Questo testo è tratto dal libro di Marilyn French, La guerra contro le donne (Rizzoli 1993), pp. 121-3. Andrebbe letto nel contesto di un altro articolo sul tema dell'uso politico della questione della mutilazione genitale femminile su questo stesso sito.
La clitoridectomia era una pratica diffusa in Europa e negli Stati Uniti, soprattutto durante la seconda metà dell'Ottocento. Il dottor Isaac Baker Brown, fra i più prestigiosi chirurghi-ginecologi d'Inghilterra, sembra averne introdotto l'uso in quel paese, principalmente per «curare» la masturbazione.
Dopo aver scoperto l'infondatezza delle sue affermazioni, la maggior parte dei medici britannici abbandonarono l'operazione dopo il 1867. Ma i medici statunitensi continuarono a praticarla e vi acclusero l'ovarectomia (ablazione delle ovaie).
Un clamp per la cauterizzazione inventato da Isaac Baker Brown E. Wallerstein scrive che migliaia di donne subirono questa operazione negli anni 187O.I dottori affermavano che l'escissione curava le «deviazioni sessuali» quali la masturbazione e la «ninfomania» («era impensabile che una donna perbene potesse trovare piacere nei rapporti sessuali"). Dichiaravano che «l'eccitazione sessuale suscitata dall'avviamento della macchina [da cucire a pedale]» poteva far ammalare le donne. (Trovavano probabilmente pericoloso anche il fatto che le donne montassero a cavallo a gambe larghe.)
Dopo il 1880 l'ablazione chirurgica delle ovaie diminuì, ma
la clitoridectomia veniva ancora largamente praticata, soprattutto per eliminare il lesbismo, sia che fosse reale, oppure sospettato come tendenza, o che si trattasse soltanto di un'avversione per gli uomini. Nel 1897, affermando che «la sessualità
della giovane donna non risiede nei suoi organi sessuali», un
chirurgo di Boston dichiarava che l'orgasmo femminile era una
malattia e l'ablazione degli organi erettili quale la clitoride una
necessità. Venne spesso eseguita negli ospedali psichiatrici fino
al 1935. Ancora nel Novecento i medici americani erano disposti a praticare persino l'infibulazione per impedire alle femmine di masturbarsi. Il libro di Holt, Diseases of Infancy and
Childhood (Malattie della prima e della seconda infanzia, 1936)
consigliava la cauterizzazione o l'ablazione della clitoride per
curare la masturbazione nelle ragazze. Fran Hosken, che è
stata la prima a rivelare le dimensioni del fenomeno della mutilazione genitale femminile, cita un numero del 1982 del
«New National Black Monitor», un supplemento domenicale in
cui l'editoriale proponeva di utilizzare la clitoridectomia e l'infibulazione per eliminare l'attività sessuale prematrimoniale
delle adolescenti negli Stati Uniti. La studiosa Lilian Passmore
Sanderson scrive che entrambe le operazione sono tutt'ora praticate negli Stati Uniti e in Europa.
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