Storia di un imperatore:
Jorge Angel Livraga Rizzi
Fondatore di Nuova Acropoli
 



Miguel Martinez

Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta in “Religioni e sette nel mondo”, Sett. 1997)



Versione in lingua inglese

Versione in lingua russa. Questa traduzione è comparsa
sull'unico sito critico dedicato
alla raccolta di testimonianze e documenti riguardanti Nuova Acropoli.




La controversia tra Massimo Introvigne, direttore del CESNUR ("Centro Studi Nuove Religioni") e il nostro sito è ormai nota e ha toccato un vasto numero di argomenti.

Ma non vorremmo che si dimenticasse il motivo fondamentale per cui la disputa è sorta: Massimo Introvigne aveva pubblicato uno studio su "Nuova Acropoli", una piccola organizzazione settaria per certi versi anomala. Lo studio era teso a dimostrare che le persone che criticano le sette di cui hanno fatto parte sarebbero "nemici professionisti" che avrebbero subito - in pratica - un lavaggio del cervello da parte dei cosiddetti "movimenti antisette":

"L'apostata -- dopo essersi affiliato a un gruppo di opposizione che combatte le attività della sua vecchia organizzazione - afferma ad alta voce di essere stato 'vittima' e 'prigioniero' e che non si è mai impegnato di propria volontà. Ciò ovviamente significa che l'organizzazione stessa era la personificazione di qualcosa di diabolico."

L'unico "apostata" (come Introvigne chiama gli ex-membri critici) citato per nome ero io, (per giunta nel contesto di una serie di affermazioni dimostrabilmente false riguardanti un processo intentatomi da parte di Nuova Acropoli).

Quindi, la frase di cui sopra dovrebbe descrivere la mia storia personale e le mie idee.

Un'analisi più dettagliata degli errori di metodo e di fatto compiuti da Introvigne si trova su questo stesso sito.

In sintesi, lo studio di Introvigne:

  • cerca di dimostrare che chi ha fatto parte di una setta ne conserva spesso un buon ricordo, cosa del tutto irrilevante: ciò che conta sono le affermazioni di fatto e i documenti che gli ex-membri presentano a proposito della setta. In una parola, cento clienti felici di un macellaio non possono smentire le foto scattate da un ex-garzone in cui si vede chiaramente che ciò che si spaccia per coniglio è in realtà carne di gatto randagio.
  • Presenta un quadro completamente fuorviante della natura di Nuova Acropoli
  • Presenta un quadro fuorviante - e a tratti deliberatamente falso - delle opinioni e delle affermazioni dell'unico ex-membro citato per nome, cioè Miguel Martinez.

I casi sono due. O Introvigne era profondamente disinformato (e la cosa sarebbe già grave in uno studio che si presume "scientifico") o era in malafede.

Per rispondere a questa dubbio, ripresento qui testo scritto da me e pubblicato sulla rivista Religioni e sette nel mondo (Bologna, anno 3, numero 3, settembre 1997). Lo studio di Massimo Introvigne è stato presentato alcuni mesi dopo l'uscita di questo articolo. Ora, Religioni e sette nel mondo è l'unica rivista in Italia a trattare l'argomento, e per un certo periodo Introvigne stesso faceva parte della redazione. Quindi possiamo dare per certo che Introvigne abbia letto il mio articolo.

Dove si trova una documentazione che smentisce in pieno la descrizione che Introvigne offre di Nuova Acropoli, mentre si vede anche chiaramente che ciò che affermo in questo articolo non ha nulla a che vedere con la descrizione che Introvigne presenta degli "apostati."

Questo articolo è uscito oltre tre anni fa - in una rivista certamente letta da tutti i gruppi "in odore di setta" - e i suoi contenuti non sono mai stati contestati da Nuova Acropoli. D'altronde non lo presento qui per contestare Nuova Acropoli - un'organizzazione che considero sostanzialmente innocua, se non altro per le sue ridotte dimensioni numeriche - ma per rispondere alle affermazioni di Massimo Introvigne. Mentre chi, come Introvigne, non sa nulla di Nuova Acropoli, condanna quello che ho scritto, è interessante notare che il mio articolo ha ricevuto commenti favorevoli non solo da ex-membri di Nuova Acropoli, ma anche da un acropolitano attualmente molto attivo, che mi ha scritto "Poiché hai scritto l'unico testo che io conosca che critica NA senza ricorrere a evidenti menzogne e adoperando parole e argomentazioni ragionevoli, meriti davvero del rispetto!"

L'articolo è stato leggermente abbreviato, ma non ho cambiato né aggiunto nulla.

Miguel Martinez, gennaio 2001


 





new acropolis israel

Membri di Nuova Acropoli Israele suonano lo shofar
dal sito di Nuova Acropoli


Nuova Acropoli (NA), fondata nel 1957, conta attualmente circa 10.000 membri diffusi in una sessantina di paesi, tra cui l'Italia. Chi scrive ne ha fatto parte per quattordici anni, arrivando ai massimi livelli gerarchici e ne è uscito nel 1990.(1)

Al pubblico, NA si presenta in maniera diversa da paese in paese (può essere una "scuola di filosofia" o un "movimento ambientalista"), riscuotendo notevoli successi di pubbliche relazioni (come persino una recensione entusiasta di uno dei suoi convegni ne L'Osservatore romano del 14/15.11.83.). I conferenzieri che hanno partecipato alle iniziative di NA comprendono tra gli altri il giornalista Paolo Guzzanti, gli storici Sabatino Moscati e Franco Cardini, il filosofo Antimo Negri, l'etnologo Vittorio Lanternari, il presidente della WWF Fulco Pratesi. Nel 1996, NA è riuscita a organizzare un convegno all'Università dell'Aquila con il giornalista Massimo Fini, il padre gesuita Giuseppe De Gennari e il docente e dirigente nazionale di Rifondazione Comunista, Alfonso Gianni; mentre una tavola rotonda organizzata da NA a Roma ha visto la partecipazione di Vera Slepoj, presidente della Federazione Italiana di Psicologi e di Manuela Falcetti, giornalista della RAI.



jorge angel livraga rizzi


Jorge Angel Livraga Rizzi

Negli ultimi anni si sono moltiplicate anche le attività per "combattere le sette" e "contro il razzismo" (tra cui un recente convegno pubblico a Roma a cui avrebbe partecipato il rabbino Toaff e "pellegrinaggi" ad Auschwitz). Un adesivo di NA in Spagna mostra un martello che schiaccia la parola "Racismo" su un'incudine, contornato dalle parole "Nel segno dell'anno europeo contro il razzismo".

Attività che stridono con decine di articoli usciti nei mass media di tutta Europa, spesso con titoli drammatici.

Al congresso internazionale del CESNUR di Amsterdam (7-9.8.97) una certa Maria Dolores Fernández-Fígares avrebbe dovuto parlare di "Nuova Acropoli". Il convegno prevedeva relazioni sulle sette, non da parte delle sette; ma alcuni intellettuali olandesi hanno scoperto che la relatrice era uno dei massimi dirigenti proprio di Nuova Acropoli, per cui il suo nome è stato tolto all'ultimo momento (ciò non ha impedito che tenesse una relazione un esponente dell'aggressiva psicosetta Verein fur Förderung Menschenkenntnis, VPM, che ha accusato una "cospirazione internazionale" contro di loro orchestrata dal defunto regime della Germania dell'Est).

Il fondatore

Per il pubblico, il fondatore di NA appare ambiguamente come "uno studente argentino che si è messo assieme ad altri studenti appassionati di filosofia" per fondare un circolo di persone che volevano che la filosofia avesse un'applicazione anche alla vita quotidiana.(2) I testi ufficiali elencano i suoi libri, le molte conferenze che ha tenuto e una serie di titoli (3).

A chi è più dentro si accenna a un "Piano dei Maestri" e a un periodo in cui Livraga si sarebbe "rinchiuso in una cripta", diventando "Discepolo Accettato". Agli adepti "Asciati", che hanno giurato di votarsi interamente all'organizzazione (4) viene consegnato il bollettino Almena in cui il fondatore ha raccontato la propria vita a puntate.

L'unica qualifica reale di un fondatore di sette è sempre interna all'organizzazione e consiste nelle "rivelazioni" e nel carisma di cui sarebbe depositario, ma che è priva di importanza al di fuori del contesto del gruppo. L'organizzazione potrebbe quindi scegliere di non dare importanza pubblica al fondatore; ma poiché il fondatore vede l'organizzazione come estensione del proprio ego, egli non può accettare di non apparire come il cuore stesso del movimento. I dirigenti dell'organizzazione sono quindi costretti a presentarlo in tutto il loro materiale. In alcune sette, il carisma del capo viene esteriorizzato: nel Movimento Raeliano ad esempio, l'incontro del fondatore con alcuni extraterrestri e la sua identità messianica non vengono affatto nascosti.

Ma NA è soprattutto un'immagine, e quindi del capo-fondatore si deve presentare una biografia vaga, ricca di titoli anche se discutibili: egli deve essere legittimato secondo quelli che la setta ritiene siano i "valori del mondo". In un movimento che da tempo ha superato la dimensione casalinga, il capo-fondatore diventa un'icona remota e l'apprendimento della sua "rivelazione" diventa una scoperta di misteri che coincide con la lenta ascesa lungo la catena gerarchica. Un apprendimento trasmesso sia in maniera orale che attraverso gli scritti, con funzioni più mitiche che storiografiche.

Ma anche il mito può aiutare a comprendere alcuni meccanismi che sottostanno alla creazione di una setta.

