Un piccolo parroco, la biotecnologia e altre storie
Seconda parte
 



di Miguel Martinez

Per agevolare la lettura, il testo - uscito per la prima volta come articolo sulla rivista Rosso XXI - è stato diviso in quattro parti.

Alla prima parte

Alla prossima parte







Il sillogismo cristianista

Lo scontro si combatte su tutti i piani. Anche su quello religioso e culturale.

I cristianisti o teocon sono una corrente variegata ma potente all'interno del sistema-chiesa. Uso il termine "sistema chiesa", perché molti cattolici si rifiutano di distinguere tra il piano teologico e l'umanissimo piano dei peccatori che costituiscono il "sistema-chiesa": indagare il Cardinale Giordano per il giro di usura in cui sarebbe implicato, o discutere la presenza di militanti dell'Opus Dei in importanti posizioni economiche viene denunciato come se si trattasse di una frustata inflitta a Cristo in croce.

È un ricatto cui mi rifiuto di sottostare. Non condivido, ma rispetto la teologia cattolica, transustanziazione e dogmi compresi. Ritengo invece che il sistema-chiesa si possa mettere in discussione esattamente quanto il defunto sistema-partito dell'URSS.

L'ideologia dei cristianisti è il risultato di una catena logica, che non ammetteranno mai pubblicamente di seguire, ma che è sempre implicito in ciò che dicono:

- La religione cristiana (che unisce il cattolicesimo al fondamentalismo evangelico americano) è la religione di Dio.

- La religione cristiana coincide con l'Occidente, cioè con i paesi dell'Unione Europea e gli Stati Uniti. L'Occidente costituisce la patria di Dio.

- Il culmine della civiltà occidentale (cioè cristiana e quindi voluta da Dio) è l'Occidente attuale: il capitalismo, la tecnocrazia, il sistema elettorale bipartitico, l'imperialismo. Questo è il mondo di Dio.

- L'Occidente non è uno stato di cose, ma un processo incessante, che si muove verso il futuro. Questo è il progetto di Dio.

L'Occidente ha dunque un ruolo messianico, come spiega Don Gianni Baget-Bozzo:

"il mondo occidentale attraverso la sua tecnologia comincia a crescere. E da cristiani crediamo che la crescita dell'uomo nel mondo sia un segno escatologico, un avvicinarsi del Regno di Dio. Man mano che il giorno del Signore si avvicina l'uomo cresce sulla terra."


gianni baget bozzo leghisti verona lepanto

Su un curioso sfondo che combina titoli di giornali con giovanotti vestiti da rievocazione stile pro loco, Don Gianni Baget Bozzo celebra una messa per l'anniversario della battaglia di Lepanto a Verona, nel 2002, organizzata dalla Lega Nord

Visto da vicino, il dio dei cristianisti ricorda il biblico "principe di questo mondo". Dio che benedice le sue nazioni favorite; dio adorato nei profitti e nelle guerre. Dio del livellamento mondiale, attraverso la riduzione di ogni cosa all'astrazione intercambiabile della merce.

Come dice Don Marco Belleri (p. 42):

"In realtà in atto una spaventosa opera di centralizzazione nella produzione delle sementi (cinque multinazionali stanno avvicinandosi al quasi monopolio) creando una dipendenza assoluta che non può non avere le sue radici nel 'genio del male' (questo riferimento al demonio può far storcere il naso a tante orecchie ipocrite - o, proviamo ancora a sperare, solo ingenue o ignoranti, che invitano a non demonizzare; ma se non sappiamo più riconoscere dove è in azione, e in modo così evidente, il male, possiamo dire di avere fallito il nostro compito, come cristiani, di essere sale della terra).

Trasformare lo "scontro di civiltà"…

Nel 1914, le classi dominanti dell'Europa decisero di sterminare la propria gioventù lanciandosi nella prima guerra mondiale. Fu il delitto madre, da cui discendono tutti gli altri, da Auschwitz a Kolyma a Hiroshima.

In mezzo a questo orrore assoluto, l'esule russo Lenin si pose la domanda, come trasformare la guerra imperialista in guerra civile? Come fare sì gli uomini, anziché massacrarsi a vicenda per gli interessi altrui, si scontrassero secondo i loro reali interessi?

Ci troviamo di fronte a qualcosa di simile oggi. Si proclama lo "scontro di civiltà" per unificare i cristiani, in apparenza contro i musulmani, in realtà al servizio del dominio imperiale.

Ma ecco che qualcuno proclama la guerra civile, nel senso nobile della parola. Dentro il presunto "campo cristiano", traccia un solco ben più profondo di quello che dividerebbe musulmani e cristiani. Il solco tra chi sogna per il cristianesimo il ruolo di consigliere del re del mondo, e chi invece gli resiste.

L'ambiguità cattolica

È nota la resistenza cattolica che passa attraverso il movimento no global; Agnoletto e i Beati Costruttori di Pace, per intenderci. Questo ambiente riesce a collaborare con altri, perché la sua forza religiosa è minima. Potremmo dire, con le dovute eccezioni, che si tratta di persone cattoliche nella vita privata, democratiche nella vita pubblica.

Si tratta di un fenomeno rispettabile, che appartiene però in qualche modo già al passato. Generalizzando brutalmente, oggi centinaia di milioni di persone si definiscono pubblicamente in termini religiosi, dal Kansas al Pakistan, senza trascurare la vivacità di molte realtà cattoliche. Quali semi di resistenza si possono trovare in quegli elementi di sacralità, ritualità e trascendenza che chiamiamo convenzionalmente "religioni"?

La faccenda si complica per la natura verticistica del sistema-chiesa. La gerarchia cattolica, i movimenti, l'immensa struttura patrimoniale-imprenditoriale, il potere di benedizione che fa sì che ogni fiera in Italia debba essere inaugurata da un cardinale… possono a volte criticare i sintomi della modernità; ma alla fine sono cooptati dentro il più grande sistema imperiale. Può fare comodo a Bertinotti citare il Papa come critico della guerra; ma fa anche comodo a Bush donare allo stesso Papa la "Medaglia della Libertà" concessa anche a Donald Rumsfeld e a Walt Disney.

Però il libro di Don Marco ci rivela alcuni spunti di una resistenza cattolica. Essa nasce dalla contraddizione fondamentale del modello cristianista: possibile che Dio voglia proprio questo mondo? Un mondo che potremmo dipingere con alcuni tratti molto semplici, se volete un po' reazionari: tutto si basa sul denaro, pochi vanno in chiesa e donne nude ci provocano da ogni cartellone pubblicitario.

La risposta per molti consiste nel chiedere l'impossibile: la massima liberalizzazione delle merci assieme alla massima repressione dei costumi dei consumatori di quelle merci. Una follia che si può giustificare solamente ricorrendo alla follia del complottismo, che diventa una componente necessaria della mentalità cristianista: la perdita di fede o la pubblica manifestazione della sessualità non possono essere opera del buon capitalismo; sono quindi solo opera di specifici "comunisti" o "laicisti" che lo Stato deve punire.



Alla parte successiva


 


Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione
Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori




e-mail


Visitate anche il blog di Kelebek

Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia | La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca