Un crociato con il disinfettante:
Ovvero, come Mario Borghezio è diventato un buono
 




Miguel Martínez   

19 novembre 2001   





Mario Borghezio è certamente uno dei più apprezzati crociati d'Italia, perennemente ospite di show televisivi. Il suo curriculum sembra impeccabile: infatti, lui può dimostrare di essere stato un Occidentale a tutti gli effetti molto prima dell'11 settembre. Lo scorso 15 febbraio, La Repubblica ha citato un suo violento attacco contro il comico Luttazzi, reo di aver definito Sharon un criminale di guerra: 
"Il 'solito' [Luttazzi] ha reiterato ieri, con sguardo pieno di compiaciuta e festosa ironia, le feroci battute anti-israeliane, di cui aveva già dato prova in precedenza, con accenti quasi antisemiti. In questa occasione però si evidenzia anche la gravissima inopportunità rappresentata dal fatto che, nelle stesse ore, le tv ci hanno portato in casa le immagini sconvolgenti della più grave strage compiuta nei Territori a danno di civili e militari israeliani".
mario borghezio eurodeputato della Lega Nord

Mario Borghezio

E in effetti, Mario Borghezio fa del suo meglio per essere un piccolo Sharon. Come Sharon, Borghezio non è né stupido, né ignorante come fa finta di essere: è una persona di una discreta cultura in vari campi. 

Nel '93 ha preso una multa di 750.000 lire per aver picchiato un bambino marocchino. Non sarà proprio la strage di Sabra e Shatilla, ma la buona volontà indubbiamente c'era. Tempo fa Borghezio si è guadagnato un bel po' di pubblicità disinfettando i sedili sul treno Milano-Torino dove si erano sedute alcune prostitute nigeriane (i cui clienti, fino a prova contraria, erano certamente dello stesso colore e intelligenza dell'onorevole). Disinfettanti, spray e gas hanno un particolare fascino per l'eurodeputato ed ex-sottosegretario della Repubblica italiana. Nell'interessante pubblicazione Il paese dei campi, apprendiamo come durante un comizio di Borghezio a Voghera, i sostenitori della Lega Nord abbiano dimostrato tutta la loro abilità letteraria, recitando ad alta voce da un volantino quella che loro chiamavano «la preghiera dello zingaro». Il testo dice: 

"Un bel milione dacci al mese, tanto il Comune non ha altre spese, dacci una casa con priorità, perché siam nomadi ma restiamo qua, non vorremmo però essere "gasati" dai Vogheresi oggi un po' incazzati." 
 
Fronti dell'Occidente: 

rom o zingari

A Sharon, i palestinesi
A Borghezio, i rom

Quindi chi meglio di lui può rappresentare il punto di vista ufficiale della Lega alla commissione Esteri del Parlamento europeo in occasione del dibattito sugli attentati negli Usa? Citando le immagini della CNN viste mille volte, Borghezio ha commentato:

"Le manifestazioni di giubilo in Medio Oriente hanno trovato eco immediata in consimili esternazioni, come già in passato in occasione di altri atti criminali dei fanatici islamici, nei centri religiosi e nelle moschee siti nei Paesi europei. [...] Ora non è più questione di fare come Ponzio Pilato di fronte al fanatismo islamico presente ed attivo anche nei nostri Paesi. Pensiamoci ed interveniamo, prima che sia troppo tardi."  

Poco dopo, come riferisce La Padania dell'8 novembre 2001, Borghezio ha trovato un nemico degno di lui: il musulmano convertito Adel Smith, di Ofena in provincia dell'Aquila, che - come raccontiamo altrove - aveva costituito assieme a un unico seguace e con il potente aiuto di Bruno Vespa l'Unione Musulmani d'Italia, statutariamente un partito politico: 

Mario Borghezio, deputato europeo della Lega, prende spunto dall’apparizione in televisione dell’esponente islamico Adel Smith per sollecitare lo scioglimento “subito del nuovo partito islamico in Italia». Smith, che Borghezio ricorda essere stato ospite di Porta a Porta dopo aver promosso una controversa manifestazione il 14 ottobre a Milano, è «leader indiscusso di un neonato movimento di musulmani italiani» che «si ispira alle vedute del più intollerante fanatismo religioso islamico. Ritengo che, in base ad un ben fondato principio di precauzione, il governo, prima che la propaganda di questo nuovo partito islamico diffonda in Italia messaggi che attizzino il fanatismo presso le comunità islamiche, debba immediatamente intervenire per precludere ogni attività ed esternazione propagandistica».

Prima di soccombere alle risate, il lettore dovrebbe sapere che Mario Borghezio proviene da ambienti che si potrebbero definire sommariamente di "destra radicale", che hanno avuto spesso vita dura. Ma Borghezio non sembra che abbia imparato la virtù della tolleranza dalle proprie esperienze.

