"Carta canta e villan dorme"



L'anonimo Comunicato Stampa del CESNUR a proposito di una controversia sul "lavaggio del cervello" emesso il 22 Aprile 1998. Questo documento, originariamente pubblicato sul sito ufficiale del CESNUR, il 29 Agosto, misteriosamente, è scomparso senza lasciare traccia... 
 

1. Sulla pagina Web del GRIS (Gruppo di ricerca e di informazione sulle Sette) è apparso un articolo a firma di Alberto Amitrani e Raffaella Di Marzio dal titolo Il "lavaggio del cervello" nei nuovi movimenti religiosi: precisazioni. L'articolo muove una serie di gravi accuse al CESNUR e agli "esperti" (la parola è sempre scritta tra virgolette) che negano l'ipotesi del lavaggio del cervello, tra cui vengono citati Massimo Introvigne, J. Gordon Melton e PierLuigi Zoccatelli. L'accusa principale - anzi unica - è quella di avere "strumentalizzato" una "breve lettera di importanza relativa" dell'American Psychological Association (APA) dell'11 maggio 1987, rappresentando falsamente questo documento come una sconfessione delle teorie del lavaggio del cervello da parte dell'autorevole associazione americana, mentre si tratterebbe semplicemente di una presa di posizione interlocutoria e neutrale. Secondo i due autori del GRIS, "la verità è dunque questa ed è molto diversa da quella che ci è stata presentata: l'APA (...) non ha preso nessuna posizione chiara ed ufficiale riguardo alle teorie della riforma del pensiero e del controllo mentale applicate ai nuovi movimenti religiosi". Ora, grazie all'acume dei due esponenti del GRIS (non senza un piccolo aiuto, riconosciuto e dichiarato, di uno fra i più noti esponenti del movimento anti-sette americano, Michael Langone, e del professor Benjamin Zablocki, impegnato in una serrata polemica con studiosi che fanno parte del CESNUR sulle colonne della rivista Nova Religio), la "verità" è stata "scoperta" : "ciò che conta non è più la 'patente di esperto', ma è la documentazione che fa la differenza!". Simili accuse di falso sono state ripetute in una trasmissione radiofonica, con volgari attacchi personali su cui la carità impone di sorvolare. 

2. Come i frequentatori delle iniziative del CESNUR sanno, il CESNUR si è finora astenuto dall'attaccare il GRIS (mentre è intervenuto spesso su altri movimenti consimili) e ha sopportato, con la pazienza che si raccomanda di esercitare nei confronti delle persone moleste, anche un certo numero di attacchi personali e associativi, sia per la stima e l'affetto che chi dirige il CESNUR porta al fondatore del GRIS, Monsignor Giovanni Marinelli, sia perché del GRIS fanno parte, con altri, molte degne persone che svolgono un servizio disinteressato e utile a favore della Chiesa e della società. Le villanie scritte e radiofoniche, da sole, non giustificherebbero una modifica di questo atteggiamento, e attengono del resto piuttosto a problemi psicologici personali di chi se ne rende responsabile, problemi a cui il CESNUR è scarsamente interessato. Anche l'accusa generica di essere pseudo-esperti, o "esperti" fra virgolette, venendo da "esperti" di notorietà internazionale così vasta come Alberto Amitrani e Raffaella Di Marzio - i cui scritti, come è noto, affollano le biblioteche e le riviste scientifiche internazionali - non meriterebbe, di suo, di essere presa in considerazione. Lo scivolamento di persone e ambienti del GRIS verso posizioni anti-sette, particolarmente su un tema delicato e pericoloso come quello del lavaggio del cervello, solleva certo problemi più gravi, che il CESNUR ha tuttavia preferito affrontare discutendo le tesi dei protagonisti originari di questo dibattito piuttosto che le ripetizioni, spesso neppure precise, di epigoni improvvisati. Viceversa, l'accusa di manipolare documenti e di nascondere la "verità" giustifica qualche breve nota che - ferma la stima per molte delle persone che fanno parte del GRIS - cade semplicemente sotto la voce della legittima difesa. 

