Miguel Martínez 19 novembre 2001
E in effetti, Mario Borghezio fa del suo meglio per essere un piccolo Sharon. Come Sharon, Borghezio non è né stupido, né ignorante come fa finta di essere: è una persona di una discreta cultura in vari campi.
Nel '93 ha preso una multa di 750.000 lire per aver picchiato un bambino marocchino. Non sarà proprio la strage di Sabra e Shatilla, ma la buona volontà
indubbiamente c'era. Tempo fa Borghezio si è guadagnato un bel po' di pubblicità disinfettando i sedili sul treno Milano-Torino dove si erano sedute alcune prostitute nigeriane (i cui
clienti, fino a prova contraria, erano certamente dello stesso colore e intelligenza dell'onorevole). Disinfettanti, spray e gas hanno un particolare fascino per l'eurodeputato ed ex-sottosegretario
della Repubblica italiana. Nell'interessante pubblicazione Il paese dei campi, apprendiamo come durante un comizio di Borghezio a Voghera, i sostenitori
della Lega Nord abbiano dimostrato tutta la loro abilità letteraria, recitando ad alta voce da un volantino quella che loro chiamavano «la preghiera dello zingaro». Il testo
dice: Quindi chi meglio di lui può rappresentare il punto di vista ufficiale della
Lega alla commissione Esteri del Parlamento europeo in occasione del dibattito sugli attentati negli Usa? Citando le immagini della CNN viste mille volte, Borghezio ha commentato: Poco dopo, come riferisce La Padania dell'8 novembre 2001, Borghezio ha trovato un nemico degno di lui: il musulmano convertito Adel Smith, di Ofena in provincia
dell'Aquila, che - come raccontiamo altrove - aveva costituito assieme a un unico seguace e con il potente aiuto di Bruno Vespa l'Unione Musulmani d'Italia, statutariamente un partito politico: Prima di soccombere alle risate, il lettore dovrebbe sapere che Mario Borghezio proviene da ambienti che si potrebbero definire sommariamente di "destra radicale", che hanno avuto spesso vita dura. Ma Borghezio non sembra che abbia imparato la virtù della tolleranza dalle proprie esperienze.
Infatti il passato di Borghezio non è proprio così limpidamente occidentale come ci vorrebbe far credere. Nulla di male, ovviamente - se lui
non avesse fatto della più intransigente intolleranza occidentalista la propria missione.
Ecco un interessante brano tratto da un articolo comparso sul numero di ottobre 2001 di Orion. Orion è una rivista che circola da molti anni in ambienti critici provenienti dalla diaspora del neofascismo italiano. Ci si trova di tutto - da articoli molto
intelligenti a smaccate commemorazioni nostalgiche, passando per scritti di cattolici, di pagani e persino di un Testimone di Geova, anche se negli ultimi anni gli interventi intelligenti sembrano essere calati notevolmente. A smistare questo improbabile traffico, un piccolo editore
milanese, Maurizio Murelli. All'età di diciotto anni, Murelli, uscito da poco da una difficile adolescenza di abbandono in un collegio e che frequentava pessime compagnie, partecipò a
uno scontro con la polizia in cui Vittorio Loi, figlio del famoso pugile Duilio, uccise un agente di pubblica sicurezza. Murelli fu condannato a molti anni di carcere per "concorso morale in omicidio
colposo": nello sbrigativo linguaggio dei media è così diventato un "terrorista" e un "assassino", etichette ripetute di generazione in generazione da articolisti
frettolosi.
Pur trovandomi lontanissimo dalle idee di Murelli, mi sembra giusto dire che il giornalismo cialtrone e complottista gli ha addossato troppe colpe.
Umanamente legato agli ambienti neofascisti da cui non sembra potersi distaccare, è una persona che ha però indubbie qualità personali. Indipendente da ogni vincolo di interesse
o di gruppo, è anche esente dal germe del razzismo così diffuso in quei mondi. Sa rispettare chi non è d'accordo con lui e sa anche riconoscere quando è
giusto cambiare idea, e non certamente per seguire qualche moda.
Ecco quanto scrive Murelli a proposito di Borghezio ("Occidente: fronte infame", Orion, ottobre 2001, p. 3): Il lettore deve sapere che tra il 1985 e il 1990 l'onorevole Borghezio era ospite a casa mia praticamente tutte le settimane. Fu
l'ideatore di "Orion-finanza" (supplemento a "Orion"). Allora io passavo per terrorista e più di me passava per terrorista Claudio Mutti che amorevolmente Borghezio soprannominava "Muttim" e
della cui amicizia, fin dai tempi di "Giovane Europa", menava vanto.
Dunque, oltre a frequentare amabilmente me, Salvatore Francia (più volte accusato di essere il terrorista numero uno di
"Ordine Nuovo"), Adriana Pontecorvo (sempre di "Ordine Nuovo" e nei cui uffici bivaccava) e Oggero di Carmagnola (che stampava una rivista intitolata, ma guarda un po', "Jihad"); oltre ad
accompagnarsi a sedicenti "colonnelli" del fantomatico Stato del Sahara Occidentale Spagnolo; oltre ad essere stato accusato lui stesso di atti terroristici (e, mi pare di ricordare, processato) per
una lettera anonima della "Falange armata" inviata all'allora giudice di Torino Violante; ebbene, a parte queste "pericolose" ed "equivoche" frequentazioni ciò che lo contraddistingueva era la
sua ideologia ferocemente antiamericana e soprattutto antigiudaica.
Oggi, e cito lui perché è il più insopportabile nei suoi atteggiamenti provocatori e mistificatori da "bassa
lega", è diventato - come molti altri - campione dell'intransigenza anti-islamica.
L'aspetto più infame di questo nuovo ammiratore di Bush e Sharon è a mio avviso la maniera in cui si è costruito
una carriera conducendo la più facile delle Crociate, quella contro i Rom. Sempre dal prezioso studio Il paese dei campi, apprendiamo che: Non è certo difficile trovare voti in una società che crede, quasi in blocco, a simili panzane. Ma è tragico
pensare che politici che sfruttano gli aspetti più oscuri della psiche collettiva siano poi in prima fila nel pretendere di dare lezioni di civiltà al resto del mondo. Usando le armi
più atroci mai inventate per imporsi su chi non vuole ascoltare.
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