"TUTTO FUMO e niente arrosto"


Risposta al Comunicato Stampa del CESNUR del 22.4.1998.

Alberto Amitrani e Raffaella Di Marzio, dalla sede romana del G.R.I.S.

Aprile 1998. 



Riteniamo opportuno fare alcune osservazioni su quanto affermato nel Comunicato stampa del CESNUR del 22 aprile 1998 intitolato "Carta canta e villan dorme" 

Innanzitutto le "gravi accuse" di cui si parla nel Comunicato stampa non riguardavano l’opinione di M. Introvigne, PierLuigi Zoccatelli e James Gordon Melton (quest’ultimo in realtà è stato citato solo per non averci inviato il fax "promessoci" in email sia l’8 Gennaio che il 4 Febbraio 1998) in materia di "lavaggio del cervello". Se questi autori negano l’esistenza del "lavaggio del cervello" nei Nuovi Movimenti Religiosi sono liberissimi di farlo e alle loro idee va tutto il nostro rispetto, anche se non le condividiamo. In democrazia e in un dibattito scientifico, chiunque è libero di esprimere e propagandare il proprio punto di vista.  

Riguardo all’espressione "esperti" messa tra virgolette, non è da intendersi come un’offesa e siamo dispiaciuti per essere stati fraintesi. I personaggi dei quali abbiamo citato gli articoli e le interviste sono generalmente riconosciuti come esperti nel campo dei Nuovi Movimenti Religiosi. Ciò che intendevamo (con l’uso delle virgolette) era che, nel caso specifico che stavamo esaminando - cioè la citazione ed interpretazione del "Memo to the DIMPAC Committee" - gli autori citati non si erano affatto dimostrati esperti poiché avevano compiuto una ingenuità (c’è sempre il "curioso" che va a controllare le fonti!) : i veri esperti, infatti, citano sempre riportando completamente il pensiero della fonte citata. Riguardo a questo nessuno finora ci ha smentito per il semplice fatto che le cose stanno effettivamente così.  

Quando l’"anonimo" estensore del Comunicato stampa del CESNUR allude a "volgari attacchi personali" ricevuti durante una trasmissione radiofonica, ignoriamo a cosa si riferisca (se si riferisce alla trasmissione di Radio Maria del 28/3/98 alla quale ha partecipato, tra gli altri, Raffaella Di Marzio invitiamo a riascoltarla più attentamente, perché da parte di chi scrive non è stato lanciato nessun attacco personale). Ignoriamo ugualmente a cosa si riferisca quando allude a "villanie scritte", (quali sarebbero queste villanie?) e a persone che sarebbero afflitte da "problemi psicologici personali" (se l’ultima citazione si riferisce a noi non possiamo che complimentarci con l'"anonimo" estensore : evidentemente ha scoperto un nuovo metodo per la diagnosi a distanza senza nemmeno conoscere personalmente i pazienti ... peccato che siffatte diagnosi non vengano accettate né dagli studiosi né dai tribunali). Forse c’è stata un po’ di confusione al momento di stilare la risposta : gli occhi di chi scriveva saranno caduti su espressioni come "grazie all’acume", "epigoni improvvisati", "villani che dormono" etc ... ma questi "volgari attacchi personali" non son cose scritte da noi : il mittente è proprio il solito "anonimo"!  

All'affermazione che "il CESNUR si è finora astenuto dall’attaccare il GRIS" e all'accusa dello "scivolamento di persone e ambienti del GRIS verso posizioni anti-sette", non spetta a noi rispondere.  

Riguardo, invece, all’accusa rivolta a noi di aver ricevuto "la patente dalla motorizzazione anti-sette" (che adesso dovrebbe anche ritirarcela), conferma ciò che abbiamo detto nell’articolo, e cioè l’esitenza di un clima aggressivo ed intollerante che si è creato in un certo "mondo accademico" riguardo a questi temi, clima che non giova affatto ad una sana ed equilibrata ricerca. In questo clima, per il solo fatto di voler puntualizzare il reale contenuto di un documento, senza neanche affrontare il tema del "lavaggio del cervello", come abbiamo fatto noi, siamo stati "bollati" di "scivolamento verso posizioni anti-sette". Chi assume questo atteggiamento dimostra di avere un punto di vista "limitato", secondo il quale bisogna attaccare necessariamente e sempre chi afferma la possibilità dell’esistenza di tecniche di manipolazione all’interno di alcuni gruppi. Tecniche che possono danneggiare le persone, psicologicamente, materialmente e spiritualmente. A chi ragiona in questo modo sembra impossibile conciliare l’affermazione dell’esistenza di manipolazione all’interno di certi gruppi con il rispetto per la libertà di religione. Noi non la pensiamo così. Abbiamo il massimo rispetto per la libertà religiosa, proprio perché siamo credenti. Ciò non toglie che all’interno di certe organizzazioni che si definiscono "religiose" vengano violati i diritti umani. Non possiamo ignorare questa realtà, non possiamo non "denunciarla". Se non lo facessimo in qualche modo ci sembrerebbe di avallarla, e ci renderemmo colpevoli di una grave omissione. Le accuse di essere scivolati su "posizioni anti-sette", peraltro assolutamente gratuite, nascondono forse l’affanno di chi non è in grado di replicare a contestazioni documentate e precise?  

Ringraziamo, inoltre, chi ci ha apostrofati con l'appellativo di "epigoni" in quanto la parola, nell’uso comune, significa "discendenti e continuatori" (anche se può avere un’accezione dispregiativa) e nella mitologia greca indica i figli dei sette eroi che avevano assalito Tebe. Dopo la morte dei padri essi mossero nuovamente contro la città e la distrussero (cfr. UTET, Grande Dizionario Enciclopedico, n. VII, Torino, 1968, p. 116). Accettiamo quindi l’appellativo svuotandolo, comunque, di qualsiasi riferimento ad "assalti". Non siamo, infatti, contro nessuno e non dobbiamo espugnare nessuna "città" (le nostre posizioni non sono e non potranno essere mai "contro" qualcuno ma sempre a "favore" della persona umana).  

Sorvoliamo sulle affermazioni avulse dal contesto riferite all’articolo di B. Zablocki The Blacklisting of a Concept: The Strange History of the Brainwashing Conjecture in the Sociology of Religion al quale l’"anonimo" fa dire quello che vuole, senza rispetto (a nostro avviso) per l’idea dell’autore. Il Prof. Zablocki non ha bisogno di difensori d’ufficio; lasciamo, perciò, a lui il compito di difendere il suo articolo da interpretazioni perlomeno dubbie. Phillip C. Lucas, della Stetson University, General Editor di Nova Religio , persona evidentemente di mente aperta e rispettosa del libero dibattito scientifico, ha auspicato che in questa nuova rivista possa finalmente realizzarsi quel dialogo tra le diverse posizioni così necessario in questo campo.  

Non ci convince, invece, l’affermazione secondo la quale B. Zablocki sarebbe "uno dei quattro studiosi di scienze sociali della religione ... che sostengono, in diversa forma, la teoria del lavaggio del cervello". Dove sono stati reperiti questi dati? Esiste un censimento pubblicato dal CESNUR nel quale ad ogni singolo sociologo della religione (nel mondo) è stato chiesto di dichiarare ufficialmente (magari per iscritto) il proprio parere? La percentuale di "quattro ... su diverse migliaia" nasce da fatti o solo dall’opinione di chi scrive? A dispetto di quanto viene detto, gli studiosi seri che investigano sul tema della riforma del pensiero nei Nuovi Movimenti Religiosi ci sono : ed il fatto che qualcuno cerchi di negarlo è segno che questa faccenda "scotta", che non se ne vuole neanche parlare. Una cosa infatti è dire: "Non sono d’accordo con te", un’altra è dire "Tu non esisti e nemmeno le tue idee". Sembra che l’"anonimo" estensore definisca come "comunità scientifica" solo quegli studiosi che si accordano con le sue posizioni, e questo non corrisponde alla realtà. Prova ne è il fatto che psicologi, psichiatri, sociologi non del tutto contrari o favorevoli in qualche modo all’esistenza di tecniche di manipolazione mentale all’interno dei Nuovi Movimenti Religiosi, sono chiamati, come quelli di posizione avversa, ad intervenire a Congressi o a scrivere su pubblicazioni scientifiche promosse, tra gli altri, anche dall’ APA.  

Per questi e per altri motivi non concordiamo con l'affermazione secondo la quale "La tesi ... del lavaggio del cervello, applicata ai nuovi movimenti religiosi, è una nozione mitologica ...". Forse lo sarà per qualcuno, ma questo qualcuno non ha il diritto di arrogarsi il compito di rappresentare tutti gli studiosi o tutti i sociologi del mondo.  

