Mi scuso con il Prof Hadden:
Non è stato lui ad adoperare l'etichetta di "terrorista"



Miguel Martinez

12 aprile 2001
 
Chiedo scusa al Prof. Jeffrey Hadden. Sia pubblicamente qui, sia tramite un messaggio privato.

Recentemente, ho messo un rete un articolo che parlava di lui in maniera assai critica; ma la mia critica, vengo a sapere, si basava su una premessa completamente sbagliata. Adesso cercherò di spiegare che cosa è successo. Purtroppo la faccenda è tutt'altro che semplice, e - per una volta - darò per scontato che i lettori siano già al corrente delle questioni principali (ho tolto l'articolo dalla rete per non indurre in errore chi volesse cercare il nome di Hadden sui motori di ricerca; ma siccome non è mia intenzione nascondere i miei errori, se volete leggere l'articolo, basta chiedermene una copia).

Il sito del CESNUR ha pubblicato un articolo di PierLuigi Zoccatelli. Zoccatelli, già musicista rock e seguace del movimento di Aleister Crowley, si è poi convertito a una versione integralista di cattolicesimo, ed è membro del CESNUR e militante del movimento di destra, Alleanza Cattolica.

L'articolo di Zoccatelli si presenta come una "breve recensione" del libro Religion on the Internet: Research Prospects and Promises, a cura di Jeffrey K. Hadden e Douglas E. Cowan (Amsterdam, Londra e New York: JAI, 2000). Il titolo della recensione di Zoccatelli è "Anti-Cult Terrorism via the Internet Revisited" ("un nuovo sguardo al terrorismo antisette su Internet"); i titoli delle recensioni di norma danno un'idea del contenuto del libro che si recensisce. La maggior parte della recensione è dedicata alla quarta sezione del libro che analizza "le guerre delle sette in rete." Zoccatelli descrive il saggio di Massimo Introvigne nel libro (intitolato "Il terrorismo antisette su Internet") e passa poi a citare i commenti di Hadden all'articolo. Il paragrafo in cui Zoccatelli cita i commenti di Hadden prosegue sostenendo che il fatto che alcuni si siano lamentati per il fatto di venire chiamati terroristi dimostra che erano terroristi davvero.



PierLuigi Zoccatelli

PierLuigi Zoccatelli presenta il suo libro, Habanos. Guida completa al sigaro cubano (Giunti, 2004)


Questa affermazione, che è palesemente ridicola ancor più che falsa, mi ha portato a criticare il Prof. Hadden. La mia critica si basava sull'erroneo presupposto che vi fosse un rapporto tra i contenuti della recensione scritta da Zoccatelli e il libro che Zoccatelli sosteneva di recensire.

In realtà il rapporto è assai limitato.

Hadden ovviamente ha scritto alcune delle parole che Zoccatelli ha citato come sue; ma le parole sono state riprese totalmente fuori dal loro contesto.

In realtà, le citazioni sono tratte dall'introduzione al libro, firmata sia da Hadden che da Douglas E. Cowan (che Zoccatelli per qualche motivo non nomina affatto in questa parte della sua recensione). È importante capire che non si tratta dell'articolo di Hadden (quello di Hadden nel libro non ha nulla a che vedere con il "terrorismo via Internet", e anzi è piuttosto interessante). L'introduzione si limita a presentare in maniera asettica i contenuti del libro. L'introduzione è di 25 pagine; a pagina 19 troviamo dieci righe dedicate a riassumere il saggio di Introvigne, all'incirca lo stesso spazio dedicato a ogni altro saggio. Il riassunto si limita a ripetere, quasi parola per parola, l'abstract di Introvigne stesso, proprio come fanno Hadden e Cowan con tutti gli altri saggi.



Zoccatelli in rosso


Adesso confrontiamo tre brani. Per capire esattamente quanto siano fuorvianti le parole di Zoccatelli, ho adoperato tre colori diversi in tutto l'articolo per le parole effettivamente usate da ciascun autore : il blu per l'articolo di Introvigne, il verde per altri articoli dello stesso libro , il rosso per la recensione di Zoccatelli.