Jorge Angel Livraga Rizzi nasce in Argentina nel 1930. Un paese ancora ottimista, in cui un immigrato, se non finiva tra il sottoproletariato, poteva fare molta strada. I suoi antenati venivano dall'Italia (ciò gli ha permesso negli anni '80 di ottenere la cittadinanza italiana): gli avi paterni da Livorno Ferraris, in provincia di Vercelli, quelli materni dall'entroterra ligure.

È interessante notare a questo proposito come si fosse diffusa la leggenda in circoli anarchici francesi che Livraga sarebbe stato "un criminale di guerra nazista scappato in Argentina" alla fine della Guerra: già Aristotele affermava che la conoscenza dell'ignoto parte sempre dal noto, e un fenomeno settario non diventa visibile finché non si riesce a collegarlo, anche con la fantasia, a qualche realtà nota. La costruzione dell'immagine parte dall'accesso a un dato socialmente accettabile (la "ecologia" o "l'antirazzismo"), mentre la sua distruzione parte dall'associazione con elementi negativi dell'immaginario collettivo (il "nazismo" ad esempio). Ciò che rimane invisibile è la realtà della setta in sé.

Livraga raccontava di un suo avo paterno, vissuto nell'800 e soprannominato "El Maghin", un mago di campagna che si esibiva per denaro ma che possedeva il potere di volare per brevi distanze. Il parroco del paese lo avrebbe sfidato a volare giù dal tetto del Duomo di Milano. Mentre il prete pregava perché si sfracellasse al suolo, "El Maghin" iniziò effettivamente a volare, ma alla fine cadde sul sagrato del Duomo e morì (così raccontava).

Il padre di Livraga era anarchico, ateo e anticlericale (un elemento quest'ultimo che compare in maniera piuttosto evidente nella storia del "Maghin"). Lavorando come ingegnere, era riuscito ad arricchirsi e viveva in una grande casa al centro di Buenos Aires. Era un padre padrone, maschilista, amante della forza fisica, che voleva che il figlio crescesse un come un "duro". La madre invece, Victoria Rizzi, appare come una figura amata, ma sottomessa(5).

Le copertine di Almena sono dedicate alla tetra figura di un guerriero in armatura, con scudo e ascia bipenne in mano, alato, che ricorda i disegni dei "supereroi" americani (in realtà risalgono a una lunga tradizione teosofico-occultista).

Questo disegno rappresenta una visione che Livraga ha avuto da bambino, quando si trovava gravemente ammalato e febbricitante(6). Una sorta di angelo lo avrebbe confortato e permesso di guarire.

Forse Livraga voleva ricalcare la propria vita su quella di uno dei fondatori del teosofismo, Damodar K. Mavalankar, che raccontò di come si ammalò di tisi all'età di sei anni; durante una crisi spasmodica gli apparve una splendida figura, vestita di bianco, che gli porse una ciotola da bere, promettendogli la guarigione(7).

Il padre avviò Jorge Angel ancora bambino all'uso delle armi da fuoco, al gusto delle corse in macchina e alla caccia. Egli afferma di aver provato solo disprezzo per i propri simili: preferiva la compagnia degli animali. L'amore - sicuramente autentico - per gli animali lo accompagnerà per il resto della vita. Rinuncerà alla caccia (ma non alle armi da fuoco). Dirà che suo padre lo faceva entrare nelle gabbie degli animali feroci allo zoo per "indurirlo", e che egli si trovava benissimo in loro compagnia. Non mancano somiglianze in ciò con l'autobiografia (sicuramente romanzesca) di Ron Hubbard, che amava presentarsi anche lui come un "vero uomo".

Livraga racconta (senza pentimenti) come, quando fu mandato alla scuola elementare statale (il padre, nonostante fosse molto ricco, non voleva mandarlo a una scuola cattolica per motivi ideologici), egli arrivava accompagnato dall'autista di famiglia e si divertiva a lanciare per terra caramelle e a godersi la lotta violenta tra i suoi compagni di classe, tutti di famiglia povera, per accaparrarsele.

Nella prima infanzia ipnotizzò le galline della nonna. Anche questo episodio assume un senso se ricordiamo che la Blavatski da bambina ipnotizzava i piccioni. La domanda resta aperta: analogia caratteriale, o tentativo tardivo di ricalcare la propria autobiografia su quella della "Maestra"?

Livraga e la politica

Durante la guerra - che ebbe luogo tra il suo nono e quindicesimo anno di vita - simpatizzò inizialmente con gli Alleati, anche a causa dell'antifascismo del padre, per passare poi a simpatizzare per i perdenti. I riferimenti espliciti al nazismo nella letteratura anche più interna comunque non sono molti.

Il dato è importante, visto che la NA viene a volte chiamata "di estrema destra", con particolare riferimento ai suoi tre organismi denominati collettivamente le "Forze Vive".

La replica più frequente è che i due principali direttori (Delia Steinberg Guzmán e il direttore francese, Fernando Schwarz) sarebbero "ebrei" e che il movimento ha una sede in Israele(11), e in effetti non esiste la minima traccia di antisemitismo nell'organizzazione.

Si tratta a nostro avviso di un falso problema. NA non è mai stata accusata, in alcun paese, di aver compiuto atti di violenza o di essere coinvolta nell'estremismo politico.

Le fantasie a proposito di un'Internazionale Nera, specchio rovesciato della precedente Internazionale Giudeo-Massonica, non costituiscono uno strumento utile di analisi anche perché presumono l'esistenza di una singola organizzazione "cupola"(12) al di sopra di centinaia di organizzazioni conflittuali tra di loro proprio perché identitarie e dirette da personalità che non potrebbero mai accettare di diventare esecutori di ordini altrui(13). Ciò non toglie la possibilità di alleanze provvisorie tra gruppi estremisti sia politici che settari; alleanze spesso trasversali (si pensi ad esempio all'alleanza tra la stessa Nuova Acropoli; movimenti neo-druidici francesi, sicuramente di "estrema destra"; Scientology; i Bahà'ì; i Mormoni; alcuni gruppi evangelici; la chiesa-azienda del "reverendo" Moon e alcuni esponenti "libertari" francesi contro lo studio del parlamento francese sulle sette).

I corsi interni di Nuova Acropoli vertono in parte su una fantastica "storia delle razze umane" e l'obiettivo (interno) dell'organizzazione è la "creazione della sesta sottorazza della razza ariana". Ma questi bizzarri concetti, documentati in materiale interno dell'organizzazione, non derivano affatto dal nazismo ma si rifanno con grande ortodossia agli insegnamenti ottocenteschi di Madame Blavatski(14).

D'altronde il fatto che si prepari la "razza del futuro", in cui si incarneranno i "più alti esempi dell'umanità", indica che non ci si limita a difendere le "razze" attuali:

"Voglio che i miei Comandanti Nazionali si rendano conto che non stanno dirigendo la 'razza eletta', perché non esistono razze elette. Stanno soltanto conducendo alcuni semi della Sesta Sottorazza, misti a una gran quantità di sterco... ma lo sterco è fertilizzante e i semi ne hanno bisogno."(15)

Livraga e la Società Teosofica

Quando Livraga ha 15 anni, muore il padre. Nella sua famiglia patriarcale, Livraga assume il ruolo di capo sulle donne di casa. La morte del padre costituisce un grave trauma. In crisi a scuola, egli cerca aiuto per non essere rimandato in inglese. Va a lezioni private presso un vecchio tedesco, un certo Schmidt (nulla fa pensare che questi avesse avuto a che fare con il nazismo. D'altronde siamo appena prima e non dopo il crollo del nazismo) che inizia a parlargli dei suoi viaggi nel Tibet e del teosofismo.

Nuova Acropoli non afferma pubblicamente la propria dipendenza dalla Società Teosofica. Nel proprio statuto, Nuova Acropoli definisce così i suoi "Tre Principi":

a) costituire un nucleo di fratellanza universale al di là di ogni distinzione di culto, razza, sesso, condizione sociale o colore;
b) promuovere lo studio comparato delle religioni, scienze, arti e filosofie;
c) ricercare le leggi inesplorate della natura e le capacità latenti nell'uomo.

Parole banali ma sicuramente utili per mostrare un volto pubblico rassicurante. Ecco, a confronto però i "Tre Principi" della Società Teosofica:

1) Formare un nucleo della Fratellanza Universale dell'umanità, senza distinzione di razza, di credenza, di sesso, di casta o di colore.
2) Incoraggiare lo studio comparato delle religioni, delle filosofie e delle scienze.
3) Investigare le leggi inesplicate della Natura, ed i poteri latenti nell'uomo(16).

Si può apprezzare l'enorme impatto della Società Teosofica (ST) sulla cultura contemporanea se si pensa che si devono a essa molte credenze oggi diffuse: Atlantide, l'astrologia, la reincarnazione, l'esistenza di "razze" su altri pianeti, il valore "psichico" della dieta vegetariana, i chakra, i misteri del Tibet e della Grande Piramide sono solo alcuni esempi(17). Il New Age è semplicemente una riedizione del teosofismo originario.

Livraga decide di visitare la grande sede della Società Teosofica argentina, fondata nel 1920. Vi trova persone per cui prova un istintivo disprezzo: "vecchietti vestiti male" (l'eleganza ha avuto sempre un carattere ossessivo per lui), ignoranti e superstiziosi. Egli inizia comunque a impegnarsi attivamente, fondando la "Gioventù Teosofica Argentina", un movimento militante all'interno della Società. Contemporaneamente, frequenta una serie di movimenti politici giovanili dell'area della destra antiperonista (per il peronismo proverà soltanto disprezzo) e il mondo occultista argentino (ottenendo anche qualche iniziazione postale dell'AMORC), in particolare la Scuola Scientifica Basilio", cui aderisce per un certo periodo, fino a stancarsi dei suoi "fenomeni".

Livraga studia lettere e filosofia, poi passa ad iscriversi a storia e storia dell'arte all'università di Buenos Aires, ma sogna di diventare medico, facendo uso delle "scienze occulte". In questo periodo, un teosofista gli consiglia di scrivere al Presidente della Società, Jinarajadasa. Egli lo fa, e con sua grande sorpresa, riceve una risposta e consigli precisi su pratiche da attuare.

Dietro istruzioni scritte di Jinarajadasa, Livraga (che ha ereditato dal padre una certa abilità manuale) ricostruisce la cantina di casa. Dipinge il soffitto di stelle fosforescenti, disegna divinità egiziane sulle pareti e si fa cucire un abito bianco dalla madre. Per un certo periodo si "rinchiude" in questa cripta. Mentre agli "acropolitani" non ammessi a leggere Almena, l'episodio viene raccontato come se egli si fosse murato vivo per un periodo di anni, egli racconta che entrava e usciva da questa cantina, tra l'altro per dare esami all'Università.

Nella cantina, egli ci assicura di avere sperimentato lo sdoppiamento o uscita dal proprio corpo, e l'incontro con "I Maestri K.H., S., M." (le entità spiritiche che Madame Blavatski aveva incanalato, per tradurre l'inglese "channelling"), ma ne esce, riprende la "vita normale", accendendosi una sigaretta (fumerà sempre, anche se moderatamente).

Un giorno, il nuovo presidente della Società Teosofica, Nantiloka Sri Ram ("l'unico Iniziato che io abbia mai conosciuto") viene per una breve visita in Argentina e rivela a Livraga di averlo ingannato, facendogli credere che avrebbe potuto fare il medico, studiando "in Oriente". Senza saperlo, Livraga è "l'ultimo discepolo della Sezione Esoterica della Società Teosofica", e ha un enorme compito. Come dice Platone, la storia umana è la storia di una progressiva degenerazione politica: dal governo dei saggi (aristocrazia), si passa al governo dei guerrieri, poi dei mercanti e infine delle masse. Per fermare questo processo, ormai alla sua penultima fase, i "Maestri", che governano segretamente il mondo, hanno costituito la Società Teosofica, che però ha fallito nella sua missione; l'ultima speranza sarà un movimento, voluto da Sri Ram, ma fondato da Livraga. Un movimento quindi non tanto "esoterico" quanto calato nella storia. L'obiettivo: bloccare la degenerazione del mondo, impedire l'ascesa delle masse brute al potere, e "riaprire la porta dei Misteri" perché possa incarnarsi sulla terra l'Uomo Nuovo.

Sri Ram aveva messo alla prova tre discepoli, che non si conoscevano tra di loro: Livraga e altri due, tra cui uno a Perugia. Gli altri avevano fallito, e per questo fu scelto lui. Non possiamo sapere se questa storia è vera. Possediamo una cartolina inviata da Livraga ai dirigenti, in cui si vede da una parte il giovane Livraga assieme a Sri Ram, dall'altra "acropolitani" di oggi che urlano freneticamente, con in mezzo la semplice parola IMPERIO!

La nascita di un movimento

NA si presenta come un'organizzazione "originale" unicamente per motivi di pubbliche relazioni. In realtà Livraga non ha mai affermato di voler creare un nuovo movimento, ma semplicemente di ravvivare il progetto teosofico voluto dalla sua "Maestra" Jelena Petrovna Blavatski. La sua originalità consiste infatti nel metodo militante con cui per la prima volta diffonde il teosofismo(18).

Livraga inizia a cercare proseliti, usando i sistemi dei movimenti politici: investe tutto ciò che possiede per stampare una rivista e tappezzare Buenos Aires di manifesti di "Nuova Acropoli". E arriva a vendere ciò che ha di più caro: l'automobile. Fa il tassista, offrendosi per turni di 24 ore (con a fianco un testo di Epitteto e la pistola).

Queste cose ci venivano raccontate perché "ci sacrificassimo come si era sacrificato lui", e anche per giustificare il suo tenore di vita: i nostri dirigenti ci dicevano "Livraga si è sacrificato abbastanza da giovane, adesso è il vostro turno".

A una riunione per dirigenti in Italia, negli anni '80, Livraga parlava in spagnolo, mentre i Comandanti Nazionali italiani traducevano. A un certo punto raccontò di "quando lavorava per i servizi segreti argentini". Vedendo l'imbarazzo dei comandanti italiani, ribadì "Dite loro quello che ho detto!". Egli si vantava con noi di aver avuto contatti con militari argentini, tra cui un ufficiale di alto grado nella Massoneria. In questo periodo, egli assume un nuovo nome, l'acronimo JAL, con cui sarà sempre chiamato all'interno dell'organizzazione. Assumere un acronimo di tre lettere è tipico della Società Teosofica, a partire dalla stessa fondatrice, Jelena Petrovna Blavatski ("HPB"; ma ricordiamo anche "LRH", Lafayette Ron Hubbard, in un contesto non teosofico).

In questa storia, viene nascosta la presenza della moglie, Ada D. Albrecht. L'unico accenno in Almena è negativo: Livraga si vanta della propria assoluta castità, anzi del suo completo disinteresse per le "funzioni animali". Ada D. Albrecht (anche lei dotata di un facile acronimo, ADA), una bella donna di ascendenza tedesca, ancora vivente, fu la vera "anima" di Acropoli. I coniugi si divisero i compiti: Livraga divenne il "Comandante Mondiale - Area Organizzativa", Albrecht il "Comandante Mondiale - Area Scolastica".

Mentre Livraga elaborava grandiosi piani che avevano ancora poco senso, la Albrecht creava un sistema settennale di corsi e un ampio settore di pratiche, denominate genericamente "psicologia", che probabilmente risalgono in gran parte alla Sezione Esoterica della Società Teosofica. La Albrecht aveva una buona cultura, e impose anche un alto livello ai propri "discepoli" (obbligati tra l'altro a leggere Kant e Freud).

Negli anni '70 è iniziata l'espansione acropolitana nel resto dell'America Latina.

Attorno al 1973, Livraga scrisse a Montevideo il Manuale del Dirigente, un testo che comprende anche prescrizioni di carattere politico (quando una sede si trova ad avere dei problemi interni, si consiglia la creazione di un nemico artificiale, "ad esempio il materialismo dialettico", cioè i comunisti, e si invita il Corpo di Sicurezza a fornire squadre antisciopero). Più o meno in quel periodo, un alto dirigente acropolitano propose di creare un "esperimento pilota": prendere il potere in un singolo paese, creando la "dittatura platonica" descritta da Livraga nel suo Ideal Político. L'esempio di uno stato così felice sarebbe poi stato seguito altrove. Invece Livraga optò per diffondere Acropoli in tutto il mondo in maniera più cauta. E' possibile che il paese scelto per l'esperimento sia stato l'Uruguay?

In quegli anni, Livraga incontrò un vecchio nobile europeo, che possedeva una considerevole collezione archeologica. Livraga si vantava di poter bere qualunque quantità di alcol senza ubriacarsi (una volta ci aveva chiesto se conoscevamo qualche ricco disposto a scommettere denaro su chi si sarebbe ubriacato per ultimo). Faceva bere l'anziano collezionista, e poi si faceva regalare i suoi reperti. Iniziò così lo "hobby" di raccogliere pezzi archeologici.



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Esistevano profondi motivi di divergenza tra Livraga e la Albrecht. Innanzitutto, il "Maestro" di Livraga, ci veniva raccontato, era "egiziano", quello di Ada Albrecht "indiano"(22).

Mentre Livraga sognava i suoi improbabili progetti politici, Ada nominò "Comandante Nazionale" in Argentina una ex-prostituta, come sfida al perbenismo. Nessuno ebbe a rimproverare a questa donna altro che il suo passato, ma la cosa risultò inaccettabile a Livraga. Egli fu però costretto a tacere: la grande maggioranza degli acropolitani era legata alla straordinaria personalità di Ada, e solo pochi seguivano lui. In superficie tutto appariva normale: sui bollettini apparivano gli scritti e i simboli personali di entrambi: la testa di un gatto (la dea egiziana Bastet) per Ada, quella dello sciacallo notturno Anubis per Livraga.

Livraga sapeva che il carisma di lei poteva avere effetto unicamente dove era fisicamente presente, mentre in un ambito più vasto avrebbero prevalso le capacità organizzative di lui. Fu così che mandò i primi "discepoli" in Spagna, seguendoli poco tempo dopo.

La diffusione in Spagna fu veloce, anche perché gli acropolitani riuscirono presto a stabilire una discreta rete di contatti ed ebbero in commodato per 99 anni un grande castello a Riba de Santiuste nell'arida zona di Sigüenza.

I giovani acropolitani versarono molto sudore per rimetterlo in sesto. Livraga ci raccontava (in una riunione vicino all'Aquila, verso il 1983) che si portavano i nuovi membri a lavorare finché cadevano stremati a terra, e mentre con la vista annebbiata guardavano i ragazzi delle "Forze Vive" che continuavano a lavorare chiedevano: "ma dove trovate la forza per andare avanti?" E i ragazzi indicavano i simboli sui loro bracciali.

A Santiuste approdò in dono anche un leone. La legge spagnola che prevedeva che fosse privo di artigli e di denti fu aggirata invitando il malcapitato ispettore a "controllare di persona" se l'animale era a posto. Anni dopo, il leone fu spedito in Africa a un centro per il rinselvatichimento degli animali.

In questo periodo, Livraga fece il suo primo viaggio in Egitto. Un viaggio circondato da molto romanticismo, ma in realtà identico a quello che fanno milioni di turisti ogni anno, con crociera sul Nilo, albergo a 5 stelle con vista sulla Gran Piramide e gita in feluca. Livraga amava raccontare storie "autobiografiche" con un elemento di civetteria - "quando sarete pronti, saprete di più" era una sua tipica frase. Questo modo di raccontare, caratteristico di tutti gli occultisti, è di grande efficacia. Una storia incredibile non viene "imposta", ma apparentemente concessa con riluttanza, facendo intuire che altre cose ancora più strane vengono taciute. Parlava di una "Colonna di Luce" nei pressi di Luxor a cui si recava periodicamente e di una sua precedente incarnazione come sacerdote egiziano, perseguitato dal monoteista Ikhnaton(23).

In quell'incarnazione, Livraga avrebbe commesso una colpa per cui viene ancora oggi punito con il dover lavorare per realizzare il piano degli dèi. Un'altra incarnazione sarebbe stata a Barcellona, nel corpo fisico di un certo De Las Casas, (antenato del frate che denunciò le atrocità spagnole in Messico), vissuto nel 1200. Livraga usava questo pseudonimo sulla rivista spagnola quando doveva esprimere qualche parere violentemente politico (ad esempio contro l'indipendentismo basco).

Nel frattempo, Ada Albrecht aveva avviato un centro di meditazione a Buenos Aires e aveva chiesto a tutte le sedi a lei fedeli (la maggior parte di quelle latino-americane, il Canada e l'Australia) di contribuire. La stampa del Venezuela denunciava il fatto che minorenni erano fuggiti in Argentina per lavorare gratuitamente nel centro. Allo stesso tempo, Ada aveva scelto un pacifismo radicale e aveva cominciato a costituire una serie di ristoranti vegetariani. Allo stesso tempo, aveva imposto una svolta nettamente "indiana" alle sue sedi, abolendo praticamente l'aspetto politico e militare.

La nascita di un impero

Nel 1981, la "Riunione internazionale" di NA si svolse a Roma e l'autore, allora Capofiliale di Siracusa, era presente.

Dopo il suo ingresso, vestito con un mantello di porpora imperiale, Livraga si mise sotto un grande baldacchino a un capo della lunga tavola dei dirigenti, e annunciò l'espulsione di Ada Albrecht. In questa occasione egli vietò il "doppio comando". Di fatto era spesso una coppia a fondare un paese o una filiale dividendosi i compiti. Con la nuova regola, una delle due persone diventava subordinata all'altra (nella maggior parte dei casi - ma le eccezioni erano molte - era la donna ad essere subordinata). Ciò comportava spesso la dissoluzione delle coppie. Quello che contava era che nessuno avesse interessi o vincoli diversi da quelli dell'organizzazione. La riunione di Roma segnò una svolta, descritta nel relativo "decreto" vincolante su tutte le sedi nel mondo. La lettura del testo dà un'idea del linguaggio caro a Livraga:

DECRETIAMO: 1.- Che il Comandante Massimo e Fondatore JAL assume tutti poteri nella "OINA" che aveva finora il Comando Mondiale [congiunto].
2. - Che detto Comando Mondiale non esiste più, essendole stati tolti per incapacità reale di sostenerli, tutti i poteri dentro la OINA all'ex-Comandante Mondiale A.D.A [...]. Tutti i suoi anteriori Titoli ed Onori le saranno restituiti al momento della sua morte, se non esprime una volontà contraria.
3.- Che le Strutture Nazionali e persone acropolitane che non siano d'accordo con i punti precedenti si ritirino dalla OINA lasciando come margine massimo di riflessione ai Comandanti Nazionali e alle persone assenti [a questa riunione]: QUARANTANOVE GIORNI.
4.- Entro i termini fissati dal punto 3, si dovranno rinnovare i giuramenti e gli impegni di fedeltà alla OINA e al fondatore e Comandante Massimo JAL. Chi non lo fa sarà considerato estraneo alla OINA e sostituito nel minor tempo possibile da Idealisti Fedeli [...]

DECRETIAMO: La dichiarazione di Stato di Emergenza nella OINA [...]

1) Si mantengono tutte le denominazioni esterne, interne, saluti e simboli.

2) Internamente la parola "Impero" potrà sostituire quella di "Movimento" se si ritiene opportuno(25).

Il termine "Impero" è un'allusione voluta all'Impero Romano. Ma ha soprattutto assonanze occultistiche(26). Per noi "Impero" era il contrario di una "tirannide". Era un sistema piramidale e gerarchico ("Gerarchia deriva dal greco e significa 'Ordine Sacro' e quindi naturale") sì, ma che serviva a far crescere liberamente i suoi tanti singoli regni. Come il corpo umano, retto da una testa (o "capo"), anche il futuro Stato acropolitano avrebbe avuto una sola guida, ma questa guida avrebbe permesso e aiutato lo sviluppo insito in ogni razza e individuo. Il termine veniva usato piuttosto liberamente: anche con i nuovi membri si parlava di "Impero filosofico" perché "parliamo tante lingue e abbiamo tante culture diverse, ma un solo Ideale".

La maggioranza dei paesi seguì Livraga e non Ada Albrecht(27).

Psicofarmaci e libri

Livraga ripartiva il suo tempo per le visite ai vari paesi secondo il numero di membri che avevano. Passava circa metà dell'anno in Spagna, nel suo appartamento dentro la sede di Madrid, al castello di Santiuste o a scrivere alle isole Baleari, ospite di Toni Alzina, un medico agopuntore Specializzato in laserterapia, diventato per un certo periodo presidente della Federazione Europea di Laserterapia. Con Livraga avrebbe imparato a diagnosticare le malattie "in base all'aura delle persone". Verso la fine degli anni '70, Alzina ebbe in cura Elena Ceausescu, la moglie del dittatore rumeno. Secondo le versioni che ci arrivavano, Elena veniva in Spagna con due aerei, uno per sé e il suo seguito, uno per i suoi effetti personali. Alzina fu poi incaricato di fondare il Centro Seraphis, il nucleo di una "futura medicina esoterica"(28).

Il mio rispetto per la figura del Comandante Mondiale ricevette un duro colpo quando un intimo di Livraga mi confidò che egli prendeva costantemente medicinali, tra cui un prodotto - non si capiva quanto chimico e quanto naturale - che gli acropolitani chiamavano "la bomba" per i suoi effetti stimolanti (l'uso costante di psicofarmaci ricorda anche il fondatore dell'Aum Shinrikyo, Ron Hubbard e Rajneesh). Un dirigente spagnolo che lasciò l'organizzazione parlò alla stampa non solo delle "piccole pastiglie azzurre che Livraga prendeva in continuazione", ma disse anche che soleva imporsi gridando su chiunque non fosse d'accordo con lui. In realtà non ho mai visto Livraga perdere il controllo: forse perché non ho mai visto nessuno contrastarlo. Dove gridava era nei suoi astiosi articoli(29). Questi articoli erano così violenti che noi dovevamo censurarli nel presentarli ai nuovi "discepoli".

Livraga nell'ultimo periodo scriveva un libro l'anno, innumerevoli articoli, tre bollettini al mese e un fiume di "decreti" e comunicati. Alcuni dei suoi libri erano romanzi destinati al pubblico, che nella loro povertà stilistica ricordano le opere di un altro autore ancora più prolifico, Ron Hubbard.

Imbarazzante per una "associazione ambientalista e culturale" era il suo libro Gli Spiriti della Natura,dedicato tra l'altro a uno gnomo amico dell'autore. Il libro offre consigli sulla maniera per visualizzare elfi e fate (il materiale è sostanzialmente un plagio da vecchi testi teosofici, in particolare quelli del fantasioso "arcivescovo" Leadbeater, famoso per un suo viaggio su Marte in cui scoprì che i marziani indossavano calzari di metallo). Come spesso succedeva, le esigenze dei dirigenti locali, attenti all'immagine dell'organizzazione, si scontrarono con la megalomania del fondatore; i dirigenti furono obbligati a curiosi acrobazie verbali per presentare il libro come un "testo di ecologia".

Livraga scriveva ogni mese lunghe lettere a tutti i "Comandanti Nazionali", anche di paesi con un solo membro, dimostrando grande attenzione all'ordine e al dettaglio, ma anche un elemento in comune con molti capisetta: una prolissità nello scrivere che rasenta la scrittura automatica. Esigeva però che alle sue lettere si rispondesse:

Ogni Comandante Nazionale da cui il Comandante Massimo non abbia ricevuto una lettera, o telegramma o telefonata per un periodo superiore ai 30 giorni, sarà multato di $50 USA per ogni omissione(30).

Egli viaggiava continuamente. In Italia la sua permanenza per 10 giorni nel 1987 veniva a costare circa 10 milioni di lire, compreso il viaggio, un albergo di lusso e l'acquisto di reperti archeologici con cui riempiva la sua grande valigia metallica. Cose forse normali, ma che per i suoi discepoli (studenti, disoccupati e sottoccupati) costituivano un salasso doloroso, se aggiunte a tutti i balzelli che si dovevano già pagare. Infatti, un cruccio costante di Livraga era il basso livello sociale degli adepti italiani: il suo disprezzo per i poveri (che ha notevoli precedenti nella letteratura teosofica) si associava alla più concreta esigenza di trovare persone in grado di mantenere economicamente l'organizzazione. Egli amava ripeterci che "chi è povero in questa incarnazione lo sarà anche nella prossima" e citava continuamente esempi di discepoli ricchi di altri paesi.

L'allegato ai Decreti del 1985 dava le istruzioni per i dirigenti che dovevano ricevere Livraga; il testo offre un curioso quadro del suo carattere: bisognava portarlo al suo albergo, disfargli le valigie, appendergli i vestiti, e poi portarlo alla sede dove egli "saluta ritualmente l'Aquila".

