Una nicchia può anche essere un lavoro in regola. Gli ziganofobi non hanno idea di quanti Rom lavorino nelle fabbriche, scarichino casse nei mercati generali, facciano le bariste o le badanti. Il lavoro in regola - quella cosa che il moralismo modernista dice che tutti dovrebbero fare, per poi concederlo a pochi - ha comunque un limite. Se una coppia di italiani, entrambi lavoratori, fa fatica ad arrivare al 27 del mese, un Rom che lavora da solo deve spesso mantenere moglie, quattro figli e tre cugini, ognuno dei quali con i loro figli, se non vuole essere ostracizzato come un mostro egoista immorale che non pensa alla famiglia.
Altre nicchie sono irregolari. Criminale e irregolare sono due concetti completamente diversi. Questa è una cosa di cui non si rende spesso conto chi non è mai stato "irregolare". O meglio, chi è sempre stato cittadino italiano è abituato a irregolarità che sono insieme lievi e non necessarie, come parcheggiare in sosta vietata. Lo straniero è invece abituato a irregolarità apparentemente più gravi, ma assolutamente necessarie. Non vi racconto tutta la mia carriera personale di clandestino, prima di acquisire la cittadinanza italiana, perché certamente ci sarà qualche cialtrone come Magdi Allam pronto ad approfittarne per attaccarmi, ma vi assicuro che spesso ci si deve ingegnare per non essere espulsi.
Allo stesso tempo, si può essere criminali senza essere irregolari. Nel mio lavoro di interprete e traduttore, ho imparato più o meno tutto su come si possono guadagnare molti soldi facendo in modo che una commissione inserisca nell'appalto di un grande ospedale le specifiche di un prodotto che hai solo tu. Un'azione regolare (ma moralmente criminale). Invece un Rom che volesse guadagnare un decimo di tale somma lo deve fare in maniera non solo criminale, ma anche irregolare. E così il Sinto che fa il gioco delle tre carte rischia molto di più di tutte le ditte truffaldine ma ben protette, di cui sentiamo parlare a Mi manda Raitre.
Non ne ho la minima prova scientifica, ma sono convinto che la percentuale dei criminali - cioè delle persone disposte a camminare sul cadavere del loro prossimo pur di guadagnare qualcosa - sia equamente diffusa tra tutti i popoli del mondo, e non sia per niente bassa. Mentre la regolarità dipende tutta dalla situazione della persona nella società. Se io sono un traduttore a Firenze, è irregolare da parte mia tirare fuori una pistola e fare il tiro a segno sui passanti. Se io invece sono un marine americano a Fallujah, mi darebbero una medaglia per la stessa azione.
Ritengo che la propensione criminale non sia maggiore né minore tra i Rom rispetto ad altre comunità; mentre l'irregolarità, che fa poi statistica, è molto più alta. E va dal padre disoccupato che guida la macchina con l'assicurazione scaduta per portare il bambino in ospedale, fino al ragazzo che fa i furti per comprarsi una bella macchina. Entrambi sono irregolari, entrambi vengono citati come esempi della malvagità degli zingari. Ma per me solo il secondo è un criminale.
Alcuni anni fa, a Firenze, si parlava molto degli scippi compiuti dai Rom. Un giorno la polizia arrestò alcuni componenti di un'unica famiglia Rom; improvvisamente, gli scippi in centro diminuirono del 60%. Quindi, era perfettamente vero che quegli scippatori erano Rom. E che lo erano alla maniera Rom, cioè con la partecipazione di tutta la famiglia. Allo stesso tempo era vero - ma nessuno ci pensa - che le centinaia, se non migliaia, di altri Rom che vivono a Firenze non erano scippatori.
Non esiste chiaramente alcuna possibilità che i Rom si "integrino" da un giorno all'altro nella società in cui viviamo. Da noi, ci sono i figli dei dirigenti di banca, che hanno due master presi negli Stati Uniti, i quali si integrano che è una meraviglia. La gran massa di noi laureati, scolarizzati, perfettamente documentati, abitanti di case decenti, si arrangia con finte partite IVA, a fare i lavoratori ultraflessibili. Per i lavori che spezzano la schiena e non portano da nessuna parte, c'è la prenotazione a etnie: albanesi i muratori, ucraine le badanti e così via.
I Rom non hanno né due master né la partita IVA. In Croazia, le colf sono tutte zingare, ma le signore italiane si metterebbero in ginocchio a lavare i pavimenti, prima di far entrare una romnì in casa. A parte la paranoica paura, hanno in un certo senso ragione: è più facile che una filippina o una peruviana capisca come si vive ai tempi dell'individualismo sociale, e che si adatti ai ritmi e alle pretese del nostro mondo.
Uno slogan americano recita, Second place is nowhere!: piazzarsi secondi in una gara è come non esserci. E i Rom, in una società come la nostra, si piazzano terzi.
Non è facile capire dove si andrà a finire. Perché la nostra società diventerà sempre più selettiva, i Rom resteranno sempre più indietro, e continueranno a fare sempre più figli. E la tensione diventerà sempre più grande. Perché i Rom non hanno bisogno di una società che garantisca a tutti la libertà di stampa o il diritto di voto. Hanno bisogno di una società che garantisca a tutti un lavoro e una casa, e questo non è proprio come stanno andando le cose.
E adesso permettetemi di chiedere scusa a tutti i Rom su cui ho fatto generalizzazioni abominevoli, parlando sempre dei "Rom" come se fossero un unico blocco e non tante persone con tante storie diverse.
Ma i Rom si trovano di fronte gli italiani, un'altra etnia assai interessante.
Alla parte successiva
Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori
|
e-mail
Visitate anche il blog di Kelebek
Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia |
La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca