L'arrivo dell'Imperatore:
L'ambasciatore palazzinaro e il tetro diessino
 

di Miguel Martinez




Questo è il quarto di una serie di articoli ispirati alla visita di Bush a Roma il 4 giugno 2004.

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Il 4 giugno, Mel Sembler, ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, portò i saluti del suo paese alla piccola schiera del Freedom Day in piazza Navona, una manifestazione dell'estrema destra per celebrare la visita dell'imperatore Bush alla provincia italiana. A piazza Navona, i turisti potevano ammirare Margherita Boniver, Gustavo Selva e Daniele Capezzone, insieme a Francesco Cossiga, reduce da un'orribile settimana in cui mangiava solo nei McDonald's per solidarietà con l'Impero, e l'ineffabile Massimo "Abdul Hadi" Palazzi, un avventuriero le cui imprese (tra dittatori comunisti "ebbri di Dio", ordini cavellereschi dello Shekal, agenti dell'"Ufficio Killer" del Sismi, negazionisti e somali sfigati, con un misterioso omicidio per strangolamento di mezzo) sono state superate, credo, solo da quelle di Cagliostro.

Anche Piero Fassino era stato invitato. Non aveva detto certo di no. La sua scivolosa risposta era stata:

"Cari amici, ricevo con piacere il vostro invito alla manifestazione "freedom day", purtroppo, per impegni di campagna elettorale precedentemente presi, sarò in Emilia Romagna il 4 giugno".
Non era necessario per lui partecipare. Fassino e Sembler si erano già visti il giorno prima. Fassino, Giuliano Amato, Enrico Boselli, Arturo Parisi, Luciana Sbarbati e Pecoraro Scanio erano andati a fare una scampagnata sulla costa laziale. Vicino ad Anzio, dove vivono tre pescatori egiziani appena rilasciati dopo un anno e sette mesi di carcere: accusati di "terrorismo islamico", denunciati nei media per giorni con titoli terrificanti, incastrati con una pistola ed esplosivo. Pistola ed esplosivo trovati in casa loro, ma che il giudice ha dovuto riconoscere non erano stati messi da loro. Oggi sono uomini liberi, anche se hanno avuto la vita distrutta.


arturo parisi

Uno scialbo Arturo Parisi (a sinistra) si pavoneggia di fronte a se stesso

A dimostrazione che viviamo in tempi manzoniani, i tre, che ci crediate o no, erano stati accusati di volersi suicidare in un attentato contro il cimitero americano a Nettuno.

Avete indovinato. Fassino e compari, tra extracomunitari pescatori ed extracomunitari ambasciatori, sanno chi scegliere. Va da sé che non sono andati a trovare i tre egiziani. La comitiva di politici si è invece recata proprio al cimitero americano di Nettuno, dove si è incontrata con Sembler. Ha detto Fassino:

"Noi nutriamo sentimenti di forte amicizia e solidarietà con gli USA e il popolo americano - dice Fassino ai giornalisti al termine della visita - e continuiamo a ritenere che l'alleanza tra l'Europa e gli Stati Uniti sia strategica oggi come nel passato".
Nella pratica, questa passeggiata è stata l'unica attività compiuta dall'opposizione ufficiale per marcare la visita nel nostro paese del mandante dell'invasione dell'Iraq e delle torture di Abu Ghraib.

Qualcuno chiamerà Fassino un traditore. Qualcuno un po' più accorto dirà che Fassino è caduto nella trappola della mistificazione storica. Se ci è caduto, è perché ci ha voluto cadere. La questione è estremamente semplice. I governi provinciali si fanno solo con il consenso dell'imperatore. E l'imperatore - o meglio, qualcuno dei suoi innumerevoli tecnici del dominio - prende certamente nota di come ognuno si comporta in occasioni come questa.

Fassino si è comportato saggiamente, per qualcuno che vuole fare il successore di Berlusconi. Nella tradizione di Massimo D'Alema, complice del bombardamento del Kosovo e dell'espulsione della sua popolazione rom ("zingara"), serba e turca.

Vale la pena dare un'occhiata al suo nuovo amico, l'ambasciatore Sembler. Sua Eccellenza Melvin Floyd Sembler, oltre a essere "Ambasciatore straordinario e plenipotenziario in Italia", è anche un "cittadino distinto" degli Scout, ha avuto una medaglia dalla Conferenza Nazionale dei Cristiani e degli Ebrei, ha avuto il Premio Umanitario del centro ebraico Golda Meir/Kent, ma soprattutto è ex-presidente del Consiglio Internazionale dei Centri Commerciali.

