Questo comunicato viene pubblicato qui a corredo di un articolo di documentazione su Adel Smith e l'Unione Musulmani d'Italia


Su Oriana Fallaci si veda anche:





In data 18 maggio, Massimo Zucchi, segretario generale dei musulmani italiani, ha inviato la seguente lettera di rettifica ai maggiori quotidiani italiani. Ma nessuno l'ha pubblicata (è stato ripreso invece dal sito "Dagospia").



In nome di Allâh, il Clemente, il Misericordioso

ADEL SMITH QUERELA ORIANA FALLACI

In riferimento all'articolo intitolato "Io trovo querelabile", pubblicato oggi dal quotidiano "Il Foglio", dove apprendiamo che la Fallaci "farà valere i suoi diritti dinanzi alla competente autorità giudiziaria" contro Adel Smith, facciamo osservare che è stata la Unione Musulmani d'Italia, nella persona del suo Segretario Generale Massimo Zucchi, a querelare per prima la Fallaci, a motivo degli innumerevoli insulti da lei lanciati contro l'Islam e i musulmani nel suo libro "La rabbia e l'orgoglio" (si ricordi, tra le tante, l'espressione "fottuti figli di ALLAH").

Ora, è anche Adel Smith in persona a querelarla, in quanto questa signora, che è evidentemente instancabile nella vocazione alla falsificazione e nella sua perpetuazione, è arrivata ad accusare, come si legge ne "Il Foglio" di oggi, la persona Adel Smith di istigazione all'omicidio. Questa è una infamia gravissima. Non esiste nessuna condanna a morte, né nessuna istigazione all'omicidio, ma solo delle persone danneggiate dalla Fallaci: vale a dire i musulmani tutti, e Adel Smith. La parte lesa siamo noi. Ecco i motivi.

1) Non esiste alcuna condanna a morte, né alcuna minaccia ad Oriana Fallaci.
2) L'opuscolo di cui si parla in detti articoli non esiste.
3) Esiste invece un libro, che si intitola "L'ISLAM CASTIGA ORIANA FALLACI", che è in vendita a 15 Euro (non trenta) in tutte le librerie italiane, ed in nessuna moschea, eccetto un paio di esse.
4) Non esistono due organismi, denominati "Partito Islamico Italiano" ed "Unione Musulmani Italiani", ma ne esiste uno solo, denominato Unione Musulmani d'Italia, che è l'unico Partito religioso-politico dei musulmani d'Italia, e che possede più di 5.000 deleghe firmate di pugno da musulmani presenti in Italia. La condanna a morte e le minacce alla Fallaci sono quindi pure invenzioni di lei e del signor Ostellino, e ne chiediamo dunque nuovamente la smentita. A tale proposito, "nel buon nome della retorica giornalistica", riproponiamo il nostro comunicato stampa del 29/04/2002, a beneficio di quei redattori e di quei direttori che evidentemente hanno le orecchie pesanti, ricordando che stiamo preparando querele nei confronti di Piero Ostellino e del "Corriere della Sera", come anche di tutti quei quotidiani e periodici che ne hanno ripreso le affermazioni false e diffamatorie, non volendosi poi degnare neanche di pubblicare una rettifica, nonostante le nostre reiterate, pazienti e civili richieste.

Roma, 18/05/2002
Massimo Zucchi, Segr. Gen. Unione Musulmani d'Italia




UNIONE MUSULMANI D'ITALIA - Comunicato stampa del 29/04/2002

L'Unione Musulmani d'Italia esprime la propria indignazione nei confronti dell'articolo apparso in prima pagina sul Corriere della sera del 26 aprile 2002, firmato da Piero Ostellino. Innanzitutto, si smentisce in modo categorico che il libro "L'Islam Castiga Oriana Fallaci Lettera a una vecchia mai cresciuta", scritto dal Presidente del Partito, il sig. Adel Smith, in risposta al libretto offensivo della Fallaci, intitolato "La Rabbia e l¹Orgoglio", contenga minacce di sorta all'anziana signora. Le affermazioni del signor Ostellino (ad esempio dove scrive "sulla cui copertina si annuncia la sua condanna a morte") sono false e diffamatorie sia nei riguardi del sig. Smith sia nei confronti della Unione Musulmani d'Italia ed intendono, come al solito, mettere in cattiva luce l'Islam e i musulmani.

Le frasi ivi citate, tratte dal libro del sig. Smith, non si possono ritenere neppure una forzata interpretazione della formale intenzione dell'autore, ma costituiscono piuttosto una evidente estrapolazione dal contesto: si associano infatti una frase tratta dalla pagina 18 e un'altra tratta dalla pag. 123. In effetti, la Fallaci non viene affatto minacciata di morte in tali punti od altrove nell'opera, bensì viene avvertita del castigo che sta arrivando "castigo" in senso chiaramente morale ed intellettuale, "com'è evidente dalle frasi che nel testo precedono (eliminate dal giornalista), le quali spiegano in che modo avverrà la punizione morale/intellettuale della scrittrice.