Siamo coscienti del fatto che non si può applicare la teoria del "lavaggio del cervello", così come è stata originariamente formulata, all’ambito dei Nuovi Movimenti Religiosi. La coercizione fisica non può essere paragonata nei suoi effetti a quella psicologica, così come non si può generalizzare ed accusare tutti i gruppi di utilizzare tecniche del genere. Conosciamo la teoria moderata di Zablocki e la riteniamo interessante, così come riconosciamo una certa validità anche agli studi di M. Singer e R. Ofshe, anche se essi appaiono in parte influenzati dal clima "rovente" degli anni in cui furono elaborati. In quanto alla presunta invalidità scientifica della ipotesi moderata di Zablocki rimandiamo alla lettura di Nova Religio 

Ma veniamo alla questione principale che avevamo posto : nel Comunicato stampa viene rigettata l’accusa di aver citato il "Memo to the Dimpac Committee" a sproposito facendogli dire quello che non dice. Poiché tale rigetto non poteva basarsi su questo testo, ormai finalmente pubblicato sul Sito Web del GRIS e solo successivamente sul Sito Web del CESNUR (meglio tardi che mai!) allora si è preferito cambiare discorso e dirottare l’attenzione su un avvenimento che non è pertinente. Quando un alunno svolge un tema non rispettando il titolo dato dall’insegnante, quest’ultimo dà un giudizio negativo poiché non ci può essere errore più grave, che "andare fuori tema" anche se il contenuto dello scritto può essere, a prima vista, "affascinante". Noi pensiamo analogamente che il Comunicato stampa del CESNUR sia decisamente fuori tema. L'autore, infatti, non ha risposto alle nostre contestazioni documentate semplicemente perché non poteva rispondere, se non ammettendo che avevamo ed abbiamo ragione.  

E come ha scantonato per gettare un po’ di fumo negli occhi dei lettori?  

Tirando fuori un paio di sentenze di tribunali americani : "Fortunatamente - ma sfortunatamente per Amitrani e Di Marzio - il problema del significato del documento dell’APA è già stato sviscerato e risolto in un luogo appropriato: in tribunale". E’ proprio su questo che non siamo d’accordo : da quando i tribunali sono "luoghi appropriati" per dirimere questioni scientifiche controverse oppure per decidere il significato di un documento scientifico? Se fosse così allora potremmo chiudere le Università e andare a lezione di sociologia e psicologia nei tribunali. Perché istituire Centri di Studio sulle Nuove Religioni oppure Centri di ricerca? Se i giudici possono, con le loro sentenze, risolvere queste questioni, allora si potrebbero risparmiare molti miliardi, quelli che servono a finanziare le ricerche, a pagare gli insegnanti, etc ... . Ci sembra evidente il fatto che l’"anonimo" confonde il piano della giurisprudenza con quello della scienza 

Non ignoravamo affatto i casi " Molko" e "Fishman". Non li abbiamo menzionati perché non erano pertinenti al nocciolo della questione. Ma, visto che l’"anonimo" ne fa menzione, puntualizziamo alcuni aspetti. E’ vero che "La causa si è risolta quindi in un accanito dibattito sul memorandum 1987 e sulla posizione dell’APA in generale (nonché su problemi paralleli relativi all’ASA)". Siamo d’accordo che "La posta in gioco era enorme e il problema fu analizzato per mesi". Ma questo non sposta di una virgola ciò che abbiamo affermato, anzi lo conferma. Infatti, se nel Memo, come afferma Introvigne nell’articolo Ma il cattolico non va alla setta su Avvenire del 2/01/97, "...fin dal 1987 l’American Psychological Association ha dichiarato ufficialmente che le teorie del "lavaggio del cervello"- di prima o di seconda generazione- applicate a movimenti religiosi non sono scientifiche..." , allora che bisogno c’era di analizzare il problema per mesi o di fare sul Memo "un accanito dibattito"? Tutte queste difficoltà nascevano proprio dal fatto che quel Memo non era affatto un documento ufficiale e definitivo sulle teorie del "lavaggio del cervello", non era affatto risolutivo della questione, ma la lasciava ancora aperta, come abbiamo ampiamente dimostrato nel nostro articolo.  

