Fra il 1871 e il 1914 si sviluppa l’intreccio fra la destra
tradizionalista e la destra capitalistica. La destra tradizionalista protesta
contro la cosiddetta massificazione democratica in nome di una gerarchia
sociale non fondata sul semplice possesso e sulla pura ostentazione del
denaro. In modo molto acuto questa destra tradizionalista capisce bene che il
denaro di per sé è un principio democratico ed egualitario, cui tutti possono
accedere purché accettino le semplici regole dell’accumulazione capitalistica.
Il regno del denaro, gli Stati Uniti d’America, sono anche il regno della
democrazia. Questa destra tradizionalista sogna gerarchie metafisiche (come
Julius Evola), oppure lotte contro l’usura nemica dei popoli (come Ezra
Pound). La destra tradizionalista è anche sempre estremamente attirata dalla
religione (l’esempio di Guénon è sintomatico), perché effettivamente solo la
religione offre un vero quadro atemporale in cui le gerarchie possano essere
messe al riparo dall’attività corrosiva del progresso.
E tuttavia l’impotenza
politica di questa destra tradizionalista è addirittura patetica e pittoresca.
Nel campo della destra essa assomiglia moltissimo a ciò che per la sinistra è
la scuola di Francoforte di Horkheimer e Adorno.
In entrambi i casi si ha una
critica della società programmaticamente non politica perché priva di
soggetto, e la denuncia sostituisce così la mobilitazione, diventando una
pratica intellettuale fine a sé stessa. La destra capitalistica è invece fin
troppo in grado di trovare il suo soggetto storico, e cioè l’unione fra il
mandato della grande borghesia e la militanza attiva della piccola borghesia.
Il denaro di per sé non è né di destra né di sinistra, in quanto "non olet",
non odora, come dice il grande precursore del pensiero borghese Vespasiano. Ma
se il denaro è indipendente dalla dicotomia, la mobilitazione in difesa della
libera accumulazione di denaro è invece sicuramente di destra. Questa desta è
anti-socialista, ed anzi rimprovera la borghesia (l’esempio di Pareto è
illuminante) perché non è abbastanza determinata e cattiva. Questa destra
capitalistica riesce a conseguire l’egemonia politica sulla sognante destra
tradizionalista in nome dell’antisocialismo. Sulla scorta di Nietzsche, il
socialismo è appunto interpretato come rivolta plebea mossa dall’invidia e dal
risentimento, e questa semplice idea, unita all’antisemitismo come denuncia di
complotto dei banchieri ebrei per conquistare il mondo, riesce ad essere
straordinariamente egemonica, così come tutte le grandi semplificazioni.
Nota dell'editore: sul tema del tradizionalismo, si veda anche l'articolo di Miguel Martinez su questo sito, "La Dama delle risaie".
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