Di Miguel Martínez Questo articolo risale ai tempi in cui Magdi Allam lavorava alla Repubblica e non era ancora diventato vicedirettore del Corriere della Sera. Il metodo giornalistico di Magdi Allam - e il motivo per cui viene affettuosamente chiamato il "Pinocchio d'Egitto" - si può riassumere tutto in un suo articolo per il Corriere del 28 settembre, 2003. Egli cita i seguenti casi:
Il titolo dell'articolo? "Versamenti segreti ai terroristi. Ecco le carte che accusano gli imam. Intercettazioni e verbali, quattro documenti sul traffico di denaro." Altri articoli riguardanti le imprese di Magdi Allam: L'ultimo romanzo di Magdi Allam - di Miguel Martinez Magdi Allam: un perfetto esempio d’integrazione - di Mr Hyde "Il Pinocchio d'Egitto" - di Valerio Evangelisti I musulmani il Ministro ed il giornalista: storia di un equivoco - Hamza Roberto Piccardo racconta dei suoi rapporti con Magdi Allam e dimostra come studi sociologici smentiscano alcune affermazioni di Magdi Allam Denunciato Magdi Allam - di Miguel Martinez Magdi Allam e il suggeritore inesistente - di Giuseppe D'Avanzo Così il Corsera lincia i musulmani - di Gian Carlo Mosca Come Magdi Allam si inventò "l'arabo pentito" - dal blog di Pfall 13 dicembre psicodramma nazionale - di Miguel Martinez
La lite delle comari - dal blog di Dacia Valent
Dalle stelle alle stalle - dal Manifesto
Su questo sito, i punti esclamativi sono davvero pochi. Ma questa volta è successo l'inimmaginabile. Un autorevole quotidiano ha proposto, forse in sintonia con il Ministero degli Interni, di trasformare la seconda religione d'Italia in una succursale dello Stato. Una proposta che ricorda la triste vicenda della "Chiesa patriottica" in Cina, oppure il ruolo della chiesa ortodossa ai tempi della Russia zarista. Ecco i fatti. Il 23 maggio, sotto il titolo "Parla il ministro dell'Interno dopo gli ultimi attentati", La Repubblica ha pubblicato un'intervista di Magdi Allam con il Ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu. Preciso subito una cosa. Magdi Allam è un arabo, anzi un egiziano. Anche se vive in Italia da quando aveva meno di vent'anni; e quindi non è molto più "egiziano" di quanto io sia "messicano".
Magdi Allam nello studio di Hamza Piccardo, segretario dell'UCOII. Al'epoca, Magdi Allam telefonava quotidianamente a Piccardo, che gli fece conoscere l'ambiente islamico italiano. Oggi Magdi Allam scrive quotidianamente articoli contro Piccardo. Tanti pensano che "tutti gli arabi sono musulmani", e magari che "tutti i musulmani sono arabi". Quindi quando si vede qualcuno con un nome esotico come quello di Magdi, si pensa subito che debba essere un grande esperto di cose islamiche. Quando però avevo scritto, come fanno tanti, che Magdi Allam era un musulmano, sono stato subito corretto da diverse persone che avevano avuto modo di conoscerlo: secondo loro, Magdi Allam apparterrebbe alla splendida, antica e coraggiosa comunità dei cristiani egiziani. Che Magdi Allam sia copto, lo scrive proprio un amico di Magdi Allam, il giornalista radicale Dimitri Buffa, ("Dietro lo scoop sull'imam integralista la lotta di potere alla moschea di Roma?", La Padania, 10 giugno 2003). Dimitri Buffa si rifa al proprio ispiratore, il bizzarro "musulmano moderato" Massimo Abdul Hadi Palazzi, che lo stesso giorno aveva scritto in un comunicato: Da: Istituto Culturale della Comunita' Islamica Italiana A differenza di Buffa e Palazzi, gli altri che sostengono che Magdi Allam sia cristiano in genere commentano - se Magdi Allam lo dicesse in giro, perderebbe il ruolo acquisito con tanta fatica di "musulmano che svela da dentro i misteri dell'Islam". Insomma, sarebbe un po' come se un valdese facesse il vaticanista negli