|
Quando Introvigne
odiava le "sètte" e ascoltava gli "apostati"
di Miguel
Martinez
Alleanza Cattolica ha
cambiato radicalmente il proprio punto di vista sulle sètte alla
fine del 1985. È più difficile dire se lo abbia fatto anche
Introvigne, per il semplice motivo che prima dell'anno praticamente non
se ne era mai occupato. Comunque, abbiamo visto come Alleanza Cattolica e Massimo Introvigne siano
praticamente sinonimi: la linea attuale di Alleanza Cattolica sugli "apostati" e l'utilizzo
della parola "sètta" sono uguali a quelli di Introvigne oggi, mentre
nessuno scritto di Introvigne prima del 1985 mostra la minima deviazione
dalla linea di partito; perciò ritengo che possiamo tranquillamente
confrontare gli scritti di Introvigne su questi argomenti oggi con quelli
di altri autori di AC prima del 1985. In ogni caso, esiste un articolo
scritto da Introvigne stesso prima della grande svolta dell'85.
Nel 1985, egli scrisse uno dei suoi primi
saggi su ciò che non avrebbe certamente chiamato allora un "nuovo
movimento religioso", i Testimoni di Geova (I Testimoni di Geova: un
profetismo gnostico in Quaderni di Cristianità, primavera
1985, p. 20 ss.). Il paragrafo che apre questo articolo di ben diciannove
pagine parla da solo:
"Un testimone privilegiato:
Raymond Franz
La letteratura sui Testimoni
di Geova conosce già le opere di testimonianze, spesso inquietanti,
di persone che hanno lasciato la sètta per entrare nella Chiesa
cattolica, come Günther Pape, o in qualche gruppo protestantico, come
William J. Schnell, George Terry, Richard Cotton, John Bevins o William
Cetnar. Il volume Crisis of Conscience di Raymond Franz, pubblicato
negli Stati Uniti nel 1983, offre tuttavia, per la prima volta, la testimonianza
di un membro del Governing Body che, dopo avere fatto parte del Corpo Direttivo
- l'organo supremo di governo dei Testimoni di Geova, che è considerato
il canale stesso di comunicazione tra Dio e il suo popolo -, ha lasciato
la organizzazione e ha assunto un atteggiamento critico nei confronti della
sètta" |
Il termine "sètta" (come il termine
piuttosto offensivo "protestantico") ricorre ancora due volte nel paragrafo
successivo e molte altre volte in tutto il testo. Alla pagina seguente
(p. 21), Introvigne ha parole gentili per ciò che più tardi
avrebbe certamente etichettato come la "storia di atrocità" di un
"nemico professionale":
"Così, il 22 maggio
1980, Raymond Franz si dimette dal Governing Body, di cui aveva fatto parte
per nove anni, e si trova nella necessità di dovere iniziare una
nuova vita, senza esperienze personali e senza titoli di studio, avendo
dedicato tutta la sua precedente esistenza all'attività di Testimone
di Geova a tempo pieno." |
A p. 22, leggiamo addirittura:
"Le vicende personali
di Raymond Franz hanno un interesse che va al di là del caso singolo
dell'autore di Crisis of Conscience, in quanto valgono a mettere
in evidenza lo spirito di sètta che ispira tutta la organizzazione
dei Testimoni di Geova e che spinge a colpire, in modo sistematico e feroce,
chiunque all'interno dissenta, senza che si provi il bisogno di fornire
argomenti o spiegazioni. Si tratta, certamente, di un resoconto di parte;
tuttavia, sulla base dei documenti riprodotti, il lettore con una qualche
esperienza giuridica difficilmente potrà non condividere la conclusione
secondo cui tutti i diritti stanno dalla parte degli accusatori, e
l'accusato non ne ha nessuno" |
Introvigne ci spiega in che cosa consiste
lo "spirito di sètta":
"Il diritto e le attività
processuali interne dei Testimoni di Geova mostrano, al contrario, lo spirito
di sètta nel suo carattere più tipico, che consiste nel rifiutare
spiegazioni ai membri e nell'imporre decisioni prive di motivi e di argomentazioni
razionali" (p. 23) |
Lo spirito di sètta e il totalitarismo
procedono mano nella mano: Introvigne confronta i Testimoni di Geova con
il comunismo e con il nazionalsocialismo:
"Il totalitarismo gnostico
non è meno evidente - come dimostra la organizzazione descritta
'dall'interno' da Raymond Franz - nella sètta dei Testimoni di Geova,
che costituisce nella sua struttura un seminarium e un modello di
organizzazione totalitaria basata su credenze millenaristiche, con la pretesa
di crescere e di imporsi al mondo attraverso il continuo aumento dei 'convertiti'
(p. 38) |
Abbiamo già visto ciò che
Introvigne ha da dire sugli "apostati". Nove anni dopo, Introvigne, scrivendo
nel quotidiano di destra Il Secolo d'Italia (Massimo Introvigne,
"I nuovi movimenti religiosi", Secolo d'Italia, 22 nov. 1996), avrebbe
detto:
"Proprio per il significato
totalmente spregiativo assunto ormai dalla parola 'sètta', sinonimo
nell'opinione pubblica di gruppo socialmente pericoloso, gli studi universitari
sul tema l'hanno largamente abbandonata, sostituendola con le espressioni
più neutre 'nuovo movimento religioso' e 'nuova religione." |
Introvigne ovviamente ha ragione quando
parla dei pericoli di un uso impreciso del termine: nell'epoca precesnuriana,
Cristianità era solita parlare della "sètta comunista"
e persino della "sètta abortista".
Proprio come la versione più recente,
la prima versione di Introvigne non lavorava fuori dall'ambito della propria
organizzazione. Non molto tempo prima dell'attacco di Introvigne alla "sètta
geovista", il numero di marzo-aprile 1984 di Cristianità
dedicò una pagina intera a un incontro, "promosso anche da Alleanza
Cattolica", su "Una presenza settaria in Sicilia: il geovismo", svoltosi
a Palermo.
Introvigne, non essendo ancora un esperto
del settore, non era tra i relatori. Gli "apostati" svolsero un ruolo importante
nel convegno:
"Testimonianze del dolore
per tante vittime del geovismo e senso di liberazione per avere abbandonato
la organizzazione geovistica, sono stati offerti da tre ex appartenenti
alla sètta, i quali, nel soffermarsi sulle proprie personali vicende,
hanno avuto modo di mostrare come siano i più deboli a cadere nelle
trappole costituite da suggestioni psicologiche, da un nuovo manicheismo
e da sentimenti di odio per tutti i non iniziati e, soprattutto, non iniziabili".
("Una presenza settaria
in Sicilia: il geovismo", in Cristianità, marzo-aprile 1984,
p. 8) |
|
In un altro convegno (di nuovo, senza Introvigne)
svoltosi a Massa Carrara nel 1983 "per fare fronte al dilagare della sètta",
AC ha mostrato in che maniera i Testimoni di Geova userebbero la propria
teologia per fini di sfruttamento pratico:
"Un aspetto interessante
della 'prassi' dei Testimoni di Geova è il modo con cui riescono
ad autofinanziare la loro attività propagandistica: avendo sancito
il principio che l'adepto appartiene totalmente all'associazione, sono
riusciti a fondare una organizzazione editoriale, che dispone di manodopera
praticamente gratuita, con evidenti vantaggi quanto al profitto!"
("Un convegno di studi sul
geovismo", in Cristianità, Aprile 1983, p. 12) |
|
Il 25.4.85, come riferiva fieramente Cristianità
nella solita rubrica "la buona battaglia" (Cristianità, maggio
1985, n. 121, p. 13), AC organizzò un incontro a Matera su "Verità
cattolica e la sètta geovista". Tra i relatori, Ernesto Zucchini,
che successivamente sarebbe stato coinvolto nel CESNUR; ma anche
"Le testimonianze portate
da due ex appartenenti alla sètta: il dottor Achille Aveta, che
ha abbandonato qualche anno fa i Testimoni di Geova, in cui era cresciuto
fino da bambino, denunciando in alcuni saggi le falsificazioni dottrinali
e il carattere totalitario della struttura geovistica, e il dottore Walter
Palmieri, il cui intervento ha indicato le difficoltà nel cammino
di ritorno alla verità cattolica per coloro - e sono numerosi -
che abbandonano la sètta" |
Nel pomeriggio, un docente di legge toccò
un aspetto che per Introvigne, solo pochi anni dopo, sarebbe diventato
intoccabile: gli aspetti legali delle regole dei Testimoni di Geova.
