TRADIZIONE FAMIGLIA PROPRIETÀ Associazione cattolica o setta millenarista?
Nel 1974, la Sociedade Brasileira de Defesa da Tradiçao, Família e Propriedade (TFP) inviò a Parigi M. Xavier da Silveira, uno dei suoi più validi collaboratori, il quale aprì in quella città il Bureau de Représentation TFP, testa di ponte della futura Société Française pour la Défense de la Tradition, Famille, Propriété TFP. Nel 1977, alcune famiglie cattoliche decisero di fondare nel dipartimento dell'Indre, con l'aiuto della TFP, una scuola privata cattolica di stampo tradizionale: la Scuola Saint-Benoît, posta sotto la responsabilità legale dell'associazione "Assistence Jeunesse", diretta da Robert Joyeux. Un seminario della TFP Creata nel 1976, questa associazione serviva da supporto legale all'Association des Jeunes Français pour une Civilisation Chrétienne, che nel 1977 diverrà la TFP francese. Meno di due anni più tardi, il cappellano della Scuola inviò in data 28 marzo 1979 una lettera a tutti i genitori degli alunni in cui si legge: "Inoltre, ho saputo delle pressioni psicologiche esercitate sui ragazzi in occasione dei diversi viaggi in Brasile [...]. Ecco a titolo d'esempio: ci si inginocchia davanti a lui (il Dr. Plinio), si riceve la sua benedizione, e si tocca il suolo con la fronte in segno di fedeltà!!! Ma dove siamo arrivati? [...]. Tutto questo mi è stato tenuto nascosto durante il mio viaggio in Brasile, ed è per questo motivo che vi scrivo".Successivamente, nell'aprile del 1979, il Sig. de Langalerie, proprietario con la moglie dei locali della Scuola, denunciò lo strano funzionamento di quest'ultima in una lettera indirizzata al Presidente dell'associazione "Assistence Jeunesse": "In effetti, i mezzi educativi e culturali messi a disposizione dei ragazzi servono principalmente a dissimulare un unico scopo: condurli all'interno di una setta, seguendo delle norme di pensiero e d'azione tenute nascoste ai loro genitori e ai responsabili legali...". In seguito alla causa intentata dalla TFP francese ai coniugi de Langalerie, il Tribunale di grande istanza di Châteauroux, con una sentenza datata 25 agosto 1982, stabilì: "Il personale d'inquadramento interno, composto per la maggior parte da brasiliani, esercitava sui giovani allievi una sorta d'azione psicologica che li incitava [...] a diventare degli adepti militanti di una certa associazione straniera [...] di cui l'associazione "Assistence Jeunesse" non era che una catena di trasmissione".Ma cos'è esattamente la TFP? E chi era il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira? Lo scopo di questo opuscolo è quello di dare una risposta a queste domande. PREFAZIONE Il dossier che si accinge a leggere il lettore - conosciuto come "Rapporto Joyeux" - è noto, in Francia, da quasi una ventina d'anni, ma è ancora pressoché sconosciuto in Italia. Ne furono autori alcuni ex militanti della TFP francese, tra cui appunto Robert Joyeux, alcuni ex allievi della Scuola Saint-Benoît, fondata dalla TFP in Francia, e da alcuni sacerdoti, tra cui soprattutto il cappellano di detta Scuola, l'abbé Billot, nipote del celebre Cardinale. La TFP rispose a questo opuscolo con due ponderosi volumi, intitolati: Imbroglio, detractione, delire, nei quali non si smentivano sostanzialmente i fatti raccontati da Joyeux e soci, ma gli si dava un'interpretazione ortodossa. Il "Rapporto Joyeux" faceva paura, quindi, e non solo perché scritto dall'ex responsabile della TFP francese, ma anche perché sostenuto, dietro le quinte, da uno dei più vecchi e fedeli amici del Professor Plinio Corrêa de Oliveira (il fondatore delle TFP): il Visconte Yves Farcy de Pontfarcy. L'attacco, quindi, non