L’ideologia spontanea del formatore è
il pedagogismo, cioè la deformazione concettuale che tende a ridurre al minimo
il contenuto disciplinare e nello stesso tempo ad enfatizzare le modalità
didattiche di trasmissione dei contenuti. Il pedagogismo non deve essere confuso
con la pedagogia, che è invece una cosa seria, e con tutte le discipline
psicologiche e sociali che l’accompagnano. Lo stadio ultimo, ed incurabile, del
pedagogismo è il didatticismo, cioè l’ingegneria pedagogica maniacale. Il
momento terminale del didatticismo coincide con l’abolizione virtuale della
disciplina, e con il suo scioglimento in tecniche asfissianti di analisi
esasperata di parti sempre più piccole.
Se abbandonato a se stesso, oppure
se è preso sul serio, il didatticismo può uccidere l’educazione e
l’insegnamento. Si tratta dunque di un nemico mortale. Ma la sua debolezza
culturale è talmente ridicola che esso è anche sempre poco più di una mosca
fastidiosa, che può essere allontanata distrattamente con la mano. In 35 anni di
insegnamento della filosofia e della storia l’ho sempre fatto senza problemi.
Naturalmente, il didatticismo non deve essere confuso con la metodologia della
trasmissione dei contenuti (pensiamo alle scienze naturali, oppure alle lingue
straniere), che è invece una cosa legittima e seria. Il didatticismo, invece, è
concettualmente affine alla manipolazione politica, e questa è la ragione per
cui generalmente tende ad attrarre irresistibilmente i cattivi insegnanti. Lo
ripeto, il didatticismo è fastidioso, ma anche innocuo. Può diventare invece
pericolosissimo, se il partito didattico va al potere a livello governativo.
Questo è stato appunto lo scenario del quinquennio bestiale Berlinguer-De Mauro.
Ancora una volta, non bisogna stupirsene. Non bisogna dimenticare mai che è il
capitalismo finanziario globalizzato (con le sue propaggini nazionali) che deve
e vuole smantellare la scuola di tipo illuministico, ed i ceti
pedagogico-didattici di manipolatori non sono che esecutori secondari,
indipendentemente dalla falsa coscienza con cui ricoprono questo ruolo.
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