Nel numero di giugno-luglio di Cristianità,
AC organizzava ancora incontri che denunciavano le sètte sataniche
("Il demoniaco luogo teologico, fenomeno sociale, categoria storica", a
Torino, 11.6.85; sebbene abiti a Torino, l'articolo non cita Introvigne).
"Il giornalista Gianluigi
Marianini ha esposto i risultati delle sue inchieste sulla inquietante
presenza dei satanisti a Torino […] e ha illustrato l'itinerario
che da circoli astrologici apparentemente innocui, passando attraverso
la magia e lo spiritismo, porta un numero crescente di persone all'incontro
con le sètte sataniche." |
Qualunque lettore degli scritti di Introvigne
riconoscerà subito tutti i segni del "movimento anti-sètte":
"giornalisti a caccia di sensazioni", "confusione tra diversi tipi di nuove
religioni" e "l'abuso del termine sètta", in un solo paragrafo.
Introvigne, evidentemente non ancora un
"esperto" in materia, non era tra i relatori ad alcuno di questi incontri.
Pochi anni dopo Introvigne si sarebbe vantato di essere uno dei pochi esterni
a venire regolarmente invitato ad assistere alle messe nere a Torino (Maria
Grazia Cutuli, "Il diavolo è fra noi", Epoca, 28.9.93).
Non si tratta dell'unica ambiguità
- il sociologo Introvigne difende, forse a ragione, il gruppo di
Rinnovamento dello Spirito dall'accusa di essere un culto (Cristianità,
n. 269, p. 9), mentre sullo stesso numero della stessa rivista, il simpatizzante
Introvigne tiene la relazione introduttiva a un convegno dello stesso
gruppo, intitolata Quando il Figlio dell'Uomo tornerà, troverà
ancora la fede nel mondo?
La situazione era però molto diversa
nel lontano 1977, quando il numero di maggio di Cristianità
dedicò un articolo allo stesso gruppo. L'autore ovviamente non era
ancora Introvigne, ma un certo Pellegrino Costa.
Le virgolette nel titolo dicono tutto:
"Il pentecostalismo 'cattolico' - verso la 'tribalizzazione' della Chiesa?"
(la "tribalizzazione" è un riferimento obliquo alla nozione di Plinio
Corrêa de Oliveira secondo cui la Chiesa latinoamericana sarebbe
oggetto di un processo di "tribalizzazione" da parte di missionari progressisti).
Caratteristicamente, il saggio inizia con le seguenti parole:
"Nella terza edizione
italiana del saggio Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, l'autore,
Plinio Corrêa de Oliveira, indica nel pentecostalismo 'cattolico'
uno dei sintomi della IV Rivoluzione nella Chiesa." |
I pentecostali cattolici vengono confrontati
con una lunga lista di antiche eresie e associati alla cultura della droga
negli Stati Uniti degli anni Sessanta. Infine, sono diabolici:
"Questa, in sintesi,
la dottrina pentecostale: distruggere la ragione e rifiutare la guida della
Chiesa significa, però, cadere preda dell'immaginazione e dell'inganno
diabolico sempre presente. S. Tommaso insegna che il demonio può
agire sull'immaginazione e i sensi esterni dell'uomo, che può operare
prodigi per l'eccellenza della sua natura angelica, e che può indurrre
tenerezze e soavità sensibili per perdere le anime incaute. Certamente
il pentecostalismo, con le sue manifestazioni irrazionali e i suoi atti
di culto superstiziosi, favorisce questa azione del demonio sui suoi aderenti"
(p. 7) |
Evidentemente, c'è stata una enorme
svolta nel pensiero di Introvigne, tra il 1985 e il 1988, quando Introvigne
già sosteneva le stesse teorie complottistiche sul "movimento anti-sètte"
che afferma oggi.
Nota: sul rapporto tra Introvigne e i Testimoni di Geova, si veda anche "La Società Torre di Guardia smercia i libri di Introvigne".
Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori
|
e-mail
Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia |
La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca | Kelebek il blog
|