"Non gli piacciono i fiori né le piante nel luogo in cui dorme, né tantomeno che si fumi in esso". L'albergo deve avere da 3 a 5 stelle, "con le luci che funzionano correttamente".

"Il Comandante Mondiale non ama i pranzi collettivi o multitudinari [...] vuole che i suoi discepoli condividano più le sue ideologie che il suo tavolo." "Ovunque si trovi, mangia sempre le stesse cose [...]. La cucina che adopera è, fondamentalmente, quella 'italiana'. Non prende aperitivi né ama i pranzi complicati, né di molte portate. Mangia in genere un primo e un secondo. Come bevanda beve il vino e la birra [...] non ama il cibo orientale e trova immangiabile quello indù, arabo, cinese, giapponese ecc." Essendo sempre in viaggio, si precisa, bisogna astenersi dal regalargli statue e mobili: vanno bene cose di uso personale. "Se vuole qualcosa di diverso, lo farà sapere spontaneamente". "Dopo il pranzo è solito riposare alcune ore. Può andare a letto tardi, ma poiché approfitta di quasi tutta la notte per leggere, in questi casi bisogna evitare impegni la mattina presto". Le istruzioni finiscono così:

Non cercate di capire mentalmente quanto è detto sopra; semplicemente obbedite con la maggiore buona volontà ed efficacia. Il Comandante Mondiale non può essere spiegato. Solo il mio successore potrà capire e vivere quello che capisco e vivo io.

Livraga aveva due hobby: le armi di ogni tipo (si vantava persino di essere riuscito a farsi dare per alcune ore un carro armato dai suoi amici nell'esercito spagnolo e di essersi divertito a guidarlo alla massima velocità in autostrada) e la collezione di reperti archeologici(31). Un intero piano della sede di Madrid era stato trasformato in "Museo Rodrigo Caro" e raccoglieva migliaia di pezzi "contribuiti" dagli acropolitani di tutto il mondo. Passava ore lucidandoli ad uno ad uno. Erano carichi per lui di passato, di rituali antichi, soprattutto quelli provenienti da luoghi di culto non ancora contaminati dal cristianesimo. Alcuni (in particolare le piccole teste del dio egizio-ellenistico Seraphis) venivano adoperati anche nelle cerimonie.

Dopo la morte di Livraga, la polizia spagnola irruppe nella sede di NA a Madrid, dietro denuncia della Guardia di Finanza italiana. Mentre La Repubblica in Italia intitolava "Sgominata una banda di ladri di reperti archeologici - LA MULTINAZIONALE DEI TESORI RUBATI", El País di Madrid (5.5.93) affermò che

Tra i pezzi archeologici ritrovati - che vanno dal secolo XI al IV avanti Cristo e che provengono da scavi illegali in diverse parti del mondo - ci sono oggetti etruschi, romani, greci, precolombiani, cinesi e indiani. Nell'atrio del quarto piano, secondo la polizia, sono appesi due quadri: un Tiepolo che rappresenta un anziano con la barba bianca, e un altro di scuola veneziana del secolo XV, intitolato la Maddalena. La nota della polizia, che sottolinea il valore incalcolabile di molti dei pezzi precisa che la perquisizione è stata fatta il 30 del mese scorso dietro una richiesta italiana autorizzata da un giudice di Madrid. In un comunicato della Guardia di Finanza italiana, reso pubblico ieri a Roma, si dice che il piano serviva come sede di una associazione culturale "diretta da una insegnante di origine argentina", secondo l'agenzia Efe. La nota afferma che questa operazione ha permesso di disarticolare una banda di trafficanti internazionali di pezzi archeologici che agiva dietro la copertura dell'associazione culturale.
La polizia spagnola informa che, oltre ai 42 reperti identificati dalla polizia italiana, sono stati trovati resti archeologici spagnoli di provenienza sconosciuta.

NA affermò però che la collezione era perfettamente legale.

La personalità di un fondatore

Livraga era alto, grasso ma anche massiccio, con una testa coronata da capelli biondi a spazzola. Portava un paio di baffi tagliati alla stessa maniera di Hitler, ma non era possibile accorgersene per la totale differenza fisica tra i due. Aveva occhi verde smeraldo. Era difficile però vederli perché portava spessi occhiali ma soprattutto perché non guardava mai le persone negli occhi. Ci spiegavano che questo era un atto di cortesia, perché non voleva ipnotizzarci, né fissare la nostra aura; in ogni caso dava un'impressione ambigua e sfuggente.

Giravano molti racconti sui suoi "poteri", e lo stesso fatto che non ne parlasse ne accresceva l'importanza. Personalmente ho assistito solo a due episodi, di cui non presumo di dare una spiegazione. Una volta egli alzò la mano a un'estremità del salone della sede romana dopo una cerimonia, e all'altra estremità cadde per terra una candela. Un'altra volta, gli abbiamo servito il caffè nella sede di Milano e la tazza - appoggiata su un mobiletto - si mise a tremare visibilmente mentre egli avvicinava la mano. Cose piccole e d'altronde ci veniva anche insegnato che i poteri non significavano nulla.

Livraga, ci assicuravano, correva continuamente il rischio di sprofondare in uno stato in cui vedeva la storia dei luoghi che attraversava, o la storia degli oggetti antichi con cui entrava in contatto. Questa stato era condiviso anche da alcuni altri acropolitani, soprattutto quelli che si erano formati in Argentina o in Spagna. Maria Paz de Benito, la direttrice dell'Austria, ci raccontava che per tutta la sua vita aveva sognato un luogo che poi si rivelò essere l'Isola Tiberina, ma ai tempi dei romani.

Interessante a questo proposito come Madame Blavatski descriveva la propria condizione:

Quando qualcuno mi chiamava per nome, aprivo gli occhi nel sentirlo, ed ero me stessa [...]. Ma quando mi lasciavano sola, ricadevo nel mio abituale stato semionirico, e ritornavo ad essere qualcun altro [...]. Avevo solo una leggera febbre che mi consumava lentamente, ma inesorabilmente, giorno dopo giorno; avevo completamente perso l'appetito [...] arrivai persino a non mangiare per una settimana, eccetto un po' d'acqua; e così nel tempo di quattro mesi mi ero ridotta come uno scheletro vivente. Quando qualcuno mi interrompeva, pronunciando il mio nome attuale, mentre ero l'altro io e stavo parlando nella mia vita onirica, se, per esempio, ero nel bel mezzo di una frase che stavo dicendo o ascoltando da quelli che erano con il mio secondo io, aprivo gli occhi per rispondere al mio nome, e rispondevo ragionevolmente e capivo tutto, perché non ho mai delirato [...]. Ero in un altro lontano paese, avevo una individualità completamente differente dalla mia, e che non aveva alcun rapporto con la mia vita reale(32).

È possibile che alcune pratiche usate nella Società Teosofica provochino stati simili, almeno in persone suggestionabili? Personalmente, come la maggior parte degli acropolitani, non ho mai vissuto dissociazioni di questo tipo. E' però quantomeno curioso che le abbiano vissute sia la fondatrice della Società Teosofica sia il fondatore di NA, e che le abbia poi vissuto anche la fondatrice di Acropoli in Italia, oltre a diverse acropolitane italiane.

Tutta la vita di Livraga era ufficiale: il suo contatto con noi, durante i viaggi, consisteva essenzialmente nei discorsi e nelle risposte che dava alle nostre domande durante le riunioni. Parlava con noi in un miscuglio di spagnolo e d'italiano dalla sua infanzia. Anche il suo spagnolo era elementare, le parole venivano scelte accuratamente perché tutti le potessero capire.

Parlava poco di idee - la maggior parte del tempo raccontava aneddoti su se stesso, con umorismo e una mimica notevole. Poche persone possiedono ancora la capacità di raccontare, e per molti di noi egli rappresentava soprattutto questo. Dietro le sue storielle c'erano sempre dei messaggi. Diceva - "Bisogna fare un po' di teatro, ragazzi, non dovete prendere troppo sul serio questa vita. Pensate che i cristiani non avevano idee, non avevano veramente neanche una religione, allora si sono messi a fare i martiri e hanno conquistato il mondo così. Anche noi abbiamo bisogno di martiri! Voglio martiri acropolitani!"

Aveva una voce suadente e dolce.

Una volta era sorto il problema di un acropolitano che conviveva con una donna appena più anziana di lui in una cittadina di provincia. Il problema non era il rapporto in sé ma il danno alla "immagine del movimento". Livraga tacque, poi con voce morbida e notevole poesia, ci parlò del concetto delle anime in Platone, commovendo e convincendo tutti che l'amore era al di sopra del giudizio pubblico. E poi improvvisamente disse: "Ma JAL non ragiona così, io metto la gente a lavorare e a fare Acropoli finché sono troppo stanchi per pensare ad altro".

In Argentina agli inizi, nei corsi di Dialettica, Livraga si divertiva a ingaggiare dibattiti con i suoi dirigenti in cui li portava a non poter dimostrare l'esistenza di Dio, né dell'anima e nemmeno della porta della stanza in cui si svolgeva il dibattito.

In molti aneddoti, egli faceva trasparire una vasta cultura. "Come nasce il mito di JAL? - ci diceva lui stesso - E' semplice: perché io parlo un po' di tutto, di motori o di Marco Aurelio o di politica o di astronomia, dipende dalla persona che ho davanti". In realtà questa parvenza di cultura poteva funzionare bene con gli incolti. Una sera ci raccontò a tavola del suo viaggio nella Jugoslavia ancora comunista (era verso il 1983) e tutto sembrava plausibile e coinvolgente, fino al momento in cui ci disse di aver visto ovunque bandiere rosse e ritratti del "loro capo di Stato, Andropov". Andropov era allora il capo di stato dell'URSS, con cui la Jugoslavia aveva rotto i ponti da quasi trent'anni.