Infatti, Sembler non è certo un diplomatico di professione. Per la precisione, è un ex-venditore di biancheria intima femminile, diventato uno dei principali costruttori di centri commerciali degli Stati Uniti.





Sembler, con molto più stile di Parisi, si pavoneggia di fronte a una delle proprie creature


Su Internet, diversi siti raccontano la biografia non ufficiale del proconsole per l'Italia: mi limito quindi a raccontare alcune cose, spigolate qua e là, in particolare da un sito interamente dedicato al nostro Governatore, thestraights.com.

A Tampa, Florida, ad esempio - dove la Sembler Group ha decine di progetti - il comune ha speso milioni di dollari per costruire i parcheggi per uno dei centri commerciali del nostro, facendo deviare la linea di un tram turistico in modo da portarci direttamente i clienti. Il comune ha poi garantito i mutui del centro. Quando il centro è fallito, il comune ha saccheggiato i fondi per l'edilizia popolare concessi dal governo centrale per risarcire i creditori di Sembler. Ci hanno rimesso ovviamente tutti i poveracci che cercavano una casa, ma non si può dire che un certo statalismo sia inconciliabile con il capitalismo più aggressivo.

Un'altra volta, Sembler comprò una palude per un milione di dollari e cercò di rivenderla per 2,6 milioni alcuni mesi dopo al Comune di Clearwater, tramite alcune amicizie - la manovra gli fallì, grazie all'intervento di un cronista del giornale locale.

Bisogna dire che un uomo così sembra davvero adatto a curare i rapporti tra il petroliere texano Bush e il creatore di Milano Due.

Sembler e Berlusconi poi hanno anche un altro punto in comune. E non solo perché Sembler per un certo periodo è stato direttore delle finanze del Comitato Nazionale del Partito Repubblicano. Tutti negli Stati Uniti sanno perfettamente che è per questo che Sembler è stato mandato a governarci. Nulla di scandaloso: anche nell'impero romano, i proconsolati venivano spesso venduti al migliore offerente.





Il Consiglio di Amministrazione del Sembler Group


Se il padrone della Mediaset ha creato Forza Italia, anche il padrone del Sembler Group ha partorito qualcosa di suo, un programma di riabilitazione per tossicodipendenti noto sotto vari nomi: Straight Inc., Safe Recovery, Kids Helping Kids, Growing Together of Lake Worth, Pathway Family Center, Phoenix Institute for Adolescents Inc., The Seed. La stessa organizzazione cambia nome ogni volta che si trova nei guai.

La motivazione ufficiale dell'impegno di Sembler in questo campo è curiosa. Nessuna delle terrificanti tragedie familiari che caratterizzano il "mondo della droga"; nemmeno le storie di cocaina e alcolismo di George W. Bush. No, i coniugi Sembler hanno deciso di "fare qualcosa", semplicemente avuto un figlio che si sarebbe fatto un paio di canne (e che oggi segue suo padre nell'impresa politico-economica familiare).

La riabilitazione dei tossicodipendenti è una faccenda difficile, e non è mai indolore. Quasi tutti i programmi derivano da quelli elaborati proprio da alcuni ex-tossicodipendenti a New York alcuni decenni fa, che prevedono una rigorosa disciplina, il controllo dei "nuovi" da parte degli "anziani" e un incessante lavoro di autoanalisi. A volte, questo schema dà eccellenti risultati, con la lenta presa di coscienza della propria autonomia da parte degli utenti.

A volte, invece, porta alla creazione di vere e proprie sette, dove la disciplina si trasforma in chiusura completa rispetto al mondo e in un regime di sadismo indistinguibile da quello carcerario: è quello che è successo proprio con i fondatori del movimento delle comunità terapeutiche, i quali a un certo punto hanno fondato la Church of Synanon, con un seguito di uomini e donne rapati a zero per indicare la liberazone dai peccati ("Synanon" sembra che stia per "Sins Anonymous"), protetti da una milizia armata chiamata Imperial Marines.

In ogni caso, le comunità terapeutiche, per quanto dure, devono essere un'occasione per assumersi liberamente la responsabilità della propria vita. Questo significa che sia l'ingresso che l'uscita devono essere assolutamente volontari. Proprio per questo saranno sempre limitate a un numero ristretto di individuo, e non possono sostituire varie strategie di riduzione del danno.

Trovo difficile esprimere un giudizio sulle critiche che vengono rivolte a Sembler in merito alle sue comunità: non basta l'accusa di durezza per condannarle. L'impressione è che il problema non sia però solo quello del normale rigore richiesto dalle comunità terapeutiche.