veniva dalla sinistra progressista, e neppure dagli ambienti nazionalisti o "tradizionalisti", ma dall'interno, dal cuore stesso della TFP francese. Fu un segno premonitore dei successivi disastri. La Francia, si sa, è molto gelosa della sua indipendenza e del suo essere "figlia primogenita della Chiesa"; la Fraternità Sacerdotale San Pio X di S. E. Mons. Marcel Lefebvre è molto radicata nel Paese. L'ostilità verso la TFP, un movimento di laici, per giunta diretto dal lontano Brasile, poteva essere facilmente messa in conto... Ma come spiegare, allora, le denunce, di poco successive, che vennero dal Brasile stesso, e dai collaboratori più stretti della TFP e del pensatore brasiliano Corrêa de Oliveira? Uno dei co-fondatori della TFP brasiliana, Orlando Fedeli, denunciò a sua volta il carattere settario assunto dal movimento, e scrisse il libro accusa dal titolo: Descriçao de um Delìrio: o culto que a TFP presta a seu lìder. La sua presa di posizione non fu pubblica, per non favorire i molti nemici progressisti della TFP, ma aprì il dibattito all'interno del movimento. In breve, S. E. Mons. Antonio de Castro Mayer, Vescovo della Diocesi di Campos, dopo una quarantina d'anni di collaborazione con la TFP, alla quale egli dava la garanzia della sua autorità gerarchica, teologica e dottrinale, dichiarò anch'egli che la coscienza gli imponeva di rompere ogni relazione con la TFP, pur non manifestando pubblicamente, per i medesimi motivi di Fedeli, tutte le ragioni della sua clamorosa decisione. Per ultimo, il responsabile della TFP argentina, l'Avvocato Cosme Beccar Varela, staccandosi anch'egli dalla TFP, manifestò pubblicamente le sue motivazioni nel volume intitolato Si un ciego guia a otro ciego... [1]. Tutti, Joyeux in Francia, Fedeli e Mons. de Castro Mayer in Brasile, Beccar Varela in Argentina, concludono che la TFP, da loro amata e sostenuta per lunghi anni, è in realtà una setta eretica a carattere esoterico. Si potrà obiettare che, se anche ciò fosse vero, la divulgazione di questo fatto è inopportuna: i panni sporchi si lavano in famiglia; "pas d'ennemis à droite..." ("nessun nemico a destra...") Almeno in apparenza, la TFP è un importante movimento cattolico, anticomunista, controrivoluzionario e perfino "tradizionalista". E, in effetti, molte sue posizioni sono quelle di ogni buon cattolico "tradizionalista", totalmente condivisibili. Pubblicando questo dossier non si fa, allora, il gioco dell'avversario? Il rischio non è ipotetico. Recentemente, una Commissione parlamentare francese, diretta da un affiliato alla Massoneria, ha incluso la TFP tra le sette. Ben prima, la Conferenza Episcopale Brasilana, nella sua 23ª assemblea plenaria del 9-19 aprile 1985, ha condannato la TFP affermando che "è notoria la mancanza di comunione di questa associazione con la Chiesa del Brasile, con la sua Gerarchia e con il Santo Padre [...]. Il suo carattere esoterico, il suo fanatismo religioso, il culto riservato alla personalità del suo fondatore e alla madre di quest'ultimo, l'uso abusivo del nome di Maria SS.ma, secondo le notizie ricevute, non possono assolutamente ottenere l'approvazione della Chiesa" [2]. Queste "notizie ricevute" sono, evidentemente, quelle trapelate dagli ambienti stessi della TFP nel corso delle succitate polemiche. Non si può negare, quindi, che le rivelazioni sul vero volto della TFP hanno potuto, accidentalmente, giovare ai progressisti. Nonostante questo, riteniamo un dovere smascherare la TFP. Perché solo la verità rende liberi. Perché è un atto di carità verso i suoi militanti in buona fede. Perché il nemico più pericoloso è quello meno visibile e che presenta le