Dormiva poco e in modo irregolare. Ci raccontavano i nostri capi che aveva avuto ordine dai suoi "Maestri" di alzarsi e lavorare ogni volta che si svegliava. Livraga viveva in uno stato di isolamento completo dal mondo reale. Dormiva negli alberghi, vedeva solamente i dirigenti acropolitani di più alto livello (già piuttosto isolati dal mondo), veniva accolto dalle Forze Vive. Al massimo si metteva a passeggiare da solo per visitare i monumenti (passava ore al Pantheon) e i musei. Aveva una curiosa combinazione di debolezza e forza fisica. Mi ricordo la sua eccitazione quando gli fu presentato un paio di guanti da pugilato, ma allo stesso tempo come doveva essere sempre accompagnato in macchina anche per brevi tratti. Con noi si lamentava spesso dei suoi acciacchi, in particolare (dal 1988) della gotta che lo affliggeva a un piede. I nostri "Comandanti Nazionali" ci dicevano che era un po' ipocondriaco, e che avrebbe potuto muoversi molto di più di quello che pensava (anche l'ipocondria ricorda Hubbard).

La sua dieta consisteva giorno dopo giorno in polenta e mortadella di Bologna. Non disdegnava né il vino né i liquori (anche se l'affermazione che ho letto in Spagna che "beveva continuamente brandy" è probabilmente l'esagerazione di un giornalista piuttosto che del testimone intervistato).

Il 1987 segnava il "trentesimo Anno Trionfale di Nuova Acropoli", e Livraga lo fece chiamare "Anno del Giubileo", proclamando il "Decreto di Grazia Beta". Considerando che "questo è l'ANNO DEL GIUBILEO e la Nostra volontà", Livraga ordinò che tutti gli acropolitani sottoposti a meno di 7 anni di esclusione o sospensione, se avevano "scontato correttamente un terzo della loro pena" potessero fare richiesta di riammissione.

Volle celebrare l'inizio dell'anno del "giubileo" nella sua casa natale a Buenos Aires, trasformata in sede acropolitana. Livraga officiò la cerimonia, indossando una maschera a forma della testa del dio egiziano Anubis, fatta dalla sede di Venezia.

Dall'anticomunismo all'anticattolicesimo

Nel 1989 il crollo del comunismo comportava anche la fine dell'anticomunismo. Occorreva quindi un nuovo nemico, diverso dal vecchio "materialismo dialettico": la religione di El Flaco ("Il Mingherlino"), come Livraga chiamava (tra di noi) Cristo. Nello stesso periodo erano usciti numerosi articoli in cui si parlava di NA come setta neonazista.

Livraga disse di aver pagato un'agenzia investigava per scoprire chi ci fosse dietro queste "calunnie" e di avere scoperto che si trattava della Chiesa Cattolica e in particolare dell'Opus Dei. Cosa improbabile, visto che la maggior parte degli articoli era opera di giornalisti più antifascisti che cristiani.

Livraga si convinse però che il "Papa polacco" (responsabile tra l'altro del disastro demografico a causa della sua presa di posizione sugli anticoncezionali) era terrorizzato dall'avanzata del "Gigante della storia". Era un ritorno a una vecchia fissazione della Società Teosofica.

Questa fissazione si concretizzò nel lancio della "Operazione Giordano Bruno". Un nome che accosta una figura cara all'occultismo a un termine tipico del gergo militare di Livraga.

In tutto il mondo, gli acropolitani dovevano mobilitarsi per difendere la "libertà di ricerca scientifica" da "ogni fanatismo religioso". Ogni sede doveva acquistare una statua di Giordano Bruno in bronzo (fornita con un catalogo e una foto da un laboratorio acropolitano spagnolo).

Vogliamo che [per il quarto centenario della morte di Giordano Bruno] [...] in ogni città dove si trova Nuova Acropoli sia innalzata una statua, o nelle piccole cittadine, almeno una targa pubblica che ricordi l'esistenza e la fine di questo eroico precursore della scienza moderna e della libera possibilità di pubblicazione dei risultati delle ricerche, a cui ogni uomo e ogni donna ha un diritto naturale(33).

Gli obiettivi immediati di questo piano vengono svelati nello stesso numero di Almena:

Raccogliere migliaia di firme per innalzare una statua a Giordano Bruno in nome della libertà di espressione e della informazione scientifica; cercare l'appoggio di amministrazioni locali, gruppi universitari, politici, religiosi, scientifici, artistici perché collaborino e partecipino attivamente alla raccolta delle firme e poi, o allo stesso tempo, del denaro necessario, e per ottenere un parco pubblico: come esercizio spirituale andare di casa in casa - o come meglio si ritiene - per raccogliere le firme, gli appoggi e il denaro occorrenti; collaborare praticamente alla propaganda necessaria alla TV, radio, stampa, uomini-sandwich, portare cartelli, promuovere manifestazioni per strada, murales e ogni altro modo per rendere il popolo cosciente della necessità di prevenire un futuro di orrore e di persecuzioni, in base all'esaltazione del martire Giordano Bruno; nelle poche città in cui già ci sono le statue di questa vittima dell'ignoranza fanatica, si farà ugualmente una campagna per collocare una targa commemorativa o una corona di bronzo in suo onore, e le Brigate Femminili possono settimanalmente coprire la sua statua con fiori e ghirlande(34).

Le attività dovranno culminare il 17 febbraio del 2000 con una manifestazione internazionale in Piazza Campo de' Fiori a Roma, dove Bruno fu messo al rogo, sotto la sua statua.

L'ultimo punto è però quello veramente importante:

Aiutare a dimostrare al mondo che Nuova Acropoli non è una setta politica o religiosa e che è pronta a difendere una causa nobile, in questo caso il diritto di ogni scienziato di pubblicare i risultati delle sue ricerche, senza soffrire il carcere, la tortura o la morte per questo motivo [...]. Perché prendiamo questo personaggio e non altri che ugualmente meriterebbero omaggio? La risposta idonea e vera è che dobbiamo cominciare con qualcuno, e che oggi non sono né Stalin né Hitler a minacciare il mondo, ma il Sant'Uffizio, come i suoi equivalenti nelle diverse religioni, che promuovono, al di là delle parole di compromesso davanti all'opinione pubblica, le persecuzioni di scrittori, gli attentati terroristici, i bombardamenti genocidi di civili e le interferenze nei campi scientifici e politici con i loro 'tabù' che impediscono la libertà individuale e collettiva, familiare e sociale.
Qui inizia una nuova avventura!
CHE BELLO E GIOVANE E' ESSERE ACROPOLITANO!
Il vostro M.M. [Mando Máximo, Comandante Supremo]
."

Al di là della discutibile tesi secondo cui la ricerca scientifica sarebbe minacciata oggi, è interessante trovare in questa "Operazione" sia un metodo di autodifesa attraverso lo sfruttamento aggressivo del vittimismo, sia la ripresa di vecchie tematiche massoniche e teosofiche(35) che rendono quantomeno problematica l'identificazione di NA con l'estrema destra tout court.

Morte di un imperatore

Livraga è morto di ictus cerebrale a Madrid il 7 ottobre 1991. Non sappiamo se siano state rispettate le sue ultime volontà:

[Alla morte del Comandante Massimo] ci saranno 5 giorni consecutivi di omaggi a cui potranno partecipare tutti gli Acropolitani. Il sarcofago con il corpo sarà vegliato costantemente da turni di 4 Asciati e rappresentanti delle 3 Forze Vive. Il catafalco sarà avvolto nella Bandiera di Acropoli, con strisce dei colori di tutte le bandiere nazionali in cui si trova la OINA. Alla testa vi sarà il Simbolo Massimo dell'Aquila Solare. Si manterranno accesi incensi e una musica classica appropriata suonerà dolcemente nell'ambiente. Seguiranno due giorni di preghiere e di cerimonie esclusivamente per gli Asciati e dirette dal Guardiano dei Sigilli. Alla fine del settimo giorno il corpo nel sarcofago sarà, se possibile, cremato. Le sue ceneri saranno conservate in un'urna piramidale di bronzo allo scopo di metterle in un futuro 'Pantheon'. Nel frattempo staranno in un luogo segreto e raccolto. Se non sarà possibile, le ceneri verranno gettate al vento in un'alba(36).

Dopo la cremazione del corpo, o l'inumazione se ciò fosse impossibile, del Comandante Mondiale defunto, il nuovo Comandante Mondiale sarà proclamato pubblicamente e Giurerà come Comandante Mondiale. Dopo gli giureranno obbedienza tutti i Comandanti presenti e si farà un 'Brindisi Romano' per festeggiare la successione all'Impero(37).

Considerazioni

La prima considerazione riguarda la domanda che tutti si pongono a proposito dei fondatori di sette: ci credono? O si tratta, come spesso si dice, semplicemente di una maniera originale per fare soldi?

