Introvigne: dalle messe nere alla Gran Loggia


Padre Torquemada. 

Da Sodalitium n. 38, pp. 44-47.

 

Introduzione

Nel numero 35 di Sodalitium (ottobre-novembre 1993) avevo pubblicato un articolo intitolato "Massimo Introvigne e la Massoneria". In esso, manifestavo tutto il mio stupore e la mia inquietudine nel constatare come il noto scrittore, dirigente di Alleanza Cattolica, collaboratore del quotidiano dei Vescovi italiani, Avvenire, direttore del Cesnur (Centro Studi sulle Nuove Religioni) nonché collaboratore [ora non più] del Gris (Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sètte) , fosse anche in realtà membro del Comitato scientifico di consulenza della rivista paramassonica Ars Regia. Infatti, malgrado le aperture conciliari verso la Massoneria, ed il passaggio dell’Introvigne dal tradizionalismo lefebvrista all’accettazione del Vaticano II, fa sempre un po’ impressione vedere un noto cattolico, un tempo fiero oppositore delle logge, collaborare coi Liberi Muratori. Il mio stupore era tale che, nonostante i continui attacchi di Massimo Introvigne contro l’Istituto Mater Boni Consilii, da lui posto più o meno tra le sètte, non volevo credere ai miei occhi, e rifiutavo di accreditare una affiliazione massonica del nostro eroe. Purtroppo l’eroe in qustione sta facendo di tutto per farmi ricredere…


Chi tace, acconsente?

Ho lasciato passare del tempo, in attesa di nuovi elementi che scagionassero Massimo Introvigne. Ho atteso una sua smentita o, piuttosto, una precisazione, nella quale dichiarasse che la sua buona fede (ed ignoranza) era stata ingannata e che ritirava pertanto il suo nome dal comitato scientifico di Ars Regia… In effetti, dei nuovi elementi sono intervenuti, ma di segno del tutto opposto.

Innanzitutto, nessuna reazione da parte di Massimo Introvigne, il cui nome figura sempre nel comitato scientifico di Ars Regia… Secondo mie informazioni, egli sarebbe amico personale dell’editore della rivista, Mugnai, notoriamente massone. Nessuna reazione neppure da parte dell’Arcivescovo (materialiter) di Foggia, presidente del Cesnur, che pur e ha ricevuto il mio articolo. Nessuna reazione da parte di Cristianità, Avvenire o Alleanza Cattolica. Almeno, a mia conoscenza. Si può lasciare senza risposta una accusa infondata, o presentata in maniera irrispettosa. Non mi sembra il caso del mio articolo. Sarei stato pronto (e lo sono tuttora) a rassicurare i miei lettori sull’ortodossia di Massimo Introvigne e rendere loro noti i suoi argomenti. Invece, l’unica risposta è il silenzio, condito con dotte conferenze sulle "nuove religioni" tra le quali, ora e sempre, è posto il nostro Istituto. Devo dedurne che chi tace acconsente?


Le reazioni dei lettori

Se Massimo Introvigne non ha dato segno di vita, ho ricevuto, in compenso, tramite la redazione di Sodalitium, numerose segnalazioni da parte dei lettori. L’articolo, in realtà, ha fatto scalpore. Se ne è parlato assai… dietro le quinte! Un po’ meno in pubblico, perché si direbbe che Sodalitium è bene leggerlo, ma è più prudente non citarlo. Così, la sola pubblicazione che ha accennato alla mia denuncia è il mensile Identità (n. 1, dicembre 1993, pagg. 26-27), fondato dall’attuale Presidente della Camera dei Deputati, on. Irene Pivetti, anche lei vittima degli strali di Introvigne che su Avvenire l’ha qualificata coll’epiteto di "giuseppinista". "Ambienti clericali rigorosi – scrive Identità – lo accusano di frequentazioni massoniche". Ringraziamo per i due aggettivi ("clericali" e "rigorosi") anche se, forse, si poteva segnalare Sodalitium, ed evitare la pubblicazione, poche pagine innanzi (pagg. 18 e 19), dell’articolo di un altro membro del Comitato scientifico di Ars Regia, il Prof. Franco Cardini! (L’articolo riproduce una conferenza di Cardini al convegno della Consulta Cattolica di Cinisello Balsamo, censurato però nella parte più… censurabile e massonicheggiante di quell’intervento).

Tra le informazioni che ho invece ricevuto privatamente dai lettori, ne ho scelte tre che meritano, per la loro importanza, di essere segnalate alla vostra attenzione.


Ars Regia = Massoneria

La prima è una precisazione al mio articolo, gentilmente datami dal magistrato Carlo Alberto Agnoli. Scrivevo a pagina 16: "L’ars regia – arte regale – per chi non lo sapesse, è l’alchimia". Ben peggio, mi ha mandato a dire il lettore Agnoli, ben peggio: "Ars Regia" vuol dire "Massoneria", per cui è come se Introvigne collaborasse ad una rivista che si chiama, per l’appunto, "Massoneria". In effetti, hanno ragione sia Agnoli che Torquemada. "L’alchimia è detta anche Grande Opera o Arte Regia" scrive il Dizionario Massonico di Luigi Troisi (ed. Bastogi, Foggia, sine data, pag. 52) ma il medesimo dizionario scrive anche, alla voce "Arte Reale": "espressione che indica l’attuazione integrale del segreto iniziatico. È anche una delle denominazioni della Massoneria, intesa come l’insieme delle scienze e degli insegnamenti che l’Istituzione Massonica propone ai suoi adepti. Il termine reale, indica che l’uomo, attraverso la pratica massonica si attua realmente, al punto di diventare re, sul piano dell’iniziazione e, quindi, capace di contribuire validamente ad un autentico rinnovamento dell’Umanità". Dopo queste precisazioni mi sembra che la collaborazione di Introvigne ad una rivista che si intitola Ars Regia appare ancora più grave di quanto non sembrasse. Ma c’è di peggio…


Introvigne alle Messe nere

"Il diavolo è fra noi". È il titolo di un dossier del noto rotocalco "Epoca" (28 settembre 1993) curato da Maria Grazia Cutuli, che si è valsa dell’immancabile collaborazione di Massimo Introvigne. La sua viene definita "una testimonianza eccellente". Testimonianza di cosa? Ma di una "messa nera", andiamo, alla quale ha assistito il nostro eroe nel maggio del 1989. "Dopo mesi di contatti, assicurazioni, garanzie di anonimato, Massimo Introvigne riesce a farsi accettare durante una messa nera celebrata da una delle due Chiese di Satana a Torino", scrive emozionata l’intervistatrice di Epoca. Massimo Introvigne appare meno emozionato, perché delle "messe nere" è un habitué: "lo studioso cattolico, direttore dal 1988 del Cesnur (…) avevo già assistito ai riti satanici degli adoratori del diavolo a New York e nella San Fernando Valley, vicino a Los Angeles". Ma la "messa nera" di Torino vale di più: negli Stati Uniti "le chiese del diavolo sono organizzazioni pubbliche, con indirizzi che compaiono persino sulle pagine gialle. Niente a che vedere con la riservatezza e il mistero che circonda sètte chiuse come quelle torinesi". Ma le porte che sono chiuse ai profani, si aprono a Massimo Introvigne. Il che lascia veramente perplessi.

Ecco come Introvigne spiega le sue strane conoscenze: "Frequento da anni gli ambienti occulti. I contatti con i satanisti li ho trovati tra coloro che praticano magia sessuale [il lettore ricorderà che la "rivoluzione sessuale" è il pallino di Introvigne. Cf. Sodalitium, n. 35, pagg. 14-15; n.d.a.]. Nonostante sia cattolico, godo di buona stampa [tra i satanisti? E perché? n.d.a.]. Sono stati loro a cercarmi".

Dalla risposta di Introvigne, sembra che i satanisti lo abbiano cercato per farsi un po’ di pubblicità. È già deprecabile che Introvigne gliel’abbia fatta abbondantemente, descrivendo nei minimi dettagli (osceni) "l’atmosfera sacrale" benché "sinistra" dell’empia cerimonia. Eppure lo stesso Introvigne smentisce questa interpretazione. Parlando dei satanisti torinesi dice: "Avvicinarli? È impossibile [ma lui c’è riuscito… n.d.a.]. Sono strutture elitarie, dove si entra per cooptazione, in un ristrettissimo giro di amicizie. Dove capi e seguaci non amano essere citati o apparire sui giornali". Se non amano apparire sui giornali, perché diavolo (è il caso di dirlo) hanno chiamato alle loro oscene funzioni un giornalista come Introvigne, che per giunta si dice cattolico? E lui cosa ci è andato a fare? Non so se i diritti dello studioso cattolico, seppur di cose occulte, si spingano fino a permettergli di assistere, regolarmente autorizzato (dai satanisti) e senza batter ciglio, a tali e tante sconce nefandezze. Nefandezze che, per rispetto al pudore, non riproduco in queste pagine…


Il gruppo di Tebe

Sinceramente, malgrado l’articolo di "Epoca", non avrei scritto questo nuovo articolo su Introvigne se non ci fosse stato inviato per posta fotocopia di un dossier del settimanale francese L’evenement du jeudi (4-10 novembre 1993, pagg. 44-53), intitolato "Le vrai visage des sociétés secrètes" e diretto da Serge Faubert. Si tratta di una "inchiesta sul misterioso gruppo di Tebe". Gruppo di Tebe? Cos’è mai il Gruppo di Tebe? Chiedetelo al settologo Massimo Introvigne…

