John Pilger - 12 Dicembre 2002 ZNet The New Statesman La minaccia alla
sicurezza delle nazioni e delle persone rappresentata dal terrorismo
statunitense è stata delineata con precisione profetica in un documento
scritto più di due anni fa e reso pubblico solo recentemente. Quello che
serve all'America per dominare la maggior parte dell'umanità e delle risorse
mondiali è, si legge nel documento, "qualche evento catastrofico e
catalizzatore - come una nuova Pearl Harbor." Gli attacchi del 11
Settembre hanno fornito la nuova Pearl Harbor, descritta come l'
"opportunità epocale".
Gli estremisti che
da allora hanno strumentalizzato l'11 settembre vengono dai tempi di Ronald
Reagan, quando sono stati creati gruppi di estrema destra e "serbatoi di
cervelli" per vendicare la "sconfitta" americana in Vietnam.
Negli anni '90 si aggiunse un nuovo programma: giustificare il rifiuto di un
"dividendo di pace" a seguito della guerra freddo. Venne cosi
creato il Project for a New American Century [Progetto per un Nuovo Secolo
Americano, n.d.t.], insieme all'American Enterprise Institute [Istituto
per l'Impresa Americana, n.d.t.], lo Hudson Institute ed altri, che da
allora hanno fuso le ambizioni dell'amministrazione Reagan con quelle
dell'attuale regime di Bush.
Uno degli
"esperti" di George W. Bush è Richard Perle. Ho intervistato Perle
quando era consigliere di Reagan; e quando parlò di "guerra
totale", l'ho erroneamente liquidato come pazzo. Recentemente Perle ha
usato di nuovo la stessa espressione, descrivendo la "guerra al
terrore" degli USA. "Non si va per stadi", ha detto.
"Questa è una guerra totale. Stiamo combattendo contro una varietà di
nemici. Ce n'è una montagna là fuori. Tutto questo parlare che prima ci
faremo l'Afganistan, poi l'Iraq... questo è il modo più sbagliato di
affrontare la questione. Se mandiamo avanti la nostra visione del mondo, se
la abbracciamo completamente senza cercare di mettere insieme una diplomazia
intelligente, ma scateniamo una guerra totale... i nostri discendenti
canteranno le nostre lodi per anni a venire."
Perle è uno dei
fondatori di Project for a New American Century, il PNAC. Altri fondatori
includono Dick Cheney, adesso Vice Presidente, Donald Rumsfeld, Segretario
della Difesa, Paul Wolfowitz, Vice Segretario della Difesa, I. Lewis Libby,
Capo del Personale di Cheney, William J. Bennett, Segretario dell'Istruzione
di Reagan, e Zalmay Khalilzad, l'ambasciatore di Bush in Afganistan. Questi
sono i moderni cartisti del terrorismo americano. L'influente relazione del
PNAC, "Ricostruire le difese americane: strategie, forze e risorse per
un nuovo secolo", è un progetto degli obiettivi americani non solo nel
nome. Due anni fa raccomandava di aumentare la spesa militare di circa 48
miliardi di dollari, in modo che Washington potesse "combattere e
vincere simultaneamente su più importanti fonti di guerra." Questo è
avvenuto. Diceva che gli Stati Uniti dovevano sviluppare armi nucleari per
distruggere i bunker e fare delle "guerre stellari" una priorità
nazionale. Questo sta avvenendo. Diceva che, se Bush avesse preso il potere,
l'Iraq doveva diventare un obiettivo. E così è.
Per quanto riguarda
le presunte "armi di distruzione di massa" dell'Iraq, queste
venivano liquidate, attraverso lunghe perifrasi, come una scusa conveniente,
cosa che di fatto sono. "Sebbene il conflitto non risolto con l'Iraq
fornisce la giustificazione immediata," si legge, "il bisogno di
una consistente presenza militare americana nel Golfo va oltre la questione
del regime di Saddam Hussein." Come hanno implementato questa grandiosa
strategia? Una serie di articoli nel Washigton Post, scritti insieme a Bob
Woodward (famoso dai tempi del Watergate) e basati su lunghe interviste con
esponenti senior dell'amministrazione di Bush, rivelano come è stato
manipolato l'11 Settembre.
La mattina del 12
Settembre 2001, senza alcuna prova su chi fossero i dirottatori, Rumsfled
chiese che gli USA attaccassero l'Iraq. Secondo Woorward, Rumsfeld disse ad
una riunione del Consiglio dei Ministri che l'Iraq doveva essere "uno
dei principali obiettivi del primo round della guerra al terrorismo."
L'Iraq venne temporaneamente risparmiato solo perché Colin Powell, il
Segretario di Stato, convinse Bush che "l'opinione pubblica deve essere
preparata prima che sia possibile una mossa contro l'Iraq".
L'Afghanistan venne quindi scelto come l'opzione meno impegnativa. Se le
stime di Jonathan Steele nel Guardian sono corrette, circa 20.000 persone in
Afganistan hanno pagato con la loro vita il prezzo di questo dibattito.