Dall'abstract di Introvigne stesso (p. 277): [lo studio] applica poi questi modelli, dopo una discussione metodologica, alla frangia estrema dell'antisettarismo […] la cui propaganda di odio viene condotta soprattutto su Internet. Le attività di questa frangia demente [lunatic fringe], la cui incidenza viene discussa nelle conclusioni, si concentrano sulla demonizzazione e la disumanizzazione delle 'sette' e dei loro presunti sostenitori; sulla promozione di teorie del complotto sempre più folli; sul bersagliare studiosi dei nuovi movimenti religiosi indicati come 'apologeti delle sette' e fatti bersaglio di attacchi personali."

Il riassunto che Hadden fa dell'abstract di Introvigne's (p. 19): Stigmatizzandolo come 'Terrorismo antisette via Internet', lo studioso italiano dei NMR Massimo Introvigne […] applica [i modelli emergenti del ciberspazio] alla frangia estrema dell'antisettarismo. [… ]. Si tratta di individui e gruppi che usano Internet per diffondere propaganda di odio religioso. Le attività di questa frangia demente si concentrano sulla demonizzazione e la disumanizzazione delle 'sette' e dei loro presunti sostenitori; sulla promozione di teorie del complotto sempre più folli; sul bersagliare legittimi studiosi di NMR indicati come 'apologeti delle sette'.

La recensione di Zoccatelli: "I terroristi antisette su Internet", commenta Hadden, sono piuttosto "individui e gruppi che usano Internet per diffondere propaganda di odio religioso. Le attività di questa frangia demente si concentrano sulla demonizzazione e la disumanizzazione delle 'sette' e dei loro presunti sostenitori; sulla promozione di teorie del complotto sempre più folli; sul bersagliare legittimi studiosi di NMR indicati come 'apologeti delle sette'."

Hadden (e/o Cowan) cita Introvigne in maniera distaccata. Zoccatelli trasforma questa citazione nell'opinione personale di Hadden, e questa inesistente opinione viene a sua volta sfruttata per legittimare il bizzarro saggio di Introvigne. Si noti anche la maniera in cui Zoccatelli mette le parole "terroristi antisette su Internet" tra virgolette. Hadden in realtà non adopera mai questa espressione: si limita a citare il titolo del saggio di Introvigne, "terrorismo antisette su Internet".

Ma Zoccatelli evita attentamente di citare l'espressione chiave adoperata da Hadden, proprio all'inizio di tutto il paragrafo:

Stigmatizzandolo come 'Terrorismo antisette via Internet'..."

Stigmatizzando…



Conigli parlanti e altri terroristi


Subito dopo aver citato Hadden, senza nemmeno spezzare il paragrafo, la recensione di Zoccatelli prosegue facendo la seguente affermazione:

""Paradossalmente, l'importanza dello studio di Introvigne è stata confermata dalla stessa reazione dei "terroristi": anzichè capire, per non dire discutere, le implicazioni metodologiche, hanno subito sostenuto che Introvigne (e presumibilmente Hadden e altri "apologeti delle sette") stessero semplicemente stigmatizzando i loro critici come "terroristi" per portare avanti lo stesso "complotto degli apologeti delle sette." (Una della affermazioni più strane è che certi siti Web non fossero affatto antisette, ma semplicemente anti-CESNUR, anti-Introvigne, anti-Hadden, ecc., e che quindi non li si doveva chiamare "antisette"; un argomento assai bizzarro, perché questi studiosi e organizzazioni vengono agggrediti proprio perché vengono considerati "apologeti delle sette", cioè perché le sette, si ritiene, trarrebbero beneficio dal loro lavoro). I "terroristi" hanno continuato nella stessa maniera, ribadendo gli stessi argomenti ad personam e bollandoli con gli stessi nomi offensivi [name-calling], comportandosi quindi esattamente come previsto dal modello e confermando la validità dello stesso modello."

In tutte le 365 pagine del libro, non c'è assolutamente nulla che somigli a questa affermazione. Si tratta esclusivamente di una creazione della fantasia di PierLuigi Zoccatelli. Come lo è la teoria che afferma che, se ti lamenti perchè vieni bollato come terrorista, vuol dire che sei un terrorista. Questo è ciò su cui ho basato la mia critica al Prof Hadden. Chiaramente, il Prof. Hadden è responsabile per non aver sollevato obiezioni all'inclusione del saggio di Introvigne in una raccolta di articoli che per il resto sono seri. Ma non è affatto colpevole di aver fatto sua la teoria idiosincratica di Introvigne. Né tantomeno di averle dato questa bizzarra aggiunta.

Le parole di Zoccatelli invece fanno credere che lo abbia fatto. Zoccatelli riesce anche a collezionare una quantità notevole di errori:

"… anzichè capire, per non dire discutere, le implicazioni metodologiche…"

La metodologia adoperata da Massimo Introvigne per stigmatizzare nove siti come "terroristi" - otto dei quali in un momento o in un altro avevano espresso un disaccordo con lui personalmente - è stata ampiamente discussa nel mio saggio sul suo articolo originale e in un secondo saggio su un suo articolo pubblicato su Terrorism and Political Violence. Non so se Zoccatelli abbia capito la mia critica; certamente non l'ha discussa.

È però vero che l'articolo di Introvigne pone alcuni problemi importanti per chiunque cerchi di "discuterne". Gran parte del suo scritto diventa comprensibile solo nel contesto delle polemiche personali di Introvigne. Ad esempio, Introvigne scrive "quando abbiamo a che fare con i media su carta, ci rendiamo conto che il New York Times non è infallibile, ma comunque è più affidabile del Weekly World News [noto foglio scandalistico statunitense]". Discutere "le implicazioni metodologiche" di una simile banalità sarebbe solo una perdita di tempo; ma tutto lo scopo dello studio di Introvigne consiste nello stabilire un parallelo tra chiunque sostenga opinioni diverse dalle sue e il Weekly World News; per poi dimostrare implicitamente che il suo sito è il New York Times quando si tratta di parlare di 'sette'. Per farlo, presenta delle prove che sono talmente di parte da falsare tutta la faccenda.

la questione del "terrorismo antisette su Internet" somiglia molto a quella dei conigli parlanti. Prima di cominciare a discutere perché e come parlano i conigli, dobbiamo innanzitutto cercare di vedere se esiste qualche prova che lo facciano davvero. Ecco perché l'analisi delle prove dovrebbe precedere l'analisi delle conclusioni. E le prove dimostrano che esiste più o meno lo stesso numero di motivi per credere che esistano i "terroristi antisette su Internet" che per credere all'esistenza di roditori chiacchieroni.






Una reazione che non c'è mai stata


Zoccatelli scrive:

"hanno subito sostenuto che Introvigne (e presumibilmente Hadden e altri "apologeti delle sette") stessero semplicemente stigmatizzando i loro critici come "terroristi."

Lo hanno fatto davvero? Andiamo a vedere in che modo ha reagito veramente ciascun individuo o sito accusato di essere un "terrorista".

  • Non so assolutamente se le persone che ospitavano il libro critico di Greenwood su Mahikari abbiano mai reagito. Certamente non hanno nemmeno risposto a un messaggio di posta elettronica che avevo inviato loro.

  • Non ho mai sentito di alcun commento pubblico da parte di Franz Schaefer, il provider colpevole di aver ospitato il mio sito.

  • Tilman Hausherr, colpevole di aver citato Introvigne in un divertente FAQ sul suo sito, ha certamente risposto, in particolare su alt.religion.scientology.

  • Roger Gonnet, colpevole di aver pubblicato alcuni estratti della mia Pagina Critica sul CESNUR, ha protestato in maniera assai vivace per essere stato chiamato un terrorista.

  • Allarme Scientology, colpevole di essere stato il primo sito web a ospitare la Pagina Critica sul CESNUR, non ha mai replicato in alcun modo.

  • Watch Unto Prayer, un sito evangelico che non ha nulla a che vedere con le "sette" ma aveva ripreso alcune citazioni dalla Pagina Critica sul CESNUR, probabilmente non ha mai nemmeno saputo dell'esistenza dell'accusa.

  • Il mio sito, Kelebek, ha fornito un'analisi credo esauriente delle accuse.

  • Il sito islamico Ummah Net, che ha creato un mirror per la Pagina Critica sul CESNUR, quasi certamente non ha mai sentito l'accusa e comunque non sarebbe in grado di capirla, visto che non ha nulla a che vedere con la questione delle "sette".

  • Xs4all, che ha creato un altro mirror per la Pagina Critica sul CESNUR, non ha mai protestato, che io sappia.

Quindi sei critici su nove non hanno mai reagito all'accusa di essere chiamati "terroristi" (secondo la stessa logica di Zocatelli, ciò dovrebbe dimostrare che loro almeno non sono terroristi).

Nessuno di quelli che hanno reagito, che io sappia, ha mai accusato qualcuno diverso da Introvigne per averli stigmatizzati come "terroristi". I motivi dietro l'accusa di "terrorismo" scagliata da Introvigne sono così evidentemente personali da rendere chiaro a tutti che gli altri "apologeti delle sette" (che pure si potevano criticare per altri motivi) non c'entravano affatto.

Io avevo erroneamente sospettato Hadden di essersi associato a Introvigne in questa faccenda, solo perché Zoccatelli lo aveva citato come se fosse stato d'accordo. In realtà le parole di Zoccatelli, "e presumibilmente Hadden e altri 'apologeti delle sette'", sono del tutto inappropriate.

L'espressione "complotto degli apologeti delle sette" viene messa tra virgolette. Non so chi Zoccatelli abbia voluto citare: non conosco alcun critico che abbia mai parlato di un tale "complotto."



I critici del CESNUR sono "antisette"?


""Una della affermazioni più strane è che certi siti Web non fossero affatto antisette, ma semplicemente anti-CESNUR, anti-Introvigne, anti-Hadden, ecc., e che quindi non li si doveva chiamare "antisette"; un argomento assai bizzarro, perché questi studiosi e organizzazioni vengono agggrediti proprio perché vengono considerati "apologeti delle sette", cioè perché le sette, si ritiene, trarrebbero beneficio dal loro lavoro."

Anche qui si fa presto a demolire l'argomento. Come abbiamo già visto, la maggior parte dei siti accusati non ha mai reagito, quindi non ha mai sostenuto nulla del genere. Che abbiano reagito o no, però, cosa dobbiamo pensare dell'idea secondo cui tali siti sarebbero siti "antisette"?

  • Quattro siti sono contrari a gruppi specifici - uno a Mahikari, tre a Scientology. Il sito critico su Mahikari non ha mai detto una parola contro CESNUR, Introvigne o Hadden. Invece i tre siti critici verso Scientology certamente non hanno mai sostenuto di non essere "antisette" (anche se si potrebbe ragionevolmente sostenere la tesi secondo cui l'opposizione contro una setta non significa che si è necessariamente contrari a tutte, più di quanto, ad esempio, l'ostilità verso Amway implichi l'ostilità verso ogni impresa economica).

  • Schaeffer, Ummah Net e xs4all sono sostanzialmente dei provider, non dei siti. Schaeffer gestisce anche un sito critico verso l'Opus Dei (che secondo gli stessi criteri di Introvigne non sarebbe una setta) che non menziona affatto Introvigne, Hadden o altri "apologeti delle sette"; Ummah Net poi non ha nulla a che vedere con la questione delle "sette".

  • Watch Unto Prayer ha coinvolto Introvigne in una sua particolare teoria del complotto riguardante la destra religiosa negli Stati Uniti, una questione che non ha molto a che vedere con quella delle "sette".

  • Kelebek non è un sito "antisette". Un'occhiata ai suoi contenuti dimostrerà che si occupa di un gran numero di faccende, ma l'unica "setta" trattata qui è Nuova Acropoli, e questo gruppo viene discusso unicamente per ciò che implica per il CESNUR. Io personalmente ho scritto più volte che mi distinguo dalla maggioranza degli "antisette" sia per motivi teorici, sia perché sono contrario a misure legali contro le "sette". Capisco i problemi degli "antisette" e il loro dolore personale, alcuni di loro sono ottimi amici, mi fa piacere parlare alle loro conferenze se mi invitano; ma la mia posizione personale è molto più moderata. Provo un senso di disgusto quando vedo persone come Introvigne fare affemazioni false (come ha fatto riguardo a Nuova Acropoli) pur di favorire gli interessi di una "setta". ma non è vero che la mia principale accusa contro Introvigne consista nel definirlo un "apologeta delle sette". Io sono critico verso l'intero progetto "controrivoluzionario" di Plinio Corrêa de Oliveira, dei suoi seguaci e ammiratori; e le attività nel campo delle sette da parte di Introvigne costituisce solo una parte del quadro complessivo.