Stando ai suoi critici, le comunità create da lui abbiano scelto la strada peggiore. Arricchendosi sia con i contributi dei genitori di giovani con problemi che con lauti finanziamenti statali, hanno usato le tecniche della comunità terapeutica con la delicatezza di uno dei bulldozer che Sembler usa per spianare i terreni per i suoi centri commerciali. Esiste un ampio movimento di vittime di Sembler, come Samantha Monroe, che certamente non era una "drogata":

"Nel 1980, quando Samantha Monroe aveva 13 anni, un compagno di classe fece girare alcune bottigliette di liquore, del tipo che viene distribuito sugli aerei. Samantha ne prese una, ma la buttò nel water appena se ne accorsero le autorità scolastiche. Fu chiamato un poliziotto. Che disse ai genitori di Samantha che la ragazza aveva un problema di droga. Le autorità scolastiche l'avevano già controllata, ed era risultata pulita, ma il poliziotto insisteva che si erano sbagliate. Consigliò ai genitori di mandarla alla filiale di Sarasota di Straight, Inc., un aggressivo centro di recupero per tossicodipendenti adolescenti. Il poliziotto, guarda caso, era un membro del consiglio di amministrazione di Straight Sarasota.

Samantha trascorse i prossimi due anni cercando di sopravvivere a Straight. Venne picchiata, ridotta alla fame e le fu negato per giorni il diritto di andare al bagno. Lei racconta dei "pantaloni dell'umiltà" ("humble pants"), una punizione che la costringeva a indossare lo stesso paio di pantaloni per settimane di seguito. Le veniva permessa una sola doccia la settimana, per cui i pantaloni si riempivano spesso di feci, urina e sangue mestruale. Veniva spesso rinchiusa in un armadio punitivo per giorni. Si mordeva le guance durante quelle sessioni, sperando di morire dissanguata. Dice che dopo essere stata stuprata da un counselor che lei chiama Rob, "il meraviglioso stato della Florida mi costrinse ad abortire a spese dell'erario pubblico".

Straights è stata chiusa in tutto il paese, in seguito al numero crescente di cause e a inchieste penali. Nel 1989, le autorità sanitarie della sFlorida cercarono di chiudere il campo terapeutico principale della Straight a St. Petersburg, ma esistono forti prove che fanno pensare che Mel Sembler si sia intromesso personalmente per sconfiggere tale tentativo, come viene documentato nel Rapporto Clary.

Le 500 pagine del Rapporto Gardner (1983) documentano un'incidenza massiccia di abuso di minori alla Straight-Sarasota, comprese deposizioni giurate presentate presso il pubblico ministero da cui emerge che i bambini dovevano pulire i gabinetti a mani nude! Il Rapporto Dale Report del 1978 ha dimostrato che gli abusi di minori sono avvenuti a Straight dal momento stesso della sua apertura, come dimostra il seguente link.

Sembler è diventato uno dei principali consulenti della "Guerra alla droga" di Bush, grazie alla sua Drug Free America Foundation . In un certo senso prende il posto del vecchio "zar" antidroga di Reagan, William Bennett, membro del Progetto per il Nuovo Secolo Americano (PNAC) che è passsato invece a diventare un esperto della "guerra all'Islam".

Il DFAF persegue il sogno divino del controllo totale, battendosi affinché lo stato controlli le urine di ogni singolo adolescente americano, allo scopo di scoprire la presenza di "sostanze stupefacenti".

Mel e sua moglie Betty sono presenti su ogni commissione governativa che si occupa di sostanze stupefacenti. Ovunque, finanziano le campagne contro la legalizzazione della marijuana per uso medico.

Oggi, i singoli stati americani tendono sempre di più a ordinare il trattamento obbligatorio invece del carcere, per reati minori: con oltre due milioni di carcerati, hanno superato di gran lunga la capienza delle istituzioni carcerarie pubbliche, ma anche private.

Ora, il "trattamento obbligatorio" (propugnato anche da qualcuno in Italia) viola il senso stesso delle comunità terapeutiche, ma permette la diffusione crescente di "centri di riabilitazione" a scopo di lucro, in una gigantesca festa di outsourcing, di privatizzazione di tutto, dalla guerra e la tortura all'incarcerazione e la riabilitazione.

Le commistioni tra comunità terapeutiche, speculazione edilizia, sistema poliziesco/carcerario e giudici ha avuto recentemente uno svolto assai curioso.