Il caso Fishman, poi, va inquadrato nel suo contesto. Il giudice Jensen era chiamato a dare un giudizio sulla possibilità di accettare la testimonianza di due studiosi che affermavano la possibilità che l’imputato "... nel momento in cui agiva non era responsabile ...". Il suo giudizio finale non fu certo sulla validità scientifica delle teorie in questione ma sulla accettabilità o meno dei testimoni. Per maggiore completezza ci sembra opportuno citare una frase (in traduzione italiana) che non compare nel testo citato e che lo precede : "Sebbene la documentazione prodotta davanti alla Corte sia completata con dichiarazioni, affidavit e lettere provenienti da stimabili psicologi e sociologi che concordano con le teorie della riforma del pensiero propugnate dalla Dott.ssa Singer e dal Dott. Ofshe, il governo ha presentato un ugual numero di dichiarazioni, affidavit e lettere provenienti da stimabili psicologi e sociologi che non sono d’accordo con le loro teorie ...". Il giudice prosegue, poi, con la parte in cui rifà la storia del caso APA e conclude dicendo : " Nel migliore dei casi la documentazione stabilisce che psichiatri, psicologi e sociologi sono in disaccordo sul fatto che ci sia o no un accordo riguardo alla tesi Singer-Ofshe. La corte perciò esclude i testimoni offerti dalla difesa" (l'evidenziazione è nostra e non è casuale). In una situazione così incerta il giudizio non poteva essere che "Salomonico" 

In modo simile, nella decisione presa dal giudice della Suprema Corte della California, Mosk, nel caso "Molko and Leal vs. The Holy Spirit Association", dopo aver preso atto che alcuni studiosi erano a favore ed altri contrari alle teorie del "lavaggio del cervello", si diceva che "Noi non dobbiamo risolvere la controversia ..." (We need not resolve the controversy ...). Il giudice cioè sapeva che il suo compito non era quello di decidere quale fosse la posizione scientifica corretta, ma solo quello di emettere una sentenza di assoluzione o di condanna nei confronti dell’Associazione in questione.  

Anche la decisione del giudice Jensen nel caso Fishman, come si può evincere da testo e contesto, venne presa in un clima di grande incertezza. Egli ha ritenuto opportuno decidere in detta direzione perché ha dovuto tener conto di molti fattori. Non ci sogneremmo mai di riferirci al giudice Jensen come "giudice" tra virgolette, né definire la Corte Distrettuale degli Stati Uniti del Distretto Nord della California come "una manica di bugiardi" (non è nel nostro stile). I giudici fanno il loro lavoro ma noi tutti sappiamo che a volte una sentenza viene ribaltata, o persone innocenti vengono condannate, magari per errori non intenzionali. Il fatto è che un giudice non è Dio, e perciò dobbiamo accettare che sia fallibile, così come qualsiasi altro essere umano.  

Non saranno, perciò, le sentenze a farci cambiare opinione, e, sfortunatamente per l’autore del Comunicato stampa del CESNUR, non siamo come il povero Renzo, intimoriti di fronte al Dott. Azzeccagarbugli e non ci faremo mettere alla porta facilmente. In realtà non sarà seppellendoci di "grida" o di frasi in latino che egli potrà confutare le affermazioni da noi fatte sul Memo 

Le stesse parole del giudice mostrano chiaramente come il clima in cui si svolsero i processi menzionati non fu dei più sereni. Il fatto che sia l’APA che l’ASA prima presentarono l’Amicus brief (che negava completamente l’esistenza del lavaggio del cervello) alla Suprema Corte e poi lo ritirarono è segno chiaro che quel documento non rispettava l’opinione di tutti gli studiosi appartenenti alle due organizzazioni. Sembra, piuttosto, un "colpo di mano" fatto da una fazione che aveva fretta (come l’"anonimo") di chiudere definitivamente la faccenda 

Un segno positivo del ritorno a dispute più miti e ad una certa disponibilità ad affrontare questa questione con equilibrio viene, come dice Zablocki nel suo articolo The Blacklisting of a Concept: The Strange History of the Brainwashing Conjecture in the Sociology of Religion a p. 114, dalla Società per lo Studio Scientifico della Religione (SSSR) che, in un meeting del Novembre 1990, passò ad una risoluzione più moderata. Eccone la traduzione italiana : "Questa Associazione considera che non ci sono sufficienti ricerche per permettere a informati e responsabili studiosi di raggiungere un consenso sulla natura e gli effetti della coercizione e controllo non fisico. Essa inoltre afferma che non si possono automaticamente paragonare le tecniche usate nel processo di coercizione e controllo fisico con la coercizione e il controllo non fisico. In aggiunta alle rassegne critiche di cui siamo a conoscenza è necessaria una ulteriore ricerca appropriata per dare la possibilità agli studiosi di raggiungere il consenso su questa questione".  

