Tradizione Famiglia Proprietà
Religione e politica nei tropici




Jesús Hortal Sánchez

3 giugno 2001
 
L'autore di questo articolo è Magnifico Rettore della Pontificia Universidad Católica do Río de Janeiro (Brasile). L'articolo è uscito per la prima volta su Religione e sette nel mondo, Bologna, n. 18, dicembre 1998 (in realtà 2000).

È certamente il migliore testo più in lingua italiana sull'argomento, anche se gli sviluppi più recenti del movimento vengono trattati in maniera sommaria.

Ricordiamo che il fondatore di Tradizione Famiglia e Proprietà o TFP, Plinio Corrêa de Oliveira, è anche l'ispiratore di Alleanza Cattolica, il movimento che a sua volta ha dato origine al CESNUR, cui sono dedicate queste "Pagine Critiche".

Va segnalato che questo articolo ha suscitato anche alcune interessanti polemiche, che vengono trattate altrove su questo stesso sito.




Una significativa immagine che risale agli anni '70: Plinio Corrêa de Oliveira alla testa di un corteo di sostegno alle forze armate brasiliane, allora impegnate nell'eliminazione fisica dell'opposizione





I. Origini della T.F.P.

La Società Brasiliana per la difesa della Tradizione, della Famiglia e della Proprietà, o più semplicemente TFP, come di solito viene chiamata, è uno degli esempi più significativi di integrismo cattolico in terra brasiliana.

Per capire il fenomeno occorre soffermarsi sulla figura del suo fondatore, nonché guida ideologica, Plinio Corrêa de Oliveira. Nato a San Paolo nel 1908, studiò nella sua città presso il Collegio San Luis, diretto dai padri gesuiti. Frequentava i corsi di giurisprudenza dell'Università di San Paolo (USP) quando cominciò a mettersi in luce come leader cattolico. La "Congregazione Mariana di Santa Cecilia", della quale fu presidente, segnò definitivamente lui e anche alcuni dei suoi più stretti collaboratori. La piena identificazione con la Congregazione e la lettura delle opere di San Luigi Maria Grignon di Montfort e di altri classici della spiritualità medioevale gli conferirono una pietà profonda, tutta racchiusa nel concetto di "schiavitù mariana" proposto dal santo. E proprio questa spiritualità che, con alcuni tratti peculiari, Corrêa de Oliveira trasmetterà ai suoi seguaci.

Laureatosi in giurisprudenza a ventidue anni, le sue inclinazioni lo portarono piuttosto verso la filosofia e la storia, delle quali fu professore presso diverse Università. Siamo negli anni Trenta, epoca della rinascita del cattolicesimo militante e della crescita al suo interno di tentazioni totalitarie di tipo fascista. Getulio Vargas, che aveva preso il potere con un colpo di stato nel 1930, decide di dare una parvenza democratica al suo governo e indice nuove elezioni per la scelta dei rappresentanti di un'Assemblea Costituente. La Chiesa brasiliana prende parte alla contesa elettorale attraverso la "Lega Elettorale Cattolica", nella quale Plinio si impegna totalmente. Nel 1933, a soli venticinque anni, viene eletto con un significativo numero di voti. Alla Costituente si mette in luce come esponente di una tendenza conservatrice e militante del cattolicesimo. Egli, tuttavia, non aderì mai all'Integralismo di Plinio Salgado (la versione brasiliana del fascismo), forse perché questa corrente non ammetteva le tesi monarchiche e di supremazia della nobiltà ardentemente difese dal fondatore della TFP.

Plinio Corrêa non si presenterà più ad altre elezioni. Parteciperà invece all'organizzazione dell'Azione Cattolica, nella quale arriverà ad occupare il posto di presidente della Giunta Direttiva di San Paolo. Egli si segnala inoltre per la sua attività di pubblicista, prima per il settimanale O Legionário, e più tardi per il mensile Catolicismo, rivista di accurata edizione e di forte diffusione all'interno dei seminari e delle case di formazione religiosa.1

Finalmente, nel 1960 sorge la TFP. Intorno a Plinio Corrêa si riuniscono alcuni religiosi e un buon numero di proprietari terrieri. Le loro idee sono esposte nel saggio del fondatore "Revolução e Contra-Revolução" del 1959, pubblicato prima sulle pagine di Catolicismo e poi in volume; il saggio, attraverso molte edizioni, aggiornamenti e traduzioni, giungerà ad una tiratura di circa centomila copie. L'attenzione dell'Autore è tutta rivolta a prefigurare la paventata Rivoluzione "con la maiuscola", ossia una sorta di cospirazione mondiale, che sotto una direzione occulta e centralizzata avrebbe la pretesa di sostituire il cristianesimo con un umanesimo immanentista. Questa Rivoluzione, secondo Corrêa, dovrebbe svolgersi in tre fasi: 1) la fase protestante-assolutista, con il Rinascimento paganeggiante e, come compimento, la (pseudo) Riforma protestante; 2) la fase liberale-illuminista, con la terribile esplosione della Rivoluzione francese; 3) il culmine rivoluzionario del Comunismo ateo e militante.