"Parigi, un fine settimana dello scorso mese di maggio. I rari massoni presenti nei locali del Grand’Oriente di Francia (GOF) fanno appena attenzione alla trentina di persone che si affrettano, di mattino presto, verso una sala di riunione. Le facce che attraversano l’entrata non sono loro famigliari; ma non si possono conoscere tutti i fratelli… In ogni caso il gruppetto ha presentato al custode un’autorizzazione in debita forma con la firma di un alto responsabile dell’obbedienza. Allora, perché farsi dei problemi… Tuttavia, c’è di che essere preoccupati. Nessuno di questi visitatori appartiene al Grand’Oriente. Sono dei profani. E che profani! Dei vecchi arnesi dell’estrema destra, un ex-brigatista rosso, un rispettabile professore universitario italiano molto legato, nello stesso tempo, al Vaticano e agli integralisti francesi, un responsabile di una organizzazione non governativa militante in favore dell’infanzia, un intellettuale belga vicino ai nazional-bolscevichi, i "rosso-bruni" russi, un simpatizzante del professore negazionista Faurisson… Ed i membri del Grand’Oriente l’hanno scampata bella. Il leader di una organizzazione di estrema destra nazional-bolscevica, per delicatezza verso il gruppo, non è venuto. Contrariamente all’anno precedente in cui, nel corso di una precedente riunione tenutasi egualmente nei locali del Grand’Oriente, si era prodotto in una brillante conferenza sulla… magia sessuale. Eh sì, questo eteroclito aeropago si occupa, persino, di magia. Addirittura, è la sua ragion d’essere. Il suo nome? Il gruppo di Tebe" (pag. 45).

Premesso che lascio a Serge Faubert (notoriamente progressista) la responsabilità di quel che scrive, avete riconosciuto, cari lettori, il personaggio italiano deambulante per le sale della sede della Massoneria francese? Il titolo abusivo (che io sappia) di professore universitario vi trae forse in inganno? Gli interessi sulla magia sessuale non vi dicono niente? Ma sì, è ancora lui!

"Tra di loro – scrive Faubert – un pezzo grosso: l’italiano Massimo Introvigne. Questo professore universitario torinese è l’autore di una somma sui movimenti magici (Il Cappello del Mago, parzialmente tradotto in francese con titolo La Magie) che fa testo. Inoltre, è il direttore del Centro studi sulle nuove religioni (Cesnur), osservatorio presieduto dall’arcivescovo di Foggia, Mons. Casale. Introvigne è in effetti, uno dei principali dirigenti di Alleanza Cattolica, una comunità tradizionalista che, pur essendo molto vicina al Vaticano, ha intrattenuto a lungo delle relazioni amichevoli con Mons. Lefebvre" (pag. 47).

Cosa ci sta a fare il nostro eroe nel Gruppo di Tebe? A domanda, risponde: "Cosa vuole, io sono soprattutto uno studioso, ed il Gruppo di Tebe è per me un meraviglioso terreno di studio" (pag. 48). Non ne dubitavo. Nella loggia come nella chiesa di Satana, Introvigne è soprattutto uno studioso, e non un affiliato. Però…

Però, per la Loggia come per la chiesa di Satana, c’è qualcosa che non quadra. Non solo il Gruppo di Tebe si riunisce abitualmente al Grand’Oriente di Francia, ma si qualifica come una associazione segreta, di cui si è venuti a conoscenza solo a causa di un dissidio interno (Cf. pag. 51).

"Poiché il Gruppo si mette al servizio della Tradizione più pura – recita un documento ufficiale riprodotto dal Faubert a pagina 47 – l’appartenenza al gruppo non deve apparire come un certificato di garanzia per una organizzazione, quale che sia, o un individuo.

Questo implica:

# la massima discrezione sull’esistenza del Gruppo e sui suoi lavori. È dalla sua capacità di lavorare in segreto che il Gruppo otterrà la efficacia che desidera.

# il Gruppo non funzionerà con le modalità di lavoro propri al mondo profano (nessuno statuto legale, nessun conto bancario aperto a suo nome, nessun intervento diretto…)

Insomma, più che una Massoneria, il Gruppo di Tebe sembra una super-massoneria. Ora, com’è possibile che Massimo Introvigne frequentasse i lavori di una associazione segreta da semplice studioso, senza farne parte a sua volta? Infatti, secondo Faubert, Massimo Introvigne è uno delle circa quindici persone che, il 3 giugno 1990, fondarono a Parigi il Gruppo di Tebe (Cf. pag. 47). E, tramite Introvigne, "due membri del Gruppo di Tebe sono stati invitati nel 1991 al congresso del Centro [del Cesnur, n.d.a.] a Santa Barbara, in California. E quattro nel 1992, questa volta in Francia" (pag. 50).