Quindi molti dei siti sotto accusa certamente non sono siti antisette; altri invece non hanno mai negato di esserlo. Comunque, nessuno di questi siti - "antisette" o no - ha mai creato dei "siti anti-Hadden", come invece sostiene Zoccatelli.

Tempo fa, Hadden aiutò Scientology a guadagnare alcuni milioni di dollari sostenendo che il pacchetto di costosissimi corsi commercializzato dalla multinazionale costituisse "conoscenze esoteriche" e citando precedenti come gli antichi egizi (anche se erano vissuti molti secoli prima degli avvocati di oggi che si occupano di diritti d'autore).

Per quanto mi riguarda, trovo difficile provare rispetto per la decisione di Hadden di testimoniare a difesa del diritto di Scientology a tenere i propri consumatori all'oscuro di ciò che li si spinge in maniera pressante ad acquistare. Ovviamente avrei criticato Hadden allo stesso modo se avesse sostenuto la stessa tesi in un altro campo, affermando ad esempio che un acquirente non ha il diritto di violare la privacy di chi gli vende un'automobile chiedendo di provarla prima di comprarla.

Ci sono però almeno due buone ragioni per cui Hadden mi interessa meno di Introvigne. Innanzitutto, è stato Introvigne e non Hadden a scagliare false accuse contro di me all'inizio di tutta la vicenda; a riempire i Newsgroup di insulti; a minacciare il mio provider perché chiudesse il sito e poi a coronare il tutto definendomi un "terrorista." In secondo luogo, esiste una differenza cruciale tra Introvigne e Hadden. Hadden non è uno dei cinque "consultori" nazionali di un'organizzazione estremista che difende l'Inquisizione, fa l'apologia della violenza esercitata dai latifondisti brasiliani, spinge i partiti a prendere posizione contro l'islam e cerca di negare agli omosessuali e ad altre minoranze i loro diritti. Se Hadden veramente vuole entrare nel mio mirino, dovrà lavorare molto.



Un problema molto privato di Introvigne


Zoccatelli sta cercando di tirar fuori Introvigne da quella che in fondo è una posizione abbastanza imbarazzante: Introvigne ha reagito alla mia Pagina Critica sul CESNUR definendo chiunque avesse avuto a che fare con essa un "terrorista". Si tratta chiaramente di un problema suo del tutto personale; ma Introvigne - e i suoi sostenitori - stanno cercando di districarsi sostenendo l'esistenza di due fronti, quello degli "antisette" e quello degli "apologeti delle sette". Sappiamo tutti che non esiste nulla che somigli a una "Pagina Critica su Hadden" (o su altri "apologeti"), anche se ci possono essere alcuni riferimenti critici su certi siti. Zoccatelli ci dice:

""Religion on the Internet" ovviamente, parla di molte altre cose, oltre alle guerre delle sette e ai terroristi antisette. Comunque, offre un'interessante occasione per rividere queste ultime categorie in un contesto più ampio. Il libro è particolarmente raccomandato per gli studiosi di nuovi movimenti religiosi, delle guerre delle sette, della letteratura dell'odio e per le forze di sicurezza [law enforcement agencies] e gli avvocati che devono trattare le conseguenze più sgradevoli del terrorismo antisette in rete."

L'uso immaginifico delle parole "letteratura dell'odio" e "terrorismo" per descrivere la presentazione di documenti riguardanti le attività di alcune organizzazioni e imprese, a quanto pare, non costituisce "bollare con nomi offensivi".