Dopo la parte storico-dottrinale, Plinio Corrêa descrive le tattiche e le strategie che ritiene di avere identificato nell'azione rivoluzionaria. Di conseguenza, nella seconda parte del volume presenta la natura della contro-Rivoluzione e la sua tattica. Essa dovrebbe essere, dal punto di vista di Plinio Corrêa, coraggiosa e aggressiva, evitando però atteggiamenti impropri che potrebbero provocare difficoltà ancora peggiori. Sebbene riesca ad identificare diversi elementi strategici, egli sostiene che alla Chiesa manca una tattica per via della frammentazione di azioni e istituzioni, senza una visione complessiva. Così, nell'opera del fondatore della TFP si adombra il bisogno di un "totalitarismo ecclesiale", capace di riunire tutte le forze che si oppongono alla Rivoluzione. Secondo Corrêa, che sembra propendere per un atteggiamento millenarista, la bagarre, la commozione finale è vicina, e il cristiano militante deve essere pronto ad affrontarla non solo spiritualmente, ma anche fisicamente.

Quasi venti anni più tardi, nel 1976, Corrêa aggiungerà al suo saggio una terza parte contenente alcune riflessioni sull'avanzare della Rivoluzione a partire dall'esplosione del Sessantotto e dall'evoluzione della Chiesa dopo il Concilio Vaticano Il. Nel 1992, in scritti pubblicati dopo la sua morte, viene completata questa terza parte del volume con riferimento a una quarta fase della Rivoluzione, che sarebbe di carattere strutturalista, con un marcato accento tribalista che porta all'abbandono di tutte le convenzioni sociali dell'Occidente e alla più completa frammentazione. Giovanni Cantoni, editore italiano di Revolução e Contra-Revolução, che chiese a Plinio il suddetto aggiornamento dell'opera, descrive la quarta fase rivoluzionaria con le seguenti parole: "L'itinerario della rivoluzione religiosa verso quella politico-culturale, e da questa verso quella economico-sociale, si conclude con e nella rivoluzione culturale delle masse; ossia il compimento e la diffusione della rivoluzione culturale "élitaria", quella umanistico-rinascimentale che si trova all'origine della rivoluzione religiosa e all'inizio del processo stesso".

Nella terza parte vengono forniti i primi parametri per inquadrare tutto ciò che sta accadendo, non soltanto gli eventi occorsi tra il 1968 e il 1989, ma anche quelli a partire dal 1989, definito come il '68 delle nazioni, il "distillato" della dissoluzione e anche come occasione per la restaurazione. In questo modo, Corrêa dà alla seconda parte del volume una valenza ulteriore. E siccome si dice che "chi ben comincia è a metà dell'opera", credo che si possa dire che "un problema ben focalizzato, è già risolto a metà".2

Questo volume valse a Plinio Corrêa gli appellativi di "profeta" e di "crociato del XX secolo", attribuitigli dai suoi seguaci.3

Su queste basi, non è strano che la TFP abbia in sé uno spirito da crociata, adoperi simboli medioevali - come i grandi stendardi rossi con il leone rampante - e riveli atteggiamenti guerrieri da riconquista. La disciplina, la pietà intimista e il senso gerarchico della società (con un ruolo fondamentale riservato alle élite), costituiscono altri tratti caratteristici delle idee sostenute dal circolo di persone che orbitavano intorno a Plinio Corrêa de Oliveira.




Militanti della TFP in posa a Londra

Gli anni Sessanta in Brasile sono stati di approfondita discussione nazionale sulle cosiddette riforme di base, tra le quali spicca quella agraria. Nel 1962 uscì il libro di due vescovi allora legati alla TFP, D. Geraldo Proença Sigaud e D. Antonio de Castro Mayer: Reforma agrária: questão di consciência. I proprietari terrieri di San Paolo, Minas Gerais e Rio di Janeiro assunsero la causa come propria e finanziarono le attività della TFP la quale in quegli anni ebbe un forte sviluppo. L'asse rivoluzionario venne sempre più identificato da Plinio Corrêa e seguaci nel comunismo ateo e collettivista, che andava quindi combattuto con tutte le forze disponibili. La riforma agraria fu percepita come la punta avanzata della penetrazione comunista in Brasile, e il governo di João Goulart venne considerato come composto da traditori e da idioti utili alla causa rivoluzionaria, che avrebbero portato la nazione sotto il giogo del comunismo ateo. Per questo motivo, la TFP scese in strada con gli stendardi e gli altoparlanti per difendere i tre concetti fondamentali che portava nel nome, e che costituiscono a tutt'oggi le sue bandiere di lotta.

Sono passati ormai quarant'anni, tuttavia l'ideale permane, come si vede dalla definizione che di quei tre elementi veniva data nel 1999 sulla home page della TFP statunitense:

  • Tradizione: "Oggi più che mai, il nostro comune patrimonio spirituale è corrotto da elementi distruttivi, che hanno corroso la sfera psicologica, socio-politica, artistica e religiosa. Se auspichiamo la sopravvivenza delle nostre tradizioni e addirittura della nostra stessa nazione, occorre combattere quelle tendenze".

