7. Il cavallo di Troia: il nuovo esame di maturità.
Il nuovo burocrate postmoderno e postcomunista, per essere precisi, ha
abolito per decreto il glorioso termine di Maturità, facendolo scomparire e
sostituendolo con un anonimo nuovo esame di stato. Ma qui vi sono almeno due
diversi furfanteschi inganni. In primo luogo, il vecchio termine di Maturità (Mundigkeit)
risaliva addirittura al vecchio Kant del 1784, e non aveva nessun carattere
classistico, ma pienamente universalistico, cioè illuministico.
Esso intendeva
significare che la maturità non consiste nella vecchiaia anagrafica o
nell'anzianità, ma consiste nell'indipendenza e nell'autonomia di pensiero, per
cui il diciottenne che acquisisce questa indipendenza e questa autonomia critica
di pensiero è appunto maturo. Si noterà che qui si uniscono felicemente le due
componenti illuministica della autonomia critica di pensiero e romantica della
valorizzazione della gioventù e del ringiovanimento del pensiero (Verjungen).
È normale che nichilisti ricattabili come Luigi Berlinguer aboliscano questo
richiamo critico del pensiero, legato al termine di Maturità, perché i loro
nuovi padroni, gli oligarchi finanziari, non hanno bisogno di una lenta cultura
critica, ma di una veloce cultura flessibile di consumatore (e si vedano le
considerazioni di Lucio Russo nel già citato ottimo Segmenti e Bastoncini).
Ma vi è un secondo punto da rilevare in questa mistificazione. Proprio mentre
si abolisce in modo suicida e luddistico il vecchio sensatissimo termine di
Maturità e si parla solo sobriamente di esame di Stato, proprio ora lo stesso
esame di stato viene abolito, nel senso che vengono distrutti quegli elementi di
omogeneità formale e di universalità che fanno appunto di un esame di stato un
esame di stato (e si veda nei dettagli la cosiddetta Terza Prova, eccetera).
Tutto questo non è peraltro per nulla casuale. Il fine dei riformatori, in
pieno accordo con una concezione integralmente mercatistica di domanda-offerta
fra individui flessibili ed aziende-imprese, è l'abolizione di ogni valore
legale dei titoli di studio. Per il momento non vi sono ancora le condizioni
politiche per ottenere questo risultato, ma non si può negare che un buon passo
avanti in questa direzione lo si può compiere con l'aumento della casualità e
la diminuzione della omogeneità nelle prove d'esame. Nel contesto di una
cosciente distruzione degli stati nazionali in favore di un cosmopolitismo
aziendalistico integrale non è infatti opportuno lasciare ad una istanza
politico-culturale separata (la struttura scolastica) ciò che deve essere
sovranamente giudicato dalla sola istanza economica consentita
(l'azienda-impresa).
Berlusconi non ci sarebbe riuscito, e non certamente perché questo pescecane ci
tenesse alla cultura classica o all'illuminismo (che sostituirebbe
immediatamente con spot pubblicitari se questo gli rendesse qualcosa), ma perché
il suo esclusivo interesse a tenersi Canale 5 ed a non farselo prendere dal
pescecane Cecchi Gori appoggiato dall'Ulivo avrebbe fatto sì che non avrebbe
osato toccare un meccanismo economicamente indifferente, per non attirarsi
addosso inutili guai.
Ma invece Berlinguer, erede del processo segnalato nel
quinto paragrafo di decennale suicidio mimetico-proletario e sindacalistico
della categoria degli insegnanti, è in grado di attuare questa operazione. Per
la loro conoscenza del territorio, e per il trovarsi già sul luogo, i
maggiordomi sono i killer ideali.