migliori apparenze. Perchè già troppe persone, in Italia, si sono lasciate abbagliare da questa setta finendo per abbracciare anche i suoi errori, la sua mentalità e il suo stile di vita. Il "Rapporto Joyeux" che pubblichiamo è già abbastanza completo affinché il lettore si possa formare un giudizio oggettivo. Ci sembra però far cosa utile aggiungendo a questo testo di natura descrittiva, un autentico ritratto della TFP fatto dal vero, un esame più speculativo, cercando di riassumere le critiche che si possono avanzare contro questa associazione. Mi sembra di poter riassumere queste obiezioni nel modo seguente: 1º) Il culto della personalità del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira e di sua madre, Donna Lucilia; 2º) Il culto di latria tributato alla Madonna e altre dottrine non divulgate esteriormente dalla TFP; 3º) Un anticlericalismo incompatibile con la fede cattolica; 4º) L'indipendenza delle TFP e della Familia de Almas [3] dal controllo della Gerarchia ecclesiastica; 5º) Un errore gallicano sui rapporti tra lo Stato e la Chiesa; 6º) Notevoli omissioni nella stessa dottrina "ufficiale" della TFP. La lista non è esaustiva! Vediamo tuttavia assieme, seppur brevemente, questi sei punti. 1º) Il culto della personalità del "Dr. Plinio" e di "Donna Lucilia", e la conseguente deriva carismatica della TFP, sono abbondantemente testimoniati nell'opuscolo che state per leggere. Si tratta, naturalmente, di una caratteristica della TFP che non viene divulgata al "profano". Solo recentemente, in seguito alla morte del Prof. de Oliveira (avvenuta il 3 ottobre 1995), la TFP ha pubblicato a pagamento un'intera pagina commemorativa su numerosi quotidiani ove, tra le altre cose, viene detto del Dr. Plinio: "Nelle occasioni in cui gli si chiedeva un consiglio, si palesava un dono soprannaturale col quale la Provvidenza lo aveva favorito in un modo del tutto straordinario: il discernimento delle intenzioni e dei segreti del cuore. La precisione impressionante delle sue osservazioni, la penetrazione della psicologia dell'interlocutore e persino dei suoi pensieri inconfessati, non lasciavano alcun dubbio sull'origine soprannaturale di questo dono"[4]In realtà, i suoi discepoli (come essi stessi si definiscono) attribuiscono al "Dr. Plinio" anche il carisma della "profezia" e, più ancora, sono giunti fino a paragonare quasi il de Oliveira a Nostro Signore Gesù Cristo, e sua madre alla Madonna. Per loro sventura, la "profezia" a tutti nota del "Dr. Plinio" (che egli non sarebbe morto prima di aver visto in terra il millenarristico "Regno di Maria") si è rivelata, ovviamente, una falsa profezia, e pertanto il suo autore si è dimostrato, per chi non vuol chiudere gli occhi alla realtà, un falso profeta [5]. 2º) Qual'è allora il vero significato del falso culto tributato alla SS.ma Vergine? Chi conosce la TFP sa che essa attribuisce alla Madonna il culto di latria proprio di Dio [6]. La giustificazione di questa aberrazione che offende non solo Dio, ma la Madonna stessa, è che anche la Croce, pur essendo un oggetto inanimato, è adorato, dimenticando che ciò è possibile proprio perché non si tratta di una persona (al contrario di Maria SS.ma) per cui il culto si intende rivolto a Cristo, che sulla Croce è stato confitto. La Chiesa ha sempre negato alla Madonna il culto di latria, cioè l'adorazione riservata solo a Dio. Il "Rapporto Joyeux" parla di molte altre opinioni singolari nutrite dalla TFP, che si conoscono solo poco a poco frequentandone i membri, sulle quali non ci soffermiamo, pertanto, in questa prefazione. 