  • Famiglia: "La famiglia è l'elemento più dinamico della tradizione la cellula fondamentale della civiltà cristiana. La vera civiltà non può esistere senza famiglie sane. Purtroppo, negli Stati Uniti la famiglia si è ridotta, in grande misura, a un ricordo di ciò che era in passato. L'aborto strappa la vita ai più giovani. L'eutanasia vorrebbe portarsi via i malati e gli anziani. Ondate di droga, perversione pornografia corrompono sia gli adolescenti che gli adulti. Di fronte a questa devastazione non possiamo incrociare le braccia".

  • Proprietà: "Le istituzioni della famiglia e della proprietà sono legate. L'esistenza del patrimonio domestico è un presupposto per lo sviluppo vigoroso della famiglia. Ancora di più: la legittimità proprietà privata è garantita da due dei comandamenti della di Dio: non ruberai e non desidererai i beni del tuo prossimo".

Nei primi anni, la TFP organizzava manifestazioni per le strade e raccoglieva firme contro l'aborto, chiedendo la consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria, in sintonia con il desiderio espresso dalla Madonna ai veggenti di Fatima. Sono due tipi d'azione che persistono fino ad oggi.


II. L'epoca del consolidamento e dell'apogeo

Il primo aprile 1964, le forze armate del Brasile prendono il potere con un colpo di Stato, definito dai suoi artefici come "rivoluzione"; tuttavia, il regime è di carattere segnatamente dittatoriale e di destra. La TFP con il suo anti-comunismo militante si mobilita in appoggio del nuovo regime, il quale gli offrirà tutto il sostegno necessario per lo svolgimento delle sue attività. È in quest'epoca che comincia la sua espansione a livello internazionale, a partire dal Cile, paese in cui avevano trovato rifugio molti esuli brasiliani in fuga dalla dittatura militare e dove si manifestavano forti tendenze socialiste; ma dove, d'altro canto, si stavano organizzando gruppi antagonisti di tendenza fortemente conservatrice. In questi anni la TFP si consolida soprattutto a livello organizzativo, strutturando in modo più articolato la formazione dei quadri interni.

Molti dei suoi adepti sono giovani provenienti da famiglie di proprietari terrieri che si recano a studiare nelle grandi città, soprattutto a San Paolo, dove vengono accolti nelle residenze e nelle pensioni studentesche dell'associazione; ed è in quella sede che ricevono i primi insegnamenti dottrinali. Quando gli istruttori considerano che un giovane è adatto a fare parte della TFP lo invitano a diventare un enjolra, una sorta di novizio che deve vivere una separazione dal mondo, simile a quella tipica degli antichi ordini religiosi. Superata questa fase, il giovane assume impegni che somigliano ai voti religiosi e lo collocano in rapporto diretto di subordinazione e di ubbidienza verso il dottor Plinio, attraverso rituali che ricordano i giuramenti di fedeltà feudali. Il candidato diventa così un eremita che si dedica totalmente alla società. Questi sono i veri militanti della TFP; essi conducono una vita quasi monastica e di solito vivono nelle residenze della società. Esistono inoltre simpatizzanti e collaboratori di diversi gradi. Non sembra, tuttavia, che il numero di militanti della TFP in Brasile sia molto consistente4. Era più facile riconoscerli quando, all'epoca del loro apogeo, si dedicavano a rumorose campagne per le vie delle città, con gli stendardi rossi, gli abiti scuri con la stola rossa sovrapposta e il taglio dei capelli a spazzola.

Risale a quell'epoca, inoltre, l'inizio dei conflitti con la maggior parte della gerarchia ecclesiastica brasiliana, che ebbero il loro culmine nel 1986 con la nota di avvertimento della Commissione Centrale della Conferenza Episcopale (CNBB). Senza arrivare al punto di aderire in pieno alle tesi lefebvriste, il fondatore vi era andato molto vicino. Si consideri, ad esempio, il suo giudizio sul Concilio Vaticano Il: "All'interno della prospettiva di Rivoluzione e Contro-rivoluzione, il successo dei successi raggiunto dal sorridente comunismo post-staliniano fu l'enigmatico, sconcertante, spaventoso e tragicamente apocalittico silenzio del Concilio Vaticano II rispetto al comunismo. Questo Concilio pretese di essere pastorale e non dogmatico. Valore dogmatico, infatti, non ne ebbe. Però, la sua omissione sul comunismo potrà consegnarlo alla storia come il Concilio apastorale... E triste dirlo, ma l'evidenza dei fatti indica il Concilio Vaticano II come una delle maggiori calamità, se non la maggiore, nella storia della Chiesa (cfr. l'Omelia di Paolo VI del 972). A partire da esso penetrò nella Chiesa, in proporzioni inimmaginabili, il "fumo di Satana", che dilaga giorno dopo giorno con la terribile forza di espansione dei gas. Per lo scandalo di innumerevoli anime, il Corpo Mistico di Cristo entrò nel sinistro processo di autodistruzione"5.

