Note critiche sul bordighismo

Contributi per una discussione da proseguire

VII parte
 



Per agevolare la lettura, questo articolo di Costanzo Preve, apparso per la prima volta sulla rivista Praxis è stato diviso in nove parti.

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Alla prima parte




18. Ho parlato prima di "allucinazione economicistica", e mantengo il severo giudizio. Ma tutti i giudizi devono essere storicamente contestualizzati, ed in questo caso persino questa allucinazione economicistica bordighiana diventa un capolavoro alla Newton ed alla Lavoisier se viene confrontata con le due teorie che il PCI assunse rispettivamente nel 1956 e nel 1968, e cioè quella del "culto della personalità" e quella del "socialismo con tratti illiberali".

La politica culturale di Togliatti consisteva nel creare una specie di zoo-parco in cui gli intellettuali erano tenuti con un guinzaglio molto lungo in modo da dare l'apparenza della libertà di movimento. Si trattava di una libertà molto controllata (anche se il guinzaglio era molto più lungo di quello corto con cui il PCF controllava gli intellettuali marxisti francesi). Quando l'intellettuale "abusava" di questa libertà di movimento allora la stampa di partito si scatenava in termini di "frocio" e di "anarchico piccolo-borghese", ed i compagni di base delle sezioni cominciavano a gridare che c'erano di sicuro dei borghesi a "pagarli" [il Chi Li Paga? (CLP) era infatti l'argomento teorico di ultima istanza usato per risolvere tutte le dispute difficili, come sanno tutti coloro che hanno vissuto il periodo storico 1945-1991 con qualche rapporto con il PCI].

La teoria del "culto della personalità", avanzata dal dilettante distruttore Krusciov nel 1956, si limitava a tuonare contro il fatto che Stalin era stato fatto oggetto di un culto della personalità. Questa non è ovviamente una teoria, che deve spiegare il perché qualcosa avviene, ma una semplice tautologia, che constata che se qualcuno è fatto oggetto di culto della personalità allora c'è certamente culto della personalità. C'è da restare trasecolati a pensare come era stata ridotta la teoria di Marx, che era invece per sua essenza esplicativa e non tautologica.

In realtà il cosiddetto "culto della personalità" di Stalin rappresentava simbolicamente a livello non solo ideologico ma anche iconografico (monumenti, mummie egizie, nomi di città, peana di bardi uzbechi e soprattutto turcomanni, eccetera) l'unità sociale e politica della nuova classe dei burocrati di partito. Solo un dilettante cretino come Krusciov, frutto integrale di questa leva staliniana ed epuratore nel 1937 del popolo ucraino, poteva segare il ramo su cui i burocrati erano seduti con tanta incosciente leggerezza, aprendo una crisi ideologica che non si chiuse più fino al 1991 ed al fallimento di tutta la baracca.

La teoria del "socialismo dai tratti illiberali", che l'eurocomunismo di Berlinguer e Carrillo diffuse negli anni Settanta, è altrettanto e forse ancora più tautologica. È infatti del tutto evidente che se il sistema socialista non permette legalmente la pubblicazione scritta di opinioni dissidenti e la libera organizzazione di formazioni politiche dissenzienti esso ha tratti illiberali. Una fulminante scoperta da Premio Nobel. naturalmente, la questione sta nel capire perché il sistema socialista non può permettersi ciò che il normale capitalismo può fare, in cui Costanzo Preve, che se potesse imprigionerebbe domani stesso Bush e Sharon, può pubblicare quello che vuole (ma anche tutti i bordighisti, trotzkisti, maoisti e anarchici possono farlo, e non solo i piccolo-borghesi eclettici), e chiunque può fondare il Partito del Livellamento Integrale (PLI) o il Partito del Comunismo Assolutamente Totale (PCAT).

Si dirà che questo avviene perché tanto questi partitini sono innocui, perché non avendo soldi per i media e le campagne elettorali non contano un cazzo. Giusto, ma insufficiente. In realtà un sistema che vive e si riproduce con un mercato economico non può fare a meno anche di un mercato politico e di un conseguente mercato ideologico. Certo, il mercato politico è ferreamente controllato con un bipolarismo fittizio (Democratici e Repubblicani negli USA, Polo e Ulivo in Italia, eccetera). Certo, il mercato ideologico è ferreamente controllato con una gestione manipolata del pluralismo apparente (Gad Lerner, Giuliano Ferrara, Bruno Vespa, eccetera). Ma sta di fatto che anche la rivista Praxis può essere pubblicata, senza che (almeno per ora) squadre di torturatori giungano a Foligno con le tenaglie roventi. Tutto ciò non significa ovviamente che il capitalismo è buono, dal momento che metterebbe fuori legge anche il teorema di Pitagora se fosse incompatibile con la sua riproduzione, ma significa che è forte, ed è forte perché è flessibile e non è rigido.

La rigidità dei sistemi socialisti è dovuta certamente ai cosiddetti complotti esterni della CIA e dei capitalisti. Se Fidel Castro liberalizzasse il sistema dei partiti a Cuba si formerebbe immediatamente un partito di restauratori del capitalismo mafioso dell'Avana con finanziamento americano che si chiamerebbe Partito Cubano Socialdemocratico Riformista (PCSR). Il partito di rappresentanza della mafia dei bordelli di Las Vegas si chiamerebbe invece Partito Libertario della Felicità (PLF). Essi godrebbero di crediti illimitati fino allo sbriciolamento del sistema ad all'arrivo di Joe Rotunno, Billie Pernacchia, Solomon Fusilli e Tom Bistecca.

Ma non c'è solo questo. Il sistema della pianificazione economica governativa centralizzata, che è effettivamente un sistema di economia di comando, non può consentire un pluralismo politico e culturale aperto, per il fatto che non si organizzerebbero solo i capitalisti e gli agenti della CIA, ma tutti i gruppi di pressione locali e tutti i settori sociali scontenti del sistema delle retribuzioni. Questo, di fatto, avrebbe fatto saltare la pianificazione. Se così non fosse stato, anche la burocrazia più stupida e dispotica avrebbe consentito volentieri la pubblicazione di gigantografie della Madonna e di Trotzky, e la formazione del Partito della Restaurazione del Feudalesimo (PRF) e del Partito del Capitalismo Sfrenato (PCS). sarebbe stato un buon modo di lasciar sfogare la protesta sociale, neutralizzandola e banalizzandola molto meglio di quanto poteva essere fatto con i licenziamenti, le prigioni e le cliniche psichiatriche. Se però questo non poteva avvenire bisogna pensare che si trattasse di un'impossibilità strutturale riproduttiva. Ma l'economicismo bordighista in proposito non può essere che cieco e muto.



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