Stati Uniti, sfruttando come unica carta il proprio cognome da italiano. Altri sostengono invece, con altrettanta decisione, che Magdi Allam sia musulmano; mentre per qualcuno, la verità si troverebbe in mezzo: un vecchio amico di Magdi Allam ci ha detto che il nostro sarebbe sì di famiglia copta, ma il nonno, in un momento di opportunismo, si sarebbe convertito all'islam. Il padre di Magdi, invece - forse con un occhio alla futura carriera internazionale del figlio - si sarebbe rifatto cristiano. Comunque sia, Magdi fu mandato in un collegio di preti e conseguì la licenza liceale in una scuola salesiana. Un ottimo posto per imparare l'italiano, forse non il posto migliore per avere il polso della vita egiziana. Saggiamente, Magdi Allam evita di arrabbiarsi quando lo definiscono "musulmano moderato". Comunque stiano le cose, torniamo al nostro argomento. Il ministro ha detto che occorre impedire l'utilizzo delle moschee italiane come basi per azioni violente. Nulla da ridire, non ci voleva il ministro degli interni per dirci che non si deve spacciare droga o tenere bombe né nelle moschee, né nelle chiese battiste. Casomai preoccupa la riduzione della questione islamica in Italia a una questione di ordine pubblico. Chi legge i giornali probabilmente resta colpito dagli articoli che parlano di retate di terroristi islamici. Sfuggono però ai lettori i trafiletti molto più piccoli con cui i giornali ci informano, qualche mese dopo, che tutti i sospettati sono stati rilasciati con tante scuse. Le vittime della violenza islamica in Italia sono numerose all'incirca come le vittime di rapimenti alieni. Ovviamente ciò non toglie che un buon ministro degli interni debba essere pronto a ogni evenienza, invasioni extragalattiche comprese. Il giorno dopo però esce un nuovo articolo sulla Repubblica. In prima pagina, Magdi Allam presenta un articolo dal titolo "La sfida ai profeti di violenza nelle moschee." Ecco il rimedio che propone: "Prendendo esempio dalle decisioni di molti governi musulmani che hanno dovuto fronteggiare lo stesso problema, le moschee in ltalia dovrebbero avere un rapporto organico con le istituzioni pubbliche. Le finanze delle moschee e delle comunità islamiche dovrebbero essere accuratamente registrate e controllate. Il governo italiano potrebbe promuovere l'istituzione di un Istituto universitario per la formazione degli imam, le guide religiose, che devono essere cittadini italiani, rispettosi delle leggi e dei valori fondanti della società e della Costituzione italiana. In conclusione le moschee in Italia dovrebbero essere delle "case di vetro" dell'Islam italiano." Traduciamo: sul principale quotidiano italiano, un noto giornalista propone di:
Ci permettiamo di sollevare qualche domanda:
A proposito, qui potete leggere una serie divertentissima di articoli, scritti da Valerio Evangelisti, che descrive i metodi, diciamo creativi, che Magdi Allam usa per scrivere i suoi articoli. Qui invece un saggio di Mr Hyde su Magdi Allam, il perfetto integrato, e un'interessante analisi delle tecniche con cui Magdi Allam ha demonizzato un gruppo di immigrati a Milano. È utile anche leggere questa recensione di un libro sulla realtà del "terrorismo islamico" in Italia per capire quanto le sciagure che Magdi Allam minaccia quotidianamente siano verità e quanto siano fuffa.
P.S. Giusto per mettere insieme due personaggi di cui ci siamo occupati su questo sito - Gianni Baget Bozzo, il teologo del Sangue e dei Soldi, è entusiasta dell'"intelligenza" e del "coraggio" di Magdi Allam e sostiene che grazie a lui, sarebbe dimostrato che "le moschee sono i luoghi in cui si predica la guerra santa."
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