Un giudice che manda regolarmente i piccoli delinquenti dalla PAR, un'iniziativa antidroga oggi in mano agli uomini di Sembler, ha recentemente condannato un critico dell'ambasciatore. Il giudice/amico infatti ha emesso un'ordinanza che vieta a Ray Bradbury, un critico di Mel, di parlare di un "penile pump" (ometto la traduzione, anche perché io stesso non so bene di cosa si tratti) che aveva scoperto tra i rifiuti dell'ambasciatore e che aveva messo all'asta in rete, per attirare l'attenzione sulle malefatte di Mel. La provocazione di Bradbury è riuscita in pieno, visto che lo stesso Washington Post oggi parla delle curiose pratiche dell'ambasciatore.

La DFAF gestisce in maniera molto abile le proprie pubbliche relazioni: mentre Sembler ha gestito la campagna elettorale del governatore della Florida, Jeb Bush - che con le sue manovre al limite dell'illegalità ha imposto agli Stati Uniti la presidenza del proprio fratello -, Jeb Bush è nel direttivo della DFAF. Del direttivo della DFAF fa parte anche un certo Walter Loebenberg, fondatore del locale Museo dell'Olocausto. Nel cui comitato direttivo troviamo a loro volta Mel Sembler e sua moglie, l'avvocato di Mel, Leonard Englander, l'ex-dirigente di Straight, Jay Snider, Jan Sher, la moglie dell'amministratore delegato della Sembler Company. Il direttore ad interim del museo è Bruce Epstein, anche lui membro del direttivo della Straight.





Le vittime di Straight Inc. protestano contro Mel Sembler di fronte al Museo dell'Olocausto di Saint Petersburg, Florida (17 gennaio 2004)



Il fortunatissimo imprenditore della Florida si garantisce l'impunità, legando in maniera inestricabile se stesso e le proprie iniziative a un sacrario che ricorda gli sfortunatissimi morti di Auschwitz, come ha già sottolineato a suo tempo Norman Finkelstein.

Un po' alla maniera in cui un nobile norvegese del Trecento poteva assicurarsi l'incolumità costruendo una chiesa in onore di qualche povero martire italiano di mille anni primi. [1]

È facile capire il fascino di un paese in cui un venditore di reggiseni può arrivare a dettare legge a una nazione di quasi sessanta milioni di anime.

Certo, anche la Mongolia del 1200 era un paese libero, in cui un pastore orfano come Temujin poteva diventare Gengis Khan, il "Signore dell'Oceano", dominatore di tutto il mondo da Mosca al Vietnam. Ma la Mongolia non aveva scoperto il grande segreto per perpetuare il dominio. Ci voleva un nuovo continente per insegnare, a tutti i venditori di lingerie che non ce l'hanno fatta, la lezione fondamentale del capitalismo calvinista: è colpa tua se non ci riesci anche tu.

È facile anche capire perché Fassino (ma anche Fausto Bertinotti) deve ribadire in ogni momento di non essere antiamericano. Berlusconi non deve mai scusarsi dicendo di non essere antioperaio. Evidentemente la dura legge della politica impone le sue condizioni: è ai potenti che si deve chiedere scusa, non certo ai deboli.

Immagino che Sembler, mentre con un occhio contemplava la distesa di povere tombe a Nettuno, abbia cercato con l'altro occhio, e con l'aiuto del suo interprete (l'ambasciatore si vanta di parlare solo l'inglese), di inquadrare Fassino.

Possiamo essere certi che il primo pensiero non fosse positivo: il giulivo palazzinaro ed ex-cantante di crociera di Arcore è decisamente più affine caratterialmente a Sembler dello scheletrico Fassino.





Ma Sembler è un uomo intelligente. Sono sicuro che abbia capito che anche il tetro funzionario diessino riuscirà a svolgere egregiamente il proprio compito. Lo aveva già dimostrato D'Alema.

L'importante è l'obbedienza, con o senza pacche sulle spalle.




[1] Quando dici che il Cardinale Giordano ha a che fare con il giro dell'usura, ti accusano di odiare Gesù. Allo stesso modo, se parli di come venga manipolato a volte l'immaginario sull'Olocausto (e quindi le sue stesse vittime), trovi sempre qualche mentecatto che ti accusa di "antisemitismo", argomento sul quale il bravo Michael Neumann ha già detto tutto. Per quanto riguarda me, ritengo che esistano eschimesi splendidi ed ebrei criminali, come esistono ebrei splendidi ed eschimesi criminali. Siamo tutti individui, anche se spinti da pulsioni terribilmente simili. Ma per chi è fissato con queste cose, noto che gran parte delle accuse contro Sembler provengono dal meritorio sito di Rick Ross, che è ebreo e repubblicano quanto lo stesso Sembler, ma è una brava persona e non è un palazzinaro.




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