di Lia. Questo testo è opera di una scrittrice ben più brava di Oriana Fallaci. Anche se Lia guadagna 80 euro al mese, mentre la Fallaci scatena i migliori avvocati di New York per riscuotere i diritti d'autore da chiunque posti i suoi testi su Internet. Ma così va il mondo. Di Lia ho rubato altri due articoli, sul il "velo" o foulard islamico, e su come quel "velo" viene vissuto dalle ragazze egiziane. ![]() Lia frequenta l'Egitto da circa otto anni e, a luglio dello scorso anno, ci si è trasferita stabilmente. Insegna Italiano in un'universita dell'Alto Egitto. Attualmente abita al Cairo. Il blog di Lia - Haramlik - che descrive la quotidianità egiziana è certamente il migliore antidoto contro il contagio da psicosi di "scontro di civiltà", assieme al libro di William Dalrymple, Dalla montagna sacra.
Su questo sito, potete leggere anche:
Populisti, di Lia 30 giugno 2004. Sarà che non ho un cavolo da fare ma io, questo mese, ho letto due libri di Michael Moore - Stupid White Men e Dude, Where is my Country? - e (giuro, me l'hanno fotocopiato) quello di Oriana Fallaci, La forza della ragione.
Non posso dire che mi abbiano lasciato tracce indelebili
(forse quello della Fallaci è responsabile di alcuni
brufoli su cui sto mettendo il dentifricio, come
insegnatomi da mia figlia) ma qualcosa me l'hanno
insegnato, devo dire.
Entrambi, Moore e la Fallaci, la fanno facile: si rivolgono
a un pubblico di non lettori abituali e sono determinati a
farsi capire, parola per parola, dalla casalinga di Voghera
e da tutta la sua famiglia, figli piccoli compresi.
A partire da qui, però, le loro strade si dividono ed entrambi vanno incontro al proprio pubblico armati degli strumenti necessari per convincerlo a darsi da fare. Ed è qui che si vedono le differenze tra i rispettivi pubblici, ancora più che tra gli autori. La verificabilità degli argomenti.
In fondo ai due libri di Moore ci sono, rispettivamente, 17
e 36 pagine fitte di pignolissime note in cui sono elencate
tutte le fonti da cui l'autore trae le notizie, i dati, le
informazioni, le frasi virgolettate e quant'altro. Non
solo: cerca di renderti queste fonti accessibili al massimo
e, chessò, se ti deve citare un articolo di legge, ti
spiega pure come procurartelo attraverso internet.
Il libro della Fallaci, che pure spazia tra storia,
cronaca, antropologia, dottrina e quant'altro, brilla per
l'assenza di qualsiasi nota a supporto di ciò che dice,
anche se tutti sappiamo che non è né una storica, né una
teologa, né un'antropologa né un'esperta riconosciuta in
nessuno degli argomenti che tocca.
A invocare il nome di Gesù o della Madonna si finiva subito giustiziati. Crocifissi, appunto, o decapitati o impiccati. E a volte impalati. A suonare le campane, lo stesso. A indossare un indumento verde, colore dell'islam, idem. E al passaggio di un musulmano i cani-infedeli dovevano farsi da parte, inchinarsi. Se il mussulmano li aggrediva o li insultava non potevano ribellarsi.Ma davvero? E chi gliel'ha detto? Dove lo ha letto? Mistero. Ora: la Spagna sarebbe il mio mestiere da parecchi anni e tutto, praticamente tutto quello che ho studiato, letto e appreso da quando ero ragazzetta ad oggi va in direzione opposta rispetto alle affermazioni della nostra. Una sarebbe fortemente curiosa di conoscerle, le sue fonti. La Fallaci non demorde: E chi crede al mito della "pacifica convivenza" che secondo i collaborazionisti caratterizzava i rapporti tra conquistati e conquistatori farebbe bene a rileggersi le storie dei conventi e dei monasteri bruciati, delle chiese bruciate...E avanti così, tra monache stuprate e impiccagioni a Granada e Mutamid, Almanzor e il povero Cid tirati in ballo completamente a casaccio - name dropping, nulla più - e non uno straccio di indicazione su cosa cribbio vuole che mi vada a rileggere io che, a quanto pare, sono vittima di collaborazionisti di ogni tempo da più di metà della mia vita.
Non si fanno così, le cose.
Questo è prendere la gente per il culo, letteralmente.
Persuadere non è convincere.
Dicevo delle differenze tra i rispettivi pubblici di Moore
e della Fallaci: il primo sa esattamente di che dati
dispone.
Giocosità e livore. Moore sembra uno che si è divertito, nello scrivere i suoi
libri, e spesso diverte anche te.
... la rabbia e l'orgoglio si sono sposati e hanno partorito un figlio robusto: lo sdegno.Ma dai. Una non vorrebbe vivere con la famiglia ospitata nel cervello di questa donna: e i nipotini chi sono? Incazzatura e Fregola? Mi pare proprio mal scritta, una cosa del genere, oltre che tetra.
Moore prende in giro, ti suggerisce come parlare con tuo
cognato il conservatore e lo descrive come un idiota con il
quale bisogna avere tanta pazienza, ma non ti sputa fegato
e reni sulla pagina.
Il lettore di Moore è uno che vorrebbe stare bene,
sostanzialmente.
Nemici reali e surreali.
Il nemico di Moore e del lettore di Moore è,
sostanzialmente, uno che ti imbroglia, ti frega i soldi e,
per arricchirsi, non esita a compiere autentici scempi
contro l'ambiente, contro i paesi più poveri, contro le
classi sociali meno in grado di difendersi etc.
Il nemico della Fallaci e dei suoi lettori emerge dritto
dritto dagli incubi dei bambini e non ha niente, ma proprio
niente che vada bene.
![]()
Io non so che gente frequenti, la Fallaci.
A me pare che il lettore di Moore cerchi un rapporto con un
mondo - e dei nemici - che può vedere e toccare. Con cose
di cui ha esperienza.
Il lettore della Fallaci ha un rapporto più diretto con il
proprio inconscio che con la realtà, mi pare, ed è un
inconscio in cui il Cristianesimo gioca un ruolo di una
certa rilevanza, manco fosse una peperonata pesante che gli
è rimasta sullo stomaco. All'inconscio, dico.
Insomma, il mio consiglio è: magari leggeteli insieme, i
due populisti dell'anno.
(E comunque, populismo o non populismo, Bowling for
Columbine è un gran bel lavoro, altro che storie.
Dimenticavo di dire che, se è vero che entrambi si
rivolgono a tutti, è pure vero che Moore è infinitamente
più accettabile, per un pubblico non rozzo, di quanto lo
sia la Fallaci. E pure questo vorrà dire qualcosa.)
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