3. Cominciamo da una nota secondaria, ma non priva di interesse. Gli autori citano l'articolo del professor Benjamin Zablocki "The Blacklisting of a Concept: The Strange History of the Brainwashing Conjecture in the Sociology of Religion", pubblicato sul n. 1, anno I, di Nova Religio alle pagine 96-121. Il professor Zablocki (insieme al professor Stephen Kent , al professor Benjamin Beth-Hallahmi e al dottor Richard Ofshe) è uno dei quattro studiosi di scienze sociali della religione - su diverse migliaia che si sono occupati di nuovi movimenti religiosi - che sostengono, in diversa forma, la teoria del lavaggio del cervello. L'articolo, a leggerlo nel suo testo e nel suo contesto, costituisce già di per sé una smentita delle tesi di Alberto Amitrani e Raffaella Di Marzio. Infatti: 

a. Zablocki lamenta che i sostenitori della teoria del lavaggio del cervello sono stati "diffamati, ridicolizzati o ignorati" da una "agguerrita maggioranza" dei "sociologi della religione" (p. 107). Chi continua a sostenere le teorie del lavaggio del cervello o della manipolazione mentale, afferma Zablocki, si sente parte, a ragione, di "an ignored or ridiculed minority " (una minoranza ignorata o messa in ridicolo: p. 108). Zablocki si rende ben conto che le sue teorie sono quelle di una piccolissima minoranza, a suo avviso "ridicolizzata" e "diffamata". La tesi secondo cui quella del lavaggio del cervello, applicata ai nuovi movimenti religiosi, è una nozione mitologica non è dunque, come scrivono i due esponenti del GRIS, una "corrente di pensiero ... che si contrappone ad una visione diversa del problema sostenuta da altri studiosi". E' - almeno nel mondo anglosassone (e trascurando una certa psichiatria di provincia italiana o francese, che fa parte delle "seconde file" del dibattito) - una posizione talmente maggioritaria che la minoranza grida alla "lista nera" e alla "persecuzione". L'articolo di Zablocki, quindi, conferma quello che gli scritti di esponenti del CESNUR criticati da Amitrani e Di Marzio affermano, cioè che negli ambienti scientifici di lingua inglese le teorie del lavaggio del cervello sono in effetti "diffamate, ridicolizzate o ignorate" dalla stragrande maggioranza degli studiosi. Perché gli studiosi ridicolizzano o perseguitano queste teorie è oggetto di ipotesi maliziose da parte di Zablocki ,e verrà dibattuto sul numero 3 di Nova Religio, di prossima pubblicazione, in un simposio che sarà introdotto da Timothy Miller con un lead article di Massimo Introvigne. 

b. La persecuzione non deve essere poi così terribile se lo scritto di Zablocki viene ospitato da Nova Religio, rivista nel cui comitato scientifico figurano tra gli altri (in ordine alfabetico) Eileen Barker, Massimo Introvigne, J. Gordon Melton, tutti membri anche del consiglio di amministrazione del CESNUR. Per completezza, suggeriamo agli amici del GRIS di leggere anche sul numero 2 (aprile 1998) di Nova Religio la seconda parte dell'articolo di Zablocki (pp. 216-249), la risposta a Zablocki di David G. Bromley (pp. 250-266) e la contro-risposta di Zablocki (pp. 267-271: come si vede i "persecutori" sono così cattivi da lasciare a Zablocki l'ultima parola). Scopriranno da questo dibattito che Zablocki non condivide in realtà le teorie "crude" del lavaggio del cervello come spiegazione della conversione ai nuovi movimenti religiosi, ma propone una nuova teoria "moderata" secondo cui l'ipotesi del lavaggio del cervello non pretende affatto di spiegare perché si entra nei nuovi movimenti religiosi ma solo perché ci si rimane, in quanto alcuni nuovi movimenti religiosi sono particolarmente abili nel processo di massimizzazione dei costi di uscita. Anche questa teoria "moderata", come spiega Bromley nella sua risposta, è ampiamente criticabile e smentita da numerose analisi di tipo empirico. Comunque, la teoria "moderata" è diversa dalla teoria "tradizionale" della manipolazione mentale (i cui "padri" sono Louis J. West, Margaret Singer e Richard Ofshe, che infatti Zablocki critica) sostenuta dai movimenti anti-sette, particolarmente in Europa 