Eccole: "Donna! non dovevi dire bugie. Non ci sto! Non posso accettarle né, quindi, tacere. Avrai la lezione che ti meriti. Una forte sberla. Ma non una sberla di quelle che meriti per davvero, bensì uno schiaffo morale che ti farà, forse, tornare a piangere ancora. Preparati a una forte e giusta punizione: essere messa a nudo. Denudata. Spogliata. Non del tuo abbigliamento come, forse, avresti desiderato (e dico "desiderato" visto che di te vien detto che hai "l'utero nel cervello"; p. 105). Non mi interessa. Ma denudata della tua forza "di quella tua tenue forza che trai dalle tue spregevoli menzogne. Preparati! Sto per smascherarti. Preparati! Sto per infliggerti una punizione. Te lo meriti, eccome. Donna! brutta o bella che tu sia, preparati dunque adesso al castigo umano: quello divino, ben più abbondante e doloroso, lo avrai dopo, a suo tempo. Questa è una promessa", dopodiché, nel testo, si cita un versetto del Corano, che chiarisce in cosa consiste questa promessa (cfr. Adel Smith, L'Islam castiga Oriana Fallaci, Roma 2002, p. 18). Si può forse desumere una minaccia/annuncio di morte in queste parole? Evidentemente no.

Quanto alla frase "o fate come noi Musulmani e smettete di assumere bevande alcoliche o continuate pure a morire; a morire insieme alla Fallaci...", essa è preceduta da pagine e pagine in cui si mettono in evidenza i danni, spesso anche mortali, provocati dall'alcool, in risposta all'accusa della Fallaci (cfr. p. 90 del suo libretto) secondo cui i musulmani sarebbero (citiamo testualmente) "grulli da non bere la birra e il vino". E dopo avere spiegato per pagine i danni provocati dall'alcool, il sig. Smith conclude la sua tesi con le seguenti parole: "L'alcool costituisce niente meno che la terza causa (diretta o indiretta) di morte nel nostro Paese "uccide più dell'eroina stessa! Ogni anno in Italia, a causa dell'alcool, più di 30 mila persone perdono la vita... A voi dunque la scelta: o fate come noi Musulmani e smettete di assumere bevande alcoliche o continuate pure a morire; a morire insieme alla Fallaci..." (cfr. op. cit., p. 123). È forse una minaccia di morte questa?

In queste parole non si può trovare oggettivamente una intenzione qualchessia di minacciare di morte alcuno, e neppure, come scrive Ostellino, "col suo opuscolo [Adel Smith] l'ha condannata a morte [cioè la Fallaci], istigando i suoi fratelli musulmani all'omicidio". Dove? Avendo estrapolato dalla pagina 18, per poi passare scientemente alla pagina 123, egli ci dimostra anche che il libro lo ha letto per intero, e che quindi sa benissimo che non è un opuscolo. Ora, cosa è tutto ciò se non fomentare odio, a scapito della discussione e dell'argomentazione dialettica? Dichiarare poi, come fa Ostellino, che la minaccia di morte sia addirittura annunciata nel titolo (per altro appositamente non citato da costui, che scrive testualmente: "sulla cui copertina si annuncia la sua condanna a morte") è un'altra menzogna.

Il titolo stesso, "L'ISLAM CASTIGA Oriana Fallaci", è lampante a proposito, in quanto sta ad intendere come la replica sia fatta in nome e per conto della dottrina e della storia islamica, e non di un singolo individuo. Il signor Ostellino infatti, non cita il titolo, che pure è bello grosso ed evidente, proprio perché nel titolo non c'è quello che lui ha immaginato, cioè l'annuncio della condanna a morte. Il sottotitolo stesso, che è "Lettera a una vecchia mai cresciuta", chiarisce che il castigo/replica intende essere intellettuale, per mezzo di una missiva; appunto si dice "lettera", non "missile", non "tritolo", non "fucile" o quant'altro. L'autore dell'articolo del Corriere vorrebbe far passare la Fallaci per una eroina che non ha paura della morte. Ma non è stata minacciata da nessuno! Il libro di Smith è stato per lungo tempo esposto nelle vetrine accanto al libro stesso della Fallaci: quale castigo migliore di questo! Ora, cosa è tutto ciò se non fomentare odio, a scapito della discussione e dell'argomentazione dialettica? Lo ha ordinato il dottore? O qualcun altro?

Roma, 29/04/2002
Unione Musulmani d'Italia
Il Segretario Generale, Massimo Zucchi http://www.Dagospia.com 22 Maggio 2002



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