Il Vaticano benedice l'Impero
sesta parte
 

di Miguel Martinez




Questo è il sesto di una serie di articoli sulla svolta filoamericana del Vaticano. In cui si sondano le basi sociali e teologiche, la manovre dietro le quinte, i precedenti… se il discorso si fa complesso e lungo, portate pazienza.

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"Sette giorni prima dell'incontro col papa, Bush ha incontrato a Washington un panel di uomini di Chiesa messo assieme da Christianity Today, la rivista che fa capo al più celebre dei predicatori evangelical, Billy Graham. Tra loro c'erano due cattolici di grande peso: il direttore di Crisis, Deal Hudson, e il direttore di First Things, padre Richard John Neuhaus".
(Sandro Magister, "Bush ha portato al papa un regalo: l'alleanza tra cattolici ed evangelicals")


padre Richard John Neuhaus
Richard John Neuhaus

Spiega Bush, con l'ingenuità che lo fa deridere da una minoranza snob e amare alla follia dalle masse fiere della propria ordinarietà: "Ho bisogno più che mai della vicinanza di padre Richard, perché mi aiuta a capire bene queste cose", cioè il senso religioso della sua missione di presidente.

Neuhaus trent'anni fa, era il pastore luterano di una chiesa in un povero quartiere nero, che guidava marce di protesta contro la guerra nel Vietnam, arrivando a sostenere la legittimità della rivoluzione armata.

Una veloce virata a destra gli ha permesso di trovare impiego come consulente presidenziale con Carter e poi Reagan. Nel 1991 è diventato un prete cattolico, ordinato dal Cardinale O'Connor di New York. Oggi Richard Neuhaus è la guida dei cattolici di destra, assieme a Michael Novak (che Bush mandò in Vaticano nel 2003 a spiegare i motivi per l'invasione dell'Iraq), Peter Berger, George Weigel e Avery Dulles, protestante convertito, membro del direttivo dell'Acton Institute, recentemente promosso a cardinale.

George Weigel è membro del think tank Ethics and Public Policy Center di Washington, che lavora sulla diffusione dell'ideologia neoconservatrice, contemporaneamente tra cattolici, protestanti, ebrei e musulmani; ha scritto una ben pubblicizzata biografia del Papa, e ha fondato - assieme a Novak, Neuhaus e Marcel Zemba - una sorta di sotto-think tank, denominato Tertium Millennium Adveniente Institute a Cracovia (Il Foglio, 20.11.03).

Nessuno è colpevole dei propri parenti, ma almeno ci aiuta a capire un certo mondo sapere che il gesuita Avery Dulles è figlio di John Foster Dulles, ex-ministro degli esteri degli Stati Uniti e principale azionista della United Fruit, l'immensa multinazionale della frutta che controllava tutta l'America Centrale; mentre lo zio di Avery fu Allen Welsh Dulles, capo della CIA. E fu proprio un golpe organizzato dai servizi segreti americani - la Operation PBSuccess - a rovesciare il governo di Jacobo Arbenz Guzmán, il presidente regolarmente eletto del Guatemala che voleva nazionalizzare le parti incolte degli enormi possedimenti della United Fruit. Pagando un indennizzo... pari al valore ridicolo che la United Fruit attribuiva ai propri possedimenti per non pagare le tasse.



guatemala esecuzione contadini
Esecuzione di sostenitori del presidente Arbenz


Durante il golpe, la CIA ordinò direttamente l'omicidio di 58 persone, i cui nomi però sono stati cancellati nei documenti ormai declassificati. Negli anni successivi, in Guatemala, qualcosa come 100.000 persone furono assassinate nelle varie ondate repressive. A proposito di esportazione della democrazia…

Neuhaus dirge l'Institute for Religion and Public Life che si dedica a spiegare "le fondamenta morali del capitalismo" secondo i "valori giudaico-cristiani". Il capitalismo, grato, ha risposto donando finora quasi 8 milioni di dollari all'istituto. Neuhaus è inoltre tra i direttori di tre altri laboratori del dominio neoconservatori: l'Institute on Religion and Democracy, l'Ethics and Public Policy Center, e la Foundation for Community and Faith-Centered Enterprise.

Neuhaus dirige la World Youth Alliance, che si batte per i cosiddetti "valori della famiglia" e vanta un milione di membri in tutto il mondo. Instancabile, è anche l'editore per questioni religiose di National Review, una rivista che ha perso un bel po' del suo prezioso tempo attaccando l'autore di questo articolo.

Neuhaus non piace solo a Bush. Infatti, il Papa, o chi per lui, ha incluso Neuhaus nella lista di coloro che parteciperanno al Sinodo per le Americhe come membri di nomina pontificia.

Neuhaus aveva escogitato una giustificazione teologica di una feroce ipocrisia per l'invasione dell'Iraq. In un'intervista del 10 marzo 2003 all'agenzia Zenit di Antonio Gaspari (il mondo dei cristianisti è davvero piccolo), Nehaus dice che il disarmo dell'Iraq costituisce una "giusta causa" di guerra secondo gli insegnamenti di San Tommaso. Anzi, la guerra è "sia giustificata che necessaria", vista la minaccia che l'Iraq (ricordiamo: disarmato, alla fame e devastato da quindici anni di spietato embargo) porrebbe "all'America, alla pace del mondo e a innumerevoli innocenti". "La guerra, se giusta, non è un'opzione che noi possiamo scegliere, ma un dovere imposto".

La colpa della guerra, è quindi degli iracheni che non disarmano. Forse oggi Neuhaus aggiungerebbe un'ulteriore colpa, quella di non aver mai avuto armi da cui disarmarsi. L'apologeta dell'attacco può quindi dire, "A questo punto dovremmo metterci in ginocchio accanto al Santo Padre pregando che l'Iraq disarmi senza azioni militari".

Questa affermazione, in tutto il suo cinismo, ricorda Massimo D'Alema che esprimeva la "sofferenza" nel votare a favore della guerra infinita. E ricorda anche le dichiarazioni di Monsignor Mani, Ordinario Militare d'Italia, in occasione del I Sinodo della "Chiesa Militare". Parlando del massacro che si preparava nel Kosovo, e che sarebbe culminato nella cacciata di centinaia di migliaia di serbi, rom o "zingari", slavi musulmani e altri, disse:

"Voglio sia chiaro a tutti il dramma degli uomini che guidano i bombardieri e sanno che la loro azione, fatta per la pace, può uccidere vite umane: nessuno pensi che questi uomini fanno il loro dovere a cuor leggero".
Non solo dobbiamo approvare i loro omicidi; dobbiamo persino ammirarli perché non li commettono "a cuor leggero".

Mani concluse con le parole: "...la guerra è sempre ingiusta. Purtroppo, però, a volte è inevitabile".




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