Da Antonio Gramsci a Piero Fassino:

Note introduttive per farsi una ragione e capirci qualcosa in ciò che è successo nel comunismo italiano

XII parte
 



Per agevolare la lettura, questo articolo di Costanzo Preve è stato diviso in tredici parti, più un'introduzione.

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12. Il punto di svolta storico: la guerra contro la Jugoslavia del 1999

La signora Rossanda si chiede spesso in modo sapienziale quando sarebbe avvenuta la rottura definitiva nella tradizione comunista e di sinistra del mastodonte PCI-PDS-DS. Eppure avrebbe la risposta sotto gli occhi. La rottura definitiva, clamorosa, irrevocabile ed irreversibile è avvenuta il 24 marzo 1999, quando gli aerei della NATO, partendo da basi italiane, hanno scatenato una guerra di aggressione contro la Jugoslavia, con l’inesistente pretesto di una inesistente pulizia etnica e di un ancor più inesistente genocidio contro la minoranza albanese (maggioritaria nel Kosovo).

Oggi sappiamo che la guerra era stata già pianificata nel 1998, e vi sono indicazioni inequivocabili di Scognamiglio e di Cossiga sul fatto che questa guerra doveva essere “venduta” alle masse ignoranti e mascalzone da qualcuno più potente di Prodi, e cioè da D’Alema stesso (cfr. R. Mordenti, La Rivoluzione, Tropea, Milano 2003, pp.150-153).

Chi vuol sapere può ormai sapere quasi tutto. Nel Kosovo non c’era nessun genocidio e non c’era nessun progetto di espulsione etnica della popolazione albanese, ma c’era una guerra secessionistica scatenata a freddo dal gruppo UCK, che invece aveva come progetto dichiarato l’espulsione della popolazione serba (come infatti avvenne). I cialtroni criminali che fecero questa guerra per conto della NATO e degli USA dovettero mentire e nasconderla sotto l’etichetta rassicurante di “operazione di polizia” come se la cosmesi terminologica potesse cambiare le cose. La guerra fu fatta contro l’ONU, che non la consentiva a causa del veto di Russia e Cina, e contro la Costituzione italiana, che non la consentiva espressamente.

Il cinico baffetto D’Alema credeva di essersi così legittimato presso i suoi padroni imperialisti, ma non faceva i conti con il Berlusca e con il suo bacino elettorale maggioritario. Tuttavia, l’esperienza maturata da me in quattro anni di conversazioni in tutti gli ambienti mi ha confermato sul fatto che l’operazione D’Alema è perfettamente riuscita. Il “popolo di sinistra”, sempre pronto a girotondare in nome della sua “berlusconite”, non si è praticamente accorto di questa guerra, o se se ne è accorto lo ha dimenticato in pochi mesi. Chi rivanga la guerra del Kosovo, come chi scrive, corre il rischio di passare per un monomaniaco fissato. Hanno già dimenticato tutti, per il semplice fatto che non hanno ricevuto i bombardamenti sulla loro testa.

Questa dimenticanza è forse l’esempio più scandaloso e sintomatico della decadenza morale di questo ultimo decennio. Altro che craxite e berlusconite, conflitto d’interessi e sparate idiote sui giudici e su Mussolini. Purtroppo, è storicamente poco probabile che D’Alema e Scognamiglio vengano trascinati in tribunale e condannati per alto tradimento contro la costituzione e crimini contro la pace. Gli è riuscita l’operazione di menzogna sulla pulizia etnica e sul genocidio, su Hitlerovic e sulla operazione di polizia internazionale.

Rifletta su questo la signora Rossanda. E se ci rifletterà sopra, i dubbi amletici che la tormentano troveranno finalmente una risposta. Ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e peggior cieco di chi non vuol vedere.





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