3°) L'anticlericalismo. A questo proposito, Mons. de Castro Mayer ha scritto sul quotidiano La Folha de Manhà di Campos (del 03.05.1991): "Riguardo al caso, posso darle solamente un consiglio: pregare, pregare molto, soprattutto il Rosario o almeno la corona del Rosario, chiedendo alla Vergine Madre, Mediatrice di tutte le grazie, che illumini suo figlio facendogli capire che la TFP è una setta eretica perchè di fatto, benchè non lo dicano oralmene o per iscritto, vive e si comporta in accordo ad un principio che scalza dalle fondamenta tutto il vero cristianesimo, vale a dire la Chiesa cattolica.Le parole del Vescovo ci sembrano così chiare da non necessitare ulteriore commento. 4º) Da questo anticlericalismo, discende, come legittima conseguenza, l'indipendenza della TFP e della Familia de Almas dalla Gerarchia ecclesiastica. La TFP si è sempre desolidarizzata non solo dai "sedevacantisti" (che negano la legittimità di Giovanni Paolo II), ma anche e soprattutto dopo il pontificato di Paolo VI e la "scomunica" contro Mons. Lefebvre e Mons. de Castro Mayer, dagli altri "tradizionalisti", vantando la propria sottomissione alla Gerarchia. La realtà, come dimostra magistralmente Beccar Varela, è ben diversa. La TFP si presenta come un movimento civico cattolico, operante nella realtà temporale. In realtà, al suo interno, con il nome di Familia de Almas, essa è strutturata come un ordine religioso-cavalleresco (sullo stile dei Templari), con un abito religioso, una regola, dei voti e dei superiori. In questo caso, la Familia de Almas dovrebbe essere totalmente dipendente dalla Gerarchia ecclesiastica, che ignora invece assolutamente l'esistenza di questa realtà religiosa. In ogni caso, anche considerando la TFP sotto il suo aspetto puramente esteriore e visibile di movimento civico, la sua indipendenza dalla Gerarchia è assolutamente inconcepibile! Ecco come i monaci di Solesmes, nel loro indice sistematico alla raccolta degli Insegnamenti pontifici sul laicato riassumono la questione dell'obbedienza dei movimenti laicali cattolici alla Gerarchia: "La dipendenza del laicato dalla Gerarchia ammette diversi gradi in proporzione alla sua più o meno stretta collaborazione all'azione prettamente pastorale. Essa implica una totale subordinazione per le opere che hanno un fine prettamente religioso, particolarmente per quelle che Pio XI ha dato all'Azione Cattolica come primo fine, e nelle quali la Gerarachia si serve di detto organismo come di uno strumento comunicandole il suo mandato. Questa dipendenza può essere minore fuori dall'Azione Cattolica propriamente detta, ma l'apostolato laico deve sempre, per rimanere nell'ortodossia (nº 916), dipendere dal Vescovo (nn. 916, 916) che può anche sottometterlo completamente al Parroco. La dipendenza dalla Gerarchia è meno stretta nel campo politico e sociale, dove l'azione dei cattolici può godere di una giusta libertà nelle questioni tecniche ed economiche, ma dove la Gerarchia resta competente per giudicare gli aspetti morali di questi problemi" (nn. 138, 141, 191, 246, 365-367, 395, 494, 682, 790, 991-992).Non altrimenti parla il Codice di Diritto canonico. Quello del 1917 condanna le associazioni che "si sforzano di sottrarsi alla legittima vigilanza della Chiesa" (can. 684; detto canone fu applicato, per esempio, al Rotary Club [Nota del curatore: questa affermazione è stata contestata da alcuni che sostengono che la frequentazione del Rotary sarebbe solo sconsigliata ai cattolici]). Tutte le associazioni di laici, anche quelle non approvate canonicamente dalla Chiesa, sono sottomesse alla giurisdizione del Vescovo del luogo, che ha il diritto ed il dovere di visitarle, a norma dei sacri canoni (can. 690 § 1). Il nuovo Codice del 1983, pur