3. Veniamo all'accusa più grave, secondo cui gli studiosi del CESNUR avrebbero manipolato il memorandum del 1987 dell'APA e rappresentato in modo falso la posizione dell'APA in generale. Sul significato del memorandum dell'APA si potrebbe discutere a lungo. Per esempio, Amitrani e Di Marzio lasciano intendere che l'APA e Margaret Singer (l'esponente del movimento anti-sette le cui teorie venivano criticate nel memorandum del 1987) si siano lasciati da buoni amici, e citano la formula di cortesia che chiude il memorandum con cui l'APA ringrazia la Singer per il lavoro svolto. Che le cose non stiano proprio così è dimostrato dal fatto che in seguito all'episodio la Singer ha citato l'APA in tribunale accusandola di fare parte di un complotto delle "sette" per distruggere il suo lavoro e la sua immagine. Per la cronaca, la Singer ha regolarmente perso la causa. 

Fortunatamente - ma sfortunatamente per Amitrani e Di Marzio - il problema del significato del documento dell'APA è già stato sviscerato e risolto in un luogo appropriato: in tribunale. Il 13 aprile 1990 la Corte distrettuale degli Stati Uniti per il Distretto Nord della California ha reso la sua decisione nella causa United States v Fishman, oggi unanimemente considerata il punto di svolta nella giurisprudenza americana in tema di nuovi movimenti religiosi. L'imputato nella causa, Steven Fishman, era accusato di una serie di truffe personali. La sua difesa - sostenuta da testimonianze di Margaret Singer e Richard Ofshe - era che nel momento in cui agiva non era responsabile perché era membro della Chiesa di Scientology, che (pur non avendo nulla a che fare con le sue truffe) causa nei suoi membri uno stato permanente di "lavaggio del cervello" che li rende non imputabili. La causa - che ha tra l'altro comportato un'amplissima disamina della letteratura in tema di movimenti anti-sette e di Scientology - è stata decisa sulla base di un elemento cruciale. La Corte si è chiesta se le teorie del lavaggio del cervello applicate ai movimenti religiosi sono accettate dalla "comunità scientifica" e in particolare dalle sue associazioni rappresentative come l'American Psychological Association (APA) e l'American Sociological Association (ASA). La causa si è risolta quindi in un accanito dibattito sul memorandum del 1987 e sulla posizione dell'APA in generale (nonché su problemi paralleli relativi all'ASA). La posta in gioco era enorme e il problema fu analizzato per mesi. Vale la pena di citare per esteso la ricostruzione del tribunale, nelle parti che riguardano l'APA, in traduzione italiana (l'originale inglese dell'intera sentenza, in fotocopia con timbri e bolli compresi, può essere richiesta al CESNUR): 

"Un barometro più significativo di quali opinioni prevalgano all'interno della comunità scientifica è costituito dalle organizzazioni professionali, quali la American Psychological Association (APA) e la American Sociological Association (ASA). Le prove che sono di fronte alla Corte, come ora spiegheremo in dettaglio, mostrano che né l'APA né l'ASA hanno accettato le vedute della Dr.ssa Singer e del Dr. Ofshe sulla riforma del pensiero. 

L'APA ha considerato il valore scientifico della posizione Singer-Ofshe sulla persuasione coercitiva verso la metà degli anni 1980. Specificamente, l'APA ha richiesto a una task force di studiare e preparare un rapporto sui metodi ingannevoli e indiretti di persuasione e di controllo. L'APA nominò la Dr.ssa Singer direttrice della task force. Prima che la task force della Dr.ssa Singer avesse completato il suo rapporto, tuttavia, l'APA sostenne pubblicamente una posizione sulla persuasione coercitiva contraria a quella della Dr.ssa Singer. All'inizio del 1987 l'APA, insieme ad alcuni singoli specialisti delle scienze del comportamento e delle scienze sociali, presentò una memoria volontaria (amicus brief ) in un caso in cui si sosteneva che due individui erano stati vittima di coercizione nell'entrare e nel rimanere membri di una setta religiosa. Il caso, Molko v. Holy Spirit Assn. for the Unification of World Christianity , 46 Cal. 3d 1092 (1988), era allora pendente di fronte alla Corte Suprema della California. La memoria dell'APA sosteneva che la corte di merito nel caso Molko aveva giustamente escluso la testimonianza come esperta della Dr.ssa Singer perché la sua teoria della persuasione coercitiva non rappresenta un concetto scientifico dotato di significato (meaningful). 

