Note critiche sul bordighismo

Contributi per una discussione da proseguire

II parte
 



Per agevolare la lettura, questo articolo di Costanzo Preve, apparso per la prima volta sulla rivista Praxis è stato diviso in nove parti.

Alla parte successiva

Alla prima parte




3. In questo contributo seguirò uno schema espositivo il più possibile chiaro. Primo, darò alcune minime informazioni bibliografiche e storiche su Amadeo Bordiga e sul bordighismo politico, accennando ovviamente anche ad Antonio Gramsci, alla fondazione del Partito Comunista d'Italia nel 1921 ed alle sue lotte politiche interne fra il 1921 ed il 1926. Non sarà però questo in nessun modo il centro del contributo. Secondo, segnalando la vera e propria genesi del "bordighismo" (che a mio avviso non è nel 1926, nonostante la prosecuzione della militanza della sinistra comunista fra il 1926 ed il 1945, soprattutto in Francia, ma dopo il 1945), ne discuterò cinque elementi teorici basilari: il fondamentalismo marxista e la trasformazione del marxismo in dottrina metafisica rigorosa, l'applicazione del modello fisico al mondo sociale, la negazione dell'individuo (contro l'esplicita e da me citata posizione inequivocabile di Marx), la teoria delle classi e l'esclusivismo operaio e proletario (con negazione rigorosa della teoria leniniana della strategia delle alleanze di classe e della tattica del fronte unito) ed infine, quinto ed ultimo punto, la concezione catastrofistica e crollistica delle crisi capitalistiche. Con questa riduzione a cinque punti si "tagliano fuori" certamente molti aspetti importanti, e non mi sogno affatto di negarlo. Ma è inutile inseguire sogni di completezza in un breve contributo teorico. Meglio che venga messo a fuoco magari poco, ma quel poco sia almeno evidenziato, piuttosto che fare una sorta di defatigante ed inutile elenco di temi.

4. Il reperimento bibliografico delle fonti del bordighismo è reso difficile da molti fattori. Dal 1945 Amadeo Bordiga scrisse senza fermarsi mai, con il doppio (e doppiamente specioso) argomento per cui bisognava scoraggiare il narcisismo individualistico delle prime donne vanitose e per cui comunque la vera dottrina marxista, una volta consegnata ai posteri dai suoi tre fondatori (Marx, Engels e Lenin) era comunque immutabile ed anonima come le scienze naturali. La cosa è buffa, perché Bordiga è uno dei prosatori più espressivi e riconoscibili dell'intera letteratura italiana del Novecento, con il suo inimitabile "stile misto" di dialetto napoletano, lessico da ingegnere e linguaggio politico marxista, e pur non firmandosi resta riconoscibilissimo. Ma sul suo "anonimato" torneremo più avanti, perché si tratta di un sintomo filosofico fondamentale.

In Italia i movimenti politici di ispirazione bordighista possono essere classificati secondo il metodo buddista della divisione fra Piccolo Veicolo (o buddismo stretto) e Grande Veicolo (o buddismo largo). Il "bordighismo stretto", quello legato direttamente ad Amadeo Bordiga, fece riferimento al giornale Programma Comunista ed al Partito Comunista Internazionalista (con scissioni successive, Battaglia Comunista, Rivoluzione Comunista, eccetera). In senso più ampio, c'è però anche un "bordighismo largo", non direttamente risalente a Bordiga, come quello del notevole gruppo Lotta Comunista di Arrigo Cervetto, gruppo che ha ormai cinquant'anni di età e che potrebbe anche durare altri mille anni, dal momento che rotola in modo perfettamente sferico sulla superficie del mondo, traducendo in linguaggio "proletario" gli studi sulle fusioni capitalistiche originariamente scritte in linguaggio "borghese" sui giornali economici del grande capitale. Personalmente, sono un saltuario ma fedele lettore di queste analisi di Lotta Comunista che ha il pregio di essere mensile, di costare meno del Sole-24 Ore e di ricordarmi cose intelligenti dette a suo tempo da Marx, Engels e Lenin.

