3. Il Liceo Europeo al di là della falsa e fittizia contrapposizione fra
Liceo Classico e Liceo Scientifico.
Sul vecchio liceo europeo esiste un'infondata leggenda negativa, per cui si
tratterebbe di una scuola esclusivamente classica, letteraria, umanistica, e
quindi per sua stessa natura incapace di tener conto del valore culturale della
cultura scientifica. Tuttavia, questo pregiudizio è nell'insieme infondato. Il
vecchio liceo europeo, di genesi storica borghese e di validità culturale
universalistica, è in realtà nato quasi contemporaneamente in Germania, come
liceo prevalentemente classico, e nella Francia napoleonica, come liceo
prevalentemente scientifico.
La stessa stucchevole diatriba sulla cosiddetta
superiorità della cultura classica e/o della cultura scientifica, con i
conseguenti idioti dilemmi se sia più importante conoscere Shakespeare o la
seconda legge della termodinamica (tipico dilemma per chi non ha proprio niente
di meglio da fare) è del tutto estranea all'impostazione originaria del liceo
europeo, ed è piuttosto tipica di una situazione culturale di cento anni dopo,
cioè del primo Novecento, nel contesto di una polemica neoidealistica contro il
positivismo.
Il liceo europeo che i maggiordomi post-comunisti stanno
distruggendo in Italia piace infatti sia a persone di cultura scientifica (cfr.
Lucio Russo, Segmenti e Bastoncini, Feltrinelli 1998), sia a persone di cultura
umanistica (cfr. Fabrizio Polacco, La cultura a picco, Marsilio 1998). E questo
non è ovviamente un caso. L'impostazione culturale originaria del liceo
europeo, infatti, rifiuta l'assurdo dilemma gerarchico della cosiddetta
superiorità fra asse umanistico ed asse scientifico, in favore di una natura
critica dell'apprendimento di tutte le discipline.
La genesi particolaristica di
questa comune natura critica stava evidentemente nel fatto che la borghesia
aveva bisogno di questo apprendistato critico per la sua lotta su due fronti,
contro il tradizionalismo aristocratico e clericale e contro le nascenti
rivendicazioni popolari, operaie e contadine. Ma la validità universalistica di
questa comune natura critica sopravvive ovviamente alla genesi particolaristica
che l'ha prodotta. Tuttavia la dialettica fra genesi (sempre particolaristica) e
validità (talvolta universalistica) sfugge per principio a tutte le culture
relativistiche, storicistiche e sociologistiche, come la cultura del ceto
politico post-comunista ed il suo codazzo di pedagogisti futuristi e di
burocrati, sia di dialetto ministerialese che di dialetto sindacalese.
Il liceo europeo, proprio per la stretta fusione fra componente illuministica e
componente romantica che lo ha costituito, non consente nessuna controversia
sulla presunta superiorità di una preferenza culturale. Ad esempio il vecchio
liceo austro-ungarico, che fu storicamente una delle forme più alte del liceo
europeo, era caratterizzato da un ottimo insegnamento e da un ottimo
apprendimento delle scienze naturali.
Nei suoi scritti di pedagogia Hegel fa
notare che lo sviluppo delle capacità intellettuali avviene sia sul terreno
della matematica sia sul terreno della traduzione dalle lingue classiche (cfr.
Hegel, La scuola e l'educazione, Franco Angeli 1985). È interessante che uno studioso di scienze naturali come Luca Cavalli Sforza abbia fatto notare che
"... fra tutte le mie esperienze scolastiche, la traduzione dal latino è
stata l'attività più vicina alla ricerca scientifica, cioè alla comprensione
di ciò che è sconosciuto"
(cfr. La Repubblica, 27 novembre 1993).
Le
citazioni potrebbero essere moltiplicate, ma non è il caso di farlo, perché
girano tutte intorno ad uno stesso punto. Ed il punto è questo: non c'è alcuna
gerarchia di valore fra latino e matematica, fra greco e fisica, fra filosofia e
biologia, fra storia e chimica; non ha alcun senso confondere il carattere
critico dell'apprendimento liceale e quello specialistico dell'apprendimento
universitario; ha invece senso ribadire la peculiare natura della licealità,
che è figlia della paideia greca, della raison illuministica e della Bildung
romantica, e che è in effetti incompatibile con la velocità e la flessibilità
operazionale esaltate dal distruttore Maragliano, e che sono rivolte a
distruggere la natura educativa sia del greco che della fisica, come ad esempio
sia Lucio Russo sia Fabrizio Polacco capiscono perfettamente.