Poco dopo il deposito della memoria presso la Corte Suprema della California, l'APA ritirò il suo nome dall'elenco dei firmatari. Mentre l'imputato in questo caso pretende che il ritiro dell'APA dalla sua partecipazione nel caso Molko significava un ripudio delle critiche della memoria alla teorie della Dr.ssa Singer, in verità il ritiro avvenne per ragioni procedurali e non sostanziali. I documenti che sono di fronte a questa Corte stabiliscono con ferma certezza che l'APA decise di attendere il rapporto della task force della Dr.ssa Singer prima di prendere una qualunque posizione sulla persuasione coercitiva. In verità, la mozione con cui l'APA si ritirava come firmataria della memoria dichiarava esplicitamente che, attraverso questa azione, l'APA non intendeva affatto appoggiare posizioni opposte a quelle esposte nella memoria , né intendeva escludere di potere ultimamente sottoscrivere le posizioni espresse nella memoria. Cosa significativa, l'APA alla fine rigettò il rapporto della task force Singer sulla persuasione coercitiva quando fu sottoposto al suo esame nell'Ottobre 1988 [sic ]. L'APA concluse che il rapporto della Dr.ssa Singer mancava di merito scientifico e che gli studi che sostenevano le sue conclusioni mancavano di rigore scientifico. 

(...) 

Come riassunto più sopra, i documenti di questo caso stabiliscono che la comunità scientifica ha resistito alla tesi Singer-Ofshe che applica la teoria della persuasione coercitiva alle sette religiose". 

4. Quod erat demonstrandum. Quella che gli esponenti del GRIS chiamano una "breve lettera di importanza relativa" è stata in realtà - nel contesto delle azioni precedenti dell'APA intorno al caso Molko (del tutto ignorate nello scritto di Amitrani e Di Marzio) - un elemento decisivo nel più importante caso giudiziario in tema di nuovi movimenti religiosi della giurisprudenza americana recente. In effetti dopo il caso Fishman la maggioranza dei tribunali - proprio citando questa sentenza - ha escluso le teorie del lavaggio del cervello dall'esame di casi relativi a nuovi movimenti religiosi, precisamente perché queste teorie non sono condivise dalla "comunità scientifica", e in particolare dall'APA. Le accuse di venire meno alla "verità" possono così essere tranquillamente rinviate al mittente. Se Amitrani e Di Marzio non condividono la nostra ricostruzione (peraltro data per scontata in decine di articoli sul tema) dell'episodio Molko -Singer-Fishman possono sempre prendersela con la Corte Distrettuale degli Stati Uniti del Distretto Nord della California, accusandola di essere una manica di bugiardi, o forse un gruppo di "giudici" fra virgolette. 

Per quanto ci riguarda, condividiamo l'idea di Amitrani e Di Marzio secondo cui " ciò che conta non è più la 'patente di esperto', ma è la documentazione che fa la differenza!". Invitiamo pertanto la motorizzazione anti-sette a ritirare la patente alla coppia Amitrani-Di Marzio, non senza suggerire rispettosamente che - se queste sono le nuove leve dei movimenti anti-sette - forse conviene mantenere in campo ancora per un po' la vecchia guardia, che almeno leggeva le sentenze dei tribunali e qualche volta - non sempre - rispettava perfino le regole della buona educazione. Comunque, di fronte alla sentenza Fishman, "carta canta e villan dorme". Il proverbio, considerato il tono in cui è scaduto il dibattito, sembra davvero particolarmente appropriato. 

[vedi la risposta di Amitrani e Di Marzio, TUTTO FUMO e niente arrosto] 




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