Tuttavia, questo contributo non è dedicato al bordighismo politico, ma al paradigma teorico bordighista. In ogni caso, bisogna avere prima qualche informazione storica e biografica. Importanti sono i volumi della Storia della Sinistra Comunista, in una ormai introvabile edizione di Programma Comunista. Ci sono i documenti originali del periodo storico della formazione del Partito Comunista nel 1921. Fondamentali sono anche le analisi di Bordiga sull'URSS, come Struttura economica e sociale della Russia di oggi, e specialmente i due capolavori polemici Dialogato coi morti e Dialogato con Stalin. Tutta roba scritta da Bordiga, travestito da Anonimo Napoletano. Le cose più interessanti di Bordiga sono però disperse qua e là in deplorevole situazione di clandestinità. Vi sono le sue analisi si Auschwitz e sull'ipocrisia occidentale che lasciò gli ebrei al loro destino quando poteva salvarne molti. Notevoli le sue analisi da ingegnere sul naufragio del transatlantico italiano "Andrea Doria" e su come i capitalisti risparmiano sulle opere strutturali per privilegiare i saloni di lusso ed altre menate. Anticipatrici le sue analisi sui disastri ecologici del capitalismo, scritte in modo premonitorio quando i futuri "verdi" facevano ancora la pipì nella culla. Insomma, non si consiglierà mai abbastanza di leggere Bordiga, il cui stile riesce ad unire creativamente due altri napoletani illustri, Benedetto Croce e Totò, con lontane ascendenze da Giambattista Vico.

Per chi si accontenta e vuole cominciare, consiglio la troppo concisa antologia di A. Bordiga, Scritti scelti (a cura di F. Livorsi), Feltrinelli, Milano 1975, e la monografia di F. Livorsi, Amadeo Bordiga, Editori Riuniti, Roma 1976. Livorsi scrive quando sembrava che quella che lui chiamava "la tradizione gramsciana-togliattiana" stesse vincendo alla grande sull'onda di milioni di voti, e quando si poteva pensare di liquidare (cioè di "storicizzare") tutte le esperienze minoritarie come vicoli ciechi della storia. Da Paolo Spriano al nostro Livorsi quelle gigantesche falangi universitarie di intellettuali di area PCI, convinte di nuotare nella grande corrente vincente della storia, non potevano neppure immaginare (anche per la loro storica carenza di fantasia) che il loro crollo sarebbe stato mille volte più patetico e grottesco di quanto poteva esserlo il minoritarismo dei gruppetti bordighisti, trotzkisti, maoisti e anarchici. Alla luce e dal punto di vista del partito di Berlinguer, ideologicamente avallato con i ritratti di Gramsci, è assolutamente impossibile capire qualcosa del bordighismo. Ed infatti a mio avviso il pur volenteroso e diligente Livorsi non capisce pressoché niente, anche se val la pena leggerlo lo stesso, perché dà moltissime utili informazioni.

Il testo bordighista più completo ed esauriente per studiare la concezione di Bordiga del socialismo sovietico è quello, a mio avviso tuttora insuperato, di Liliana Grilli, Amadeo Bordiga: capitalismo sovietico e comunismo, Edizioni La Pietra, Milano 1982. Essendo totalmente bordighista, la Grilli non prende le distanze dal suo oggetto di studio, in quanto ci si identifica completamente. Ma almeno capisce di che cosa sta parlando, e pertanto merita andare a ripescare questo ottimo testo dimenticato, che vola comunque mille miglia sopra la testa di Spriano, Livorsi, Pajetta, Occhetto, D'Alema e del loro pletorico accompagnamento militante ed universitario.



Alla parte successiva





Gli articoli apparsi originariamente su questo sito possono essere riprodotti liberamente,
sia in formato elettronico che su carta, a condizione che
non si cambi nulla, che si specifichi la fonte - il sito web Kelebek http://www.kelebekler.com -
e che si pubblichi anche questa precisazione
Per gli articoli ripresi da altre fonti, si consultino i rispettivi siti o autori




e-mail


Visitate anche il blog di Kelebek

Home | Il curatore del sito | Oriente, occidente, scontro di civiltà | Le "sette" e i think tank della destra in Italia | La cacciata dei Rom o "zingari" dal Kosovo | Il Prodotto Oriana Fallaci | Antologia sui neoconservatori | Testi di Costanzo Preve | Motore di ricerca