Infatti il passato di Borghezio non è proprio così limpidamente occidentale come ci vorrebbe far credere. Nulla di male, ovviamente - se lui non avesse fatto della più intransigente intolleranza occidentalista la propria missione.

Ecco un interessante brano tratto da un articolo comparso sul numero di ottobre 2001 di Orion. Orion è una rivista che circola da molti anni in ambienti critici provenienti dalla diaspora del neofascismo italiano. Ci si trova di tutto - da articoli molto intelligenti a smaccate commemorazioni nostalgiche, passando per scritti di cattolici, di pagani e persino di un Testimone di Geova, anche se negli ultimi anni gli interventi intelligenti sembrano essere calati notevolmente. A smistare questo improbabile traffico, un piccolo editore milanese, Maurizio Murelli. All'età di diciotto anni, Murelli, uscito da poco da una difficile adolescenza di abbandono in un collegio e che frequentava pessime compagnie, partecipò a uno scontro con la polizia in cui Vittorio Loi, figlio del famoso pugile Duilio, uccise un agente di pubblica sicurezza. Murelli fu condannato a molti anni di carcere per "concorso morale in omicidio colposo": nello sbrigativo linguaggio dei media è così diventato un "terrorista" e un "assassino", etichette ripetute di generazione in generazione da articolisti frettolosi.


borghezio leghista

Borghezio esprime una sua opinione

Pur trovandomi lontanissimo dalle idee di Murelli, mi sembra giusto dire che il giornalismo cialtrone e complottista gli ha addossato troppe colpe. Umanamente legato agli ambienti neofascisti da cui non sembra potersi distaccare, è una persona che ha però indubbie qualità personali. Indipendente da ogni vincolo di interesse o di gruppo, è anche esente dal germe del razzismo così diffuso in quei mondi. Sa rispettare chi non è d'accordo con lui e sa anche riconoscere quando è giusto cambiare idea, e non certamente per seguire qualche moda.

Ecco quanto scrive Murelli a proposito di Borghezio ("Occidente: fronte infame", Orion, ottobre 2001, p. 3): 

Un personaggio stomachevole che riempie sempre più spesso il video è l'onorevole padano Mario Borghezio, che oggi fa della guerra al terrorismo e all'Islam la sua bandiera di lotta. Un altro che ha fatto presto a cambiare cavallo. 

Il lettore deve sapere che tra il 1985 e il 1990 l'onorevole Borghezio era ospite a casa mia praticamente tutte le settimane. Fu l'ideatore di "Orion-finanza" (supplemento a "Orion"). Allora io passavo per terrorista e più di me passava per terrorista Claudio Mutti che amorevolmente Borghezio soprannominava "Muttim" e della cui amicizia, fin dai tempi di "Giovane Europa", menava vanto.

Dunque, oltre a frequentare amabilmente me, Salvatore Francia (più volte accusato di essere il terrorista numero uno di "Ordine Nuovo"), Adriana Pontecorvo (sempre di "Ordine Nuovo" e nei cui uffici bivaccava) e Oggero di Carmagnola (che stampava una rivista intitolata, ma guarda un po', "Jihad"); oltre ad accompagnarsi a sedicenti "colonnelli" del fantomatico Stato del Sahara Occidentale Spagnolo; oltre ad essere stato accusato lui stesso di atti terroristici (e, mi pare di ricordare, processato) per una lettera anonima della "Falange armata" inviata all'allora giudice di Torino Violante; ebbene, a parte queste "pericolose" ed "equivoche" frequentazioni ciò che lo contraddistingueva era la sua ideologia ferocemente antiamericana e soprattutto antigiudaica.

Oggi, e cito lui perché è il più insopportabile nei suoi atteggiamenti provocatori e mistificatori da "bassa lega", è diventato - come molti altri - campione dell'intransigenza anti-islamica.

L'aspetto più infame di questo nuovo ammiratore di Bush e Sharon è a mio avviso la maniera in cui si è costruito una carriera conducendo la più facile delle Crociate, quella contro i Rom. Sempre dal prezioso studio Il paese dei campi, apprendiamo che: 

Il 92% dei 1.521 bambini interrogati dall'IRES del Piemonte hanno dichiarato, senza aver ricevuto nessuna indicazione, che hanno paura degli zingari «perché rapiscono i bambini».

Non è certo difficile trovare voti in una società che crede, quasi in blocco, a simili panzane. Ma è tragico pensare che politici che sfruttano gli aspetti più oscuri della psiche collettiva siano poi in prima fila nel pretendere di dare lezioni di civiltà al resto del mondo. Usando le armi più atroci mai inventate per imporsi su chi non vuole ascoltare.

 


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