Un’ultima osservazione : avremmo preferito, nella nostra risposta, riferirci a persone qualificate con tanto di nome e cognome, così come noi stessi abbiamo fatto e facciamo. Sarebbe stato, questo, un segno concreto di rispetto per quelle persone che, anche se non "esperti di notorietà internazionale ... i cui scritti ... affollano le biblioteche e le riviste scientifiche internazionali ...", restano, fino a prova contraria, degli esseri umani (dotati oltretutto dei titoli specifici necessari per trattare questi temi) e tuttavia guardati dall'alto in basso con frettolosa sufficienza. Dal canto nostro, non possiamo che sottolineare come a volte non serva essere dei "Golia" per raggiungere l’obiettivo, anzi potrebbe addirittura divenire un ostacolo (cfr. 1 Sam 17,49-50).  

Se il tono del dibattito è scaduto (ed è questo l’unico punto che ci trova concordi con il Comunicato stampa) non lo si può certo imputare alla nostra responsabilità.  

Suggeriamo anche noi, rispettosamente, per il futuro, di utilizzare in maniera più costruttiva il "breve" tempo che ci viene dato in questa vita per cose più utili, e non per una "sterile" polemica.  

In tal modo noi potremmo occuparci maggiormente delle persone, che in definitiva sono l’unica vera preoccupazione che ci spinge a spendere quotidianamente la vita al servizio dei nostri fratelli, e l’"anonimo" estensore del Comunicato stampa del CESNUR potrebbe spendere le sue energie (in modo a nostro avviso più utile) per ricercare un dialogo finalmente sereno e aperto verso posizioni "diverse" dalle sue. 


Copyright © 1998 - E' vietato riprodurre questo articolo
o parti di esso senza il consenso esplicito degli autori
  
  



IN ITALIANO 
  

American 
Psychological 
Association 

 
 
11 Maggio, 1987
  

MEMORANDUM 
  

A: Membri della Task Force on Deceptive and Indirect Methods of Persuasion and Control (DIMPAC) 

DA: Board of Social and Ethical Responsibility for Psychology (BSERP) 

OGGETTO: Rapporto Finale della Task Force 


Il BSERP ringrazia la Task Force on Deceptive and Indirect Methods of Persuasion and Control per il suo servizio, ma è impossibilitata ad accettare il rapporto della Task Force. In generale, il rapporto manca di rigore scientifico e dell'imparziale approccio critico necessario per la convalida dell'APA. 

Il rapporto è stato attentamente esaminato da due esperti esterni e due membri del BSERP. Questi hanno concordato in maniera indipendente sull'esistenza  nel rapporto di significative deficienze. Le analisi sono state accluse per vostra informazione. 

Il BSERP avverte i membri della Task Force di non usare i compiti che sono stati loro assegnati in passato per significare supporto o approvazione del BSERP o dell'APA sulle posizioni sostenute nel rapporto. Il BSERP richiede ai membri della Task Force di non distribuire o pubblicizzare il rapporto senza indicare che è risultato inaccettabile per il BSERP. 

In conclusione, dopo attenta considerazione, il BSERP non ritiene di avere informazione sufficiente per prendere una posizione su questa questione. 

Il BSERP apprezza la difficoltà che ha richiesto produrre un rapporto su un argomento così complesso e controverso, e di nuovo ringrazia i membri della Task Force per i loro sforzi. 

Allegato. 
  
  

4200 Seventeenth St. N.W. 
Washington, D.C. 20036 
(202) 955-7600 

  



IN INGLESE 
  

American 
Psychological 
Association 

 
 
May 11, 1987
  

MEMORANDUM 
  

TO: Members of the Task Force on Deceptive and Indirect Methods of Persuasion and Control (DIMPAC) 

FROM: Board of Social and Ethical Responsibility for Psychology (BSERP) 

SUBJECT: Final Report of the Task Force 


BSERP thanks the Task Force on Deceptive and Indirect Methods of Persuasion and Control for its service but is unable to accept the report of the Task Force. In general, the report lacks the scientific rigor and evenhanded critical approach necessary for APA imprimatur. 

The report was carefully reviewed by two external experts and two members of the Board. They independently agreed on the significant deficiencies in the report. The reviews are enclosed for your information. 

The Board cautions the Task Force members against using their past appointment to imply BSERP or APA support or approval of the positions advocated in the report. BSERP requests that Task Force members not distribute or publicize the report without indicating that the report was unacceptable to the Board. 

Finally, after much consideration, BSERP does not believe that we have sufficient information available to guide us in taking a position on this issue. 

The Board appreciates the difficulty in producing a report in this complex and controversial area, and again thanks the members of the Task Force for their efforts. 
  

Enclosure 
  
  

4200 Seventeenth St. N.W. 
Washington, D.C. 20036 
(202) 955-7600 




Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione
Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori



e-mail


Visitate anche il blog di Kelebek

Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia | La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca | Kelebek il blog