La TFP si dedicò in modo particolare ad attaccare il nuovo Messale Romano, promulgato da Paolo VI. Uno dei suoi dirigenti, Vidigal Xavier da Silveira, scrisse un grosso volume che fu diffuso attraverso copie mimeografiche fra tutto l'episcopato brasiliano. Ho avuto accesso ad esso attraverso l'allora Arcivescovo di Goiânia, D. Fernando Gomes dos Santos. Di stile scolastico, l'opera sembra un grande sillogismo: colui che approva un'eresia è un eretico; il Papa ha approvato un messale eretico, quindi... La conclusione non viene sancita in modo esplicito, ma è lasciata al lettore. L'argomentazione sillogistica era preceduta da una lunga introduzione, nella quale, con profusione di citazioni di autori ecclesiastici, si sosteneva la tesi, assai diffusa durante il basso medioevo, secondo cui il pontefice poteva incorrere in eresia, e un papa eretico - quindi allontanato dal corpo della Chiesa - perde automaticamente il suo status pontificio. D'accordo con questi principi, i seguaci della TFP adottarono pratiche in cui sfidavano la nuova liturgia. Si collocavano sulle prime file delle chiese recitando il rosario durante la celebrazione della messa; arrivato il momento della comunione, restavano al loro posto e alla fine della messa entravano nella sacristia per chiedere che fosse distribuita loro l'eucaristia con le ostie conservate nel sacrario. Come è naturale, questi atteggiamenti provocarono forti conflitti con i sacerdoti.

Tuttavia, non c'è mai stato da parte di Plinio Corrêa o dei suoi seguaci, un sostegno esplicito al sedevacantismo, benché le insinuazioni in tal senso fossero molto frequenti durante il pontificato di Paolo VI, davanti al quale costoro si dichiararono addirittura "in stato di resistenza", paragonando il loro atteggiamento a quello di San Paolo di fronte a San Pietro6.

Forse a causa di questi atteggiamenti, i due vescovi che all'inizio avevano appoggiato la TFP se ne allontanarono, anche se per motivi diversi: D. Geraldo Proença Sigaud per avere accettato lealmente il Concilio; D. Antônio de Castro Mayer, al contrario, per avere aderito in modo sempre più netto alle posizioni lefebvriane, avendo perfino fondato una sorta di chiesa parallela scismatica a Campos, nello Stato di Rio de Janeiro.

Di fronte alle reazioni di molti vescovi brasiliani, la risposta della TFP rimase sempre la stessa: non è un'associazione canonica di fedeli, ma un'associazione civile, e pertanto soggetta soltanto a un'ispezione generale in materia di fede e costumi da parte della gerarchia, non riguardo alla sua organizzazione e alla sua struttura. Per questo motivo, non si sentiva obbligata a cercare l'approvazione di nessuna autorità ecclesiastica per i suoi testi e manuali o per le sue azioni di carattere civile.

Tuttavia, alla TFP non è mai mancato l'appoggio di qualche prelato e, anche se in numero ridotto, costoro hanno sempre avuto un so notevole al momento di manifestare il loro sostegno. Tra di loro possiamo menzionare il Cardinale Alfons Stickler; SDB, ex-Prefetto della Biblioteca Vaticana; Mons. Custódio Alvim Pereira, il p. Aniceto Fernández, OP, ex Generale dei domenicani, e il canonista claretiano Anastasio Gutiérrez.

Lo "stato di resistenza" sembra essere cessato completamente a partire dal pontificato di Giovanni Paolo Il. Le citazioni che essi o di questo pontefice, tuttavia, sono accuratamente selezionate, in modo da lasciare da parte ogni accento sociale dei suoi scritti e dei suoi discorsi.


III. L'isolamento

Il conflitto con la gerarchia, sottaciuto ma palese, e l'identificazione sempre più esplicita con le tesi della "dottrina della sicurezza nazionale", elaborate per giustificare la repressione militare7, hanno isolato la TFP non solo dalla maggioranza della Chiesa, ma anche dalla società civile. Il suo ideale di ricostruzione della cristianità medioevale e della società dell'Ancien Régime la facevano apparire veramente anomala agli occhi della grande massa dei brasiliani; anche lo stile élitario e aristocratico di Plinio Corrêa ne favorì l'isolamento. Il migliore esempio di questo atteggiamento élitario è una delle ultime opere del fondatore della TFP Nobreza e Elites Tradicionais Análogas, nas alocuçõs do Papa Pio XII ao Patriciado e à Nobreza Romana, (ed. Civilização, Porto, Portugal, 1993) [n.d.c.: questo testo è stato pubblicato anche in italiano dalla Marzorati].




Plinio Corrêa de Oliveira in un caratteristico atteggiamento

Il modo di vestire degli adepti, l'aspetto esterno delle residenze (protette da alte mura) e così via contribuivano a creare una doppia barriera: dall'interno verso l'esterno, a causa della loro convinzione di essere gli eletti in mezzo a un mondo perduto; e dall'esterno verso l'interno, quando agli occhi del semplice osservatore i militanti apparivano come gente strana e incomprensibile. Per questo motivo non sono rari gli osservatori che considerano la TFP alla stregua di una società semi-segreta.