L'11 settembre
viene descritto ripetutamente come un' "opportunià". Lo scorso
Aprile, il giornalista investigativo Nicholas Lemann ha scritto sul New
Yorker che Condoleeza Rice, il consigliere più autorevole di Bush, disse al
Presidente degli USA di avere convocato i membri più influenti del Consiglio
di Sicurezza Nazionale e di avere chiesto loro di "pensare a come fare a
capitalizzare su queste opportunità", che la Rice ha paragonato a quelle
dal "1945 al 1947": l'inizio della Guerra Fredda. A partire dall'11
Settembre, gli Stati Uniti hanno stabilito basi militari nei punti d'accesso
cruciali a tutte le principali fonti di carburanti fossili, specialmente in
Asia Centrale. La compagnia petrolifera Unocal costruirà un oleodotto
attraverso l'Afghanistan. Bush ha rinnegato il Protocollo di Kyoto sulle
emissioni di gas che causano l'effetto serra, i provvedimenti sui crimini di
guerra della Corte Criminale Internazionale, ed il Trattato contro la
Proliferazione Nucleare. Ha detto che "se necessario" userà le armi
nucleari contro stati non nucleari. Sotto la copertura della propaganda
contro le presunte armi di distruzione di massa dell'Iraq, il regime di Bush
sta sviluppando nuove armi di distruzione di massa che violano i trattati
internazionali sulla guerra nucleare e batteriologica.
Sul Los Angeles
Times, l'analista militare William Arkin descrive un esercito segreto creato
da Donal Rumsfeld, simili a quelli voluti da Richard Nixon e Henry Kissinger
e che il Congresso aveva messo fuori legge. Questa "attività di supporto
dei super-servizi segreti" metterà insieme "la CIA e l'azione
militare clandestina, la guerra dell'informazione e l'inganno." Secondo
un documento top-secret preparato per Rumsfeld, la nuova organizzazione,
conosciuta con il suo nomignolo orwelliano Proactive Pre-emptive Operations
Group [Gruppo Proattivo per le Azioni Preventive, n.d.t.], o P2OG, provocherà
attacchi terroristi che richiederanno quindi un "contrattacco" da
parte degli USA contro quei paesi che "accolgono i terroristi".
In altre parole,
gli Stati Uniti uccideranno persone innocenti. Questi ricorda l'Operazione
Northwoods, il piano che i capi militari presentarono al Presidente Kennedy
per una campagna terroristica fasulla - completa di bombe, dirottamenti,
incidenti aerei e morti americani - per giustificare un'invasione di Cuba.
Kennedy rifiutò il piano. Venne assassinato pochi mesi dopo. Adesso Rumsfeld
ha riesumato Northwoods, ma con risorse che nel 1963 non ci si sognava
neppure esistessero, e senza un rivale globale che possa invitare alla
prudenza. Bisogna continuamente ricordarsi che questa non è fantascienza: al
potere ci sono uomini molto pericolosi, come Perle e Rumsfeld. Il filo rosso
che unisce le loro riflessioni è l'importanza dei media: "il compito
prioritario è avere dalla nostra dei giornalisti autorevoli che accettino la
nostra posizione."
In codice "la
nostra posizione" significa mentire. Certamente, come giornalista, non
ho mai visto bugie ufficiali tanto pervasive come oggi. Possiamo anche ridere
delle lacune del "dossier sull'Iraq" di Tony Blair e l'inutile
bugia di Jack Straw che l'Iraq ha sviluppato la bomba atomica (che i suoi
portaborse si sono affrettati a spiegare). Ma le bugie più insidiose, che
giustificano un attacco non provocato all'Iraq legandolo ai potenziali
terroristi che si dice stiano in agguato in ogni stazione della
metropolitana, vengono quotidianamente mandate in onda come notizie. Non sono
notizie; è propaganda nera. *
Questa corruzione
rende i giornalisti e commentatori dei semplici pupazzi da ventriloquo. Un
attacco ad una nazione di 22 milioni di persone sofferenti viene discussa dai
giornalisti liberali come se fosse l'argomento di un seminario accademico, in
cui si spostano le bandierine su una mappa, come usavano fare i vecchi
imperialisti.
La questione per
questi umanitaristi non è innanzitutto la brutalità del moderno dominio
imperialista, ma quanto sia "cattivo" Saddam Hussein. Non ammettono
che la loro decisione di aderire al partito della guerra segna ulteriormente
il destino migliaia di innocenti Iracheni condannati ad aspettare nel braccio
della morte internazionale dell'America. I loro ragionamenti incoerenti sono
destinati a non funzionare. Non si può sostenere una pirateria assassina in
nome dell'umanitarismo. Per di più, gli estremismi del fondamentalismo
americano sono davanti ai nostri occhi da troppo tempo perché le persone di
buon cuore e di buon senso non li riconoscano.
Con un
ringraziamento a Norm Dixon e Chris Floyd. * Si definisce "propaganda
nera" una strategia governativa basata sulla menzogna [n.d.t.].
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