A questo punto ci vien voglia di saperne di più sul Gruppo e sui suoi membri. Se ci dobbiamo fidare di Serge Faubert, il Gruppo è "una struttura la cui originalità è di riunire solo i responsabili di gruppi occultistici o di persone riconosciute nel piccolo mondo degli iniziati. Una sorta di collegio di capi. La cui esistenza è ancora più segreta che le società che dirigono" (pag. 46). L’idea di "federare il piccolo mondo dell’esoterismo" sarebbe di un certo Remy Boyer, col quale Introvigne dovrebbe fondare una nuova rivista esoterica (Cf. pag. 52). Boyer ne parla a Jean-Pierre Giudicelli, vicino ai separatisti corsi ma anche a gruppi di destra, e dirigente "della sezione francese della Myriam, obbedienza luciferina il cui insegnamento si richiama alle pulsioni sessuali degli adepti" (Faubert dixit, pag. 46). E poi ci sono Kloppel "Gran Maestro mondiale della loggia Memphis Misraim", gli inevitabili Templari, Christian Bouchet, passato dal Grece del neopagano Alain de Benoist e "membro dell’">Ordo Templi Orientis (OTO), l’obbedienza fondata dal mago inglese" Aileister Crowley (1887-1947), che si autoproclamava "la Gran Bestia 666"! (pag. 48) Bouchet sarebbe anche un nazional-bolscevico, per cui non stupiamoci della presenza nel gruppo, di estrema destra, di un ex-brigatista rosso, Paolo Fogagnolo, attualmente vicino a Rifondazione Comunista ma anche… ai Rosa-Croce! È proprio vero, come ha detto il giudice Cordova, che la Massoneria è trasversale a tutti i partiti (e anche agli extraparlamentari).

Ora che il Gruppo di Tebe non è più segreto, che accadrà? Secondo Faubert "continua a funzionare. Per evitare nuove fughe di notizie, è in corso una riorganizzazione. D’altra parte, fin dalle prime sessioni il gruppo aveva previsto di cambiare abitualmente il proprio nome, per confondere le tracce. Forse il nuovo nome che è stato prescelto è quello della loggia segreta che riunisce la maggior parte dei suoi membri – con l’eccezione significativa di Christian Bouchet, - l’Ordine ermetico della Rosa-Croce e della Rosa, l’Ordo…" (pag. 52).


Una vicenda istruttiva

Non mi sembra di aver perso tempo nel raccontarvi, per sommi capi, le avventure di Massimo Introvigne negli ambienti massonici. Mi sembra che si possano trarre tre conclusioni utilissime.

La prima, concerne Introvigne stesso. La carità, dice San paolo, "tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta" (I Cor., 13,7). Con uno sforza supremo posso ancora accordare al nostro settologo il beneficio del dubbio, e supporre che non sia iniziato a qualche Massoneria. Ma gli indizi sono tali e tanti, e sempre più convergenti che il dubbio è, per lo meno, lecito e doveroso. Che frequenti questi ambienti solo per studio pare sempre più improbabile e, in ogni caso, si è spinto al di là del consentito. Non sarebbe il primo studioso cattolico della Massoneria a passare, con l’aiuto del clima creato dal Vaticano II, dall’altra parte (Cf. Caprile). Attendo spiegazioni da Introvigne e mi auguro che abbia la decenza di non mettere più il prossimo tra le sètte.

La seconda riguarda le associazioni "antisètte". Non sempre l’etichetta corrisponde al contenuto. Secrets et sociétés, la rivista che ha violato il segreto del Gruppo di Tebe, ad esempio, è diretta essa stessa da un ex collaboratore del Grece. I congressi del Cesnur, avrebbero accolto tra gli invitati dei membri del Gruppo di Tebe. Quello del cacciatore di sètte sta diventando un paravento per nascondere attività… settarie? Cosa ne pensa il silenziosissimo Monsignor Casale?

La terza riguarda gli ambienti detti di "destra". A parole, ostili alla Massoneria. In realtà, molto frequentati dai massoni o, comunque, inquinati dalle idee massoniche. Tra i membri del Comitato scientifico di Ars Regia abbiamo notato persone come Cardini e Introvigne, stimate come cattoliche e tradizionaliste. Ma c’è anche un certo Emilio Servadio, padre della psicanalisi italiana e collaboratore della rivista del Grand’Oriente d’Italia, Hiram. Benché israelita (benché israelita?), membro con René Guénon e Julius Evola, negli anni ’30, dell’esoterico "Gruppo di Ur". Un altro "Gruppo", come quello di Tebe? Sarebbe una pista interessante da seguire o un dibattito da aprire. Non sarebbe ora di fare, anche in certi ambienti, non esclusi i nostri ambienti cattolici, un po’ di pulizia intellettuale?




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