Questa segregazione, in gran parte volontaria, ha dato alla TFP un'apparenza di setta, nel senso etimologico della parola, cioè di un gruppo staccato, in maggiore o minore grado, da un gruppo più esteso in questo caso dalla Chiesa Cattolica con una forte coesione interna e la salda convinzione di essere stato scelto per una missione particolare, isolato dalla comunità che lo circonda, la quale viene giudicata corrotta. Alcune pratiche hanno rafforzato questa impressione. In primo luogo, la visione millenarista del mondo, fondata sulle apparizioni di Fatima, con un'insistenza sull'accadimento imminente di catastrofi, il cui annuncio sarebbe il contenuto fondamentale del "terzo segreto". Le campagne della TFP a favore della recita del rosario hanno avuto in passato e continuano ad avere presente un senso palesemente millenarista. In modo particolare, l'attenzione di molti membri della TFP si concentrò sul quasi-culto reso alla madre del fondatore, Donna Lucília Ribeiro dos Santos, la cui tomba è custodita permanentemente dai militanti del gruppo, che sono arrivati a veri e propri eccessi prossimi all'eresia, come la litania composta in suo onore da alcuni giovani e diffusa da un "apostata" della TFP, Orlando Fedeli8. Non sembra che attualmente sia utilizzata all'interno della TFP, ma di certo non era una pratica clandestina in seno alla società, e i suoi capi non hanno pubblicato nemmeno una condanna formale di essa.

Il dott. Plinio Corrêa, che negli ultimi anni aveva condotto un'esistenza assai raccolta, morì nel 1995 secondo i suoi seguaci in "odore di santità". Un "odore" che dev'essere stato molto debole, dato che finora non si è esteso al di fuori dei circoli della società. Lo stesso dicasi di Donna Lucília, a cui era stato attribuito lo stesso odore.


IV. Espansione internazionale

Come si è già accennato, la TFP non si è limitata al Brasile. Le sue ramificazioni sono arrivate a toccare almeno 23 Paesi9. Non sembra trattarsi di vere filiali, bensì di associazioni con la stessa ispirazione e analoghe modalità d'azione. Esistono associazioni i cui nomi sono significativi: Covadonga, Lepanto, Crusade... Tuttavia, l'identificazione non è facile, poiché possono esistere collegamenti con associazioni dai nomi diversi in vari paesi. E il caso dello stesso Brasile, in cui esiste un Frente Universitario Lepanto, o dell'Italia dove, oltre all'Ufficio di rappresentanza della TFP esistono due associazioni simili: Alleanza Cattolica-Cristianità e Centro Culturale Lepanto che riconoscono il proprio debito al pensiero di Plinio Corrêa. In Spagna usano un nome doppio, TFP-Covadonga. Non va poi dimenticato che in molti Paesi esistono associazioni che non si dichiarano tiefèpiste, ma che sono palesemente dirette da seguaci di Plinio Corrêa, come ad esempio America needs Fatima, con le sue consorelle in Germania, Francia, ecc. In altri casi è più difficile stabilire un rapporto diretto con la TFP brasiliana, malgrado l'uso di simboli uguali o somiglianti, come nel caso di Nuova Acropoli, in cui spuntano tendenze palesemente neonaziste.


V. Conflitti

La storia della TFP non è esente da conflitti. Abbiamo già detto che la conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) ha dovuto pubblicare una nota, approvata durante la XXIII Assemblea Generale, nella quale consigliava ai fedeli di non aderire alla TFP perché il "suo carattere esoterico, il suo fanatismo religioso, il culto riservato alla persona del fondatore e della madre di costui non possono ottenere l'approvazione della Chiesa".

Nel 1984, durante la presidenza di Lusinchi e sulla base degli esiti di un'indagine parlamentare, furono sospese le attività della TFP del Venezuela dietro le accuse di fanatismo e di lavaggio del cervello. Senza dubbio, la decisione (di carattere amministrativo) può essere discutibile dal punto di vista giuridico, ma è indice dei sospetti che la TFP solleva ovunque. Nello stesso senso si può fare riferimento al cosiddetto Rapporto Guyard, presentato all'Assemblea Nazionale Francese il 10 gennaio 1996 che inserì la TFP nella lista delle associazioni che dovevano essere messe sotto stretto controllo.

Sospetti sono stati sollevati anche in Spagna, sia dalla polizia che dalle autorità amministrative, le quali hanno tentato in certe occasioni di impedire la propaganda della TFP, senza tuttavia riuscirvi. come in Aragona e in Andalusia.

Malgrado questi fatti, non si può dire che ci sia stata da qualche una ferma condanna della TFP né si possono segnalare azioni chiaramente illegali svolte da qualcuno dei suoi membri, nonostante le tensioni provocate dalle loro manifestazioni lungo le strade. Il numero ridotto dei membri e la limitata ripercussione delle sue iniziative hanno evitato che la reazione assumesse maggiori dimensioni.

