di Flavia Busatta Per agevolare la lettura, questo articolo di Flavia Busatta, tratto da Hako Magazine, è stato diviso in diverse parti.
Tra anatema e fatwa
Nel 1993 tre esponenti del
fondamentalismo lakota, Wilmer Stampede Mestet , oglala lakota, dell'Oglala
Lakota College di Pine Ridge, nella riserva omonima in Sout Dakota, che si
firma «leader spirituale tradizionale e istruttore di cultura lakota» (sic!),
Darrell Standing Elk, sicangu lakota, presidente del Center for the SPIRIT
(Support and Protection of Indian Religious and Indigenous Traditions), con
base a San Francisco, CA e Pine Ridge, SD e Phyllis Swift Hawk, kul wicasa
lakota, del tiospaye (famiglia allargata) Wounspe Waokie, di Wamblee, riserva
di Pine Ridge, SD, pubblicizzavano una “Dichiarazione di guerra contro gli
sfruttatori della spiritualità lakota''. Questa Dichiarazione, con annessa chat
line, si può trovare sul sito dell'antropologo gesuita Padre Bucko ma gli scimmiottamenti
(superficiali) gesuiti di elementi indiani durante la messa non sono affatto
l'oggetto della critica. Si può anche leggere, un po'
manipolata come suo solito, in Indians Are Us? (1994) del controverso polemista
e militante dell'AIM (fazione di Russell Means) Ward Churchill, paradossalmente
accusato di essere un wannabe, un falso indiano anche lui, tra gli altri
dal direttore di Indian Country Today e John La Velle, direttore esecutivo di
SPIRIT. Il vocabolario della
Dichiarazione è pseudolegale, enfatico, con abbondante uso di aggettivi come
“vergognoso'', “osceno'', “sacrilego'' e “offensivo''. Questi cosiddetti
rappresentanti dei «leader spirituali riconosciuti anziani tradizionali e
militanti di base lakota» dichiarano di aver sopportato a lungo «l'innominabile
indegnità della dissacrazione, presa in giro e insulto delle nostre più
preziose cerimonie e pratiche spirituali lakota da parte di wannabe non
indiani, trafficanti, sette, profittatori commerciali e autoproclamati
“sciamani'' new age e dei loro seguaci» che «ha raggiunto proporzioni
epidemiche nelle aree urbane in tutto il paese». Se la prendono con la vendita
di pipe indiane (in realtà una tradizione che risale all'inizio della
colonizzazione!!) «nei mercati delle pulci, pow-wow e negozi new age», contro
le “corporazioni pseudoreligiose'', i “ciarlatani e leader di sette''
neopagane, il Movimento degli Uomini, la TV e l'industria cinematografica e
persino E proseguono: perché Dichiarano «tolleranza zero per
ogni “sciamano dell'uomo bianco'' che sorge nelle nostre comunità per
“autorizzare'' l'esproprio dei nostri modi cerimoniali da parte dei non
indiani, tutti questi “medicine men di plastica'' sono nemici dei lakota,
dakota e nakota», perché «il nostro più alto dovere come indiani» consiste nel Non entreremo qui nel merito di questa Dichiarazione
formulata da sostenitori di un apartheid religioso etnoculturale, di cui
abbiamo già visto la supposta “purezza'', destinato, come dimostra la storia
delle culture umane, a sicura sconfitta. Vale solo la pena di accennare al
fatto che più di un terzo degli interventi della chat line di Padre Bucko, che
si sviluppa tra il 1996 e il 2001, dimostrano che, proprio nella scoperta della
“spiritualità indiana'' in stile “Alce Nero parla'' o anche new age, molti
hanno riscoperto quella parte della propria identità che è indiana (che negli
USA può essere riconosciuta legalmente oppure no, a seconda delle circostanze
storiche). Oltre a ciò, come vari interventi fanno notare, le cerimonie
praticate dagli “sciamani di plastica'' fanno parte del patrimonio
“sciamanico'' europeo (la capanna del sudore, che è una sauna, il tamburo, gli
stati alterati di coscienza tramite il dolore o la deprivazione sensoriale) o
“indiano'' in generale (la pipa, la danza del sole). Senza contare che negli anni
Ottanta proprio uno dei maggiori rappresentanti dei “tradizionalisti'' lakota,
Frank Fools Crow, uno dei capi della fazione cattolica oglala, che aveva fatto
arrivare l'AIM in riserva, provocando la crisi di Wounded Knee (1973), aveva
concesso un'intervista alla più importante rivista new age, Shaman's Drum.
Negli anni Ottanta e successivamente il cosiddetto Circolo degli Anziani,
inizialmente vicino all'AIM, a stilato una lista nera degli “sciamani di
plastica'', in cui compaiono alcuni indiani, come uno dei capostipiti e forse
il più importante di tutti, Sun Bear, parte chippewa, Rolling T under, in parte
shoshone, la seneca Twilla Hurd e vari lakota, da Ed McGaa a Wallace Black Elk
a Archie Fire Lame Deer. Stranamente, ma non tanto se si considerano i
“misteri'' della politica tribale, non è ancora apparso ufficialmente il
sicangu lakota Leonard Crow Dog della riserva di Rosebud, nonostante sia in
stretto contatto con il gruppo di Twilla Hurd e soprattutto con la leader
indiscussa di tutto quel circuito, la nota “sciamana'' new age Mary Thunder. Ci concentreremo su tre di
questi esponenti.
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