http://www.luino-online.it/Notizie/guerra-Iraq.html ROMA - Per alcuni uomini che contano dell'amministrazione Bush la guerra
all'Iraq era decisa da tempo. Per l'esattezza almeno dal gennaio 1998: «Gentile
presidente Clinton, Le stiamo scrivendo perché convinti che l'attuale
politica americana nei confronti dell'Iraq non stia avendo successo». Così iniziava
la lettera che l'organizzazione «Project for the New American Century»
(Progetto per il nuovo secolo americano) scriveva al presidente degli Stati
Uniti d'America, il 26 gennaio 1998. Poco righe dopo, senza troppi preamboli,
in quella stessa lettera si dice che era venuto il momento di intraprendere
un'azione militare contro Saddam Hussein e, in prospettiva, di rimuovere il
rais dal potere. Per fare questo «si offre il nostro pieno supporto». A
firmare la lettera, tra gli altri fondatori di New American Century, ci sono
l'attuale segretario alla difesa Donald Rumsfeld e il suo vice Paul
Wolfowitz, oltre ad altri nomi noti tra i conservatori americani.
COS'E' «NEW AMERICAN CENTURY» - Il think tank «Project for the New
American Century» (PNAC) viene fondata nella primavera del 1997 e ha come
obiettivo quello di perseguire la supremazia globale degli Stati Uniti (e qui
compare anche la firma del vicepresidente Dick Cheney), il raggiungendo tutti
i primati, politici, economici e militari che la fine della guerra fredda ha
lasciato aperti per il XXI secolo. Senza troppi giri di parole, si promuove l’ipotesi
di un impero democratico e liberale, sul modello di quello romano, con le
ovvie attualizzazioni.
RIDUZIONE DELL'ONU E IL RUOLO DELL'EUROPA - In diverse pagine del sito
dell'organizzazione si ospitano saggi e articoli che sostengono come gli
Stati Uniti, per poter raggiungere i loro obiettivi, debbano liberarsi dei
vincoli imposti dal ruolo dell'Onu - in particolare dal Consiglio di
Sicurezza - e come sia da tenere a freno una crescita economica e militare
dell'Europa.
TESTI CONSIGLIATI - Nella pagina del sito dedicata alle ultime novità ci
sono anche le segnalazioni dei libri recenti consigliati ai navigatori.
L'ultimo, in ordine di tempo è: «Usa ed Europa nel nuovo ordine mondiale»
di Robert Kagan. La prefazione inizia cosi: «E' venuto il momento di finire
di pretendere che europei e americani dividano la stessa visione del mondo, o
anche che essi occupino lo stesso mondo». IL SOGNO AMERICANO
Il Progetto per il nuovo secolo americano era già pronto nel l998. E' un
piano dei centri di ricerca americani di estrema destra per il dominio
mondiale degli Stati Uniti. La prima tappa è l'attacco all'Iraq
Di Jochen Bölsche, DER SPIEGEL http://www.spiegel.de/ IN TUTTO IL MONDO, I CRITICI DEL PRESIDENTE BUSH sono convinti che la
seconda guerra del Golfo serve essenzialmente a sostituire Saddam, anche se
il dittatore non ha armi di distruzione di massa. "Non si tratta delle
sue Organizzazioni in cui i guerrieri della guerra fredda provenienti dai
circoli più interni dei servizi segreti, dalle chiese evangeliche, dalle A questo scopo gli Stati Uniti avrebbero dovuto usare qualsiasi mezzo
diplomatico, economico e militare, perfino guerre di aggressione per
conquistare il controllo a lungo termine delle risorse del pianeta e
indebolire ogni possibile rivale. Questi progetti degli anni novanta che
andavano dal mettere da parte le Nazioni Unite a una serie di guerre per
stabilire il predominio statunitense non erano affatto segreti. Quasi tutti
sono stati resi pubblici, alcuni si possono addirittura trovare in rete.
Per molto tempo questi piani sono stati liquidati come frutto delle
fantasie di intellettuali isolati, residui dell'era ultraconservatrice di
Reagan, il più gelido dei guerrieri della guerra fredda, ibernati nei circoli
chiusi dell'accademia e dei gruppi di pressione. Alla Casa Bianca si
respirava un'aria di internazionalismo. Si parlava di associazioni per i
diritti umani universali, di multilateralismo nei rapporti con gli alleati.