Nel caso di Livraga, vediamo che la "verità" a cui spesso si appellava ha diversi aspetti. Innanzitutto, esiste una "verità" teosofista, della cui formulazione egli ovviamente non è responsabile, ma sì della sua adozione a propria fede e quindi come dottrina del movimento da lui fondato. Tale dottrina ha precisi insegnamenti a proposito della reincarnazione e delle "razze umane" e una tipica conseguenza della sua accettazione è che gli acropolitani più "interni" credono, come credeva Livraga, di essere la reincarnazione degli antichi atlantidei. Ma Livraga credeva anche a ciò che raccontava di se stesso? In gran parte probabilmente no. Egli stesso era il primo a incitarci a "fare teatro" e a insistere che qualunque metodo fosse buono per far crescere il movimento, rifacendosi peraltro all'insegnamento blavatskiano secondo cui alle persone ancora non abbastanza "mature" per capire la "verità", occorre mentire. Inoltre, la verità è fatta non solo dalle presenze, ma anche dalle assenze: e l'enorme quantità di elementi taciuti e nascosti per motivi di opportunità all'interno dell'organizzazione (a partire da fatti banali come l'insuccesso di una conferenza per arrivare alla rimozione della co-fondatrice della setta) mostra una volontà cosciente di falsificazione (di cui peraltro eravamo complici attivi anche noi dirigenti del movimento).

In un altro senso, però, è probabile che Livraga "credesse". Che credesse cioè di avere una missione straordinaria, per la quale valesse la pena di camminare sopra le persone e non sapesse ben distinguere tra fantasia e realtà. In ciò lo aiutavano senz'altro i seguaci, sempre pronti a esaudire ogni suo desiderio.

Ho potuto constatare quanto fosse importante questa folie à deux, seguendo la progressiva trasformazione di una dirigente acropolitana, una persona di straordinaria intelligenza, sensibilità e forza di volontà, che aveva sacrificato non solo la propria salute fisica ma anche quella psichica all'organizzazione. Periodicamente cadeva in uno stato di delirio, in cui vedeva gli "dèi" e i "maestri" che esigevano da lei sacrifici sempre maggiori. Uno degli episodi che decise il mio allontanamento dal movimento avvenne durante una cerimonia, quando vidi questa dirigente gettarsi in ginocchio di fronte a Livraga, piangendo e gridando, "Padre, padre, ti farò avere un castello". Mentre Livraga osservava con assoluta impassibilità questa scena che certamente riteneva fosse un normale omaggio dovuto alla sua persona.

Una seconda considerazione riguarda quindi il complesso rapporto tra il fondatore di una setta e i suoi seguaci. Occorre partire dal presupposto che il fondatore considera la propria setta come propaggine del proprio ego, inscindibile da lui. Egli considera chi ne fa parte come i "propri discepoli" e avendo loro data la vita, questa ora apparterrebbe a lui, come la loro morte.

E di fatto, questa "verità", lentamente discesa e integrata dall'anima di ciascun discepolo, diventa la sua vita nel gruppo e lo fa sentire eroe/protagonista proprio nel momento in cui egli rinuncia a tutto - e quindi anche a se stesso - per integrare altri individui che solo così si riscatteranno da un mondo che non ha più nulla di vero da offrire.

E questa abnegazione, questo vivere in assoluta povertà, può apparire all'osservatore esterno come "umiltà francescana", mentre, per l'acropolitano è ciò che da un senso alla sua vita e diventa quindi motivo di delirante orgoglio. "Delirante" qui inteso come, appunto, avulso ormai dalla realtà che lo circonda e che non riesce più a vedere.

I critici perdono di vista quindi facilmente le relazioni interpersonali all'interno di grosse organizzazioni (una splendida eccezione è Jerry Bergman, I Testimoni di Geova e la salute mentale, Edizioni Dehoniane Roma, 1996); mentre altri si limitano ad analizzare "gli insegnamenti dei fondatori" come se costituissero l'unica realtà dell'organizzazione. Ma ciò si discosta poco dalla pura e semplice apologia, perché l'illusione che un gruppo altro non sia che il "fondatore più le sue idee" è esattamente l'immagine che la setta vuole dare di sé (ma il contrario di ciò che si vive in realtà al suo interno).

Livraga non aveva diecimila discepoli (o circa cinquemila al momento della sua morte): ne aveva alcune decine, le poche persone che avevano seguito i corsi direttamente con lui o che avevano comunque stabilito un rapporto diretto. Queste persone avevano trovato altri "discepoli", che a loro volta ne avevano fatti altri ancora. Quindi il movimento diventa comprensibile unicamente studiando il ruolo di questi numerosi quadri intermedi (in ogni sistema di "vendite piramidali", l'insieme degli ufficiali è più numeroso di quello dei soldati semplici), che in genere vedevano il fondatore per poche ore una volta l'anno, in circostanze rigorosamente formali.

Il carattere di Livraga costituiva più un ostacolo che un aiuto alla diffusione del movimento. Mentre i conferenzieri "intermedi" affascinavano spesso molte persone, Livraga faceva tutt'altra impressione.

Il 10 novembre del 1986, i dirigenti italiani riuscirono a farlo inserire tra i relatori al convegno conclusivo di una notevole campagna per la pulizia di Roma organizzata congiuntamente da NA e dal quotidiano Il Messaggero (che per trenta giorni consecutivi aveva dedicato spazi pubblicitari gratuiti alla setta), svoltosi nella Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma con la partecipazione di uomini politici, ricercatori del CNR, studiosi dell'ambiente e giornalisti (tra i partecipanti Andrea Todisco, direttore generale del ministero dell'Ambiente e Vittorio Emiliani, direttore de Il Messaggero).

Mentre i politici parlavano, i giovani delle "Forze Vive", in contatto via radio, fornivano un fin troppo evidente servizio d'ordine. Arrivò il turno di Livraga, che scioccò la platea quando iniziò a parlare delle "Aquile di Roma Immortale" e disse, "Io, un filosofo, invito voi giovani a seguire questi signori", indicando il gruppetto allibito di politici.

Il misto di misantropia, esibizionismo e lusso che caratterizzava Livraga lo rendeva impresentabile anche ai "discepoli", proprio come i suoi scritti irati, semplicistici e superficiali, che venivano spesso silenziosamente censurati.

Le persone in grado di "capire" Livraga erano quindi poche, ma disposte ad annullarsi di fronte a lui. E questo autoannullamento diventava poi il loro principale strumento di proselitismo: ancora più dei discorsi, convinceva l'evidente buona fede, il rigore e il coraggio di persone che affrontavano vite avventurose e difficili per diffondere l'organizzazione.

Non bisogna sottovalutare la volontà umana. Acropoli è riuscita a costruirsi grazie ai suoi dirigenti, che hanno sacrificato la propria salute fisica e spesso anche psichica per eseguire gli ordini di Livraga. Le sedi hanno alle spalle storie molto difficili: il capofiliale francese di Grenoble è vissuto per mesi in una grotta alla periferia della città perché non aveva i soldi per affittarsi una camera. Storie di fame sono quasi una costante. Contrariamente all'opinione comune, a sacrificarsi di più sono sempre stati i dirigenti, perché non si poteva chiedere sforzi eccessivi ai nuovi adepti, e perché l'intero meccanismo funzionava in base allo "esempio".

Capire l'importanza dei quadri intermedi aiuta anche a risolvere la questione di come faccia un movimento a sopravvivere alla morte del proprio fondatore: la scomparsa di un lontano totem, comunque immortale, non cambia un meccanismo piramidale ormai avviato.

In Italia il culto di Livraga, come si è detto, si limitava ai più alti dirigenti. Noi dicevamo che senza di lui non ci sarebbe stata "Acropoli", ci raccontavamo sussurrando storie agiografiche e a volte buffe sul suo conto. Spesso ripetevamo le sue battute e le sue storielle, cercando invano di imitarlo. Molti dei suoi modi ci preoccupavano, perché rischiavano di farci perdere i nostri "discepoli". Sostanzialmente, incuteva una certa paura.

In altri paesi la mentalità era diversa: il bollettino peruviano esibiva un disegno infantile di tre acropolitani, nelle divise delle Forze Vive, con un'immensa scritta "AVE PADRE JAL". La "Comandante" peruviana raccoglieva ogni oggetto che avesse avuto a che fare con lui (ad esempio il bicchiere da cui aveva bevuto) e lo metteva in una bacheca.

Sebbene alcuni acropolitani mi dicessero che "nel suo cuore JAL non ama queste cose", sicuramente egli non ha mai fatto nulla per scoraggiarle. Basti pensare ai suoi decreti firmati semplicemente "YO" ("Io").

Allo stesso tempo, una rivalutazione del ruolo reale dei quadri intermedi non significa affatto che non si tratta di un sistema totalitario. In una setta piramidale la vita del discepolo viene radicalmente condizionata attraverso un progressivo isolamento, su cui veglia tutto il meccanismo. Si cerca infatti di gerarchizzare al massimo grado ogni rapporto umano introducendo una serie infinita di gradi e di incarichi. Si è sempre "al di sopra" di qualcuno (a cui si deve dare l'esempio non concedendosi debolezze umane o dubbi) e "al di sotto" di qualcun altro (davanti a cui si deve fare bella figura); mentre i rapporti tra pari grado avvengono soltanto durante riunioni attentamente controllate. Ciò significa che non esiste soltanto l'isolamento rispetto al mondo esterno (spesso denunciato dai critici delle sette) ma anche un isolamento interno pressoché totale: le comunicazioni interne vengono espresse infatti in genere unicamente tramite trionfalistici resoconti delle proprie attività o retoriche cartoline di auguri.

In questa solitudine (che dopo un'iniziale euforia porta presto alla depressione, al di là degli obbligatori sorrisi di facciata), anche il dirigente è alla mercé dell'organizzazione, mentre le informazioni sul suo comportamento risalgono regolarmente la catena gerarchica, dove il vertice può decidere in ogni istante la sua espulsione.

Un'espulsione che ha tutta la gravità dell'esilio nell'antichità: sia perché ci si trova a una certa età a conoscere unicamente il mestiere di conferenziere, sia perché si perde ogni punto di riferimento, con il rischio di fare la fine dei pellirosse che privati di ogni orientamento si sedevano sull'orlo della strada e morivano.