Non si devono dimenticare, se si parla di conflitti, quelli nati all'interno stesso della TFP dopo la morte del fondatore. Per garantire la purezza del pensiero dell'iniziatore e d'accordo con le sue disposizioni, la direzione rimase interamente nelle mani dei "soci fondatori", in numero di nove. Questo ha risvegliato tensioni tra i più giovani:

"Attualmente, apprendiamo le decisioni attraverso i giornali", denuncia Filipe Ribeiro Dantas, 33 anni, da 18 membro della TFP, consigliere per il marketing dell'associazione e uno dei leader del movimento che si oppone all'attuale direzione... "La nuova direzione, con le sue decisioni ingiuste e arbitrarie, si è messa contro l'80% dei membri, volendo imporre con la forza il suo modo di pensare", aggiunge Nelson Tadeu Costa, 40 anni, nell'associazione da 25. Il medico Ramón León, militante da più di 20 anni, finì per essere espulso. Il gruppo ribelle decise di ricorrere alla giustizia. Nel novembre [del 1998], fu esposta un'azione davanti alla Terza Magistratura Civile di San Paolo per rivendicare il diritto di voto ai soci durante le assemblee. La risposta della direzione fu dura. Tagliò i finanziamenti per la manutenzione di una gran parte delle 60 sedi, uffici e residenze dei membri.10

Sembra però che la dissidenza sia stata ormai riassorbita.


VI. Ma che cos'è la TFP?

A questo punto possiamo chiederci che cosa sia veramente TFP: una setta, un'associazione religiosa in seno alla Chiesa cattolica, un'associazione politica, una società culturale? Senza dubbio all'interno del gruppo si possono trovare tracce di ognuna di queste caratteristiche. Ciononostante, tenendo conto delle sue origini, dello stesso nome e del suo agire pubblico, tendo a pensare che la struttura portante dell'ideologia della TFP sia di carattere politico, con la supremazia della difesa della proprietà privata, considerata come fondamento della famiglia. Tuttavia, la sua difesa è quella del latifondo. Per questo motivo, fin dall'inizio la TFP attirò l'appoggio dei grandi proprietari terrieri (i fazendeiros) degli stati di San Paolo, Rio de Janeiro e Minas Gerais, che la sostennero economicamente. Testi recenti mostrano a chiare lettere questa tendenza, che viene dissimulata dietro argomenti religiosi. Si veda, ad esempio, ciò che scrisse il biografo di Plinio Corrêa, Roberto De Mattei: "la conservazione della tradizione cristiana esige un ambito, la famiglia; e la famiglia per sopravvivere e svilupparsi necessita a sua volta di una base materiale che le garantisca la vita e la libertà"11. Si potrebbe segnalare in questo caso una certa coincidenza con l'insegnamento della dottrina sociale della Chiesa, specialmente quello contenuto nelle encicliche Rerum Novarum e Quadragesimo Anno; ma secondo il pensiero di Plinio Corrêa, quella base è la proprietà privata senza restrizioni né limiti. Non si deve dimenticare altresì che il libro dei vescovi Sigaud e Castro Mayer sulla riforma agraria in Brasile fu l'elemento agglutinante iniziale della TFP. Ritorniamo al testo della TFP statunitense sopracitato: "la legittimità della proprietà privata è garantita dai due comandamenti della Legge di Dio: "non rubare" e "non desiderare i beni del tuo prossimo"". Purtroppo, in nessuno dei libri esaminati ho trovato alcun riferimento alla funzione sociale della proprietà. Per ribadire questi concetti, possiamo citare un editoriale del bollettino Post-Modernidade, organo del brasiliano Frente Universitario Lepanto, in cui ci si interroga sulla scottante questione agraria del paese: "che cattolici vogliamo essere? Quelli che invadono le terre altrui con la falsa spiegazione secondo cui Dio ha creato il mondo per tutti?"12.




"che cattolici vogliamo essere? Quelli che invadono le terre altrui con la falsa spiegazione secondo cui Dio ha creato il mondo per tutti?"

Al lavoro sulle terre occupate a Quixabinha, Pernambuco.
Foto di Piet den Blanken.

Si può affermare, paradossalmente, che esiste un punto di coincidenza tra la Teologia della Liberazione e il pensiero della TFP. Tutte e due sottolineano la rilevanza sociale del Vangelo, coincidendo con la dottrina sociale della Chiesa. Ambedue hanno in mente però due modelli concreti di società, che si identificano con precise tendenze politiche. L'articolo di Plinio Corrêa "A Cruzada do Século XX", nel quale indica l'ideale di tutti i seguaci della TFP, illumina assai bene questo punto: "Esiste, nei disegni della Provvidenza, un rapporto intimo tra la vita terrena e la vita eterna. La vita terrena è la strada, la vita eterna è la meta. Il Regno di Cristo non è di questo mondo, ma è in questo mondo che si trova la strada per la quale arrivarvi". E quella strada passa per una difesa intransigente della proprietà privata, senza restrizioni.

