La T.F.P.
incontra problemi di Miguel Martinez La TFP si considera impegnata in un conflitto mortale con la sinistra. Essa tende quindi a spiegare ogni problema in cui incorre semplicemente come la reazione della "Rivoluzione" contro i suoi eroici oppositori, una nozione che Introvigne ha tradotto nella finzione del "movimento anti-sètte". In realtà, la TFP ha incontrato resistenze soprattutto dai genitori dei membri della TFP, essi stessi solitamente cattolici tradizionalisti, come da cattolici conservatori e tradizionalisti. Questo fatto ha diverse cause. Innanzitutto, fuori dall'America Latina, la TFP conserva ciò che gli anglosassoni chiamano un "profilo basso", oppure opera attraverso organizzazioni di facciata che la sinistra non capisce. I cacciatori di skinhead si rivolgeranno altrove quando incontrano un gruppo come la TFP i cui testi non sono di facile lettura, che si fa notare poco e che è stata fondata da un uomo che durante la guerra simpatizzava per i conservatori inglesi (tanto che durante la guerra delle Malvine l'organizzazione si schierò a favore degli inglesi). La TFP ha sempre visto nel fascismo, con il suo culto ottimista dello Stato e della nazione, una forma deviante del "socialismo rivoluzionario". Inoltre, la TFP si colloca in realtà molto più a destra di ogni altra organizzazione di destra. Qualunque siano i sentimenti reconditi delle persone, non conosco alcun'altra organizzazione di destra che affermi pubblicamente che i ricchi sono migliori dei poveri. Anche i cattolici tradizionalisti più estremisti tendono a incolpare la "massoneria internazionale" o "la mafia delle banche" per il mondo moderno, mentre la TFP accusa direttamente i riottosi poveri, a cui contrappone il proprio "destrismo". Il terzo motivo è di ordine dottrinale. I cattolici tradizionalisti hanno problemi con la Chiesa "ufficiale" a cause delle sue presunte deviazioni dottrinali; ma la TFP è interessata unicamente a combattere la riforma agraria, non alla dottrina, motivo per cui ha potuto accettare il Concilio Vaticano II e la riforma liturgica. In fondo, il Papa aveva più divisioni di Monsignor Lefèbvre. Inoltre, la negazione di un ruolo in futuro
per il sacerdozio, e l'esclusione nel presente da tutti gli aspetti più
segreti del gruppo, hanno portato Monsignor Castro de Mayer, per decenni
il patrono di Plinio tra i vescovi brasiliani, a dichiarare:
Il grado di deviazione dottrinale della TFP emerge anche dal seguente documento. Chiedo scusa ai lettori cattolici per averlo inserito, perché suona molto come alcune delle più volgari canzoni che gli anticlericali dell'Ottocento erano soliti cantare dopo una bella bevuta. Questo "inno" però non ha intenti satirici: una parodia di uno degli inni alla Vergine della tradizione cattolica, esso è dedicato a Dona Lucilia, la madre di Plinio Corrêa de Oliveira:
L'affermazione più straordinaria è anche quella più oscura, "Madre del Principio Assiologico" - un principio che non richiede alcun altro principio precedente a sé, e quindi Dio stesso. L'inno è diventato di dominio pubblico
grazie al prof. Orlando Fedeli, membro della TFP da oltre trent'anni, che
lo aveva sottoposto per un parere a Mons. Antonio de Castro Mayer. Si comincia
a capire dove affonda le radici l'antipatia che Introvigne prova verso
gli "apostati". La TFP non ha negato l'esistenza dell'inno, limitandosi
a far ricadere la colpa su alcuni seguaci troppo zelanti ma nel contempo
sostenendone l'ortodossia (Carlo Alberto Agnoli e Paolo Taufer, TFP:
la maschera e il volto, Ed. Adveniat, S.Giustina di Rimini, s.d., p.
17 ss). Gettare la colpa sui ragazzi è una vecchia pratica in un
certo tipo di organizzazione. La versione ufficiale attuale ci viene presentata
da Roberto de Mattei nella sua agiografia del Dottor Plinio (Roberto de
Mattei, Il crociato del secolo XX: Plinio Corrêa de Oliveira,
Piemme, Casale Monferrato, 1996, p. 249):
Stranamente, questo inno di adolescenti brasiliani sembra aver attraversato l'oceano, visto che veniva certamente usato in Francia nei primi anni Ottanta, mentre un ex-membro del Centro Lepanto mi ha detto che si usava anche in Italia in alcune affiliate della TFP ancora agli inizi degli anni Novanta. Quando tutto il resto fallisce, i simpatizzanti della TFP che scoprono questo inno e altre pratiche bizzarre vengono informati che "in America latina fanno le cose diversamente", uno stratagemma molto amato anche dal mio gruppo, Nuova Acropoli, anch'esso di provenienza latinoamericana. Se la madre di Plinio è la Vergine
Lucilia, anche suo figlio deve essere assai speciale. Quanto speciale lo
mostra un episodio straordinario, che difficilmente può essere attribuito
ad adolescenti troppo zelanti, visto che si basa su un'affermazione fatta
dallo stesso Plinio, ripetuta in molte opere su di lui e - come al solito
- raccontato con orgoglio su Cristianità ("In memoriam: Plinio
Corrêa de Oliveira", nov.-dic. 1995, p. 6):
È stata la natura teologicamente
altamente sospetta del gruppo, più che le sue caratteristiche politiche,
a condurre alla sua condanna da parte dell'assemblea dei vescovi brasiliani:
I termini "culto" o "sètta", con il loro duplice valore di "comportamento religioso deviante rispetto a una religione istituita" e di "gruppo totalitario chiuso", sono certamente ambigui. Ma questa condanna della TFP ci mostra perché l'organizzazione sia stata considerata da alcuni una "sètta" nella prima accezione del termine; e quindi perché questa organizzazione si sia interessata alla questione delle "sètte" proprio nel 1985, cioè esattamente quando Introvigne ha iniziato a interessarsene. Ex-membri della TFP hanno scritto che Plinio
era ben cosciente di questa associazione di idee. Riferendosi all'accusa
che la TFP fosse una sètta, egli soleva dire loro:
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