Il riferimento alle "forze di sicurezza e agli avvocati" è la tipica maniera in cui il CESNUR fa minacce indirette; oppure forse si tratta solo di una pia speranza. Mi rendo conto che azzittire le persone che non sono d'accordo semplificherebbe la vita del CESNUR. In ogni caso, però, non viviamo ancora sotto la "dittatura controrivoluzionaria" che Plinio Corrêa de Oliveira - la guida spirituale di Introvigne e Zoccatelli - si augurava ci avrebbe salvati dall'uguaglianza sociale, la libertà di parole, le dottrine eretiche e altri mali affini. Una simile dittatura, scriveva in Rivoluzione e controrivoluzione

"deve sospendere i diritti, non per sovvertire l’Ordine, ma per proteggerlo. E per Ordine non intendiamo soltanto la tranquillità materiale, ma la disposizione delle cose secondo il loro fine e secondo la rispettiva scala di valori. Si tratta, quindi, d’una sospensione di diritti più apparente che reale, del sacrificio delle garanzie giuridiche di cui i cattivi elementi abusavano a detrimento dell’ordine stesso e del bene comune, sacrificio in questo caso tutto volto alla protezione dei veri diritti dei buoni."

(Parte I, capitolo 1, dall'edizione italiana di Revoluçâo e Contra-Revoluçâo, pubblicata prima su Catolicismo, Sao Paolo, Brasile, aprile 1959, tradotta in italiano da Giovanni Cantoni, che casualmente è anche il "reggente" di Alleanza Cattolica)

Per una volta, comunque, Zoccatelli ha ragione nel sostenere che "Religion on the Internet" ovviamente, parla di molte altre cose, oltre alle guerre delle sette e ai terroristi antisette". Infatti, oltre il 90% del libro non ha nulla a che vedere con il problema privato di Introvigne.

Ad esempio, la lettura dell'articolo di Jean-François Mayer su "Religious Movements and the Internet: The New Frontiers of Cult Controversies" mi ha sorpreso piacevolmente, grazie alle informazioni e le opinioni insieme interessanti e originali di questo membro del direttivo del CESNUR.

Alcuni degli altri saggi sono forse un pò timidi: molti studiosi in questo campo sembrano considerare i gruppi che studiano come orti da coltivare con cura, ottenendone una resa annuale di libri e articoli per se stessi e di lavori di ricerca per i loro studenti; uno zelo eccessivo nel cercare di capire cosa muova realmente il loro oggetto di studio potrebbe spingere il gruppo a perdere ogni interesse a farsi studiare. Di conseguenze, diversi autori - al contrario di Mayer - si lasciano andare alla tassonomia, una pratica che ha il vantaggio di non offendere nessuno, mentre mostra al mondo che l'autore si sta guadagnando il suo stipendio come accademico.

Comunque non c'è nulla in tuto il libro che somigli anche lontanamente all'articolo di Introvigne, che risalta come un occhio nero.





Massimo Introvigne in posa nella biblioteca del CESNUR a Torino



Zoccatelli nell'arena tra le belve


Un articolo nel libro - uno dei migliori, sia detto tra parentesi - viene rappresentato in maniera assai fuorviante da Zoccatelli. Ecco come lo descrive. Dice che i lettori

"saranno interessati ma anche rattristati nel leggere il racconto dell'ascesa e caduta di NUREL-L, narrata dall'interno da Douglas Cowan ("Religion, Rhetoric, and Scholarship: Managing Vested Interest in E-Space"). Quello che iniziò come una lista di discussione per studiosi degenerò fino a trasformarsi in una name-calling arena [letteralmente, un campo di battaglia dove si combatte a suon d'insulti] quando gli antisette non accademici hanno cominciato a scrivere con una certa frequenza. Gli scientologisti hanno reagito, anche se - come spiegò il proprietario della lista, Irving Hexham - essi erano più "rispettosi e gentili" dei loro oppositori (Cowan, op.cit, p. 112). Aver bandito Scientology dai temi che si potevano discutere sulla lista e averla limitata ai soli studiosi non ha risolto il problema e NUREL-L, anche se esiste ancora oggi, "non si è mai ripresa", come dice Cowan (ibid., p. 114)."