La TFP mi sembra un tipico prodotto della situazione sociale del Brasile. Perciò, malgrado tutti i tentativi, non è riuscita ad adattarsi in pieno ad altre latitudini. Le associazioni corrispondenti negli altri Paesi non hanno conosciuto né la diffusione né lo sviluppo di quella brasiliana; e naturalmente non si preoccupano gran che della riforma agraria, bensì della difesa estrema della proprietà privata. In Cile, dove la TFP ebbe un certo successo e una certa visibilità prima e durante il governo del generale Augusto Pinochet13, sembra che si sia eclissata. Negli Stati Uniti si è assimilata alla Nuova Destra. In Italia sembra incorporarsi sempre di più in Alleanza Nazionale, partito politico di tendenze neofasciste. In Francia, paese che Plinio Corrêa guardò sempre come "figlia primogenita della Chiesa", conduce una vita stentata. In Spagna sembra in chiaro declino, dopo un periodo di maggiore visibilità nella sua lotta contro il governo del Partito Socialista Operaio Spagnolo (PSOE), in occasione della quale pubblicò il volume España: anestisiada sin percibirlo, amordazada sin quererlo, extraviada sin saberlo (Spagna: anestetizzata senza percepirlo, imbavagliata senza volerlo, smarrita senza saperlo). Soltanto in Brasile sembra che stia riprendendo nuova vita, con successo della sua organizzazione giovanile Frente Universitario Lepanto. In quel paese, la TFP mantiene almeno quattro residenze per studenti, a Brasilia, a San Paolo, a Rio de Janeiro e a Campos, pubblica il bollettino Post-Modernidade. La rivista Catolicismo trova ampia eco tra i cattolici "tradizionalisti". Il Fronte diffonde la sua propaganda attraverso un'accurata pagina su Internet. La sua azione è costante, compresa una lobby al Congresso Nazionale. Tuttavia, per via delle sue caratteristiche elitarie, non diverrà mai un movimento di massa, né giungerà ad avere un'influenza significativa sulla società.






Note

(1)  Benché di tiratura assai modesta, la rivista Catolicismo viene tuttora pubblicata, dalla casa editrice Padre Belchior de Pontes, Ltda., di São Paulo.

(2)  Intervista a Giovanni Cantoni realizzata da Juán Miguel Cousiño apparsa su Catolicismo, portavoce di TFP, nel n. 580, São Paulo, aprile 1999, anno XLIX, pp 12-15.

(3)  La biografia più diffusa e quasi ufficiale, quella dell'italiano Roberto De Mattei, ha come titolo significativo Il crociato del XX secolo. Plinio Corrêa de Oliveira (Piemme, 1996). Curiosamente, il titolo di questa opera coincide con quello di una tesina (Plinio Corrêa de Oliveira: um cruzado do século XX), difesa quattordici anni prima, nel 1982, da Lizânias de Sousa Lima, sotto la direzione del professor Augustin Wernet, nella Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell'Università di São Paulo (USP). Sull'attributo di 'profeta', basta leggere le parole di commento al citato volume di P. Anastasio Gutiérrez CMF, nel 1992: "riassumendo, io mi azzarderei a dire che si tratta di un'opera profetica, nel senso migliore del termine". (Piemme, 1996). Curiosamente, il titolo di questa opera coincide con quello di una tesina (Plinio Corrêa de Oliveira: um cruzado do século XX), difesa quattordici anni prima, nel 1982, da Lizânias de Sousa Lima, sotto la direzione del professor Augustin Wernet, nella Facoltà di Filosofia, Lettere e Scienze Umane dell'Università di São Paulo (USP). Sull'attributo di 'profeta', basta leggere le parole di commento al citato volume di P. Anastasio Gutiérrez CMF, nel 1992: "riassumendo, io mi azzarderei a dire che si tratta di un'opera profetica, nel senso migliore del termine".

(4)  Nel 1980 la TFP contava circa 1500 adepti, di cui il 65% giovani tra i 18 e i 25 anni; il 30% tra i 25 e i 35 anni e il 5% con più di 35, Seiblitz, Zélia, Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade (TFP), in "Sinais dos Tempos. Diversidade Religiosa no Brasil - Cadernos do ISER", n. 23, Rio de Janeiro, 1990. La rivista Isto È del 24 giugno 1998 stimava i militanti della TFP in 1800.Il Correio Braziliense del 21 settembre 1998 parlava invece di "16.000 membri della TFP in 557 città di tutto il Brasile"; probabilmente hanno aggiunto uno zero alla cifra reale.

(5)  Questo commento fa parte delle note aggiunte, prima nel 1976 (per l'edizione italiana del libro) e completate poi dallo stesso autore nel 1992. Sono riprodotte nella home page del Frente Universitario Lepanto (http://www.lepanto.org.br), nome dell'attuale organizzazione giovanile della TFP brasiliana.

(6)  Nel 1974, motivati dall'apertura diplomatica di Paolo VI verso Est verso Cuba, le TFP inviarono un messaggio al pontefice in cui si legge: "Con questo atto filiale diciamo al Pastore dei Pastori: la nostra anima è Vostra, la nostra vita è Vostra. Comandateci quello che volete. Però non comandateci di incrociare le braccia davanti al lupo rosso che ci assale. A questo la nostra coscienza si oppone" (Bollettino mensile Covadonga Informa, aprile 1995).

