattolici che sono senz'altro "conservatori" sul piano etico, ma che si ribellano alla strumentalizzazione della loro fede. Le loro considerazioni sono importanti anche per chi (come me) non ne condivide le premesse teologiche.

Ecco perché pubblico due altri articoli tratti dalla rivista Alfa & Omega, dopo quello di Luigi Copertino sulla deriva neoconservatrice.

Il primo è un'analisi, a cura di Matteo D'Amico, del ruolo di Leo Strauss. Il secondo, a cura di Emmanuel Ratier, è una biografia ideologica, sempre di Leo Strauss. Entrambi sono usciti sul numero di marzo-aprile 2005 della rivista.

La rivista Alfa & Omega si può ordinare via telefono o fax allo 0131.266497 (e-mail: rivista-alfaeomega@tiscali.it).



All'articolo di Matteo D'Amico, Maschera e volto di Leo Strauss
All'articolo di Emmanuel Ratier, Ritratto di Leo Strauss





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