applicando il clima molto più aperto al laicato del Vaticano II, non muta questa dottrina. Il can. 298 § 1 include tra le associazioni dei fedeli quelle che hanno come scopo "l'animazione dell'ordine temporale mediante lo spirito cristiano". È il caso della TFP. Il § 2 invita i fedeli ad aderire "soprattutto alle associazioni erette, lodate o raccomandate dall'autorità ecclesiastica competente", il che non è il caso della TFP, la quale rientra nelle associazioni dette "private" (can. 299 § 2, 301 § 2). Anche esse devono avere degli statuti (can. 304 § 1) e non possono definirsi "cattoliche" senza l'avvallo dell'autorità (can. 300). "Tutte le associazioni di fedeli - recita il can. 305 §1 - (anche quelle private come la TFP; can. 323) sono soggette alla vigilanza dell'autorità ecclesiastica competente, alla quale pertanto spetta aver cura che in esse sia conservata l'integrità della fede e dei costuni, e di vigilare che non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiatica; ad essa perciò spetta il diritto ed il dovere di visitare tali associazioni, a norma del diritto e degli statuti...". L'"autorità competente è quella della Santa Sede, e anche quella dell'Ordinario del luogo (normalmente il Vescovo) in quanto esercitano la loro azione nella Diocesi" (can. 305 § 2). Per la TFP brasiliana, pertanto, sono competenti i Vescovi brasiliani, i quali, lo abbiamo visto, hanno condannato la TFP!! E se questa li vuole delegittimare, deve fare appello alla Santa Sede. D'altra parte, l'unico Vescovo "tradizionalista" del Brasile, Mons. de Castro Mayer, ha a sua volta dichiarato che la TFP è una "setta eretica". La TFP brasiliana, pertanto, non solo sfugge ad ogni controllo della Gerarchia da lei riconosciuta, ma ne è stata addirittura condannata!! 5º) Questa indipendenza della TFP (per non parlare della Familia de Almas) dalla Chiesa si riflette ancor più nella concezione che la TFP ha dei rapporti tra lo Stato e la Chiesa. Nell'opera Curso Bàsico Tradiçao, Familia e Propriedade: A Hìstoria e seus grandes personagens 9, narrando al cap. XV la deposizione del 1076 dal trono imperiale di Enrico IV (1050-1106) da parte di Papa San Gregorio VII (1020 ca.-1085), gli storici della TFP commentano: "Anche in questo caso, l'abuso nella misura è grande: infatti, è evidente che il Papa non ha il potere di deporre nè di costituire un Imperatore". Stessa opinione viene espressa per la deposizione di Federico II (1194-1250) da Re di Sicilia del 1245, decisa da Papa Innocenzo IV (Papa dal 1243 al 1254). Questa tesi è null'altro che il primo articolo della Dichiarazione del clero gallicano (19 marzo 1682) condannato (con gli altri tre) da Papa Innocenzo XI (Paternæ caritati, dell'11 aprile 1682) e da Papa Alessandro VII (Cost. Inter multiplices, del 4 agosto 1690), ripreso dal Sinodo giansenista di Pisoia del 1786, e pertanto nuovamente condannato da Pio VI (Cost. Auctorem fidei, del 28 agosto 1794; vedi Denz.-Sch. 2281, 2699-2700). La dottrina sociale della TFP non è quindi, almeno su questo punto, quella della Chiesa cattolica. 6º) Resta da esaminare la dottrina ufficiale, nota a tutti - potremmo dire "essoterica" - della TFP. Essa è molto più fedele all'insegnamento della Chiesa, ed è proprio per questo che attira le simpatie dei buoni cattolici. La pretesa però di essere il non plus ultra in tema di controrivoluzione e dottrina sociale della Chiesa è chiaramente abusiva. Anzi, la dottrina e la prassi ufficiale della TFP e dei suoi satelliti peccano senza dubbio di omissione (totale o parziale) di alcuni punti fondamentali di una vera dottrina "controrivoluzionaria". La TFP sottolinea, a giusta ragione, la