(7)  Secondo quella dottrina, sarebbe esistita all'epoca una guerra continua, psicologica e antagonista mossa dal comunismo internazionale contro la democrazia, rappresentata dagli Stati Uniti. Per questo motivo occorreva adoperare metodi bellici per raggiungere la vittoria. Questa terminologia "guerriera" utilizzata dallo stesso Plinio Corrêa nelle sue note complementari a Rivoluzione e Contro-rivoluzione, nelle edizioni del 1976 e del 1992.

(8)  Ecco il testo: "Donna Lucília, prega per noi; Madre del Sig. Dott. Plinio, prega per noi; Madre del Dottore della Chiesa, prega per noi; Madre di nostro Padre prega per noi; Madre dell'ineffabile, prega per noi; Madre di tutti noi, prega per noi; Madre dei secoli futuri, prega per noi; Madre del principio assiologico, prega per noi; Madre del Carattere di Sintesi, prega per noi; Madre purissima, prega per noi; Madre della Trans-sfera, prega per noi; Madre della Serietà, prega per noi; Madre della Contro-rivoluzione, prega per noi; Restauratrice dei Caratteri, prega per noi; Fonte di Luce, prega per noi; Generatrice dell'innocenza, prega per noi; Conservatrice dell'Innocenza, prega per noi; Consolatrice del Sig. Dott. Plinio, prega per noi; Aurora del Regno di Maria, prega per Donna Lucília del Sorriso, prega per noi; Mediatrice del Grand Retour, per noi; Mediatrice di tutte le nostre grazie, prega per noi; Donna Lucília delle visioni, prega per noi; Fiore più bello, prega per noi; Refugium nostrum, prega per noi; Consolatrix nostra, prega per noi; Auxilium nostrum durante la "bagarre", prega per noi; Causa della nostra perseveranza, prega per noi; Contenitore di Logica, prega per noi; Contenitore di Metafisica, prega per noi; Martire dell'isolamento, prega per noi; Regina della sofferenza serena, prega per noi; Regina dell'amabilità, prega per noi; Regina della serenità, prega per noi; Lucília, Madre e Signora nostra, aiutaci; Donna Lucília, nostra maggiore mediatrice insieme alla Madonna, aiutaci".

(9)  A tutt'oggi, secondo l'home page della TFP statunitense, esistono associazioni o rappresentanze nei seguenti Stati: Repubblica Sudafricana (Young South Africans for a Christian Civilization; Argentina (Sociedad Argentina de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad); Bolivia (Jóvenes Bolivianos pro Civilización Cristiana); Brasile (Sociedade Brasileira de Defesa da Tradição, Família e Propriedade); Canada (The Canadian Society for the Defence of Tradition, Family and Property); Cile (Sociedad Chilena de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad); Colombia (Sociedad Colombiana de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad); Costa Rica (Defensa de la Tradición Familia y Propriedad-Costa Rica); Ecuador (Sociedad Ecuatoriana de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad); Filippine (Saint Thomas Aquinas Youth Association); Francia (Société Francaise pour la Défence de la Tradition Famille et Propriété); Germania (TFP Büro Deutschland); India (senza indicazione della corrispondente associazione); Italia (Ufficio Tradizione, Famiglia Proprietà); Paraguay (Sociedad Paraguaya de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad); Peru (Nùcleo Peruano de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad); Polonia (Fundacja Polska dla Kultury Chrzescijanskiej) Portogallo (Centro Culturale Reconquista - TFP Lusa); Regno Unito (Tradition, Family, Property - Bureau for the United Kingdom); Spagna (Sociedad Española de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad-Covadonga); Stati Uniti (The American Society for the Defence of Family, Tradition and Property); Uruguay (Sociedad Urugnaya de Defensa de la Tradición Familia y Propriedad).

(10)  GILBERTO NASCIMENTO, As Viúvas de Plinio, in "Isto É", 24 giugno 1998.

(11)  ROBERTO DE MATTEI, il Crociato del secolo XX: Plinio Corrêa de Oliveira, Casale Monferrato, 1996, p. 203.

(12)  Ecco il testo completo nell'originale portoghese: "Post-modernidade ufana-se de sua inspiração católica. Mas que católicos queremos ser? Aqueles que invadem terras alheias, com a falsa explicação de que Deus criou a Terra para todos? Os que estendem as mãos à todos inimigos (sic!) "esquecendo-se" de que toda a hjstória do mundo não é senão uma iuta inexorável entre os que são da Virgem e os que são da Serpente? Qual a relacão entre Fidel Castro e Na. Sra. de Fátima?"

(13)  Si ricordi a questo riguardo il libro di Fábio Vidigal Xavier da Silveira Frei, El Kerenski chileno, con virulenti attacchi al politico democristiano per la sua supposta condiscendenza verso il socialismo di Allende, visto dai seguaci della TFP come comunismo puro.




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