Erano in programma trattati sul cambiamento del clima, sul controllo degli
armamenti, sulle mine antipersona e la giustizia internazionale.
"Il nuovo secolo americano" In quest'atmosfera liberale
arrivò, quasi inosservata, la proposta di un gruppo chiamato Progetto per il
nuovo secolo americano (Pnac) che nel 1997 tracciava con forza un piano per
la"leadership globale dell'America". Il 26 gennaio del 1998 l'équipe
del progetto scrisse al presidente Clinton, chiedendo un cambiamento radicale
nei rapporti con le Nazioni Unite, e la fine di Saddam.
Anche se non era chiaro se Saddam stesse costruendo armi di distruzione di
massa, rappresentava, a loro avviso, una minaccia per gli Stati Uniti, per
Israele e per gli stati arabi, e possedeva "una parte consistente delle
riserve di petrolio del mondo". Giustificavano così la loro proposta:
"A breve termine bisogna essere pronti a un'azione militare senza
riguardi per la diplomazia. A lungo termine bisogna disarmare Saddam e il suo
regime. Siamo convinti che, in base alle risoluzioni dell'Onu esistenti, gli
Stati Uniti, hanno il diritto di prendere tutte le iniziative necessarie,
compresa quella di dichiarare guerra, per garantire i loro interessi vitali
nel "La bozza di un'offensiva" Questa lettera poteva restare
a ingiallire negli archivi della Casa Bianca, se non fosse stata così simile
alla bozza di una guerra desiderata a lungo; e poteva essere dimenticata, se
i membri del Pnac non l'avessero firmata. I suoi firmatari oggi fanno tutti
parte dell'amministrazione Bush. Sono: il vicepresidente Dick Cheney; il capo
dello staff di Cheney, Lewis Libby; il Ma prima ancora di questo documento - più di dieci anni fa due sostenitori
della linea dura che appartenevano al gruppo avevano presentato una proposta
di difesa che aveva sollevato scandalo in tutto il mondo quando la notizia
era trapelata attraverso la stampa americana. Il progetto rivelato nel 1992
dal NewYork Times era stato concepito da due uomini che oggi fanno entrambi
parte del governo statunitense: Wolfowitz e Libby.
Sostenevano che la dottrina della deterrenza utilizzata nella guerra
fredda avrebbe dovuto essere sostituita da una nuova strategia globale.
L'obiettivo era perpetuare la situazione in cui gli Stati Uniti sono una
superpotenza nei confronti dell'Europa, della Russia e della Cina. Venivano
suggeriti vari sistemi per scoraggiare eventuali rivali dal mettere in
discussione la leadership americana, o dall'assumere un ruolo più
significativo a livello regionale o globale. Il documento suscitò molta
preoccupazione nelle capitali europee e asiatiche.
Ma la cosa fondamentale secondo il documento di Wolfowitz e Libby, era il
completo predominio americano sull'Eurasia. Qualsiasi paese avesse costituito
una minaccia per gli Stati Uniti entrando in ossesso di armi di distruzione
di massa avrebbe dovuto essere oggetto di un attacco preventivo. Le alleanze
tradizionali avrebbero dovuto essere sostituite da coalizioni ad hoc. Questo
piano di massima del 1992 diventò poi la base di un progetto del Pnac
definito nel settembre del 2000, qualche mese prima dell'inizio Il documento del settembre 2000 (Ricostruire le difese americane) era
dedicato a come "mantenere la superiorità degli Stati Uniti, contrastare
le potenze rivali e modellare il sistema di sicurezza globale in base agli
interessi statunitensi"
"La cavalleria della nuova frontiera" Qualunque cosa accadesse, il Golfo avrebbe dovuto essere sotto il
controllo americano: "Gli Stati Uniti cercano da anni di svolgere un
ruolo sempre crescente nella gestione della sicurezza del Golfo. Il conflitto
non risolto con l'Iraq costituisce un'ovvia giustificazione per la nostra
presenza, ma indipendentemente dal problema del regime iracheno, é necessaria
una forte presenza degli Stati Uniti nel Golfo".