condanna del socialismo e del comunismo. Ma considera a torto il liberalismo come un errore ormai sorpassato e, praticamente, come un possibile alleato dei cattolici. Essa difende, a ragione, il diritto naturale alla proprietà privata; ma tace affatto, o mette in ombra, quella parte della dottrina sociale della Chiesa che condanna il liberalismo economico, che sembra quasi coincidere con la posizione socio-economica della TFP. La lotta della TFP contro il pericolo musulmano è encomiabile; ma l'assenza totale di condanna del sionismo rende i propri attacchi anti-islamici funzionali alla propaganda israeliana. Essa è giustamente scrupolosa nel distinguere le proprie posizioni da quella del nazionalismo (anche cattolico) di certi Paesi (come la Francia e l'Argentina); ma non si capisce la mancanza di scrupoli nel sostenere, ad esempio contro l'Argentina, l'imperialismo britannico di Margaret Thatcher. La Rivoluzione Francese è giustamente analizzata come tappa fondamentale dell'attacco alla Chiesa; ma si tace di quella inglese ed americana. Gli stessi autori a cui Corrêa de Oliveira si ispira esplicitamente per l'analisi della Rivoluzione Francese (de Maistre e de Bonald, per esempio), hanno i limiti del "tradizionalismo" ottocentesco (anche nel senso filosofico della parola), per non parlare dell'affiliazione massonica (al martinismo, per l'esattezza) del Conte Joseph de Maistre (1753-1821), mentre non si fa cenno, ad esempio, dell'abbé Augustin Barruel (1741-1820), che per primo denunciò il ruolo della Massoneria nella Rivoluzione Francese. Questa semplice omissione è sufficiente per affermare che in Revoluçao e Contra-Revoluçao non viene spiegato il processo rivoluzionario e non ne vengono indicati i principali autori, anche nell'ambito di una teologia della Storia. Nella pratica, l'azione controrivoluzionaria della TFP si limita ad un'attività anticomunista che non dispiacerebbe alla C.I.A. degli anni che furono o alla Loggia P2 del Venerabile Licio Gelli; la stessa critica ufficiale al Concilio Vaticano II della TFP si limita alla mancata condanna del comunismo e all'apertura a sinistra! Le perplessità non si portano tanto - lo ripetiamo - su quello che la TFP dice, quanto piuttosto su quella che la TFP non dice, mentre avrebbe dovuto dirlo!
Note: 1 "Se un cieco guida un altro cieco...", Buenos Aires 1993. 2 Cfr. Osservatore Romano, ed. spagnola, del 07.07.1985. 3 "Famiglia di anime". Si tratta di quei miltanti TFP (monaci-soldati) che vivono nei cosiddetti "eremi". 4 Cfr. Il Giornale, dell'11.11.95, pag. 32. 5 Di fronte alla cruda smentita di detta profezia, i suoi accoliti hanno detto che il Dr. Plinio aveva offerto la sua vita (87 anni!!!) come vittima espiatoria per la risoluzione della crisi della Chiesa (cfr. Bollettino TFP nel mondo, Un uomo, un ideale, un'epopea, Plinio Corrêa de Oliveira, Anno I, nº 3, novembre 1995, pagg. 28-29). 6 Secondo la teologia cattolica si deve tributare a Dio solo il culto di "latria" (adorazione), ai Santi quello di "dulia" (venerazione) e alla Madonna quello speciale di "iperdulia", ossia una venerazione particolare che merita solo un essere singolare qual'è la Madre di Dio. 7 Cfr. SAN PIO X, Enciclica Vehementer, dell'11 febbraio 1906. 8 Arcivescovi di San Paolo negli anni '30. 9 Si tratta di un testo di commento all'opera fondamentale di Plinio Corrêa de Oliveira, Revoluçao e Contra-Revoluçao.
Nota: Questo libretto è stato inserito nel sito Kelebek per fornire documentazione sull'organizzazione "Tradizione, Famiglia e Proprietà" e non rispecchia necessariamente il punto di vista del curatore del sito.
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