MIGUEL MARTÍNEZ

 

 

NOTE
 

(1)   L'organizzazione avrebbe in seguito affermato alla stampa in diverse occasioni che io ero un "fondamentalista islamico," un "estremista di destra" e "vicino ad ambienti anarchici." La mia carriera nell'organizzazione dimostra che i capi supremi avevano riposto una grande fiducia in me e la mia scelta di libertà ha quindi messo i dirigenti dell'organizzazione nella non invidiabile posizione di dover spiegare innanzitutto l'errore di questi capi che si presumeva fossero infallibili.
Le informazioni contenute in questo articolo si basano in parte su documenti in mio possesso, in parte su ricordi personali, per alcuni dei quali esistono comunque testimonianze concordanti di altri ex-membri. In ogni caso si riferiscono unicamente alla situazione di NA prima del 1990.

(2)  Intervista a Livraga sul Messaggero Veneto, 21.1.1984.

(3)  Alcuni titoli sono stati concessi dalla "Università Internazionale Moctezuma" dello spagnolo Guillermo Grau, sedicente imperatore azteco; altri sono stati concessi dalla discussa "Accademia Burckhardt."

(4)  Questi vengono insigniti di una spilla che somiglia all'ascia del Grande Oriente francese.

(5)  Ancora negli anni '80 mi capitava di spedire le lettere che il figlio le scriveva da Roma: ci raccontava che lei non aveva la minima idea che cosa facesse il figlio (ormai ultracinquantenne), ma gli consigliava di mettersi sempre un maglione quando faceva freddo.

(6)  Uso l'indicativo qui per affermazioni che richiederebbero indubbiamente il condizionale.

(7)  Mameli-Morelli, Damodar. Il Maestro per l'Età dell'Acquario, Bresci, Torino 1978.

(9)  Nell'ultima versione dello Statuto, che risale a metà degli anni '80, si parla di tre organizzazioni interne che agirebbero a fini di volontariato ed ecologici, con divise descritte come simili a quelle dei "vigili del fuoco."

(11)  Un'argomentazione assolutamente irrilevante. Ad esempio una lettera mai smentita a firma di Schwarz e apparsa sulla stampa francese conclude con un perentorio saluto in nome del dio Hermes; mentre basta consultare l'Encyclopaedia Judaica, s.v. 'Herem', per scoprire che il politeismo comporta l'automatica esclusione dalla comunità ebraica. C'è invece da chiedersi come mai il governo israeliano tolleri un'organizzazione accusata in tutta Europa di essere nazista. Qualcuno ha associato la legalizzazione di NA in Israele al ruolo importante svolto da uno dei massimi dirigenti di NA all'interno del mondo dell'aeronautica militare francese; un'ipotesi comunque difficile da dimostrare.

(12)  Recentemente è uscito il Quarto livello dell'ex-giudice Carlo Palermo che associa sette, banche, neonazisti e "sufi musulmani" in un'unica congiura diretta… da "aristocratici veneziani". L'idea è ripresa in blocco dalle fantasie di Lyndon LaRouche, un "guru" statunitense accusato a sua volta (peraltro erroneamente) di essere uno dei "massimi esponenti dell'internazionale nera" (ad esempio nel libro di Claudio Fracassi, Il Quarto Reich).

(13)  Considerazioni simili valgono anche in altri ambienti. E' stato spesso sottolineato il "comunismo" del reverendo Jones, responsabile del suicidio di massa di Jonestown; ma questa aggiunta ideologica non significa che Jones sarebbe mai stato disposto ad agire a fianco o per conto di altri movimenti, né ha avuto alcuna incidenza reale sul piano dell'uguaglianza tra i membri dell'organizzazione, che pertanto costituisce una setta a tutti gli effetti.

(14)  La "Razza Ariana" comprende tanto gli "europei" quanto gli ebrei e gli indiani, mentre esclude cinesi e giapponesi e soprattutto i neri, il più basso stadio di umanità nella "grande catena evolutiva."

(15)  Jorge Angel Livraga in Mandos, n. 43, "XXXI anno trionfale" (1990). Il segretario di stampa di NA Italia, riconoscendone l'autenticità, spiegò però così il significato di questo brano: "Il senso è che si spera sempre che nel futuro dell'umanità ci siano persone più capaci di noi. Livraga a volte usava anche un frasario duro, quando occorreva. Il significato è che un'idea ha bisogno di essere alimentata, e che ognuno di noi ne è in un certo senso un fecondatore. In questo senso si parla di concime." (Claudio Robimarga, intervista a La Nuova Venezia, 22.11.91).

(16)  Nota sulla Società Teosofica, a p. 128 del Glossario Teosofico di H. P. Blavatsky, Ed. Sirio, Trieste, 1967.

(17)  Ad esempio, l'astrologia, una "scienza" antichissima, era quasi estinta quando fu riproposta in maniera completamente diversa dalla fondatrice della ST, Madame Blavatski.

(18)  Massimo Introvigne, uno dei pochi autori italiani ad avere scritto su NA, ignora questo aspetto fondamentale. Egli prende come testi significativi per l'ideologia di NA un articolo apparso in Francia (un tentativo locale di esprimere concetti teosofici in un linguaggio intellettuale) o il libro di Livraga su Gli spiriti della natura. In realtà per conoscere l'ideologia di NA basta leggere i "classici" della Teosofia della fine dell'800.

(22)  Il termine "egiziano" (difficile da conciliare conquanto Livraga stesso raccontava su Almena, dove, a parte le fantasmatiche figure di "K.H., S. e M.", il suo unico "Maestro" sembra proprio un indiano, Sri Ram) è molto ambiguo (il palermitano Cagliostro era un "Gran Cofto d'Egitto").

(23)  La recente ipotesi archeologica secondo cui la belle Nefertiti, sua sposa, sarebbe stata in realtà un uomo, è stata ripresa da alcuni acropolitani, che con un caratteristico miscuglio di linguaggio da caserma e teorie occultiste dicono che Ikhnaton era un maricón.

(24)  Quest'ultimo articolo era in realtà di una personalità esterna, il direttore di un oscuro centro per la purezza della razza; ma ognuno di questi articoli è stato approvato da Livraga che era presente per la maggior parte dell'anno a Madrid e che era particolarmente interessato alla rivista.

(25)  Art. 1 e 2 del Decreto del Comandante Mondiale 7 del 1981.

(26)  Uno dei "Maestri" della Blavatski era "Imperator" e Imperator è anche uno degli incarichi nelle sette rosicruciane contemporanee (l'occultista Sedir, nella Storia dei Rosacroce, affermava ad esempio che "una tradizione dice che questo Imperator esiste ancora oggi; la sua azione sarebbe diventata politica").
Nella prima Massoneria francese, gli alti gradi costituivano un "Consiglio degli Imperatori. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, invece ne preferì una versione femminile: secondo Jon Atack (A Piece of Blue Sky, Carol Publishing Group, New York, 1990, p. 101), egli si sarebbe vantato di avere scritto Dianetics: la scienza della salute mentale in tre settimane sotto la dettatura di un'entità chiamata "L'Imperatrice."

(27)  Dopo alcuni mesi, Ada Albrecht costituì un'organizzazione propria, il "Gruppo Hastinapura", presente all'inizio solo in America Latina, ma arrivata recentemente anche in Spagna. Su questa organizzazione, si possono trovare in rete due pagine critiche (http://www16.brinkster.com/ayudasectas/testimonio5.html) e (http://www16.brinkster.com/ayudasectas/hastinapura01.html), entrambe in lingua spagnola. ?

(28)  Riguardo al nome Seraphis, veniva spiegato che si riferiva all'antica divinità egiziana. Ma esiste un discorso di Livraga, in cui egli dice che è in realtà l'entità blavatskiana "Maestro Seraphis" (o il "Maestro S.") che vivrebbe sull'Himalaya e che Livraga avrebbe "conosciuto personalmente."

(29)  Indicativo è un suo articolo su El Bastión in cui difendeva la Blavatski contro i suoi "calunniatori", tra cui l'autore italiano Julius Evola, da lui descritto come un "fanatico integralista cattolico." Il pagano Evola aveva litigato con Mussolini a causa del Concordato, considerato un compromesso inaccettabile con il cristianesimo.

(30)  Decreto del Comandante Mondiale 14, 1973. Livraga, nelle multe che imponeva, oscillava tra dollari e franchi svizzeri secondo il cambio più favorevole.

(31)  Le armi trovate dalla polizia nelle sedi acropolitane in Grecia o dal giornalista Pepe Rodríguez nel castello di Santiuste avevano probabilmente funzioni più ludiche che pratiche.

(32)  A.P. Sinnett, La vita straordinaria di Helena Petrovna Blavatsky, Roma, 1980, p. 81

(33)  Almena, n. 81, 15.05.89.

(34)  La statua, costruita da un architetto massone e inaugurata dalle logge romane in un'imponente cerimonia il 9 giugno del 1889, oggi riceve gli omaggi floreali degli anarchici e dei razionalisti; ma sono le Brigate Femminili di NA a farlo con maggiore regolarità.

(35)  Ad esempio Annie Besant, secondo presidente della ST, diceva di essere la reincarnazione di Giordano Bruno.

(36)  Decreto del Comandante Mondiale, 5, 2b, 1981.

(37)  Decreto del Comandante Mondiale, 5, 2d, 1981. Il "brindisi romano" consiste nel bere in un solo sorso un bicchiere di vino - assegnato casualmente - sul cui fondo è scritto il nome di una divinità greco-romana. Il nome è di auspicio.


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