Nel documento le forze americane stazionate nel Golfo vengono indicate
usando un linguaggio da far west come "la cavalleria della nuova
frontiera americana". Perfino i tentativi di imporre la pace, continua
il documento, dovrebbero portare il marchio degli Usa piuttosto che quello
dell'Onu.
Appena ha vinto le sue controverse elezioni e ha preso il posto di
Clinton, il presidente Bush (junior) ha subito inserito i duri del Pnac nella
sua amministrazione. Il suo vecchio sostenitore Richard Perle (che una volta
aveva esposto, all'Hamburg Times, la teoria della "di plomazia della
pistola puntata alla testa") si é trovato a ricoprire un ruolo
fondamentale nella commissione della difesa, che opera in stretta
collaborazione con il capo del Pentagono Rumsfeld.
Con una rapidità da togliere il fiato, il nuovo blocco di potere ha
cominciato ad applicare la strategia del Pnac. Bush ha affossato un trattato
internazionale dopo l'altro, ha messo da parte le Nazioni Unite e ha
cominciato a trattare i suoi alleati come subordinati. Dopo gli attacchi
dell'11 settembre, mentre gli Stati Uniti erano dominati dalla paura e
circolavano le lettere all'antrace, il gabinetto Bush ha deciso che era
giunto il momento di rispolverare i piani del Pnac sull'Iraq.
A soli sei giorni dall'11 settembre, Bush
ha firmato l'ordine di prepararsi alla guerra contro la rete del terrore e i
taliban. Un altro ordine inizialmente segreto era arrivato ai militari, con
istruzioni di preparare la guerra all'Iraq.
"Un fulgido esempio"Naturalmente le accuse secondo cui
l'Iraq sarebbe stato il mandante degli attentatori dell'11 settembre non sono
state mai provate, e nemmeno l'ipotesi che Saddam avesse a che fare con le
lettere all'antrace (é stato dimostrato che provenivano da fonti
dell'esercito statunitense). Ma nonostante questo, Richard Perle ha
dichiarato in un'intervista televisiva Perle considera una priorità degli Stati Uniti deporre il dittatore
"perché simboleggia il disprezzo per i valori occidentali". Ma
Saddam é sempre stato lo stesso, anche quando ha conquistato il potere in
Iraq con il sostegno degli Stati Uniti. A quell'epoca, un funzionario dei
servizi segreti dell'ambasciata americana a Baghdad aveva detto nel suo
rapporto alla Cia: "Lo so che Saddam è un figlio di puttana, ma è il
nostro figlio di puttana" E dopo che gli Stati Uniti lo hanno appoggiato
nella sua guerra contro l'Iran, l'ex direttore della Cia, Robert Gates, ha
detto di non essersi mai fatto illusioni su Saddam.
Il dittatore, sostiene Gates, "non è mai stato un riformatore, né un
democratico solo un comune criminale". Ma il documento del Pnac non
spiega chiaramente perché adesso Washington vuole dichiarare guerra al suo
vecchio socio, anche senza il sostegno dell'Onu.
Ci sono molte prove del fatto che Washington vuole eliminare il regime
iracheno per portare tutto il Medio Oriente sotto la sua sfera di influenza
economica. Bush mette la cosa diversamente: dopo la liberazione, conseguenza
necessaria del mancato rispetto delle leggi internazionali, l'Iraq
"diventerà un fulgido esempio di libertà per gli altri paesi della
regione". Esperti come Udo Steinbach, direttore dell'istituto
tedesco-orientale di Amburgo, hanno dei dubbi sulla buona fede di Bush.
Steinbach descrive la necessità di democratizzare l'Iraq come "una
calcolata distorsione che mira a giustificare la guerra".
"Soprattutto in Iraq", dice Steinbach, "non La cosiddetta guerra preventiva contro l'Iraq che gli ideologi del Pnac
desiderano da tempo, serve anche, a giudizio di Ury Avnery, a dare battaglia
all'Europa e al Giappone.
E' un altro passo verso il predominio degli Stati Uniti sull'Eurasia.