L'articolo in realtà è assai più obiettivo. Innanzitutto, tratta una serie di argomenti, non solo quello degli "antisette". Cowan non adopera mai il termine "name-calling arena", che è sostanzialmente un po' sciocco: chiunque abbia, come me, seguito NUREL, sa benissimo che non lo è mai diventato. Ecco ad esempio come Cowan descrive il conflitto:

"Hexham cercò di trovare un equilibrio tra quelli che credevano che le loro voci venivano escluse dalla discussione accademica a causa del loro antagonismo, vero o presunto, nei confronti del gruppo in questione (cioè le testimonianze degli apostati) e quelli che credevano che le informazioni fornite dagli apostati fossero spesso meno credibili proprio a causa di questo antagonismo. Purtroppo la posizione inflessibile assunta da entrambe le parti ha fatto scendere la discussione in diverse occasioni a un livello pericolosamente vicino a quello di un flame war" (p. 109).

L'affermazione di Zoccatelli secondo cui il problema sarebbe stato costituito da "antisette non accademici" difficilmente si concilia con quanto afferma lui stesso subito dopo: che la limitazione della lista agli studiosi (e quindi l'esclusione proprio di coloro che Zoccatelli aveva descritto come il problema) "non ha risolto il problema."

Cowan dice qualcosa di molto diverso. Innanzitutto, sottolinea come l'argomento caldo fosse specificamente Scientology, quindi non "gli antisette" contro le "sette" in generale (tra parentesi, Irving dice sì che gli scientologisti erano "rispettosi e gentili"; ma non è affatto un'affermazione comparativa, come potrebbe apparire nella citazione fatta da Zoccatelli). La decisione di vietare ogni discussione di questo argomento controverso condusse in maniera molto naturale a una perdita di interesse generale; e il colpo finale al traffico sulla lista si ebbe quando essa fu trasferita a un server Majordomo che richiedeva un ruolo accademico per l'ammissione (questa decisione non fu presa da Hexham, ma dal listserv universitario).

"Se la chiusura dei thread riguardanti Scientology minacciò la salute di Nurel-L, la rimozione di metà dei membri della lista la portò a una situazione critica" (p. 114).



Peccati capitali e scuse


Il lettore avrà notato che il mio articolo è circa quattro volte più lungo di quello di Zoccatelli, e certamente quattro volte più noioso: un peccato capitale in rete.

Anche se questo farà probabilmente di me un perdente a breve termine, c'è un motivo importante per cui faccio così. La maggior parte delle persone probabilmente penserebbe che affermazioni volutamente fuorvianti e un linguaggio violento come quello di Zoccatelli e Introvigne (si pensi che il secondo ha usato il termine "estremista" per descrivere i propri critici non meno di trentadue volte in un singolo articolo) non meritino risposta.

Io invece analizzo ogni paragrafo di ciò che ha scritto Zoccatelli, e cerco di capirne la logica. Questo è semplicemente perché credo nel valore dei ragionamenti. E credo anche che sia importante scusarsi quando si sbaglia. Certo, le parole di Zoccatelli avrebbero indotto in errore chiunque; ma avrei dovuto in ogni caso controllarne l'affidabilità prima di accusare il Prof. Hadden.

Non si tratta solo di una questione etica. Introvigne - che il quotidiano La Stampa ha inserito nell'elenco dei dieci uomini più ricchi di Torino - può contare su un'importante organizzazione come Alleanza Cattolica, su fondi pubblici e su alleanze politiche in tutto il mondo. In un mondo in cui tanti non hanno ancora accesso a Internet, il CESNUR ha un monopolio pressocché totale sul mondo della carta stampata. Io invece posso contare solo su un computer e qualche amico.

Ciò significa che devo far conto su risorse meno visibili. Ad esempio, sia io che il CESNUR facciamo degli errori. Però il pubblico di Internet comincia a rendersi conto che il CESNUR non ammette mai i propri errori. Lo stesso pubblico si rende anche conto che io ammetto i miei errori. E li correggo.

Il pubblico di Internet comincia a rendersi conto che il CESNUR risponde ai propri critici stigmatizzandoli come "terroristi", "farneticanti", appartenenti alla "frangia lunatica", senza mai discutere i contenuti delle critiche. Lo stesso pubblico si rende conto che io cito paragrafi interi degli articoli che critico, in modo che il lettore possa sempre capire di che cosa si discute.

Insomma, per poter competere con il CESNUR, devo essere noioso. Devo ammettere i miei errori. Nel mio caso, l'onestà - come dicono gli americani - è certamente la politica migliore.






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