Osserva Avnery: "L'occupazione americana dell'Iraq assicurerebbe agli
Stati Uniti il controllo non solo delle vaste riserve di petrolio del paese,
ma anche di quelle del Caspio e degli stati del Golfo. In questo modo
potrebbero condizionare l'economia di Germania, Francia e Giappone a proprio
piacimento, solo manipolando il prezzo del petrolio. Un prezzo più basso
danneggerebbe la Russia, uno più alto rovinerebbe Germania e Giappone. E' per
questo, che impedire questa guerra é essenziale per gli interessi europei,
oltre che per il profondo desiderio di pace dell'Europa".
"Washington non si é mai fatta scrupoli ad ammettere il suo desiderio
di domare l'Europa", sostiene Avnery. "Per mettere in atto i suoi
piani di dominio del mondo, Bush é pronto a versare enormi quantità di
sangue, purché non si tratti di sangue americano".
"Infatuati della guerra" L'arroganza dei falchi
dell'amministrazione statunitense, e il loro progetto di costringere il mondo
a sottomettersi alle loro decisioni sulla guerra e sulla pace, sconvolge
personaggi come l'esperto di diritto internazionale Hartmut Schiedermair di
Colonia. Lo "zelo da crociati" che porta gli americani a fare certe
dichiarazioni, dice, é "molto inquietante".
Allo stesso modo, Haral Mueller - studioso di problemi della pace critica
da tempo il governo tedesco per aver "continuato a sottovalutare e ad
avallare strategicamente" il drastico cambiamento della politica estera
statunitense dopo il 2001. A suo avviso il programma dell'amministrazione
Bush é evidente: "L'America farà quello che vuole. Rispetterà le leggi
internazionali se le farà comodo e le infrangerà o le ignorerà se sarà
necessario... Gli Stati Uniti vogliono libertà completa, vogliono essere
l'aristocrazia del mondo della politica".
Anche i politici più navigati dei paesi che appoggiano la seconda guerra
del Golfo sono spaventati dai radicali della Casa Bianca. L'anno scorso il
vecchio deputato laburista Tom Dalyell ha attaccato il piano del Pnac alla
Camera dei Comuni: "Questa é robaccia che viene dai pensatoi
dell'estrema destra dove si riuniscono guerrafondai dal cervello di gallina -
gente che non ha mai conosciuto gli orrori della guerra, ma é infatuata della
sua idea". E non ha risparmiato neanche il suo stesso leader, Tony
Blair: "Mi meraviglio che il primo ministro laburista sia pronto a
saltare nelletto di questa banda di pigmei morali"
Anche dall'altra parte dell'Atlantico, a metà febbraio, il senatore
democratico Robert Byrd (che a 86 anni viene chiamato "il padre del
senato") ha detto la sua. Il più vecchio membro dell'assemblea ha
dichiarato che la guerra preventiva voluta dalla destra era "la
distorsione di una vecchia concezione del diritto all'autodifesa" e
"un attacco al diritto internazionale" . La politica di Bush, ha
aggiunto, "potrebbe costituire un punto di svolta nella storia del mondo"
e "gettare le basi dell'antiamericanismo" in buona parte del
pianeta.
Una persona che ha espresso un'opinione inequivocabile sul problema
dell'antiamericanismo e' l'ex presidente Jimmy Carter, che è stato
altrettanto chiaro sul programma del Pnac. All'inizio Bush ha risposto alla
sfida dell'11 settembre in modo efficace e intelligente, sostiene Carter,
"ma nel frattempo, con la scusa della 'guerra al terrorismo', un gruppo
di conservatori ha cercato di far approvare i suoi vecchi progetti".
Le limitazioni dei diritti civili negli Stati Uniti e a Guantanamo,
l'annullamento degli accordi internazionali, "il disprezzo per il resto
del "Questo unilateralismo", avverte l'ex presidente americano,
"finirà per isolare sempre più gli Stati Uniti da quei paesi di cui
hanno bisogno per combattere il terrorismo"
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---- ---- ---- ---- ---- ---- ---- ---- ---- ---- ---- ---- LETTERA DEL PNAC A CLINTON RICOSTRUIRE LE DIFESE AMERICANE GUERRA PREVENTIVA http://www.whitehouse.gov/nsc/nss.pdf ARMI DI DISTRUZIONE DI MASSA www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2003/03_Marzo/27/century.shtml
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